Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

09 dicembre 2011

Albenga, diede fuoco a casa di immigrati: arrestato 25enne ingauno
IVG.it, 09-12-2011
Albenga. I carabinieri di Albenga hanno arrestato Mirco Corradengo, 25 anni, che deve scontare 2 anni e 11 mesi di reclusione per tentato omicidio e incendio doloso con l’aggravante dell’odio razziale.
Secondo l’accusa, il giovane ha fatto parte della banda di piromani che il 25 aprile 2009 aveva appiccato le fiamme ad una abitazione, nel centro storico di Albenga, dove vivevano alcuni immigrati nordafricani con i quali il gruppo aveva avuto un diverbio. Uno dei maghrebini aveva rischiato di morire intossicato dal fumo dell’incendio.
Della banda facevano parte anche Simon Gheno che era stato condannato a 4 anni di reclusione, Thomas Selvaggio a 3 anni e 7 mesi, Matteo Sorrenti 3 anni e 8 mesi e il fratello di Mirco, Giuseppe Corradengo condannato a 3 anni, 7 mesi e 20 giorni.



''NON CI SONO POLITICHE SOCIALI, IN QUESTURA MANCA MEDIATORE CULTURALE''
GAMAL, ''L'AQUILA NON AIUTA IMMIGRATI'' GLI ENTI LATITANO? UNA LISTA PER IL 2012
Abruzzo Web, 09-12-2011
Sara Ciambotti
L'AQUILA - Viene considerato un "samaritano" Gamal Bouchaib, immigrato fortunato dell'Aquila, membro del comitato dell'Islam italiano al Viminale e presidente della Consulta degli immigrati della provincia dell'Aquila.
Nato a Rabat, la capitale del Marocco, nel 1975, dove si è laureato in Scienze economiche, nel '96 ha vinto una borsa di studio per studiare a Strasburgo, città in cui ha vissuto per sei mesi. Nel 1997 è arrivato all'Aquila: poteva scegliere tra il capoluogo, Brescia e Lecce, ma il suo pensiero è stato “in media stat virtus”, così ha deciso di venire qui a studiare Scienze psicologiche applicate.
“Ho lavorato per 11 anni come barista - ricorda Bouchaib ad AbruzzoWeb - ho imparato a parlare bene l'italiano e altrettanto bene l'aquilano, avrei continuato a fare quel lavoro se non mi avessero chiamato dal carcere di Preturo, le Costarelle, per lavorare con gli immigrati".
Il centro polivalente provinciale, di cui è responsabile, si trova in viale della Croce Rossa: una grande casa dove ci sono molti pc, tavoli lunghi dove tanti ragazzi sono seduti intorno a chiacchierare. Le altre stanze sono chiuse, ma il vociare si sente da dietro le porte. Ovunque c'è colore e non manca mai un sorriso.
Intervistato da AbruzzoWeb, Gamal parla della convivenza non sempre facile tra aquilani e immigrati. Si lamenta per uno scarso aiuto istituzionale, un esempio per tutti, in questura non ci sono mediatori culturali, ricorda il post-terremoto di integrazione "forzata" e la bella storia della tenda-moschea accanto alla nuova basilica di San Bernardino che è finita sulla stampa nazionale. Non esclusi, infine, sviluppi futuri per le prossime elezioni, una lista tutta di stranieri per contare di più come rappresentanza-
Adesso lei è responsabile del centro polivalente provinciale, cosa si propone di fare questo centro e quali attività porta avanti?
Sono diventato responsabile dal 2008, da allora sono stati fatti passi da gigante e a oggi abbiamo circa 300 iscritti. Qui si riuniscono sette associazioni, facciamo corsi di italiano e di grammatica italiana, abbiamo quattro computer dove gli immigrati si possono collegare con Skype e parlare con i loro cari rimasti in patria, teniamo corsi per l'inserimento degli immigrati nel sociale, abbiamo organizzato numerose gite, l'ultima per le badanti, soprattutto dell'europa dell'Est. Nell'associazione c'è una psicologa che si occupa delle violenze subìte dagli extracomunitari e abbiamo fatto sei workshop per insegnare loro come aprire nuove aziende ottenendo fondi dalle istituzioni. Vogliamo dare loro tutte le possibilità di sviluppo e di integrazione.
