Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

14 febbraio 2013

Gambia, fugge perché è gay Main Italia niente asilo
l'Unità, 14-02-2013
Italia-razzismo
Nei giorni in cui in Francia veniva approvata la legge sulle nozze gay, un uomo di nazionalità gambiana chiedeva asilo in Italia, dichiarandosi perseguitato in quanto omosessuale. Nel suo Paese di origine, infatti, l’unico orientamento sessuale consentito è quello eterosessuale; e chi trasgredisce viene punito, anche con il carcere. La storia di quell’uomo non sarà a lieto fine, o meglio, finora non pare destinata ad averlo. L’audizione in Commissione durata cinque ore (passaggio fondamentale per il rilascio di un permesso di soggiorno per protezione internazionale o per la concessione dello status di rifugiato), non ha avuto esito positivo e si è conclusa con il diniego della domanda. Il motivo del rigetto probabilmente è connesso alla presenza di precedenti per spaccio e resistenza a pubblico ufficiale, che l’hanno condotto in carcere per qualche tempo. Si tratta in effetti di una pena già scontata; e l’uomo rischia di tornare in Gambia già venerdì prossimo (domani), perché per quel giorno è stato prenotato un volo da Roma e perché le pratiche di identificazione che precedono l’espulsione sono già state svolte. Ieri al Tribunale di Rieti, all’ultimo minuto, ha accolto il provvedimento di sospensiva grazie al quale le misure di allontanamento già intraprese dalla Questura si fermeranno (così dovrebbero) per consentire a questa persona di rimanere in Italia fino alla conclusione del processo.
A occuparsi di questa storia è l’avvocato Laura Barberio che ha presentato ricorso per il diniego della protezione al Tribunale di Rieti, di cui si discuterà oggi, 14 febbraio. La motivazione principale del ricorso riguarda il fatto che in Gambia l’omosessualità è un reato. Non parliamo, dunque, di semplice intolleranza o di un generico clima di ostilità o di forme di discriminazione sociale, bensì di una vera e propria fattispecie penale punita con il carcere.
Come si legge nella sezione 147 del Codice penale di quel Paese, una persona di sesso maschile che, sia in pubblico che in privato, commette un "atto di grave indecenza" con un'altra persona di sesso maschile o induce un'altra persona di sesso maschile a compiere un atto di questo tipo con lui, o cerca di indurre un'altra persona di sesso maschile a commettere un atto simile con se stesso o un'altra persona di sesso maschile, è colpevole di un reato e punito con la reclusione per un periodo di cinque anni. E questo vale anche per le donne omosessuali.  
A ciò si aggiunga che, l’attuale presidente del Gambia, Al Hadji Yahya Jammeh, si è più volte scagliato pubblicamente contro l’omosessualità, legittimando così, nella maniera più autorevole, le politiche di criminalizzazione. In ogni caso, si deve considerare come quello della persecuzione a causa dell’orientamento sessuale, diventi un motivo via via più frequente di richiesta di protezione. In altre parole la tutela dell’identità personale da ogni discriminazione anche in riferimento alla sfera sessuale, si va affermando come diritto fondamentale che esige di essere salvaguardato in tutto il mondo.



Polizia: una struttura interforze e multidisciplinare per combattere il razzismo.
Lo ha annunciato ieri il capo della Polizia, Antonio Manganelli, “per difendere le categorie più deboli, anche sul web”.
Immigrazioneoggi, 14-02-2013
Una struttura interforze e multidisciplinare per combattere il razzismo e il fenomeno delle discriminazioni. Ad annunciare il progetto è stato il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, nel corso della cerimonia per la consegna del Premio Palatucci, che si è tenuta ieri presso la Scuola superiore di Polizia a Roma.
La struttura, ha spiegato Manganelli, “sarà realizzata con il contributo di tutti coloro che possono aiutarci a comprendere questi fenomeni”. Il capo dello Polizia ha delineato anche i tempi. “A maggio – ha detto – saremo nelle condizioni di presentare in Europa questo progetto. Sarà un messaggio importante perché indicherà quali sono le categorie da tutelare, che hanno bisogno di essere conosciute e sostenute dal sistema sicurezza dello Stato e per poter seguire un percorso di tutela delle loro realtà”.
“Sarà un passo avanti del sistema sicurezza italiano”, ha sottolineato Manganelli, e riguarderà anche “il mondo virtuale, il web, fatto spesso di cattiverie e aggressività contro i più deboli”. “Difenderemo le categorie più a rischio – ha spiegato ancora il capo della Polizia – da tutelare, quelle legate al mondo dei disabili, le comunità ebraiche, gli immigrati, le associazioni legate al mondo omosessuale che hanno bisogno di un sostegno forte del nostro impianto normativo e di ciascuno di noi. Lo faremo convinti di essere nel giusto”.



