Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

19 marzo 2014

Sicilia, soccorsi 13 barconi in salvo oltre 1200 siriani
Tragedia in Grecia: morti sette migranti due bambini
la Repubblica, 19-03-2014
FRANCESCO VIVIANO  
LAMPEDUSA — Migliaia di disperati approfittando delle condizioni dei mare, consapevoli che il Canale di Sicilia da mesi è pattugliato da navi della Marina Militare italiana impegnati nell'operazione "Mare Nostrum", sono partiti a bordo di barconi salpati dalla Libia e dall'Egitto con la Speranza di raggiungere Lampedusa, il primo lembo d'Europa più vicino. In due giorni le navi della Marina Militare e della Guardia Costiera hanno intercettato 13 barconi carichi di migranti, in maggioranza siriani, che sono stati soccorsi a Sud di Lampedusa e trasferiti sulle navi della nostra Marina. Fino ad ieri sera sono stati 1.200 i mi-
granti già soccorsi mentre altre centinaia sono a bordo di altri barconi ancora non raggiunti dalla flotta di "Mare Nostrum".
Molti dei disperati e tra questi centinaia di donne e bambini, aiutati dalle navi italiane, sono stati trasferiti sulla nave anfibia San Giusto, dove sono stati assistiti dal personale medico, e identificati dal personale della polizia. Probabilmente già stamattina i migranti saranno sbarcati nel porto commerciale di Augusta e poi trasferiti in vari centri di accoglienza dell'isola. Nessuno sarà sbarcato a Lampedusa dove il Centro di accoglienza è ormai chiuso da alcuni mesi.
Dall'inizio dell'Operazione Mare Nostrum nell'ottobre scorso la Marina Militare ha compiuto un centinaio di soccorsi che hanno consentito di salvare oltre 10mila migranti provenienti in particolare dalla Siria, dalla Palestina e dall'Eritrea. Ma altre migliaia si trovano ancora nei capannoni delle campagne libiche "prigionieri" degli scafisti che gestiscono il grande traffico di esseri umani nel Mediterraneo.
Per l'ammiraglio Luigi Mantelli Binelli, Capo di Stato Maggiore della Difesa, l'operazione «ha contribuito in maniera determinante a limitare il traffico di esseri umani. In base alle nostre statistiche — aggiunge — il flusso è diminuito e non c' è un colle- gamento con le condizioni meteo». In questi mesi di attività sono stati anche fermati ben 46 scafisti. «E' un impegno importante dal quale non credo — ha detto Binelli Mantelli —si possa uscire tranquillamente perche non può essere sottovalutato l'aspetto umanitario». L'ammiraglio ha quindi osservato come «la Nato ha capito che Mare Nostrum è un contributo alla sicurezza e non solo al controllo delle frontiere, spero lo capisca anche l'Europa».Ci sono infatti «connessioni, ancora non evidentissime, ma assolutamente certe tra trafficanti di vario genere e organizzazioni terroristiche»
Ha avuto un esito tragico, infine, un altro "viaggio della Speranza" di migranti siriani al largo della Grecia. Almeno in sette, fra cui due bambini, sono morti annegati in seguito al naufragio dell'imbarcazione sulla quale viaggiavano assieme ad un'altra dozzina di persone, otto delle quali sono State tratte in salvo. Lo riferiscono i media ellenici precisando che l'incidente è avve- nuto durante la scorsa notte al largo dell'isola di Lesvos, nell'Egeo orientale.



Sbarchi, migliaia in salvo nella notte
Avvenire, 19-03-2014
Si sono concluse durante la notte le operazioni delle navi del dispositivo Mare Nostrum intervenute dal primo pomeriggio di ieri in soccorso di 13 barconi di migranti: 1.532 le persone complessivamente salvate dalle unità della Marina militare, in collaborazione con le motovedette della Guardia costiera e tre navi mercantili.
Questi si aggiungono ai 596 migranti salvati dalle navi Grecale e Sfinge lunedì scorso, in arrivo stamani al porto di Augusta. In 48 ore le persone soccorse sono state dunque 2.128.
Stamattina circa 40 migranti, inoltre, sono sbarcati un'ora fa al porto di Reggio Calabria, a bordo di una barca a vela scortata dalla Guardia di Finanza, provenienti dalla Turchia. Tra i migranti ci sono anche donne e bambini, tutti in buone condizioni di salute.



