Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

8 marzo 2013

 

Festa della donna: mimose sull’Altare della Patria depositate da giovani ragazze nate in Italia ma senza cittadinanza accompagnate dai sindaci.
Iniziativa della Fondazione Nilde Iotti e dell’Anci per sollecitare la riforma della legge.
ImmigrazioneOggi.it 8 marzo 2013
In occasione della festa della donna, oggi 8 marzo, venti ragazze nate in Italia ma senza cittadinanza, accompagnate dai loro sindaci provenienti da tutta Italia, depositeranno una corona di mimosa ed alloro sul Sacello del Milite Ignoto dell’Altare della Patria a Roma, simbolo della Repubblica Italiana.
Lo comunica una nota congiunta dell’Anci e della Fondazione Nilde Iotti. Con questo gesto le ragazze intendono dire a noi tutti che non sono più immigrate, ma nuove cittadine, si legge nella nota, amano l’Italia e vogliono essere riconosciute italiane. Sono italiane di fatto e vogliono esserlo anche per legge. Chiedono la modifica della legge sulla cittadinanza italiana per affermare che chi nasce e cresce in Italia è italiano.
“Con questa iniziativa simbolica la Fondazione Nilde Iotti e l’Anci – ha detto il presidente della Fondazione Livia Turco – intendono rivolgere un appello alle elette ed agli eletti del nuovo Parlamento perché approvino subito una legge di riforma della cittadinanza per consentire a chi nasce e cresce in Italia (circa 400 mila nati dal 2005 al 2010) su richiesta dei loro genitori, di essere italiani”.
 
 
 
Immigrazione. Introduciamo lo ius soli
Come negli Stati Uniti, dove la norma favorisce l'identificazione nei valori del paese
Alessandra Fogli
http://www.viasarfatti25.unibocconi.it  8 marzo 2013
La società americana, a tratti dura e inflessibile, è invece estremamente unita nella fiducia che un interesse generale esista e debba essere anteposto agli interessi particolari. Questo bene comune sono gli Stati Uniti d’America, un crogiolo di razze e religioni diverse che riconoscono nella bandiera a stelle e strisce il simbolo della loro unione. Ne deriva una società dinamica caratterizzata da profonda fiducia nelle sue istituzioni e nella propria capacità di superare le differenze per far fronte insieme alle avversità.
Gli Stati Uniti sono terra di immigrati, dove la statua della libertà simboleggia una cultura di apertura e accoglienza. Il cuore del sogno americano è racchiuso nello “ius soli”, il riconoscimento della cittadinanza americana a ogni individuo nato sul suolo americano, a prescindere dalle origini dei suoi genitori.
Conferendo la cittadinanza ai figli, gli Stati Uniti hanno incentivato gli sforzi dei padri, offrendo un bene comune in cui sia i padri che i figli possono identificarsi.
E l’Italia? Da terra di emigranti, il paese sta diventando sempre più terra di immigrazione. Sta a noi trasformare questa opportunità in risorsa, nell’iniezione di energia, motivazione e fiducia di cui il nostro paese ha un disperato bisogno.
Oggi in Italia sono circa 5 milioni i residenti con cittadinanza straniera, e in mezzo secolo dovrebbero triplicare. Di questi, un milione sono minori, con un incremento dal 2000 a oggi pari al 332%. Almeno 600 mila di questi bambini sono nati in Italia, frequentano scuole italiane e spesso non hanno conosciuto la nazione di origine dei genitori. Tuttavia, secondo la legge italiana, non sono italiani. La nostra legislazione si ispira allo ius sanguinis: la cittadinanza di un individuo è legata a quella dei genitori, e la possibilità di acquisire la cittadinanza del paese in cui uno nasce, studia e lavora è condizionata da un tortuoso iter burocratico.
La ratio legis delle due diverse normative consiste nel fatto che i paesi europei erano terre di emigrazione, e dunque era interesse dello Stato mantenere un rapporto giuridico con chi andava a vivere altrove. Invece, l’America era terra di immigrazione e il suo interesse consisteva nello stabilire un rapporto giuridico con i nuovi venuti.
Poiché da tempo molti paesi del vecchio continente sono divenuti paesi d’accoglienza, la nostra normativa appare anacronistica e inadeguata, soprattutto alla luce di nuove analisi empiriche che mostrano come i paesi dove vige lo ius soli sono caratterizzati da una migliore integrazione della popolazione straniera,  misurata dalla percentuale di immigranti che parlano a casa la lingua del paese di residenza e dalla percentuale di immigranti che sono coinvolti in organizzazioni e attività sociali, religiose o sportive.
La mia proposta al nuovo governo è di introdurre anche  in Italia lo ius soli, ovvero concedere la cittadinanza ai figli dei cittadini stranieri nati in Italia, perché oggi il paese ha un estremo bisogno di forze nuove, giovani, ancora immuni da localismi e favoritismi, che investano e si impegnino per il futuro del nostro paese, contribuendo a formare quel capitale sociale che è il motore della crescita.
 