Stranieri e stranieri
CIRDI, 13-02-2014
Milano – “Vi raccomandiamo di fare attenzione ai vostri oggetti di valore a casa e in strada, e agli stranieri che vi avvicinano”. Recita così il messaggio che l’8 febbraio il consolato Usa ha spedito ai cittadini statunitensi residenti a Milano, esortandoli a mantenere “un livello alto di vigilanza” e a prendere “le misure appropriate per aumentare la vostra sicurezza personale”. A detta del consolato, il messaggio avrebbe origine da alcuni dati relativi alla criminalità, anche se il questore Luigi Savina sottolinea un calo dell’8% dei reati, a fronte, però, dell’aumento di quelli che chiama “i reati predatori”: scippi, borseggi e furti in abitazioni e negozi.
In seguito alla reazione del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che si è detto “rammaricato e stupito”, è arrivato un chiarimento di Robert Palladino, funzionario del consolato: “Sinceramente, non siamo molto preoccupati”. Il console stesso ha precisato che “i diplomatici americani si sentono tranquilli a camminare per le vie del centro di Milano di notte con le proprio famiglie”. Gli ha fatto eco Pisapia: “Milano è una città sicura e tutti, milanesi, stranieri in genere e americani in particolare, possono stare tranquilli”.
A quali stranieri ci si riferisce? Anche a quelli nei confronti dei quali i cittadini statunitensi, stranieri anch’essi, dovrebbero fare attenzione? Sicuramente, mosse diplomatiche a parte, gli effetti del messaggio del consolato non sono tardati ad arrivare. Se l’ex vicesindaco Riccardo De Corato chiede “il ritorno dei militari nelle strade”, il candidato leghista alle Lombardia Roberto Maroni scrive su twitter: “La Milano di Pisapia spaventa anche gli americani: troppi crimini. E Ambrosoli vuole pure dare il voto ai clandestini”, riferendosi alla proposta di Umberto Ambrosoli, suo avversario di centrosinistra, di dare il diritto di voto ai cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia. Ancora una volta, la campagna elettorale si fa sulla pelle di chi non ha voce: i cittadini stranieri. In questo caso, cavalcando la frase del Consolato statunitense, pericolosamente stigmatizzante.
Fonte: Cronache di ordinario razzismo.org



Obama al Congresso: "La riforma dell’immigrazione renderà l'America migliore"
Nel discorso sullo Stato dell’Unione il presidente americano torna a invocare nuove regole. “La nostra economia  è più forte quando sfruttiamo i talenti e l’ingegnosità di tenaci, speranzosi migranti”
Stranieri in Italia, 14-02-2013
Washington – 13 febbraio 2013 – Perchè l’America torni a crescere serve anche una riforma complessiva dell’immigrazione. Che preveda più controlli, ma dia anche una chance agli irregolari, sappia semplificare i canali di ingresso regolare e attirare talenti.  
Per Barack Obama ormai è quasi un mantra, ripetuto anche ieri sera nel discorso al Congresso sullo stato dell’Unione. Quello in cui,  parafrasando Kennedy, il presidente americano ha ricordato ai parlamentari che “la Costituzione non fa di noi dei rivali, ma dei partner per il progresso. È compito mio dirvi qual è lo stato dell’Unione, ma è compito di tutti noi migliorarlo”.
Tra gli obiettivi da centrare, secondo Obama c’è anche “essere certi che l’America rimanga un posto dove chiunque vuole lavorare, dove tutti quelli che vogliono lavorare duro abbiano la possibilità di farsi strada”.
“La nostra economia – è tornato a sottolineare Obama - è più forte quando sfruttiamo i talenti e l’ingegnosità di tenaci, speranzosi migranti, e proprio adesso i rappresentanti di imprese, lavoratori, forze dell’ordine e comunità religiose sono tutti d’accordo che è arrivato il momento di una riforma complessiva dell’immigrazione. Ora è il momento di farla. Ora è il momento. Ora è il momento”.
Il presidente ha quindi elencato quelli che dovrebbero essere i punti principali della riforma. Rafforzare i controlli: “Un vera riforma significa una forte sicurezza del confine, e noi possiamo costruire su quello che la mia amministrazione ha già fatto, mettendo più agenti sul confine meridionale di quanti mai ce ne sono stati nella nostra storia e riducendo gli attraversamenti clandestini ai livelli più bassi degli ultimi 40 anni”.
Dare la possibilità dimettersi in regola a milioni di irregolari. “Una vera riforma significa stabilire un percorso responsabile  per meritarsi la cittadinanza, un percorso che includa far esaminare il proprio passato, pagare e tasse e una multa significativa, imparare l’Inglese, e mettersi in fila dietro a quanti hanno provato a venire qui legalmente”.
Infine, semplificare gli ingressi legali e attrarre talenti. “Una vera riforma significa aggiustare il sistema dell’immigrazione legale in modo da tagliare i tempi d’attesa e attrarre imprenditori e ingegneri altamente qualificati che ci aiuteranno a creare lavoro e a far crescere la nostra economia”.
“Noi – ha concluso -  sappiamo cosa bisogna fare. Mentre parliamo, gruppi bipartisan in entrambe le camere stanno lavorando con diligenza per scrivere una testo, e io plaudo ai loro tentativi. Perciò, facciamolo.  Mandatemi un testo di riforma complessiva dell’immigrazione nei prossimi pochi mesi, e io lo firmerò. E l’America diventerà migliore. Facciamolo, facciamolo”.

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