Morire nel Mediterraneo

 

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                         2013          1050

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

31 ottobre 2014

Canale di Sicilia affonda barcone almeno venti migranti dispersi
la Repubblica, 31-10-14
ROMA. Ancora dispersi nel Canale di Sicilia, di fronte alle coste libiche: sono almeno venti i migranti che erano a bordo di un barcone, scomparsi in mare dopo un naufragio a una ventina di chilometri da terra. A dare l`allarme sono stati i loro compagni di viaggio, novantatré persone salvate dal pattugliatore "Fiorillo" della guardia costiera dai resti di un gommone semiaffondato e alla deriva. A detta dei superstiti, infatti, alla partenza su quell`imbarcazione erano in 113.
Mentre proseguono le ricerche, vanno avanti i soccorsi della Marina militare: mercoledì notte sono stati 317 gli immigrati salvati nel Canale di Sicilia dalle navi impegnate nell`operazione "Mare nostrum", che terminerà tra poco. «Chiuderà secondo un`uscita che il governo stabilirà a breve», ha detto ieri il ministro dell`Interno Alfano.



Mare Nostrum addio, ong in allarme
Avvenire, 31-10-14
Si ferma dopo poco più di un anno Mare Nostrum, l'operazione avviata dal Governo dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Sabato parte Triton, la missione - assai più contenuta in termini di mezzi impiegati e raggio d'azione - che innalza la bandiera di Frontex, l'Agenzia europea delle frontiere. "Una volta che partirà Triton - ha detto ieri in Senato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano - sarebbe difficilmente spiegabile mantenere un'operazione d'emergenza come Mare Nostrum. Dall'uno novembre, dunque, non ci saranno due linee di protezione, una vicina a Libia e un'altra più vicina alle acque nazionali, ma Mare Nostrum chiuderà secondo una linea d'uscita che il Governo stabilirà molto a breve".
Il governo ratifica il passaggio. Proprio stamattina Il governo ha deciso il passaggio da Mare Nostrum all'operazione Triton. "Secondo quanto stabilito e convenuto assieme ai partner europei, il governo ha deciso il passaggio dalla operazione Mare Nostrum a Triton dell'Agenzia Europea Frontex. Parte, dunque, un periodo di phasing out che consenta di comunicare nel modo più vasto e corretto il cambiamento del posizionamento in mare degli assetti navali" spiega una nota di Palazzo Chigi. I dettagli riguardanti l'operazione Triton, che prenderà il via domani, e quelli relativi al passaggio da Mare Nostrum, saranno illustrati oggi pomeriggio alle 14.30, nella sala stampa di Palazzo Chigi da Alfano e dalla collega Roberta Pinotti, ministro della Difesa.
