Immigrati e ferrovie. Dalla Toscana il buon esempio di convivenza

22 agosto 2010 Rubrica Italia-razzismo
l'Unità
E dalla Toscana arriva un esempio di “educazione alla legalità”. Così infatti viene chiamato il progetto ideato dalla polfer e da volontari, anche stranieri, per far pagare il biglietto del treno ai venditori ambulanti diretti alle spiagge del litorale.
L’erogazione di multe si è rivelata, evidentemente, un inutile sistema al fine di scoraggiare i passeggeri dal viaggiare senza biglietto, dal momento che questo fenomeno non si è né arrestato né ridotto. Spiegare la ragione per cui è necessario viaggiare in regola sembra risultare un metodo proficuo, infatti con “un controllo alla stazione di Pontedera nei giorni prima di Ferragosto abbiamo verificato che non ci sono state denunce.” - spiega Dia Papa Demba, rappresentante della comunità senegalese – “Dopo aver parlato con i ragazzi diretti sul litorale invitandoli a fare il biglietto praticamente tutti si sono recati alla biglietteria. Sarà un lavoro lungo, da realizzare con incontri e con molta informazione''.
Un’iniziativa di questo genere, che trova il suo punto di forza nella spiegazione piuttosto che nella sola imposizione di una norma, muta il valore della sanzione. Quest’ultima non risulterà una punizione immotivata e irrazionale, ma l’esito di una infrazione volutamente compiuta.
La buona riuscita di iniziative come questa è fondamentale affinché si sperimenti un metodo non persecutorio di inserimento sociale degli immigrati, passibili di sanzioni esattamente come il cittadino italiano che viola le regole. Insomma, l’immigrazione può essere affrontata attraverso il ricorso a schemi razionali, mirati a fornire alle persone interessate un kit culturale di “sopravvivenza” e, in prospettiva, di integrazione.
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