Immigrati. Barcone si capovolge vicino Turchia, annegati 4 siriani
Internazionale, 18-03-2014
(ASCA) – Roma, 18 mar 2014 – Quattro persone sono annegate dopo il capovolgimento di una barca al largo delle coste della Turchia.
L’imbarcazione trasportava otto immigrati siriani ed era diretta verso la Grecia. Tre persone sono state salvate e si trovano al momento all’ospedale di Bodrum, mentre una risulta ancora dispersa.
L’incidente e’ giunto appena poche ore dopo che altri sette migranti, fra cui due bambini, sono morti dopo che la nave che li trasportava e’ affondata al largo della Grecia.
Aumenta dunque l’allarme migranti per la Turchia, che con circa 750 mila rifugiati siriani, e’ ormai diventata un punto di passaggio per tutti gli immigrati illegali che tentano di raggiungere l’Europa approdando in Grecia. (fonte AFP).



L’associazione che fa studiare le donne immigrate: “Solo così saranno libere”
Ghidey Sebhat, l’eritrea che l’ha fondata nel 2001 vicino a Cagliari, parla delle attività di Arcoiris onlus: doposcuola, lotta alla dispersione scolastica, tutoraggio scolastico per chi lavora. E al centro arrivano anche molti bambini italiani
Redattore sociale, 18-03-2014
CAGLIARI - Non studiano per ottenere un pezzo di carta da incorniciare al muro, né perché sia un obbligo imposto dall’alto. Studiano per passione, per curiosità, e – soprattutto - per sentirsi libere.
Sono le donne migranti che frequentano Arcoiris Onlus, associazione sarda che da oltre dieci anni aiuta famiglie e giovani immigrati ad iniziare la loro nuova vita in un nuovo paese. Alcune sono appena arrivate, altre vivono in Italia da diversi anni. Si trovano qui per scelta, per necessità, per caso. Perché hanno seguito i mariti o perché dai mariti sono dovute scappare. "Le donne non vengono qui solo per imparare l’italiano", racconta Ghidey Sebhat, una delle socie fondatrici dell’associazione, mentre serve il tè eritreo al gruppo di ragazze presenti. "Vengono qui per stare insieme, per socializzare, per sentirsi più sicure e aiutarsi a vicenda".
Arcoiris onlus ha sede a Quartu S.Elena, in provincia di Cagliari, e viene fondata nel 2001 da un gruppo di donne migranti, provenienti da ben 12 paesi diversi. Si autodefinisce come “associazione femminile multietnica” e nasce dall’esigenza di creare uno spazio dove ascoltare le immigrate e dar loro voce, con servizi di consulenza, formazione e orientamento. Nel corso degli anni aumentano gli utenti e il tipo di supporto offerto: sostegno educativo per minori, mediazione linguistica, laboratori artistici, scambi interculturali e progetti per giovani a rischio sono solo alcune delle attività organizzate dall’associazione.
Garantire per tutti il diritto allo studio è una delle principali battaglie per cui si batte Arcoiris. Un diritto che, troppo spesso, è garantito soltanto sulla carta. Per questo l’associazione offre corsi di alfabetizzazione, attività di doposcuola, progetti di lotta alla dispersione scolastica e un accompagnamento costante nel percorso scolastico. Frequentano il centro anche numerosi bambini italiani, in quanto non esistono altre strutture che offrano servizi di doposcuola gratuiti per madri sole e famiglie numerose.
Ghidey segue ogni caso personalmente, come se si trattasse dei propri figli. Si emoziona quando racconta le storie di tre donne pakistane che ad Arcoiris "hanno avuto per la prima volta la soddisfazione, l’emozione, e la curiosità di scoprire come si usino carta e penna". O la storia di Ayul, ragazza cinese appassionata di letteratura italiana che sogna di potersi iscrivere all’università e studiare lettere. È bravissima nel gestire le finanze del negozio di famiglia, ma ogni giorno si reca nella sede dell’associazione per leggere poesie e romanzi. "Molte delle ragazze che vengono qui fanno incredibili sacrifici per poter studiare", dice Ghidey. "L’anno scorso c’era una ragazza curda che frequentava l’istituto alberghiero, ma allo stesso tempo accudiva il figlio piccolo e lavorava come colf. Ma continuava ad andare a scuola, perché sin da piccola il suo desiderio era quello di studiare".
Sono moltissimi i ragazzi che lavorano durante gli studi. Come Kamal, giovane marocchino che studia al liceo scientifico. Alle 6 del mattino Kamal si alza e va con il padre a raccogliere pezzi di ferro per rivenderli. Poi va a scuola. Con le mani e la maglietta sporche, ma non perde mai un giorno di lezione. Vorrebbe diplomarsi e andare all’università, ma sa che il lavoro che ora fa il padre presto sarà il lavoro che dovrà svolgere a tempo pieno anche lui.
Negli ultimi anni molti ragazzi hanno smesso di frequentare le scuole in cui erano iscritti. La passione e la determinazione non bastano. Non avendo la possibilità di ricevere borse di studio e aiuti statali, i ragazzi già maggiorenni si ritrovano con grosse responsabilità sulle spalle. Per poter pagare l’affitto, mettono da parte le loro ambizioni e vanno avanti con lavoretti stagionali, volantinaggio, vendita di ombrellini e accendini agli angoli delle strade.
Al problema economico, per le giovani donne spesso si aggiunge anche il peso delle tradizioni e il rigido controllo della famiglia. Adila, una ragazza pakistana di 26 anni, aveva ottenuto la licenza media con il massimo dei voti e sognava di diventare una maestra. Quando arriva il momento di iscriversi al liceo, però, gli zii si oppongono perché non vogliono che frequenti scuole con studenti del sesso opposto.
Ghidey scopre così che la ragazza aveva sempre frequentato la scuola di nascosto, uscendo di casa non appena gli zii e i cugini andavano a lavoro. Prova a parlare con i parenti e convincerli, ma loro non cedono. "Se una donna vuole esaudire il desiderio di diventare qualcuno e seguire i suoi sogni, questo desiderio va rispettato", dice Ghidey. "Negare il diritto allo studio è una violenza invisibile, ma che ferisce più delle altre. Se qualcuno ti vede con un occhio nero tutti ti compatiscono, ma questa è una violenza di cui non si accorge nessuno".
Adila, Kamal ed Ayul hanno superato da tempo l’età della scuola dell’obbligo. Nessuna legge può assicurare loro la possibilità e la libertà di studiare. Ma è proprio dalla scuola che si dovrebbe partire per costruire una nuova vita, integrarsi nel nuovo paese e interrompere il ciclo di povertà a cui molti sono condannati. Ed è per loro che Arcoiris si batte. (Lorena Cotza)
Questo articolo fa parte del progetto Our Elections Our Europe (Oeoe), che, attraverso il monitoraggio della stampa prima delle elezioni europee 2014, identifica dichiarazioni incitanti alla discriminazione da parte di politici e risponde in modo creativo attraverso articoli, vignette satiriche, radio storie, flash mob e una campagna internazionale sui social media. Oeoe è realizzato dal Media Diversity Institute in Gran Bretagna, Symbiosis in Grecia, il Center for Investigative Journalism e CivilMedia in Ungheria e dall'associazione Il Razzismo è una brutta storia in Italia, grazie al sostegno di Open Society Foundations.