I mezzi di Triton. Triton schiererà ogni mese due navi d'altura, due navi di pattuglia costiera, due motovedette, due aerei ed un elicottero. L'Italia contribuisce a questa flotta con quasi la metà dei mezzi: un aereo, un pattugliatore d'altura e due pattugliatori costieri. Tra gli altri Paesi europei partecipanti ci sono anche Islanda (con una nave) e Finlandia (un aereo). Il Centro di coordinamento internazionale dell'operazione è stabilito presso il Comando aeronavale della Guardia di finanza a Pratica di mare (Roma). I mezzi Frontex partiranno da due basi: Lampedusa e Porto Empedocle. Pattuglieranno il Canale di Sicilia ed il mare davanti alle coste calabresi tenendosi nell'ambito delle 30 miglia dal litorale italiano. In caso di interventi di ricerca e soccorso (Sar) potranno comunque spingersi anche oltre.
Budget tagliato. Si tratta di un'operazione molto differente da Mare Nostrum, i cui mezzi arrivano fino a ridosso delle coste libiche per soccorrere imbarcazioni in difficoltà, secondo alcuni incentivando così le partenze dei migranti. Anche il budget è differente: 9,5 milioni di euro al mese per la missione nazionale, quasi 3 per quella Frontex. Triton, ha precisato Alfano, "non svolgerà le funzioni di Mare Nostrum. Costa un terzo e non è a carico solo dell'Italia, con enorme risparmio per noi. Farà - ha assicurato - ricerca e soccorso nei limiti del diritto internazionale della navigazione che impone a il dovere di soccorrere chi è in difficoltà in mare".   
L'appello delle Ong per l'accoglienza. Ma tra le associazioni che lavorano con i migranti c'è preoccupazione per la conclusione della missione umanitaria italiana. Unhcr, Amnesty, International, Save the children, hanno evidenziato i maggiori rischi per le traversate nel momento in cui non ci saranno più le navi italiane a prestare soccorso a ridosso delle coste libiche. Dalle associazioni arriva un appello al Governo perché non venga interrotta l'operazione Mare Nostrum. Un cartello formato da associazioni che operano nel campo dell'accoglienza ai migranti si schiera contro la decisione del Governo. Caritas, Comunità di Sant'Egidio, Save the Children italia, fra le tante altre organizzazioni, si sono date appuntamento a Roma per opporsi, in un appello, alla fine di Mare Nostrum. "Triton non fermerà né le partenze né le stragi" perché "opererà solo in prossimità delle acque territoriali, svolgerà un'azione di controllo delle frontiere ma non di soccorso" spiegano i promotori. "Chiediamo al Governo di non cedere a spinte demagogiche e xenofobe rafforzando la pressione politica su paesi perché la sostengano economicamente" recita l'appello. Fra chi ha aderito spiccano i nomi di Andrea Camilleri, Ascanio Celestini e Carlo Feltrinelli.
Il rebus dei 20 dispersi. Quasi a dar corpo a questi timori, è giunta ieri la notizia dell'ennesimo naufragio al largo della Libia: almeno venti persone risultano disperse dopo l'affondamento di un gommone, secondo quanto hanno riferito 93 superstiti tratti in salvo dalla Guardia costiera.



