L’importanza di essere donna oggi in Italia

Italia-razzismo
Si celebrerà a Roma, il 14 dicembre 2013, la seconda edizione del Premio Melograno della Fondazione Nilde Iotti, presieduta da Livia Turco. Anche quest'anno a riceverlo saranno due donne, una italiana e una nuova italiana di origine straniera, che si sono distinte per il contributo dato alla nostra società affinché si affermi, in essa, il valore della convivenza tra culture differenti.

Sono molti in Italia i progetti che vengono portati avanti da donne e che si pongono come obiettivo quello di conoscere e di analizzare usi e costumi di altri Paesi. Il nome del premio è quello di un frutto che, secondo gli organizzatori, richiama l'idea di multiculturalità per via dell'origine asiatica, della coltivazione diffusa nelle  regioni caucasiche e della presenza, da epoca preistorica, nell'area costiera nel bacino del Mediterraneo. Ma non solo. Il melograno, per i suoi numerosi semi, è simbolo di produttività, ricchezza e fertilità. Ecco perché è l'emblema del premio che, oltretutto, si propone di "fare emergere i talenti e scoprire le tante curiosità che la mescolanza tra italiane e immigrate produce. Talenti e curiosità che ci aprono le porte al futuro e danno ottimismo a questo nostro grande paese". L'iniziativa della Fondazione è importante perché è tra le poche a mettere in evidenza, e a valorizzare, l'aspetto femminile dell'immigrazione. E lo fa partendo da un dato ineludibile: la metà delle persone immigrate in Italia è composta da donne. Donne che qui rivestono più ruoli, quello di mogli, di madri, di figlie, di lavoratrici a cui spetta il compito di organizzare o riorganizzare la famiglia in migrazione. Sono loro che, sia all'interno che all'esterno del nucleo familiare, più si fanno portatrici delle tradizioni della cultura d'origine. Basti pensare all'educazione dei figli o alla cucina. Ma non solo. Le stesse donne, si pongono anche come anello tra il vecchio e il nuovo, tra il presente e il passato. Esse, infatti, sono quelle che più vengono a contatto, e che più si confrontano, con la cultura del nuovo Paese. Un esempio sono le madri che accompagnano i figli a scuola o le donne che lavorano nell'ambito della collaborazione domestica, all'interno di famiglie italiane. E, nonostante la loro presenza si riveli fondamentale per la buona riuscita del processo di integrazione dell'intera famiglia, di esse si parla sempre troppo poco. E, quando lo si fa, l'intento, e il risultato, è quello di rafforzare i più noti luoghi comuni che le vedono come delle vittime della loro cultura d'origine. Immagine, questa, opposta a quella del Premio Melograno da cui vengono definite come "una risorsa preziosa per il nostro Paese" e di cui si vuole enfatizzare la capacità di "mettere in gioco abilità, strategie di vita, all’insegna del coraggio e dell’innovazione".
Le candidate saranno selezionate da una Giuria tra tutte coloro che parteciperanno al bando scaricabile dal sito della Fondazione Nilde Iotti.
l'Unità, 11 giugno 2013

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