Parliamo di un argomento delicato. Secondo lei sono più le aggressioni degli extracomunitari nei confronti di altri extracomunitari, o di extracomunitari contro aquilani?
L'aggressione è aggressione e basta. Potrei andare a oltranza dicendo che chi aggredisce o è pazzo o ha tanta fame. Quando un immigrato ruba, nella maggior parte dei casi è per fame e viene spinto a farlo per un senso di inadeguatezza. Non li giustifico assolutamente, voglio solo sottolineare che il reato non ha colore di pelle, ma spesso viene commesso per camuffare il disagio sociale che non risparmia nessuno. Gli immigrati vivono nella microcriminalità perché vedono la città che li ospita ignorarli quotidianamente, e sopravvivono in assenza di politiche sociali che li tutelino.
L'Aquila in che modo aiuta gli immigrati?
In questura non c'è neanche un mediatore culturale! A Teramo ce ne sono sette, qua nessuno, e spesso devo intervenire io perché il personale li manda via senza neanche cercare di capire di cosa hanno bisogno. Non abbiamo neanche un centro di seconda accoglienza. In questi giorni è arrivato un ragazzo tunisino che non sa dove andare, io chiamo i miei amici per chiedere se si possono appoggiare da loro, ma le risorse finiscono in fretta, soprattutto se non c'è un'istituzione che li aiuta. Era stato proposto un edificio sopra via XX Settembre, nonostante le nostre sollecitazioni non ci hanno fatto sapere più niente. Avevamo ottenuto anche i fondi, ma il Comune ha rifiutato.
A oggi, dove trovano accoglienza queste persone?
Da nessuna parte, dormono nelle case abbandonate o da persone che li ospitano per qualche giorno, fino a quando possono. E io mi chiedo: “Dove sono le politiche sociali in tutto questo?”. Questo problema deve essere risolto o succederà come Roma, ci sarà la ghettizzazione. Arriveranno tanti altri immigrati, si pensi che ora il 13 per cento delle aziende sono gestite da albanesi e macedoni, l'Ance (Associazione nazionale costruttori edili, ndr) stima che arriveremo a 15 mila, ma a noi ne bastano 5 mila per andare completamente falliti.
Come hanno vissuto gli immigrati il terremoto del 6 aprile 2009?
Come ha subìto il terremoto l'aquilano così l'ha vissuto anche l'extracomunitario, la scossa non ha guardato in faccia nessuno e ha ridotto tutte le persone a senzatetto. Nelle tendopoli, nelle mense, si sono ritrovati tutti insieme, tutti nella stessa situazione e tutti senza una casa dove ripararsi dal freddo. Da questa sciagura abbiamo imparato che qualcuno muore, ma chi sopravvive deve rinascere e in una realtà come la nostra o si è concorrenziali o si rimane schiacciati.
L'Aquila e gli aquilani sono convinti che possono e devono vivere da soli, al contrario l'immigrato è camaleontico, è abituato a muoversi e ad adattarsi alla situazione nella quale vive, perché se qualcosa va male sa che può andare da qualche altra parte.
Quest'anno per il mese di agosto, che è stato il mese del ramadan, avete aperto una sorta di moschea in una tensostruttura. Cosa rappresenta questa tenda che è stata per un po' a Piazza d'Armi, accanto alla Basilica di San Bernardino, voluta da lei insieme a padre Quirino Salomone?
Dopo il terremoto io e padre Quirino abbiamo avuto quest'idea, volevamo sensibilizzare l'aquilano alla scoperta dell'altro, era un periodo dove si litigava e si discuteva molto, anche tra aquilani c'era l'intolleranza forzata dalla disgrazia; il nostro voleva essere un messaggio. Questo gesto non è mai stato fatto in Italia. Anche nel nuovo centro interculturale abbiamo voluto trasmettere questo significato, nel giorno del'inaugurazione padre Quirino ha tagliato il nastro e ci ha regalato il tappeto dove ora pregano tutti.
