Il Colle: ora rivedere la legge Bossi-Fini

NAPOLITANO SCRIVE AGLI IMMIGRATI Dl PONTE GALERIA: RIDURRE A 2 MESI LA PERMANENZA NEI CIE
La lettera, consegnata dal Senatore Luigi Manconi, con cui ieri Giorgio Napolitano ha risposto alla missiva inviatagli a Capodanno dagli immigrati rinchiusi nel Cie di Ponte Galeria - uno di quelli in cui le settimane scorse si sono avute le più dure manifestazioni di protesta - potrebbe segnare un punto di svolta nella legislazione italiana in materia di immigrazione.

Il progetto del governo Letta di rivedere la Bossi-Fini si è infatti fino a questo momento infranta sulla contrarietà del lato destro delle "strette intese", capitanato dal ministro dell'Interno (e vicepremier) Angelino Alfano. Ora, però, che il Quirinale se schierato con tutto il suo peso sulla questione, la situazione potrebbe sbloccarsi: "La drastica riduzione del tempo di permanenza nel Cie rappresenta un impegno fondamentale, non prorogabile", ha infatti spiegato il viceministro di Alfano, Filippo Bubbico (Pd). Il progetto, in sostanza, prevede di portare il tempo massimo di detenzione negli 11 Centri di identificazione ed espulsione dai 18 mesi (indicati già nella legge Turco-Napolitano degli anni Novanta) attuali a 60 giorni: l'esperienza ha, infatti, dimostrato che se l'immigrato clandestino non viene identificato nei primi due mesi, difficilmente lo sarà in seguito. Senza contare che gran parte della popolazione del Cie non ha commesso alcun reato ad eccezione dell'ingresso illegale in Italia - che non prevede l'arresto - e dunque una detenzione di un anno e mezzo (e a volte di più) è chiaramente in contrasto con l'articolo 13 della Costituzione che tutela la libertà personale. Tradotto: non si può mettere in galera - anche se si chiama Cie - per 18 mesi uno che non ha commesso reati.
SE LA SOGLIA massima dei due mesi potrebbe arrivare presto in Consiglio dei ministri, c'è però un altro punto indicato dal viceministro Bubbico che ancora non incontra il consenso necessario dentro la maggioranza: "Puntiamo ad un prolungamento dei tempi di scadenza del permesso di soggiorno. Con la crisi economica molte persone che hanno lavorato in Italia rischiano di finire in clandestinità solo perché hanno perso il lavoro". Buon senso, ovviamente, che però non pare aver contagiato Alfano, che continua a porre il veto su questa norma. Il democratico Manconi, che è anche fondatore dell'associazione "A buon diritto", la mette in maniera più diplomatica: "In questi mesi abbiamo riscontrato un orientamento ampio del governo e del Parlamento a favore della riduzione dei tempi di permanenza, ma gli effetti pratici tardano a venire".
il Fatto, 08-02-2014

Share/Save/Bookmark