Miur, studenti stranieri sempre più numerosi ma anche più bravi
Sono 786.630 e il 47,2% sono nati in Italia. In crescita anche gli iscritti all’Università
La Stampa, 19-03-2014
Sempre più numerosi, ma anche più bravi a scuola. La fotografia scattata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con la Fondazione Ismu (l’Istituto per lo Studio della Multietnicità), offre alcune conferme, ma anche nuovi spunti, sugli “Alunni con cittadinanza non italiana”.  
L’indagine si riferisce ai ragazzi che hanno frequentato l’anno scolastico 2012/2013. Dall’analisi statistica emerge che gli alunni con cittadinanza non italiana continuano a crescere di numero e anche di percentuale: sono 786.630, l’8,8% sul totale degli iscritti nelle scuole italiane. Nell’anno scolastico precedente erano l’8,4%.  
Il grande boom di presenze comunque sembra essersi arrestato: l’aumento medio annuo è stato di 60/70mila unita’ dal 2002/2003 al 2007/2008 mentre si è mostrato più ridotto e instabile negli anni successivi. Sono sempre di più, comunque, gli alunni di seconda generazione: il 47,2% degli studenti stranieri sono nati in Italia. Percentuale che sale all’80% nelle scuole dell’infanzia e al 60% nella primaria.
Gli alunni con cittadinanza non italiana sono presenti soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro, concentrati in particolare nelle province di media e piccola dimensione.  
Quanto alla nazionalità è confermato il primato, ormai pluriennale, degli alunni rumeni (sono 148.602), seguiti dagli albanesi (104.710) e dai marocchini (98.106).  
E, se si guarda al genere, le femmine sono quasi pari alle compagne di origine italiana. Nelle scuole superiori le studentesse di origine immigrata addirittura superano per incidenza quelle italiane. In particolare nel Nord est sono il 50,4% contro il 49,1%.  
Ma è soprattutto nei risultati scolastici che gli alunni con cittadinanza non italiana guadagnano terreno. E questo pur rimanendo, secondo il rapporto del Miur, in livelli di “ritardo scolastico ancora significativi”. L’integrazione sta diventando una realtà, e la scuola ne è contemporaneamente la cartina di tornasole e il motore. Il ritardo quasi si annulla per gli studenti con diversa cittadinanza che però sono nati nel nostro Paese: le loro performance si avvicinano a quelle degli italiani (in particolare nelle prove di lingua straniera) e sono nettamente migliori di quelle dei loro compagni nati all’estero.  
In alcune regioni del Sud le differenze tra gli italiani e gli studenti di seconda generazione tendono addirittura ad invertirsi: in Campania gli stranieri nati in Italia fin dalla scuola primaria hanno un rendimento migliore dei loro compagni di classe figli di italiani. Stanno diventando più’ bravi. E si presentano sempre più in anticipo sui banchi. Quasi cinque alunni su cento (il 4,8%) iniziano la scuola primaria a cinque anni, un dato in aumento e in linea con la tendenza all’anticipo di tutti gli studenti.
E differenze eclatanti non ci sono anche nella distribuzione dei voti della maturità, più o meno omogenei in quasi tutti i tipi di indirizzo, ad eccezione dei licei dove il 7,4% degli alunni con cittadinanza non italiana esce con un voto superiore al 90/100, contro il 13,7% degli italiani.  
Sono in crescita anche gli stranieri che, dopo aver preso il diploma in Italia, scelgono di proseguire gli studi all’Università: nell’anno scolastico hanno toccato una punta del 3,1%. Sono, ed è un dato di solito poco conosciuto, la maggioranza degli immatricolati con cittadinanza non italiana presenti nelle facoltà italiane. La formazione tecnica e professionale è sempre in testa alle preferenze dei ragazzi con cittadinanza non italiana (scelta dall’80% degli alunni), mentre l’avvio al liceo o all’istruzione artistica interessa poco più di 2 su 10. Una scelta dettata prevalentemente da ragioni economiche: la necessita’ di un lasciapassare qualificato ma rapido per il mondo del lavoro. A Nord Est l’iscrizione agli istituti professionali raggiunge la punta massima del 42,1%. In Emilia Romagna il 46,5% degli alunni stranieri frequenta questo indirizzo. I licei sono la prima scelta per gli immigrati provenienti da Romania, Ucraina e Albania.  
C’e’ anche una novità assoluta. Il Rapporto 2012/2013 per la prima volta si occupa di alunni stranieri con disabilità certificata (visiva, uditiva e psico-fisica). Negli ultimi cinque anni la loro presenza è praticamente raddoppiata: ora sono il 3,1% tra gli alunni con cittadinanza non italiana e il 10,8% tra gli alunni con disabilità. Un dato che rivela la capacità della scuola italiana di saper dare risposte e assistenza formativa a situazioni difficili.  

