Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Il misterioso caso dei tunisini scomparsi

Italia-razzismo
Questo è “il misterioso caso dei tunisini scomparsi”. Che, poi, dietro ci sia una indecifrabile bizzarria della cronaca o una strage efferata, un imbroglio amministrativo o una scelta consapevole, una storia di estrema marginalità sociale o una complicata macchinazione diplomatica o, infine, una suggestiva leggenda metropolitana: tutto ciò è ancora da accertare.

Ma il dato di partenza è incontestabile: da mesi un numero rilevante di tunisini, sbarcati a Lampedusa dopo le rivolte popolari del febbraio del 2011, si è come volatilizzato nel nostro paese, non ha più dato notizie di sé, non è stato più  segnalato e identificato, non ha più rapporti con i familiari rimasti in patria. Dove sono finiti, quei tunisini? Una domanda a cui vuole dare una risposta Rebecca Kraiem. La donna, rifugiata in Italia da 23 anni e dirigente dell’associazione tunisina “Giuseppe Verdi”, è alla ricerca dei suoi connazionali dallo scorso marzo. Gira l’Italia in lungo e in largo, dal Consolato di Palermo all’Ambasciata di Roma fino ad alcuni centri di identificazione e di espulsione. Ma questo suo lungo girovagare non ha prodotto ancora risultati significativi, non avendo trovato alcun supporto presso gli organismi di rappresentanza del governo tunisino in Italia.
Ma in Tunisia di questa vicenda si parla e non solo all’interno delle mura domestiche o nelle sedi politiche. Il 29 dicembre il giornale “Assabah” ha pubblicato un articolo che riporta i nomi di cento cittadini di cui non si ha più notizia; e una ricostruzione assai vaga della presunta dinamica che avrebbe portato gli scomparsi, dopo aver toccato il suolo italiano, a essere respinti e, infine, messi a morte nel tratto di mare tra l’Italia e l’Africa. Questo articolo, pur privo di riscontri oggettivi, ha avuto un effetto devastante sui familiari che continuano ad attendere invano informazioni capaci di smentire una versione così tragica del destino dei loro cari.
Ed è qui il cuore nero di questa vicenda. L’assoluta assenza di informazioni, da parte delle istituzioni italiane e, ancor prima e ancor più, da parte di quelle tunisine.
In quel paese, dopo le rivolte dei mesi scorsi, l’assetto politico è mutato e si è insediata l’Assemblea Costituente. Ma, all’interno delle ambasciate e dei consolati, non si è realizzato un corrispondente cambiamento ed è rimasta pressoché inalterata a tutti i livelli la composizione del personale, costituito da sostenitori del precedente regime. Questi ultimi restano attivamente ostili sia a quanti hanno partecipato alle manifestazioni di piazza, sia a quanti dalla Tunisia sono fuggiti. In un primo momento il Governo Italiano ha concesso una protezione temporanea ai tunisini sbarcati in Italia entro il 5 aprile 2011, rinnovandola dopo sei mesi. Ma tutti coloro che sono arrivati dopo quella data hanno validi motivi per temere il rimpatrio. Infatti la Tunisia non è più considerata un paese dove vengono conculcati i diritti umani e, dunque, dal quale si possa fuggire per ottenere altrove protezione. Tutto ciò potrebbe avvalorare l’ipotesi che i tunisini “spariti” siano trattenuti in alcuni Cie in Italia ma, dal momento che potrebbero aver fornito generalità fittizie (per paura di essere identificati come tunisini e quindi rimpatriati), rintracciarli è diventata un’impresa davvero ardua. Questa ipotesi ha trovato riscontro, seppure parziale, nell’ultimo viaggio di Rebecca Kraiem a Torino. Qui, all’interno del Cie di Corso Brunelleschi, due tunisini hanno riconosciuto, in una foto mostrata loro, un connazionale scomparso che, circa cinque mesi fa, sarebbe passato per quel centro e, poi, sarebbe stato trasferito a Palermo. Sarà pure una traccia minima, ma vale la pena approfondirla: è in gioco la sorte di decine e decine di esseri umani. Chi scrive ha provveduto a informare dettagliatamente il ministro dell’Interno di questa vicenda così inquietante e, insieme, così evanescente. Non è affare che riguardi solo la Tunisia.
l'Unità 8 gennaio 2012

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links