Questa “integrazione” ha fatto il giro del mondo con una storia molto divertente ma significativa. L'imam della nostra moschea vive in un Map a Ofena con un cristiano. Hanno un monolocale, dividono ogni spazio in totale armonia. E quando l'imam deve pregare, l'amico esce e si va a fare una passeggiata. È tutta questione di rispetto, e loro si voglio tantissimo bene.
Le elezioni del 2012 si avvicinano e già c'è un brullicare di voci al riguardo. Cosa avete intenzione di fare? Pensate di proporre una vostra lista?
Come già detto, il centro polivalente è composto da sette associazioni, ognuna ha un proprio scopo e un proprio pensiero, insieme stiamo pensando di fare una lista nostra. A gennaio ci saranno le consultazioni sul da farsi e a febbraio decideremo la persona che ci rappresenterà con il proprio programma. Non saremo né di destra, né di centro né di sinistra, saremo noi e basta. Nel 2007, mille extracomunitari hanno votato per eleggere il sindaco dell'Aquila e guarda cosa hanno avuto in cambio: niente.
Non è il primo anno che vi candidate, com'è andata l'esperienza scorsa?
Ci siamo candidati cinque anni fa, nel 2007 per le elezioni comunali. La nostra lista si chiamava “Insieme per un futuro in comune” e non abbiamo vinto per un errore quantomai anomalo. Si doveva votare sia la lista che la persona, la nostra lista ottenne 46 voti e io, personalmente, 29 voti. Me la sono battuta, non ho vinto perché il mio “rivale” aveva avuto 41 voti in lista e 17 alla persona, perciò dopo aver fatto la somma, ovviamente ha vinto lui. Non penso che questa sia democrazia, in una democrazia o si vota la lista o si vota la persona, questo che abbiamo noi è un modo di eleggere subdolo perché non è lineare e crea solo confusione.
Molto spesso l'immigrato in terra straniera ha bisogno della sua religione e della sua cultura per sentirsi “a casa”. Ma casa non è e spesso si spezzano equilibri già molto precari. Dove finisce il rispetto del culto religioso e inizia il rispetto per le leggi?
L'islam è un viaggio insolito per l'Italia. È una cultura “selvaggia” perché ancora non ottiene nessuna attenzione da parte della politica. Nel 2001, in Italia, i luoghi di culto per gli immigrati erano 300, oggi la commissione parlamentare ne ha attestati ben 900. Ma quello che ancora non si capisce è che in una democrazia non può esistere uno Stato sotto un altro Stato, né una cultura sotto un'altra cultura. Per loro non esiste solo il lavoro, ma anche il rispetto della loro religione e dei costumi che, a volte, cozzano con la costituzione dello Stato che li ospita. Le battaglie, purtroppo, non si vinceranno in quest'epoca storica perché le proposte di legge ci sono, quella per eliminare il burqa, per esempio, ma ancora nessuno le fa davvero valere.
A suo parere dove risiede il reale problema di questa situazione e quale soluzione si può proporre?
Ritengo ci sia un problema profondissimo in tutti noi. È il senso di identità territoriale, al quale diamo purtroppo poco senso. Mio padre ha sempre vissuto in Marocco e lì era un capo tribù. Io ogni tanto gli chiedevo un soldo e lui mi diceva sempre che me l'avrebbe dato solo se avessi passato la scopa sul pavimento, o fatto qualche commissione per lui. Un bel giorno mi sono lamentato e gli ho chiesto il perché di questo atteggiamento. E lui mi ha detto che solo capendo il valore delle cose avrei capito cos'è e quanto vale il bene pubblico.
John Fitzgerald Kennedy una volta disse: “Le diversità sono diversità e non si possono cancellare, diamogli almeno un porto sicuro”. L'amministrazione comunale aquilana ha da sempre fatto il confronto con i comuni della Marsica o della costa, ma ha sempre dimenticato le peculiarità del proprio territorio e non le ha mai sfruttate a dovere. L'aquilanità la dobbiamo cercare nel buio, non nella luce.



