Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Tempo di Ramadan anche in tv

Babel trasmette le soap più amate
Sul canale di Sky arrivano i musalsalat: sceneggiati che raggiungono picchi di ascolto durante il mese di digiuno


Un aiuto in più per affrontare il Ramadan. Quest'anno i musulmani in Italia possono aggiungere un ingrediente alla celebrazione rituale: il musalsalat. Oltre a digiuno e preghiera infatti, nei paesi arabi il mese rituale, che quest'anno cade in agosto, è caratterizzato dalla trasmissione di soap-opera appositamente prodotte. Si tratta di fiction che trattano argomenti vari, da quelli religiosi a quelli politici (imprescindibili le soap in cui si affronta il tema del conflitto arabo-israeliano) dai temi storici a quelli sociali.

Oggi  tre di queste fiction arrivano dai noi grazie a Babel, il canale televisivo (141 di Sky) dedicato agli immigrati, che trasmette per tutto il mese di agosto l'egiziana "Fuggendo l'Occidente" (Escaping the West), la marocchina "Speriamo che capiti anche a te" (Oqba Lik) e la siriana "La porta del quartiere" (Bab al Hara). Tutte in lingua originale con sottotitoli in italiano

Ascolti. Vero e proprio fenomeno televisivo  in tutto il Medio Oriente e nel nord Africa, i musalsalat raggiungono picchi altissimi di ascolto soprattutto nelle ore serali. La televisione infatti gioca un ruolo fondamentale in questo periodo in cui la famiglia si riunisce davanti alla tavola solo per l'iftar (il pasto serale)  e  il sohour (quello consumato prima dell'alba per prepararsi alla giornata di digiuno). In questi momenti di condivisione le "telenovelas" suscitano il dibattito tra padri e figli oppure aiutano ad ingannare l'attesa in vista della cena.
Una scelta quella di Babel che il direttore Beatrice Coletti spiega così: "In Italia ci sono più di un milione di persone di fede musulmana, vogliamo creare un momento di condivisione e di conoscenza culturale. Noi avevamo interesse a valorizzare la programmazione del mese di agosto con produzioni di buon livello".

Inserita dal Guardian tra le dieci serie televisive più viste al mondo per il suo straordinario successo, "La porta del quartiere" è la più famosa e seguita.  Ambientata  in un sobborgo di Damasco negli anni Trenta sotto l'occupazione occidentale, porta in scena  le tensioni ma anche la vita quotidiana di uomini presi da loschi traffici, desiderio d'indipendenza e dominio straniero. Seguita da decine di milioni di persone in tutto il mondo arabo, arriva perfino in Israele ed è riuscita a catturare un'audience costituita anche da ebrei e cristiani.
 
Uno spaccato della società araba. Dal momento che gli argomenti sono spesso la famiglia, la società e i suoi cambiamenti, le istituzioni, e soprattutto le storie d'amore impossibili tra giovani, ecco che questi programmi diventano una cartina di tornasole per comprendere non solo abitudini e problemi del mondo musulmano, ma anche la sua evoluzione.

Trasmesse durante  tutto l'anno dai principali canali pubblici e  privati, la programmazione di queste soap però viene intensificata nel periodo del digiuno e le tv cambiano addirittura i loro palinsesti per adattarli alle esigenze della celebrazione.

Intrattenimento ma anche educazione in queste fiction che affrontano argomenti come terrorismo islamico o conflitto arabo-israeliano. Se infatti molti musalsalat sono pensati e scritti dagli sceneggiatori per "regalare" un momento di relax e di leggerezza, altri si pongo l'obiettivo di animare il dibattito, insegnare regole di comportamento, trasmettere messaggi di convivenza pacifica. E, cosa più importante, non vengono tralasciati annosi problemi di coesistenza fra tradizione e modernità e avvenimenti di cronaca. "Dalle storie tracciate in queste serie emerge uno spaccato della società araba, con tutte le sue contraddizioni, come la corruzione e il terrorismo - spiega Rania - ora mi aspetto di vedere qualcosa sui moti in Egitto e Tunisia".

Tra gli autori più famosi c'è il siriano Najdat Anzour. Nato ad Aleppo 53 anni fa e figlio d'arte, nell'autunno 2005 ha riscosso enorme successo sceneggiando i racconti di un pentito di Al Qaeda, intitolato Le Vergini del Paradiso. Le sue opere sono sempre volte a combattere la violenza e contemporaneamente scardinare quei pregiudizi che vogliono tutti i musulmani come potenziali terroristi. Perfino il colonnello Gheddafi, prima dei recenti fatti di cronaca in Libia, gli  aveva commissionato il film "Ingiustizia: anni di tormento sulle imprese coloniali italiane in Africa" con l'obiettivo di riconciliare attraverso la memoria, le due sponde del Mediterraneo.
la Repubblica 18 agosto 2011

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