Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

11 ottobre 2011

Qualcuno si fermi (e dia un aiuto) al binario 15 Ostiense
l'Unità, 11-10-2011
Luigi Manconi, Valentina Calderone, Valentina Brinis
Dalla Campania all’Emilia-Romagna (per la precisione: da Salerno a Imola), all’incirca seicento chilometri, aggrappato alla motrice di un camion. Non è una sfida da Guinness dei primati, ma il viaggio fatto da un ragazzo afghano la settimana scorsa. Una storia che, nonostante somigli a quella di molti altri, riesce comunque a stupire e a commuovere. E fa riflettere per via dell’alto rischio a cui un individuo è disposto a sottoporsi pur di fuggire. Una fuga in cui la meta non sempre è definita - e di solito, nell’immaginario e nelle aspettative del fuggiasco, non è l’Italia - a differenza della motivazione che la provoca, che è inequivocabile: la paura di essere rimandato nel Paese di origine perché lì la propria stessa vita è in pericolo. Questo rende quel viaggio appeso a un camion l’ultimo tratto di un lungo percorso, che risulta comunque preferibile alla sorte da cui si fugge. Viaggi estenuanti e interminabili che prevedono alcune soste in posti cruciali. Uno tra questi, almeno per gli afghani, è la stazione Ostiense a Roma. Qui, con il sostegno di Medici per i Diritti Umani e di altre associazioni, da sei mesi le persone sono ospitate nelle tende nella parte finale della banchina del binario 15 e non dormono più in quella che veniva chiamata la “buca” (lo scavo delle fondamenta di un edificio vicino). Ciò non è bastato a rendere la situazione meno degradata e degradante, sotto tutti i punti di vista. E, nonostante sia le istituzioni che la popolazione ne siano al corrente, nonostante si tratti di una situazione tutt’altro che “clandestina”, nulla finora è stato fatto. Cosa aspettano, dunque, le istituzioni ad affiancarsi ai cittadini e alle associazioni che già se ne occupano, e non da oggi?