L`eredità di Mare Nostrum
Nei primi nove mesi dell`anno 118mila arrivi - Bilancio in vista di Triton
il sole, 31-10-14
Rossella Cadeo
Che vada in pensione oppure si prepari a una convivenza, dal 1°novembre l`operazione Mare Nostrum è destinata a cedere il timone a Triton, la nuova missione per il pattugliamento del Mediterraneo decisa dall`Unione europea e affidata all`agenzia Frontex. Se per ora di Triton - che assorbirà due missioni europee già in atto, Hermes ed Enea di certo si sa soltanto che costerà circa 2,9 milioni di euro al mese (un terzo rispetto a Mare Nostrum), che vi hanno aderito con mezzi e risorse una ventina di Paesi e che opererà al confine delle acque territoriali (cioè a 30 miglia dalle coste italiane, pari a 55 chilometri, mentre Mare Nostrum arrivava in prossimità delle coste libiche), dell`operazione che sta per "chiudersi"
a circa un anno dall`avvio (dopo il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 in cui persero la vita 366 migranti) si può già stilare un primo bilancio. Un bilancio che potrebbe servire a impostare future politiche di soccorso.
Numeri e Paesi
Ebbene, secondo le elaborazioni fatte dalla Fondazione Leone Moressa su dati del ministero dell`Interno e dell`Unhcr, nei primi nove mesi di quest`anno le persone sbarcate sulle coste italiane hanno raggiunto quota 118mila.
Oltre a numeri drammaticamente in crescita, si riscontra anche un continuo cambiamento delle nazionalità in arrivo dal Sud del mondo. Nel 2012 infatti i117% delle persone sbarcate erano tunisini, seguiti da somali e afgani. Nel 2013 ad affidare la propria sorte ai barconi erano soprattutto siriani (uno su quattro). Quest`anno, invece, la quota proveniente dalla repubblica di Bashar al-Assad si è quasi dimezzata (4% degli sbarchi) per lasciare spazio in particolare agli eritrei (quasi i130% del totale). Le altre nazionalità più presenti sono quelle dei Paesi dell`Africa centrale caratterizzati da situazioni di forte instabilità (Mali, Gambia e Niger).
Non solo Sicilia
Come raccontano le cronache quotidiane (in particolare quelle estive), gli sbarchi si concentrano per l`80% sulle coste siciliane: un approdo logico, visto che per la traversata dall`Africa il punto più stretto ("solo" 145 chilometri) si trova nel Canale di Sicilia, tra Capo Fetó (nei pressi di Mazara del Vallo) e Capo Bon (nei pressi di El Haouaria). Nel 2014 però a essere puntata dalle rotte degli scafisti non è stata più solo Lampedusa (insieme a Linosa e Lampione): se nel 2on oltre il 90% degli sbarchi siciliani aveva interessato le isole Pelagie, lo scorso anno la percentuale è scesa al 2,4%, mentre la maggioranza ha riguardato il resto delle province (in primis Agrigento). È cambiata poi la geografia delle rotte: nel 2014 gli scafisti, hanno maggiormente diversificato le destinazioni, con la Puglia che dal 2,4% è passata ad assorbire l`8% degli sbarchi.
Accoglienza
Capitolo accoglienza: secondo la ricerca di Fondazione Moressa nei centri di accoglienza italiani ci sono attualmente 5omila migranti, con alcune regioni che ne ospitano un numero nettamente superiore rispetto al criterio fissato dal ministero dell`Interno (basato sulla proporzionalità con la popolazione).
Un terzo dei profughi (17.559 persone) è infatti ospitato in Sicilia, ma secondo la circolare del ministero dello scorso giugno che ha stabilito quote di ripartizione più aderenti alla numerosità dei residenti, la distribuzione delle presenze dovrà modificarsi sostanzialmente: a fronte di un eccesso di circa 13mila presenze nell`isola, di oltre Mila nel Lazio e altrettante in Calabria, altre regioni - in primo luogo la Lombardia, seguita da Campania, Emilia Romagna e Piemonte -hanno un saldo negativo e dovranno prendersi carico di un maggior numero di migranti.
Per restare nell`ambito dell`accoglienza, la ricerca della Fondazione Moressa evidenzia un ulteriore importante dato: nei primi sei mesi del 2014 l`Italia - pur occupando solo il 5 °posto tra i Paesi europei per presenza di richiedenti asilo (circa 25mila) - ha però registrato un`impennata: + 144% contro una media Ue del 20% circa, con la prevalenza di uomini e di migranti da Paesi africani (Mali, Nigeria, Gambia).
Costi
E infine i costi, tema sul quale il dibattito è acceso è costante, tanto più che il dl Stabilità per il 2015 ha stanziato 187,5»milioni di euro annui per i rifugiati e i richiedenti asilo e altri i2,5 milioni per l`accoglienza dei minori stranieri non accompagnati da assegnare a uno specifico Fondo presso il ministero dell`Interno.
Non tutta la spesa per l`accoglienza è comunque a carico dello Stato italiano, visto che la Ue partecipa con specifici strumenti: il Fondo europeo per i rifugiati (quasi 19 milioni su 26,4 di spesa 2013), quello per i rimpatri (9,2 milioni su 14,7), per l`integrazione (quasi 21 milioni su 29,6) e infine il Fondo europeo per le Frontiere esterne (passato negli ultimi sei anni da 33,6 a 169,3 milioni di euro).