 

Grosseto, aprono 8 sportelli per gli immigrati
Il progetto, promosso da Provincia e Confindustria, intende favorire il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze degli immigrati per creare nuova occupazione
Redattore sociale, 18-03-2014
GROSSETO – Aprono in provincia di Grosseto otto sportelli per creare occupazione per gli immigrati grazie al progetto Fei, Fondo europeo per l'integrazione dei cittadini stranieri. Il progetto, cofinanziato dall'Unione Europea e dal Ministero dell'Interno, per un costo complessivo di 200 mila euro, nasce con l'obiettivo di favorire il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze degli immigrati per creare nuova occupazione. Il progetto è promosso da numerosi enti: Provincia di Grosseto, Confidustria, Coeso, Società della Salute, Uncem Toscana, Tao, Cittadini senza Frontiere, Moldovainitalia, Educazione Adulti.
"Questo progetto – ha spiegato il direttore di Confindustria Grosseto Antonio Capone in un’intervista al Corriere della Maremma - rende più concrete le opportunità che le persone hanno di utilizzare i loro apprendimenti nei contesti lavorativi, anche arricchendo il proprio curriculum formativo personale. Il progetto sarà utile a incrementare la motivazione nella ricerca attiva del lavoro, ad acquisire maggiore consapevolezza sulle proprie capacità professionali e a promuovere lo sviluppo personale e lavorativo".    


   

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links