LE BALLE SUGLI IMMIGRATI
La solidarietà è una tassa da 4 miliardi
Solo nel 2010 la spesa sostenuta per i 55mila rifugiati politici sfiora i 2 miliardi. La stessa cifra pagata per l'asilo politico
Libero, 11-10-2011  
GILBERTO O
NETO
??? La solidarietà e l'amore per il prossimo rientrano sicuramente fra i doveri Cristiani che sono parte essenziale della nostra cultura, ma che meritano alcune considerazioni: innanzitutto il prossimo (lo dice la parola) è chi ci è prossimo, vicino, parente, famigliare.
Noi non possiamo fare i carico di tutti i diseredati del mondo che sono centinaia di milioni. Ogni anno la popolazione del mondo aumenta di circa 80 milioni di persone, se aprissimo indiscriminatamente le porte potremmo ovviare alla altrui esuberanza testosteronica per non piü di tre o quattro mesi e poi verremmo annientati.
Lo stesso vale per i rifugiati, per le vittime di guerre e carestie, e di persecuzioni politiche. Lo status di esule politico viene concesso con troppa facilita. L'art. 10 della Costituzione stabilisce che sia concesso diritto di asilo «alio straniero al quale sia impedito di esercitare le liberta democratiche».
Oggi il mondo pullula di guerre e di regimi poco democratici: è perciò estremamente facile essere (o farsi passare per) un perseguitato politico, profügo o vittima di qualche carestia o sciagura ambientale.
IL PESO DEI RIFUGIATI
Nel 2006 le richieste di asilo sono state 10.348, nel 2008 sono salite fino a 30.324. Non tutte vengono accolte: in ogni caso c'erano nel 2010 circa 55mila rifugiati politici riconosciuti.
Ogni rifugiato riceve al suo arrivo un contributo di 976,15 euro per i primi 35 giorni (che si riducono a 557,80 in caso di respingimento della domanda d'asilo). In seguito, secondo la Fondazione Leone Moressa, lo Stato affronta una spesa diretta di 14.600 euro l'anno (40 euro al giorno) per persona e altrettanti in pre- stazioni indirette (spese sanitarie e servizi generali): quindi allo Stato ogni rifugiato politico costa circa 29.200 euro ogni anno.
Per i 55mila rifugiati del 2010, la spesa dovrebbe essere stata di un miliardo e 600 milioni di euro. Un decreto legislativo dei novembre 2007 stabilisce, infatti, che i rifugiati godano di tutti i privilegi dell'assistenza sanitaria, dei sostegno allo studio e dell'integrazione all'attivita lavorativa.
Se i rifugiati che hanno un lavoro non arrivano, con tre figli a carico, a un reddito di 23.200,30 euro annui, viene loro concesso un sussidio integrativo.
L'ASILO POLITICO
Oltre a tutto questo si devono aggiungere gli stanziamenti che vanno dai corsi di italiano agli sconti sui mezzi pubblici in molti comuni, dal sostegno assistenziale e culturale fino all'assistenza legale e molto altro.
Il costo complessivo dell'asilo politico è praticamente impossibile da quantificare ma non è certo inferiore ai 2 miliardi. La cifra è inoltre destinata a crescere esponenzialmente con gli ultimi massicci arrivi.
L'immigrazione è un pessimo affare in termini economici ed è disastrosa in termini sociali.
Essa porta effimeri vantaggi a datori di lavoro troppo disinvolti e attenti soltanto al loro immediato tornaconto scaricando i costi sociali sulla comunità.
Sono gli stessi che non esitano a delocalizzare la produzione quando anche la delocalizzazione della mano d'opera non è sufficiente a mantenerli sul mercato.
Essa è inoltre sostenuta da chi è interessato, in nome dell'ideologia o della conservazione di privilegi settoriali a disgregare le nostre comunità indebolendone la capacità di reazione e di coesione politica.
In particolare l'immigrazione è favorita da chi - a sinistra - non trova più sufficienti ragioni di scontro sociale nella lotta di classe e di chi - a destra - spera invece di ricompattare un senso di nazionalità messo in pericolo dalle istanze localiste creando cosi un nuovo nemico comune: uno piü diverso delle diversità interne.
CARA ACCOGLIENZA
Essa è incoscientemente sostenuta da chi confonde - anche in totale buona fede - l'accoglienza indiscriminata con la solidarietà, la resa con il buonismo, di chi non si rende conto che favorendo il prossimo meno prossimo danneggia quello piü prossimo, toglie di fatto ai più poveri e deboli dei nostri cittadni ogni occasione di emancipazione.
Spesso sono proprio le anime pie dell'accoglienza i peggiori nemici degli ultimi dei nostri.



Migranti, proroga 6 mesi permessi umanitari a tunisini
Rassegna.it, 11-10-2011   
“Il governo, alla chetichella, ha prorogato di altri sei mesi i permessi umanitari per i Tunisini, che quindi saranno coperti fino a marzo del prossimo anno. È una decisione giusta, che allevia di poco il caos totale in cui versa la situazione dei richiedenti asilo, sbattuti per mesi nei centri, in attesa della risposta delle commissioni territoriali che non arriva mai”. Ne dà notizia Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil.
“Il sottosegretario Mantovano – osserva il sindacalista – aveva promesso un provvedimento del governo per portare le commissioni territoriali da 12 a 24, che fine ha fatto? La gestione dei Centri, affidata alla protezione civile, continua ad essere disastrosa, si susseguono le rivolte perché ai richiedenti asilo non viene assicurata l'assistenza minima, prevista dalla legge ed i centri continuano ad essere off limits, per tutti, compresi i giornalisti, nonostante che il Senato il 2 agosto abbia approvato una mozione che invita il ministro dell'Interno a ritirare la circolare del 1 aprile”.
Ma insieme alla buona notizia della proroga per i tunisini, per Soldini “è gravissima la decisione di Maroni di dichiarare insicuro il porto di Lampedusa, dopo avere fomentato sistematicamente il caos e la tensione sull'isola, aberrante è la decisione di trasferire gli immigrati irregolari sulle navi della Grimaldi, trasformate in galere galleggianti che, oltretutto costano cifre astronomiche e stanno bruciando in poche settimane qualche centinaio di milioni di euro”.
“Il governo – conclude Soldini – sta dilapidando risorse con l'obiettivo d'imporre alla Libia del dopo Gheddafy ed alla Tunisia del dopo Ben Ali, gli stessi accordi vergognosi sottoscritti con i dittatori, quando invece ci sarebbe bisogno di un piano serio di accoglienza e di rinegoziare intese bilaterali con i paesi del Nord Africa sulla base della direttiva Europea sui rimpatri assistiti e mettere al bando le Pratiche illegali di rimpatri massivi, forzosi e dei respingimenti”.