Bonus bebè, 5stelle e Lega uniti nel razzismo
Niente bonus per gli immigrati
Carlo Lania
Bonus bebè solo ai figli degli italiani, escludendo i cittadini immigrati. Il senatore Calderoli tenta il blitz con un emendamento, l`aula di palazzo Madama lo boccia, ma Lega e Movimento 5Stelle insieme votano a favore.
Scoppia il caso, il Pd accusa i grillini di razzismo. Il gruppo respinge, ma la motivazione traballa: «Volevamo che il bonus, previsto solo per i nati nel 2015, fosse esteso anche ai nati fino al 2017... sapevamo già che la discriminazione inserita nel testo sarebbe decaduta perché incostituzionale»
 Niente bonus di 80 euro ai figli degli immigrati regolari che vivono in Italia, come previsto invece dalla legge di stabilità. A proporlo è stata ieri al Senato la Lega con un emendamento al Documento di economia e finanza (DO, ma il M5S si è subito unito al Carroccio votando a favore e confermando così la linea dura dí Grillo contro gli immigrati.
Scelta che ha subito provocato reazioni durissme e accuse di razzismo, tanto da spingere in serata i senatori grillini a una prudente retromarcia: «Abbiamo votato sì all`emendamento della Lega nord esclusivamente per fare in modo che il bonus bebè, che il governo ha previsto solo per i nati del 2015, fosse esteso anche ai nati fino al 2017», spiega - ma non troppo - una nota del gruppo.
All`origine di tutto c`è, come spesso accade, Roberto Calderoli. Il vicepresidente del Senato, vero maestro nel condurre blitz parlamentari, presenta un emendamento al Def che di fatto destina gli 80 euro promessi da Renzi alle neo mamme solo ai figli di cittadini italiani o di un altro Paese dell`Unione europea. Niente, quindi, ai bebè figli di cittadini stranieri ma extracomunitari, anche se residenti in maniera regolare nel nostro paese. L`emendamento viene bocciato dall`aula grazie ai voti di Pd e Ncd, ma ottiene comunque il via libera del Movimento di Grillo che non si fa scrupolo a far sua l`iniziativa di Calde roli. Che vistosi battuto, sbotta: «E` la dimostrazione che la maggioranza se ne frega della famiglia e dei bambini e stanzia risorse solo per gli immigrati» dice il vicepresidente del Senato, come se anche i figli degli immigrati non fossero bambini.
Ma l`emendamento leghista è ormai diventato un caso politico. E certo non per la presa di posizione della Lega, tipica della sua politica contro gli immigrati, ma proprio per l`adesione del M5S a un emendamento dal sapore decisamente discriminatorio. Il primo ad andare all`attacco è, ovviamente, il Pd. «Siamo ormai abituati al razzismo dilagante della Lega - dice la. senatrice Rosa Maria Di Giorgi - ma che anche i senatori del M5S si prestassero a queste provocazini ci lascia francamente senza parole. Chissà se gli elettori che hanno votato per Grillo e che speravano in un cambiamento sanno che i loro rappresentanti in parlamento votano insime alla Lega». Sullo stesso tasto, quello del razzismo, insiste anche il senatore Miguel Gotor per il quale «i senatori grillini hanno dato prova della loro vera natura, impegnati a fare concorrenza alla destra più becera». Mentre per il presidente della commissione Diritti umani, Luigi Manconi, «il bolso buonismo di Lega e 5 Stelle, escludendo gli immigrati dal benificio del cosiddetto bonus bebè, dimostra ancora una volta la loro irresponsabile prodigalità».
Ormai il danno è fatto. Dopo le parole di Grillo sui «clandestini da rispedire a casa», e gli allarmistici avvertimenti sui presunti rischi per la salute derivanti sempre dagli immigrati (che già hanno fatto storcere la bocca all`elettorato più di sinistra del M5S) adesso la partita si completa con il tentativo di togliere il bonus di 80 euro ai bambini con genitori extracomunitari.
A un certo punto la cosa deve essere sembrata troppo anche agli stessi senatori grillini che l`hanno votata, fino a spingerli a correggere il tiro come possono. «Il Pd non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo voto del M5S e veicolare messaggi falsi», spiega una nota del gruppo di palazzo Madama. «Sapevamo già che la discriminazione inserita nel testo della Lega sarebbe decaduta perché incostituzionale scrivono i senatori pentastellati mentre sarebbe rimasta esclusivamente l`estensione del bonus a tutti i bimbi nati nel prossimo triennio. La nostra battaglia è rendere strutturale per tutti il bonus bebè, come dimostreremo con nostre proposte emendative alla legge di stabilità».