 
 
Valdostani sempre più vecchi, l'aumento demografico è sostenuto solo dall'immigrazione
aostaoggi.it  07/03/2013 
La popolazione sta invecchiando, i giovani risiedono nei Comuni più popolosi della vallata principale e l'aumento demografico è dovuto principalmente all'immigrazione. E' il quadro della Valle d'Aosta dipinto dal 15° Censimento generale della popolazione che i valdostani hanno compilato nell'ottobre del 2011.
L'insieme dei dati del monitoraggio Istat, presentati ufficialmente martedì, permette di tracciare l'evoluzione demografica in Valle d'Aosta negli ultimi dieci anni.
Andiamo con ordine. I residenti al 9 ottobre 2011 risultano 126.806, il 6.1 per cento in più rispetto al 2001 grazie all'arrivo degli immigrati. La presenza di stranieri è infatti triplicata dal 2001 al 2011 mentre gli italiani sono aumentati appena dell'1,3%.
Le donne sono più numerose degli uomini (ci sono 95,3 maschi ogni 100 femmine) e l'indice di vecchiaia è salito dal 148,6 al 152,6%. Nel decennio preso in considerazione sono quasi raddoppiati gli ultracentenari (da 15 a 29). Gli ultra 85enni rappresentano ormai il 2,9% della popolazione residente e cresce anche il numero di ultra 65enni, che sono il 21,3% del totale.
Mentre la popolazione più anziana risiede nelle aree di alta e media montagna, quella giovane si concentra nella vallata principale, in particolare ad Aosta, Châtillon, Quart, Saint-Vincent, Sarre e Gressan, dove risiede il 41% dei bambini e ragazzi da 0 a 14 anni.
I Comuni con la popolazione più elevata (in particolare ad Aosta, Châtillon, Sarre, Saint-Vincent e Pont-Saint-Martin) sono anche quelli preferiti degli stranieri, la cui età media è di 31,5 anni.
Tornando ai Comuni, quelli con popolazione inferiore ai 1000 abitanti sono 42, quelli tra i 1.000 e 2.999 residenti sono 23, quelli con più di 3.000 abitanti appena 9. Le persone che abitano nelle località "minori" sono 19.231, in quelle "medie" 41.365 e negli altri 66.210.
Altre piccole curiosità che emergono dal Censimento: Chamois è il Comune più piccolo della Valle d'Aosta con 94 abitanti; a Gignod c'è stato il maggiore incremento demografico dell'ultimo decennio, pari al 34,7%; a Rhêmes-Notre-Dame, Oyace e Saint-Rhémy-en-Bosses gli uomini sono più numerosi delle donne mentre nel capoluogo sono diminuiti gli italiani residenti e aumentati gli stranieri. Infine, il 54% dei residenti si concentra in dieci Comuni, tutti dislocati lungo l'asse centrale. La parte del leone la fa ovviamente Aosta, che assieme ai Comuni della Plaine ospita il 55% della popolazione della regione.
 
 
 
Presa banda di truffatori che favoriva l'immigrazione clandestina
Latinaoggi.it 8 marzo 2013
Terracina - La Polizia di Terracina, dopo una lunga attività investigativa, ha denunciato 11 persone perché facenti parte di un’organizzazione dedita a favorire l’ingresso di stranieri sul territorio attraverso falsificazioni di documenti e di attestazioni ad uffici pubblici. Gli 11, di cui 10 di origine tunisina ed uno di Terracina, dovranno rispondere di truffa, falso e favoreggiamento di immigrazione clandestina. 
Le indagini hanno preso il via perché gli agenti della Polizia hanno ripetutamente notato l'unico italiano dell’organizzazione sostare davanti gli sportelli per l’immigrazione. Attraverso i successivi controlli è stato possibile verificare che l’uomo, pregiudicato e disoccupato, risultava il datore di lavoro su numerosi kit postali per stranieri che non avevano mai versato contributi. L’uomo, 50 anni, per ogni pratica si faceva pagare dai 1000 ai 2000 euro. Tutti i permessi di soggiorno sono stati sospesi e gli 11 dovranno rispondere dei gravi reati commessi.
 
 
 
Nasce a Matera l’Osservatorio provinciale per l’immigrazione.
Immigrazioneoggi.it 8 marzo 2013
Un Osservatorio provinciale per promuovere e sostenere percorsi di integrazione per gli immigrati. È l’iniziativa lanciata lo scorso 5 marzo dal Consiglio territoriale per l’immigrazione di Matera, su proposta del prefetto Luigi Pizzi, per promuovere uno strumento di orientamento e sostegno alla programmazione progettuale e di verifica degli interventi in tema di immigrazione.
L’organismo costituirà una banca dati che, attraverso l’analisi e la valutazione delle informazioni acquisite, possa assicurare una migliore gestione sul territorio provinciale del fenomeno migratorio.
All’Osservatorio della Prefettura di Matera parteciperanno la Provincia, la Questura, il Comune capoluogo, l’Azienda sanitaria, l’Ufficio scolastico, la Camera di commercio, l’Università degli studi della Basilicata, l’Ufficio territoriale del lavoro, le associazioni Tolbà, Un Cuore per... e la Caritas diocesana. 
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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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