Gli immigrati dal questore per difendere i loro diritti
L'INCONTRO. Dopo il prefetto Brassesco Pace, è stata la volta di Lucio Carluccio, cui è stato presentato un documento
Riconosciute «le difficoltà che ogni giorno le istituzioni devono affrontare per una corretta governance del fenomeno»
Brescia Oggi, 08-12-2011
Irene Panighetti
Prosegue il tour di incontri con le istituzioni che i rappresentanti di alcune associazioni di immigrati hanno intrapreso da qualche settimana per illustrare a chi ci amministra e dirige la vita pubblica le problematiche vissute dagli stranieri in regola con il permesso di soggiorno. Dopo l'incontro con il prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace del 25 novembre, la delegazione ha incontrato ieri il questore di Brescia Lucio Carluccio.
Come alla rappresentanza del governo, anche al questore il gruppo, composto da dieci persone tra cui una donna (cinese), ha presentato un documento che riconosce innanzitutto le «difficoltà che ogni giorno le istituzioni bresciane debbono affrontare per una corretta governance del fenomeno migratorio che interessa tutta la provincia. Allo stesso modo, nel contempo, esse sono anche coscienti del fatto che il groviglio di procedure che sottendono alla normativa italiana vigente in materia di immigrazione necessiti di una rivisitazione e di un adeguamento al fine di favorire sia il lavoro delle autorità e degli uffici, sia il pieno godimento dei diritti previsti per i cittadini lavoratori immigrati».
Segue la parte propositiva, articolata in nove punti. Le comunità immigrate chiedono «che i permessi di soggiorno rinnovati possano essere consegnati anche in sedi decentrate; che venga snellito il rilascio degli aggiornamenti dei permessi di soggiorno che il permesso Ce di lunga durata con uno sportello dedicato. Il rilascio potrebbe essere effettuato anche dagli sportelli dell'anagrafe comunale; di reintrodurre la possibilità di autocertificazione per i residenti sia per quanto riguarda i certificati di residenza e di famiglia che per il casellario giudiziario generale che per i carichi pendenti, in quanto documentazione accessibile d'ufficio da parte degli uffici pubblici; che siano esentati dal pagamento della marca da bollo almeno per i rinnovi o gli aggiornamenti».
QUESTA RISORSA, continua il documento, «potrebbe essere invece richiesta e pagata dal cittadino immigrato per un miglioramento del servizio in ambito di gestione dei permessi di soggiorno, sia a sostegno delle risorse umane impiegate che per la dotazione di strumenti di lavoro adeguati; che non vengano reiterati sistemi di controllo come viene fatto attualmente soprattutto con la ripetizione della presa delle impronte digitali o del foto segnalamento: che il permesso di soggiorno elettronico diventi a tutti gli effet6ti un badge in grado di essere aggiornato nella sua parte elettronica per eliminare così quasi un quinto delle pratiche attuali; che il permesso per attesa occupazione venga prolungato nella sua durata, almeno ad n anno, vista la difficoltà oggettiva del mercato del lavoro pesantemente condizionato dalla crisi. Penalizzare i lavoratori immigrati nella ricerca di una nuova occupazione non giova a nessuno; che il consiglio territoriale per l'immigrazione venga convocato più spesso».
Infine il documento esprime una valutazione positiva sull'avvicendamento avvenuto all'interno dello sportello unico per l'immigrazione della prefettura «soprattutto per la disponibilità dell'attuale dirigente ad affrontare con buon senso le difficoltà nello smaltire l'immensa mole di lavoro». Le istanze degli immigrati sono state accolte «molto bene dal questore - ha commentato Driss Ennya, in rappresentanza della comunità marocchina -, che ha fatto prendere alcuni provvedimenti in nostro favore. L'incontro è durato due ore e siamo molto soddisfatti». Queste tematiche saranno discusse in un convegno organizzato a Brescia sabato 17 dicembre.

