Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

24 luglio 2012

Il governo lascia soli i minori stranieri. Soppresso il comitato
Raffaele K Salinari*
Si intensificano gli sbarchi di minori stranieri non accompagnatí sulle coste italiane, e il loro destino è immancabilmente quello di essere rinchiusi nei Cie, che, secondo il rapporto elaborate dal Comitato per la protezione dei diritti umani, risultano «inadatti a garantire una permanenza dignitosa agli immigrati e «palesemente inadeguati a tutelare la dignità e i diritti fondamentali dei migranti trattenuti». Diverse centinaia sono stati i minori detenuti nei Centri di permanenza per migranti nel nostro Paese. La prassi vuole che i minori, accertata la loro minore età, vengano poi rilasciati e inviati in Comunità di accoglienza specifiche, avendo comunque vissuto l'esperienza del Cie: in altre parole un periodo - con l'ultima «riforma» Maroni espanso sino ai 18 mesi - di vera e propria detenzione, a fronte di non aver commesso nessun reato.
Il Rapporte evidenzia che le condizioni igieniche riscontrate sono state considerate aberranti e inadatte a garantire i minimi standard di «uma- nità» per i migranti di maggior età, figurarsi per i minori. Da questo l'evidenza, rilevata dalle Ong che operano a sostegno dei minori, anche di casi gravi di autolesionismo e di turbe psichiche che possono accompagnare i minori migranti nel resto della loro esistenza. Riscontri aderenti a quanto contenuto nel rapporto della commissione Diritti umani del Senato, secondo cui «le condizioni nelle quali sono detenuti molti migranti irregolari nei Cie sono molto spesso peggiori di, quelle delle carceri». Nei rapporto si rilevano casi di suicidio, tentativi di fuga e interventi repressivi delle forze armate.
In questa drammatica situazione, arriva la notizia, anzi la notifica, che la Spending review ha soppresso il Comitato minori stranieri. Le voci che si sono alzate per difendere questo organismo sono state, non a caso, quelle dell'Anci che, attraverso il sindaco di Padova Flavio Zanonato, delegate all'immigrazione, e Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi e delegate al welfare, hanno espresso «grande preoccupazione per la soppressione del Comitato minori stranieri, organismo di confronto interistituzionale che ormai da anni opera per la tutela e la protezione di questa speci- fica categoria di migranti, particolarmente vulnerabile perché presenta molteplici fragilità in quanto minori, soli e stranieri». Dunque, «dopo il mancato rifinanziamento del Programma nazionale di protezione per i minori stranieri non accompagnatí, la volontà di sopprimere il Comitato conferma una mancanza di attenzione da parte dei governo sul tema della protezione dei minori stranieri». Allo stesso governo Zanonato e Guerini chiedono «una verifica puntuale sulle conseguenze di tale scelta e un ripensamento sull'effettiva utilità della soppressione di tali organi- smi».
Per quanto concerne le Ong in difesa dei diritti dei minori, invece, ciò che riteniamo urgente per garantire una protezione più effettiva di questi ragazzi che soli e stremati arrivano nei nostro Paese, è una revisione organica della normativa che disciplina l'accoglienza, mentre si ritiene oltremodo rischiosa la cancellazione di un organismo come il Comitato minori che, nelle mille difficoltà, ha permesso di monitorare il fenomeno dei minori stranieri non accompagnatí, garantendo un'interlocuzione con il territorio.
Durante i suoi recenti interventi a favore dei minori stranieri a Lampedusa, Terre des Hommes ha registrato l'urgenza di intervenire nei 'sistema Italia' in modo orgânico per rendere più efficiente 1'accoglienza e più fondata sul rispetto dei diritti umani. «È fondamentale migliorare le procedure di identíficazione in modo che Ë minore non venga esposto a rischi di trattamenti non adeguati alla sua età», sostiene Federica Giannotta, responsabile diritti dei bambini di Terre des Hommes, «ma anche informare e formare gli operatori suUa disciplina vigente, garantire il finanziamento delle strutture impegnate nell'accoglienza e promuovere forme di accoglienza anche alternative alla comunítà, quali l'affido familiare. Tagli come quello previsto dal decreto sulla spending review rischiano di minare ulteriormente il già precario equilibrio sul quale si fonda il sistema di accoglienza italiano che, invece, andrebbe supportato e certamente migliorato».



