Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Quell’anno senza «cittadinanza» e l’esempio di Bracciano

 

Osservatorio Italia-razzismo 1 novembre 2012
Il diritto di ottenere la cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori di origine straniera è ancora oggi, nonostante gli auspici di gran parte del mondo politico e istituzionale, un miraggio.
L’attuale legge, infatti, che regola la materia, la 91/92, rimane saldamente ancorata al principio della trasmissibilità per discendenza (il cosiddetto diritto di sangue), e prevede solo in maniera marginale l’acquisizione dello status di cittadino secondo il principio della nascita in un determinato territorio (ius soli). 
Quest’ultimo passaggio consiste, per i neo diciottenni stranieri nati e cresciuti in Italia, nella facoltà di presentare la domanda di cittadinanza entro il compimento del diciannovesimo anno di età. Un anno di tempo per sentirsi figli italiani di una generazione di persone immigrate e non più giuridicamente stranieri. Si tratta quindi di un diritto limitato e circoscritto ai pochi che riescono a ottenere tale informazione, attivare la procedura e giungere al riconoscimento. Di conseguenza negli ultimi anni sono stati numerosi gli appelli ai sindaci affinché contribuissero, per quanto di loro competenza, a rendere più accessibile il diritto alla cittadinanza, informando tutti i giovani stranieri che al compimento del diciottesimo anno di età, possono presentare la propria richiesta. Un piccolissimo atto che pure potrebbe risultare prezioso.
Anche se questo sistema, nonostante abbia riscosso il consenso di molti sindaci e sia stato messo in atto in diverse città, potrebbe rivelarsi solo un palliativo se non si arriverà a una riforma della normativa in grado di garantire la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia. Una modifica, questa, che potrebbe rendere cittadini circa un milione di minori attualmente solo residenti in Italia e nati da genitori stranieri. La necessità di arrivare a una modifica in tal senso è talmente urgente da spingere molti amministratori locali a promuovere iniziative simboliche in tal senso. L’ultima in ordine cronologico è quella realizzata dal Comune di Bracciano che ha deciso di assegnare la cittadinanza onoraria in virtù dello ius soli ai bambini di 6 anni che per ora detengono solo quella dei loro genitori, che italiani non sono. Il motivo che ha spinto il Consiglio Comunale di Bracciano ad approvare una tale proposta è il fatto che quei bambini è come se fossero già cittadini: parlano la lingua italiana, frequentano la scuola italiana con bambini italiani, giocano al parco anche con coetanei italiani e sono quindi costantemente in contatto con la cultura italiana. Un provvedimento simile è stato inoltre inserito nell’ordine del giorno del consiglio comunale di Bologna e sarà discusso nei prossimi giorni.
Per chi ama i ricorsi e i paradossi della storia, si tratta di una situazione simile a quella vissuta dai nostri connazionali emigranti di ritorno dal Brasile o dall’Argentina, che si trovarono ad aver perso la cittadinanza italiana. È, in fondo, anche per loro, che la Legge 91 era stata scritta.
Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links