 

«Noi licenziati perché musulmani»
In venticinque fanno causa alla Hertz

Sarebbero stati cacciati dall'aeroporto Seattle-Tacoma per non aver timbrato l'uscita prima di dedicarsi alle preghiere
Corrie.it 8 dicembre 2011
Una causa contro la Hertz. L'hanno intentata venticinque ex autisti che lavoravano all'aeroporto Seattle-Tacoma International: sostengono di essere stati licenziati per le loro origine, religione e nazionalità. I dipendenti sono musulmani nati in Somalia e hanno perso il lavoro per non aver timbrato l'uscita prima di dedicarsi alle preghiere. Gli autisti però sostengono che non fosse mai stato chiesto loro in precedenza e che le regole siano state cambiate ad hoc perché fosse più facile lasciarli a casa senza lavoro. Ora chiedono di essere reintegrati e di ricevere gli stipendi mancati, oltre al rimborso di benefici persi e al pagamento delle spese legali.

I PRECEDENTI - La Hertz non è nuova a casi di questo genere. A settembre alcuni dipendenti musulmani sono tornati al lavoro dopo aver accettato di timbrare l'uscita per pregare:. Anche loro erano stati sospesi.




Immigrazione: tentativo fuga da Cie Torino, tre feriti lievi
Sono un immigrato, un poliziotto e un carabiniere
(ANSA) - TORINO, 08 DIC - Un tentativo di fuga dal Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Torino e' stato messo in atto la scorsa notte e si e' concluso con il ferimento di tre persone, in modo non grave. Si tratta di uno degli immigrati, di un poliziotto e di un carabiniere. A mettere in atto il tentativo sono stati una cinquantina di tunisini, che hanno dato fuoco ad alcune coperte e poi hanno lanciato oggetti verso le forze dell'ordine. La rivolta e' stata sedata nell'arco di un'ora senza che nessuno riuscisse a fuggire.



La campagna dell'Arci: «L'Italia sono anch'io»
Davi de, nato in Italia ma straniero
Corriere della sera, 08-12-2011
Alessandra Coppola
La storia di uno dei tanti ragazzi che per la legge non sono cittadini italiani, ma qui hanno costruito una vita
MILANO- Davide è nato in Italia e da italiano è cresciuto: l’orsacchiotto per dormire, la bici, il primo bacio, la festa per la vittoria della nazionale. Compiuti diciotto anni, però, ha un anno di tempo per dimostrare di aver sempre risieduto nel nostro paese. Altrimenti torna alla casella di partenza e diventa un immigrato appena arrivato. Sembra facile, in realtà è una procedura burocratica che può essere complicata e che soprattutto crea una categoria di italiani di serie B. I numeri impongono di pensarci: un milione di minori «stranieri», 700 mila vanno a scuola, 570 mila sono nati qui.
LA PROPOSTA- L’Arci (che ha prodotto il video) con una serie di sigle - dalle Acli alla Caritas, dalla Cgil alla Rete G2- Seconde generazioni - ha lanciato una campagna per raccogliere 50 mila firme e presentare in Parlamento una proposta di legge (già depositata in Cassazione) per introdurre nel nostro ordinamento accanto allo ius sanguinis in vigore (italiano chi è figlio di italiani) lo ius soli: è italiano chi è nato in Italia. L’ha detto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l’ultima volta il 22 novembre: «E’ un’assurdità, una follia che dei bambini nati in Italia non diventino italiani. Non viene riconosciuto loro un diritto fondamentale…»



La mossa di un gruppo di ex autisti di origine somala
«Noi licenziati perché musulmani»
In venticinque fanno causa alla Hertz
Corriere della Sera, 08-12-2011
Sarebbero stati cacciati dall'aeroporto Seattle-Tacoma per non aver timbrato l'uscita prima di dedicarsi alle preghiere
MILANO - Una causa contro la Hertz. L'hanno intentata venticinque ex autisti che lavoravano all'aeroporto Seattle-Tacoma International: sostengono di essere stati licenziati per le loro origine, religione e nazionalità. I dipendenti sono musulmani nati in Somalia e hanno perso il lavoro per non aver timbrato l'uscita prima di dedicarsi alle preghiere. Gli autisti però sostengono che non fosse mai stato chiesto loro in precedenza e che le regole siano state cambiate ad hoc perché fosse più facile lasciarli a casa senza lavoro. Ora chiedono di essere reintegrati e di ricevere gli stipendi mancati, oltre al rimborso di benefici persi e al pagamento delle spese legali.
I PRECEDENTI - La Hertz non è nuova a casi di questo genere. A settembre alcuni dipendenti musulmani sono tornati al lavoro dopo aver accettato di timbrare l'uscita per pregare:. Anche loro erano stati sospesi.