"Sei troppo occidentale" Sputi e botte alla ragazza da tre amiche marocchine
La vittima è figlia di padre maghrebino e madre italiana
La Stampa, 31-10-14
FRANCO GIUBILEI
REGGIO EMILIA
Per loro non era abbastanza marocchina e neanche abbastanza musulmana, così hanno deciso di darle una lezione che non si sarebbe scordata facilmente: dopo giorni di offese e minacce l`hanno aspettata alla fermata dell`autobus, l`hanno fatta scendere con uno stratagemma e l`hanno assalita a calci e schiaffi. Loro sono tre ragazze dì origini marocchine che gliel`avevano giurata, una 16enne, una 18enne e una 19enne.
La vittima, che ha dovuto essere curata al pronto soccorso per ferite guaribili in una settimana, invece non è una maghrebina doc: 19 anni, iscritta all`ultimo anno di una scuola superiore, è figlia di un marocchino e di un`italiana, dunque agli occhi delle tre bulle aveva il difetto imperdonabile di essere «impura», come hanno annotato i carabinieri di Castelnovo Monti, il paese dell`Appennino reggiano teatro di questa vicenda di intolleranza al contrario. Già perché Aurora, questo il nome della ragazza, non se ne è rimasta zitta e dopo la violenza si è presentata in caserma accompagnata dalla madre, Monja Beneventi, raccontando tutto quel che le era successo: fin dalle prime frasi sgradevoli subite già l`anno scorso, quando una delle tre le aveva rinfacciato di non essere né una vera marocchina né una vera musulmana. Una decina di giorni fa però la situazione ha cominciato a degenerare, sono arrivate le offese e qualche spintone, fino alle minacce alla fermata del bus, quando il gruppetto le ha urlato di scendere dal mezzo per fare i conti.
Giovedì scorso, alla stazione dei pullman scolastici di via Matilde di Canossa affollata di studenti, le tre sono passate all`azione e hanno aggredito la ragazza: le hanno tirato i capelli e l`hanno presa a calci, fra sputi e insulti, mentre la gente stava a guardare, finché l`intervento di un passante non ha messo fine al pestaggio. Dopo le cure in ospedale, Aurora e la madre si sono rivolte ai carabinieri ed è scattata la denuncia alla procura di Reggio e a quella dei minori di Bologna: le tre ragazze marocchine dovranno rispondere delle accuse di lesioni personali, minacce e ingiurie.
Al comando di Reggio Emilia, i militari hanno confermato che a scatenare l`aggressione ci sono anche motivazioni di ordine etnico e religioso, oltre che dinamiche riconducibili al bullismo: per le giovanissime maghrebine, il fatto che Aurora sia di madre italiana ne ha inficiato la purezza, sia in quanto marocchina che in quanto musulmana. Le tre si sono pure gloriate della loro impresa sui rispettivi profili Facebook, i carabinieri non hanno avuto difficoltà nell`individuarle.
E mentre la Lega Nord tuona contro «certo Islam che sta corrompendo anche i giovani», i dati del Rapporto Unar Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali - ricordano che la provincia reggiana, col suo 13,5% di immigrati regolari rispetto alla popolazione complessiva, è la seconda della regione per la presenza di stranieri, mentre il capoluogo Reggio Emilia raggiunge il 18,2%, al primo posto fra le città emiliane. L`Emilia Romagna da parte sua ospita la quota di stranieri più alta d`Italia, col 12%, contro l`8,1% della media nazionale.

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