Crotone: giovane immigrato sale su una gru e minaccia il suicidio
Fanpage, 11-10-2011
Un ragazzo di 29 anni ha minacciato di togliersi la vita dall'alto di una gru. Sotto gli occhi dei passanti è rimasto sospeso per molto tempo prima di desistere nel suo intento e ritornare a terra.
La città di Crotone si è svegliata, stamattina, con la seconda storia in pochi giorni che vede protagonisti degli immigrati che tentano di dimostrare in ogni modo, spesso attraverso gesti estremi, i problemi che vivono quotidianamente.
Stamattina, infatti, Mohammed Kone, un ragazzo straniero di 29 anni, è rimasto sospeso su una gru a 40 metri di altezza e da lì ha minacciato il suicidio. Sotto gli occhi dei tanti passanti che affollavano corso Mazzini e che si sono fermati a guardare, il ragazzo è rimasto sospeso a lungo, facendo vivere a tutti momenti di forte tensione in quanto a tenerlo in vita c’era solo un filo d’acciaio che ondeggiava per il forte vento.



Occupavano una nave abbandonata, 40 immigrati rintracciati a Crotone                 
Il Giornale di Calabria.it, 10-10-2011
CROTONE. 40 cittadini extracomunitari, che dimoravano a bordo della motonave Gengizhan, ormeggiata al molo foraneo del porto di Crotone, in attesa di bonifica e demolizione sono stati rintracciati a bordo dell’imbarcazione e accompagnati al cda/cara Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto a seguito della loro richiesta di riconoscimento della protezione internazionale. Solo due di loro risultavano in possesso di regolare permesso di soggiorno in fase di rinnovo soliti pernottare all’interno della stessa. Ieri mattina, personale della Polizia di Stato e della Capitaneria di Porto, in ottemperanza all’ordinanza emessa dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro ha effettuato sulla nave un servizio volto all’accertamento della presenza degli stranieri a bordo della nave.



IMMIGRAZIONE:CC FERMANO FURGONE CON 15 GIOVANI CLANDESTINI ERA DIRETTO IN FRANCIA ATTRAVERSO IL PICCOLO SAN BERNARDO
(ANSA) - AOSTA, 10 OTT - Quindici giovani, in prevalenza minorenni e di nazionalita' irachena o afghana, sono stati recuperati dai carabinieri sabato mattina mentre cercavano di raggiungere la Francia attraverso il Colle del Piccolo San Bernardo, chiuso alla circolazione nel fine settimana per il maltempo.
Il furgone in cui erano stipati i clandestini e' rimasto bloccato dalla neve in prossimita' del confine a causa della neve e i quindici ragazzi, vestiti con abiti estivi, sono rimasti bloccati a quota 2.180 metri. I loro autisti, due Lettoni residenti in Inghilterra, hanno tentato la fuga ma sono stati raggiunti dagli uomini dell'Arma e arrestati. Uno di loro e' risultato essere il proprietario del veicolo. Per i due, che ora si trovano reclusi alla casa circondariale di Brissogne, l'accusa e' di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
I giovani sono stati trovati in discrete condizioni di salute; soltanto uno di loro, che manifestava sintomi di febbre, e' stato curato dalla Guardia medica. Per i carabinieri e' risultato difficile accertare la provenienza degli immigrati: parlano un inglese stentato e potrebbero essere giunti in Italia dall'Iraq o dall'Afghanistan.
Con la collaborazione della Protezione civile, i carabinieri della Valle d'Aosta si sono presi cura dei 15 ragazzi sino ad oggi. I minori (probabilmente 13) saranno affidati ai servizi sociali mentre i maggiorenni verranno segnalati alla Questura.(ANSA).

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