Immigrazione: da 1994 15 mila morti  Lo afferma il servizio rifugiati dei gesuiti
(ANSA) - ROMA, 7 DIC - Dal 1994 a oggi sono piu' di 15.000 le persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere la salvezza in Europa. E un numero incalcolabile si pone a rischio di altre gravi violazioni dei diritti umani, come hanno dimostrato i recenti eventi in Libia. E' quanto denuncia il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, in occasione della commemorazione mondiale, il 10 dicembre, della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Mercoledì 07 Dicembre 2011 18:12
IMMIGRAZIONE: TURCO (PD), DA GOVERNO BUONA NOTIZIA PER IMMIGRATI
 (AGENPARL) - Roma, 07 dic - "Il decreto “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici” , attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari, comprende all’art. 40 comma 3 una misura volta ad agevolare le difficoltà a cui devono far fronte i lavoratori immigrati regolarmente soggiornanti nel nostro Paese. Tale norma interviene in materia di disciplina dell’immigrazione consentendo al lavoratore straniero di poter proseguire lo svolgimento dell’attività lavorativa anche nelle more del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno. Una buona notizia quindi per i numerosi immigrati che risiedono e lavorano nel nostro Paese, che eviteranno così di entrare in uno stato di clandestinità a causa di lungaggini burocratiche. Ora ci si deve impegnare anche perché si possano ridurre in modo significativo i tempi per il rilascio di un permesso di soggiorno. Ci auguriamo che seguano anche altre misure di civiltà come quella della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia". E' quanto si legge in una nota di Livia Turco, responsabile Immigrazione del PD.



Asp Catanzaro, seminario sull’immigrazione
Cn24, 08-12-2011
Si svolgerà lunedì 12 dicembre, con inizio previsto alle 15.30, nell’Istituto tecnico industriale “E. Scalfaro” di Catanzaro, un seminario di studi su “Immigrazione e salute: dalle criticità alle buone pratiche”, con la presentazione del progetto “Linee d’intervento transculturali nell’assistenza di base e nel materno infantile”.
L’iniziativa rientra nel programma CCM di cui l’Asp di Catanzaro è capofila.
L’obiettivo generale del progetto è il miglioramento delle modalità di accesso e fruizione dei servizi sanitari e sociosanitari per le popolazioni straniere attraverso azioni di sistema mirate a sviluppare nelle ASL un modello organizzativo funzionale, “Centro di Orientamento per la fruizione dei Servizi Socio Sanitari agli Immigrati”, che funga da coordinamento ed elemento propulsore per interventi trasversali interaziendali ed extra aziendali ed operante negli ambiti: Assistenza di base, Prevenzione, Assistenza Materno – Infantile e Integrazione medicina di base, territoriale ed ospedaliera.
Nello specifico, il progetto CCM mira al raggiungimento di una serie di obiettivi: formazione multidisciplinare e transculturale, per migliorare le competenze degli operatori sociosanitari, la comunicazione e la relazione tra i professionisti della salute e tra i professionisti e la popolazione migrante; potenziamento dell’efficacia della “relazione di cura” attraverso l’ottimizzazione e l’integrazione tra professionalità diverse ed il lavoro di rete; semplificazione delle procedure di accesso ai servizi con la realizzazione di percorsi di presa in carico globale del migrante secondo il principio di equità; potenziamento dei servizi sanitari di base per gli immigrati con erogazione dell’attività di assistenza attraverso Ambulatori dedicati con funzioni di Centri di Orientamento ed Informazione in raccordo con le rete territoriale di riferimento; realizzazione di percorsi specifici per la promozione della salute delle donne immigrate e dei loro bambini per le aree: IVG, contraccezione, gravidanza, parto e puerperio e prevenzione, garantendo una offerta integrata capace di prevedere l’apporto dei diversi servizi sanitari e sociali in un lavoro di “rete” tra Asl, istituzioni, associazioni ed organismi operativi sul territorio.
L’evento, che vuole essere un momento di condivisione di tematiche scientifiche inerenti la salute dei migranti, vede la coperazione di Enti ed Organismi presenti sul territorio provinciale, fra essi l'Università degli Studi di Catanzaro che assegnerà 1 credito CFU per il corso di laurea in Infermiere, mentre l'Ordine degli Assistenti Sociali assegnerà 3 crediti ai propri iscritti. Ad entrambe le categorie è riservata una parte dei posti dell'auditorium, per cui gli ammessi saranno individuati in relazione all'ordine di arrivo delle iscrizioni. Tale regola relativa all'iscrizione ha valore anche per i dipendenti Assistenti sociali dell'Asp, nel caso desiderino acquisire i crediti.
Per le iscrizioni bisogna compilare l’apposito modello da inviare via email all’indirizzo di popsta elettronica Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. o via fax al n. 0961/770238.
Successivamente, il 13 e 14 dicembre, un folto gruppo di professionisti afferenti all'area Materno Infantile dell'Asp e Aziende ospedaliere di Catanzaro, alla Pediatria di libera scelta e all'area della Mediazione transculturale, già individuati attraverso la condivisione dell'obiettivo formativo dai Direttori di struttura, parteciperanno al primo modulo formativo del programma CCM.
Il momento formativo si terrà presso la sala Ferrante del Presidio Ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme e verrà realizzata dall' INMP di Roma (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà). Il coordinamento del programma CCM è a cura dell'Organismo di Staff "Immigrazione" della Direzione Generale dell'Asp di Catanzaro, referente scientifico la Dott.ssa M. Teresa Napoli.



