Il delitto di Maricica e i ragazzi del muretto figli dei pregiudizi

l'Unita, 20-10-2010
Osservatorio Italia-razzismo
Poche ore dopo la morte di Maricica Hahaianu, il sindaco di Roma Alemanno annunciava l’intenzione del Comune di Roma di costituirsi parte civile, aggiungendo che si deve superare «ogni pregiudizio» verso la comunità rumena.
Nel vicino quartiere di Cinecittà, gli amici di Alessio Burtone, l’aggressore di Maricica, esprimevano solidarietà ricorrendo a maldestre difese, come quelle riportate da questo giornale: «che dovremmo dire noi che i mariti delle romene stuprano le nostre ragazze” oppure “quella poteva avere nella borsa un ombrello”. Intendiamoci: bene ha fatto il sindaco di Roma a offrire solidarietà; così come appaiono per quello che sono le parole dei giovani di Cinecittà: pregiudizi, talmente inefficaci come attenuanti da rivelarsi paradossalmente aggravanti, qualora assunti come difesa.
Quello che colpisce è, piuttosto, il richiamo all’ombrello, vale a dire alla vicenda di Doina Matei, la giovane rumena responsabile – di nuovo la scena è il metrò di Roma – della morte di un’altra giovane, Vanessa Russo. Nello spazio temporale (2007-2010) tra i due episodi, accomunati da evidenti somiglianze (l’irreparabilità della morte, la rovina dei due responsabili “preterintenzionali”) ci sono le tante parole pronunciate da istituzioni, autorità pubbliche, esponenti della politica, compreso il sindaco di Roma. Un tempo durante il quale l’intera comunità rumena (o buona parte di essa) è stata dipinta come causa di degrado, insicurezza, pericolosità sociale. Così come insicura e aggressiva è stata dichiarata la città nella quale sono avvenuti i due episodi. Difficile, poi, far capire ai ragazzi del muretto di Cinecittà, quanto poco quei pregiudizi possano aiutare Alessio Burtone.
Share/Save/Bookmark