L'Europa va a destra, "padroni in casa propria"
l'Unità del 9 giugno 2009

Un panorama procelloso è quello che il voto europeo ci consegna. La crisi economica, gli squilibri demografici, i grandi flussi migratori e, su un piano diverso ma infine coincidente, il declino del modello socialista e socialdemocratico di welfare: tutto ciò porta i popoli europei a scelte di corrusca autodifesa. “Padroni a casa propria” non è più, o solo, lo slogan cupo di tutti i leghismi: diventa una sorta di strategia geopolitica. L’immigrazione ne è il bersaglio. Così, come si legge nei giornali di ieri, i 27 “vanno a destra”. Il dato più preoccupante è quello dell'Olanda, dove il partito islamofobico, PVV (partito per la libertà) di Geert Wilders, ha ottenuto il 17% dei voti, il 10,9% in più rispetto al 2006. Il leader del PVV è noto per aver diretto un cortometraggio violentemente anti-islamico: Fitna, che paragona l'Islam al fascismo alla cui diffusione (nel timore di un nuovo caso “vignette danesi”),  il governo si era opposto, un anno fa. Il voto olandese non è l'unico che preoccupa: in Gran Bretagna si registra il risultato del 27% per i Conservatori di David Cameron e del 17% per il partito euroscettico UK Independent Party (UKip). In Austria, la Fpoe (liberal nazionalisti), ottiene il 12,9% (più 6,6% rispetto al 2004). Grande vittoria dell'estrema destra anche in Portogallo e in Ungheria, dove Jobbik ha ottenuto il 14,77% dei voti. In Finlandia, poi, si assiste ad una forte ascesa di nazionalisti ed euroscettici: True Finns, formazione che chiede un freno all'immigrazione e all'integrazione comunitaria, ottiene il 9,8% (dallo 0.5% del 2004). E, infine, la Lega Nord in Italia raggiunge il 10,2% diventando il terzo partito del paese. Meteo: tempo da lupi.

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