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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Medici per i Diritti Umani

Comunicato stampa
Ex-ambasciata somala a Roma: grave la situazione umanitaria di 140 rifugiati

Roma, 21 dicembre 2010
Medici per i Diritti Umani (MEDU) lancia un appello alle istituzioni (Comune, Provincia, Regione, Ministero dell’Interno) affinché si individuino con urgenza soluzioni di accoglienza dignitose e percorsi di integrazione per circa 140 rifugiati somali costretti  a vivere in condizioni disumane presso l’ex-ambasciata somala di Via dei Villini a Roma. In un edificio fatiscente, e nei locali che un tempo erano destinati a garage, vivono 140 persone allo stremo, tutte in possesso di un regolare permesso di soggiorno per protezione internazionale.
La struttura (abbandonata dalla rappresentanza diplomatica somala agli inizi degli anni novanta) è in uno stato di gravissimo  degrado ed è in alcuni punti pericolante (balaustre, soffitti). Non vi è corrente elettrica né riscaldamento. Vi sono ovunque oggetti e mobilio in disuso, calcinacci e rifiuti accumulatisi nel corso degli anni dove circolano indisturbati i ratti. I pochi locali “vivibili” sono occupati da giacigli di fortuna dove i rifugiati sono costretti a vivere in uno stato di sovraffollamento e scarsa areazione. Le condizioni igienico-sanitarie sono disastrose. Restano  funzionanti solo due servizi igienici, in condizioni a dir poco precarie (uno di essi è una buca collegata al sistema fognario). Vi sono solo tre punti di erogazione dell’acqua che in questi giorni, a causa del freddo pungente, sono praticamente inservibili ai fini dell’igiene personale. Per la cottura degli alimenti i rifugiati utilizzano dei vecchi fornellini da campo assai poco sicuri, in spazi angusti e in vicinanza di materiali facilmente infiammabili.     Tale situazione - dagli aspetti anche grotteschi, poiché questo “inferno dei viventi” sorge nel bel mezzo di uno dei quartieri più eleganti della capitale, a due passi da Porta Pia - si protrae da anni ed è stata più volte denunciata da associazioni e mezzi di informazione. Già nel 2004, un articolo del New York Times descriveva nei dettagli lo stato delle cose  ed auspicava un rapido intervento da parte del governo italiano per trovare una soluzione.

A fronte di questa grave situazione umanitaria, aggravata dalle rigide temperature di questi giorni,  MEDU ha attivato la propria unità mobile presso l’ex-ambasciata, realizzando visite mediche  e distribuendo,  nella giornata di ieri, oltre cento sacchi a pelo ai rifugiati. Le patologie riscontrate sono quasi esclusivamente conseguenza delle pessime condizioni alloggiative ed igienico-sanitarie in cui i pazienti si trovano o dei traumi subiti nel paese di origine e durante il viaggio per arrivare in Italia. E’ ovvio del resto che parlare di tutela della salute in queste condizioni di invivibilità non ha alcun senso. E’ evidente che siamo di fronte a una situazione di grave insufficienza del sistema di accoglienza e di integrazione nei confronti di persone che sono state obbligate a fuggire a causa della guerra e della violenza che vive il loro paese.  Per molti di loro, una volta ottenuto il  permesso di soggiorno per protezione internazionale, il sistema di accoglienza non è neppure mai stato attivato; la maggior parte delle persone intervistate, in Italia da  uno  o due anni, ha dichiarato di non aver mai avuto accesso ad un centro di accoglienza. Alcuni rifugiati, provenienti dal centro per richiedenti asilo di Crotone, raccontano che al momento della dimissione, gli è stato consegnato un biglietto di treno per arrivare a Roma insieme all’ indirizzo per ottenere alloggio nella capitale: quello della fatiscente ex-ambasciata di Via dei Villini !

Nelle scorse settimane l’unica risposta giunta dalle istituzioni è stata l’attuazione di un’operazione di polizia che ha portato al  temporaneo sgombero della struttura senza alcuna soluzione alternativa per l’accoglienza.

MEDU, nel continuare l’azione di supporto socio-sanitario ai rifugiati attraverso la propria unità mobile, chiede alle istituzioni competenti la rapida individuazione di una soluzione umanitaria per porre rimedio ad una situazione insostenibile  che da troppo tempo ha cancellato, nel pieno centro della città di Roma, la dignità ed  i diritti fondamentali della persona.
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