Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

24 febbraio 2010

La visita al San Gallicano
Alemanno: «Roma non chiuda gli occhi sull’immigrazione»
VA LORENZO DE CICCO   
Libero Roma, 24 febbraio 2010
EHM «Confesso di essere molto impressionato da quello che ho visto questa mattina e credo che una realtà del genere debba essere molto più conosciuta all'interno della città», racconta il sindaco di Roma Gianni Alemanno a margine della visita all'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà dell'ospedale San Gallicano. «Spero che-questa visita, che mi ha permesso di conoscere il professor Aldo Morrone, possa essere la base per il rafforzamento della collaborazione tra il San Gallicano e il Comune di Roma». Poi il primo cittadino della capitale ha offerto al San Gallicano un seggio nella consulta «per fare da tramite, portare questa esperienza e dare suggerimenti per combattere il disagio sociale, sia degli italiani che degli immigrati». «In grandi città come Roma», aggiunge il sindaco, «i flussi migratori e l'interculturalità pongono sfide diverse al nostro Servizio sanitario nazionale. Spesso ci sono problemi che non vengono conosciuti, sui quali non c'è una ricerca. Ma Roma, non può permettersi di chiudere gli occhi, ma deve af-frontareiproblem». Durante la visita Aleman¬no ha voluto ringraziare personalmente la delegazione di mediatrici culturali che operano all'interno dell'ospedale romano, che hanno consegnato al primo cittadino doni etnici e una targa.



Il Sindaco Alemanno in visita allo storico ospedale: pronti a fare la nostra parte per costruire nuove professionalità

Italia quotidiano
, 24 febbraio 2010
di Giovanni D'Auria
Il Campidoglio e lo storico ospedale del San Gallicano collaboreranno nel settore delle politica che dell'immigrazione e dell'integrazione. Come ha annunciato il sindaco Gianni Alemanno che ieri mattina ha visitato la struttura del rione Trastevere, "vogliamo utilizzare tutta l'esperienza di questo istituto per poter avere consigli e consulenze sulle politiche dell'immigrazione e dell'integrazione". Il San Gallicano, che dal 1998 ha accolto oltre lOmila persone tra le quali molti immigrati nasce come ospedale dermatologico e nel tempo si trasforma in struttura che unisce alle cure sanitarie un'azione di assistenza sociale. Oltre alle prestazioni specialistiche in dermatologia, ginecologia, oculistica, la struttura e' attiva nel contrasto e nella prevenzione delle malattie legate all'immigrazione. "Sono rimasto impressionato da quello che ho visto qui al San Gallicano - ha aggiunto Alemanno - questa realtà dovrebbe essere più conosciuta in città: per quésto collaboreremo". Quindi, "il Comune di Roma - ha proseguito - intensificherà i suoi rapporti col San Gallicano anche nei settori della formazione per la costruzione di nuove professionalità". In particolare, la collaborazione tra Campidoglio e ospedale si concretizzerà attraverso la partecipazione di alcuni rappresentanti del San Gallicano alla consulta capitolina per l'immigrazione. Tra i presenti, il ministro alla Salute Ferruccio Fazio, il consigliere comunale del Pdl Federico Rocca e il direttore generale del San Gallicano, che ha detto: "Ce' una situazione di  povertà  crescente  che  stiamo  affrontando anche con il Comune di Roma, per aiutare le persone immigrate ma anche italiani con pensio¬ne sociale". Tra i nuovi servizi che l'ospedale si appresta ad inaugurare un poliambulatorio di odontoiatria sociale.


L'asilo è pubblico ma  a Goito possono entrare solo i cattolci

l'Unità
, 24 febbraio 2010
Un asilo comunale aperto solo a bambini che provengono da fami-glie che accettano «l'ispirazione cri-stiana della vita». AGoito, nel mantovano, un simile regolamento per un istituto parificato è stato approvato a maggioranza dal consiglio comuna¬le ed è finito immediatamente sulle colonne della Gazzetta di Mantova che ieri riportava la vicenda in tutta evidenza.
«Il regolamento pone come condi¬zione per iscrivere il figlio all'asilo la provenienza da una famiglia cattoli¬ca o cristiana, escludendo di fatto molte famiglie di immigratidi diver¬so orientamento religioso».
«La giunta di centrodestra - capeg¬giata dal sindaco Anita Marchetti, area Udc, appoggiata da parte del Pdl e dalla Lega Nord - motiva tale decisione con il fatto che "pur essen¬do l'asilo pubblico, da sempre viene gestito secondo criteri che si ispirano al cristianesimo"». Una spiegazione che il centrosinistra di Goito conte¬sta apertamente sollevando anche in aula «il tema dell'incostituzionalità». La maggioranza pare si sia trincerata
Decisione del Comune
La giustificazione del sindaco: «È gestito dalle suore»
dietro una sorta di diritto consuetudi-nario, in quanto l'asilo è «da sempre gestito con criteri cristiani» e quindi non andrebbe contro i dettati della Costituzione. La vicenda, già segna¬lata all'Anci dai consiglieri d'opposi¬zione, è stata, a detta del sindaco, «travisata». «In questa sezione - spie¬ga Marchetti - da anni insegnano le suore. Questo può far orientare la scelta dei genitori, che preferiscono questa sezione alle altre». I deputati Pd Emanuele Fiano e Marco Carta, in un'interrogazione al ministro del-l'Interno Maroni chiedono «perchè il governo, prima ancora che una sen¬tenza di un tribunale amministrativo o, meglio, della Corte Costituzionale
stabilisca la vergognosa illegittimità di quel regolamento» dichiari illegit-timo il provvedimento.
L'asilo di Goito rappresenta un ser¬vizio pubblico e non può fare distin¬zioni per l'appartenenza religiosa dei piccoli o dei loro genitori. A meno che, come annota la senatrice Donatella Poretti (Radicali-Pd) «il Ku-kux-klan non sia passato da Goito».
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