I bambini «stranieri» della scuola Pisacane che parlano romanesco


Italia-razzismo,   l'Unita 21-09-2010
E sbagliato non considerare stranieri i bambini figli d'immigrati , anche se nati in Italia". Così si è espressa l'assessore Laura Marsilio in visita alla scuola elementare Carlo Pisacane, dopo l'allarme lanciato dal Sindaco Alemanno per il gran numero d'iscrizioni di bambini stranieri rispetto a quelli italiani ("è così che nascono le scuole ghetto", parole del Sindaco).
Di qui la decisione di accorpare l'istituto con un altro plesso scolastico per imporre un "riequilibrio" forzato tra bambini stranieri e italiani. Tra le proteste delle famiglie costrette a iscriversi in una scuola lontana da casa e gaffe dell'assessore che, prima rettifica, poi precisa, infine si dà alla fuga, pochi conoscono la storia di quella scuola.
Pochi sanno che la Pisacane (scuola prevalentemente frequentata da bambini di origine rumena, bengalese e cinese) - è tuttora un plesso scolastico con alti standard di offerta formativa; premiata per il lavoro d'integrazione, sostenuta da un municipio attento e partecipe, integrata nel territorio: un'ottima scuola, animata da insegnanti intelligenti e appassionati. Sulla Pisacane si sono, però, abbattute due avversità tra loro correlate: l'iniziativa, improvvida, dell'assessore in questione, contro la storica dirigente scolastica, di cui ottiene la rimozione; una conseguente campagna che rende il termine "ghetto" ricorrente quanto il nome del povero Pisacane. Il tutto in ragione di un'eccessiva presenza di bambini nati da genitori stranieri (non importa si chiamino Benedetto, Giulia o Romina e parlino un italiano con un'inflessione tipicamente romanesca). Non occorrono particolari strumenti d'indagine per spiegare la crisi d'iscrizioni italiane in quella scuola.*:*
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