La lingua italiana strumento per includere non per escludere

Italia-razzismo   Osservatorio
La conoscenza della lingua è fondamentale per l’integrazione e gli immigrati sono i primi a saperlo. Tutt'altra cosa è utilizzare la conoscenza della lingua per escludere gli immigrati da diritti e servizi: è il caso dell’obbligo, a partire dal 9 dicembre, di superare un test di lingua italiana per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo CE (ex carta di soggiorno), come è previsto dal pacchetto sicurezza.
La carta di soggiorno ha una durata a tempo indeterminato ed è stata istituita per risparmiare a chi risiede in Italia da almeno 5 anni, la lunga, costosa e faticosa pratica del rinnovo del permesso di soggiorno. Fino a quando l'immigrato non ottiene quella carta rischia sempre di perdere il permesso e di diventare irregolare. In questa condizione si trova costretto a lavorare in nero ed è più esposto al ricatto della criminalità. Un pacchetto "sicurezza" degno di questo nome avrebbe dovuto facilitare il rilascio della carta di soggiorno, un documento che consolida la regolarità, ma è oggi posseduto solo da una minima parte di coloro che teoricamente ne avrebbero diritto a causa di un’applicazione eccessivamente rigida e restrittiva.
Coincidenza vuole che qualche giorno fa è stato presentato il 44° Rapporto Censis dal quale risulta che l’85% degli immigrati ha una conoscenza della lingua italiana almeno sufficiente. Test inutile, dunque, che finirà per aggravare la situazione degli sportelli unici per l’immigrazione già alle prese con pratiche arretrate di sanatoria e flussi, e minacciati di perdere 650 lavoratori precari lì applicati. Si aggiunga che per quel test lo Stato dovrà investire risorse che in questa fase scarseggiano anche per necessità  più urgenti.
l'Unità, 11-12-2010