Il Brasile è la nuova “terra promessa” per l’immigrazione.
1,5 milioni di immigrati, altri 600 mila irregolari, un incremento del 52% nell’ultimo anno.
Immigrazione Oggi, 09-12-2011
È il Brasile la nuova “terra promessa” per gli immigrati. Nell’anno in cui le grandi economie mondiali sono state ridimensionate dalla crisi economica, il Brasile – settima economia del mondo e maggiore dell’America Latina, con un Pil record di +7,5% nel 2010 – ha visto il maggior afflusso di immigrati della sua storia.
Secondo dati dei Ministeri della giustizia e del lavoro, il gigante sudamericano ha registrato negli ultimi anni un vero e proprio boom immigratorio, spinto dal buon momento economico nazionale, oltre che dalla crisi estera: solo nell’ultimo anno, il numero degli immigrati è aumentato del 52%. Attualmente, vivono in Brasile quasi un milione e mezzo di immigrati legali, la maggioranza dei quali portoghesi (328 mila), boliviani (50 mila) e argentini (42 mila). A questi vanno aggiunti gli immigrati in situazione irregolare, che secondo le autorità doganali superano le 600 mila unità.



Canada, agli immigrati vademecum razzista
Quotidianonet, 08-12-2011
Toronto, 8 dicembre 2011 – "Vietato cucinare cibi maleodoranti": è solo una delle regole proposta dalla 'Guida per l'immigrato', il contestato vademecum di stampo proditoriamente razzista che la municipalità di Gatineau, 242.000 abitanti nello spicchio di Quebec che sta sull'Ottawa River, giusto davanti alla capitale del Paese, ha in questi giorni iniziato a distribuire agli immigrati della propria anagrafe territoriale.
'DICHIARAZIONE DEI VALORI' - Alla faccia del politicamente corretto, che in Canada è pratica laica e condivisa, e del fatto che Gatineau ospita il Museo della Civilizzazione, il libretto intitolato 'Dichiarazione dei valori' contiene sedici punti (scritti in francese): il Comune di Gatineau ricorda ai nuovi immigrati che è sbagliato punire eccessivamente i bambini o abusarne sessualmente, agire con violenza in nome dell'onore familiare, corrompere le autorità con tangenti. La guida enfatizza poi l'importanza di una buona igiene e di come sia importante evitare i cattivi odori, come quello del fumo di sigaretta e gli odori forti emanati dalla cucina. In un'altra sezione si ricorda poi che è "importante la puntualità".
REAZIONI POLITICHE - Il ministro per l'Immigrazione Jason Kenney ha preso subito le distanze dall'opuscolo, affermando di non averlo mai visto. Ma ha aggiunto che secondo lui la questione di cucinare alimenti che hanno forti odori non dovrebbe essere inclusa in un documento che parla d'integrazione. Reazioni sono giunte anche dal partito neodemocratico all'opposizione: la leader Nycole Turmel ha assicurato che un approccio simile non appartiene al suo partito.

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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