Immigrazione, nasce il forum provinciale
La proposta del Pd, un ordine del giorno in ogni Comune: «Chi nasce in Italia è italiano»
Il Messaggero, 24-07-2012  
MARIANGELA CAMPANONE
Politiche di integrazione e non semplici principi che restano sulla carta, proposte di inclusione da concretizzare nel quotidiano, nei luoghi dove la convivenza è d'obbligo ma spesso diviene problematica.
E' questo lo spirito della proposta della segreteria províncíale del Partito Democratico che ieri mattina ha presentato il primo Forum dell'immigrazione alla presenza del segretario provinciale Enrico Forte, del coordinatore del Pd Latina centro Gioacchino Quattrola e della re- sponsabile provinciale delle Politiche sull'immigrazione Rita Antonelli.
«Chi nasce in Italia è italiano», questo il punto centrale della riflessione che ispira la delibera che verrà proposta a sostegno di questa iniziativa, che vuole essere per il partito uno strumento di elaborazione di buone prassi che per concretizzarsi necessitano dei coinvolgimento del mondo dell'associazionismo tutto, dal volontariato, a quello imprenditoriale, e dei sindacati.
«In ogni Comune si presentera un ordine del giorno - ha spiegato Forte - lavorando su proposte in linea con la contemporaneità, nell'ottica delle nuove politiche dell'accoglienza»,
«Non uno strumento in mano al partito - ha sottolineato Quattrola - ma un progetto di ampio respiro capace di coinvolgere tutti i settori partendo dal principio che l'immigrazione è una risorsa».
Il Forum verrà costituito giovedi 26 alle 17,30 nel corso di un incontro al museo Cambellotti, al quale interverrà Marco Pacciotti, responsabile nazionale immigrazione del Pd.
«Il nostri obiettivo - ha spiegato Antonelli - è quello di partire dalla condivisione degli spazi sociali primari, come la scuola, le attività sportive, formulando proposte progressiste e alternative, già anticipate nel corso della campagna elettorale del candidato sindaco Claudio Mo- scardelli».



Dall’Ue una “strategia comune sul controllo delle frontiere libiche”.
Il Consiglio esteri approva il documento su “sollecitazione” del ministro Terzi.
Immigrazioneoggi, 24-07-2012
Il Consiglio esteri dell’Ue ha approvato ieri – su “sollecitazione” italiana – un documento che sottolinea la necessità di “una strategia comune sul controllo delle frontiere libiche”.
È quanto ha rivendicato il ministro degli Esteri Giulio Terzi, parlando con i giornalisti a margine della riunione dei capi delle diplomazie dei 27. “È importante – ha sottolineato – l’approvazione di un documento sul controllo integrato delle frontiere, che riprende alla lettera le visioni e le aspettative dell’Italia, affinché questo tema, che riguarda la sicurezza, ma anche l’economia, la società ed i movimenti migratori in Libia e nei Paesi limitrofi, venga affrontato con una strategia comune da parte dei 27”.
Secondo il titolare della Farnesina, si tratta di “un passaggio importante, che risponde anche alle sollecitazioni che avevo inviato insieme al ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri all’Alto rappresentante Catherine Ashton ed al commissario agli Affari interni Cecilia Malmström affinché tutti i programmi, i progetti e le iniziative in questa materia di controllo delle frontiere, ma più in genere di assicurazione di contributo ad un sistema di sicurezza in Libia e di formazione di consolidamento delle istituzioni e democratico anche nel settore della pubblica sicurezza e dell’ordine pubblico, fossero un motivo di impegno da parte dell’Ue”.
Secondo quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio affari esteri sulla Libia, l’Ue, riconoscendo “le sfide alla sicurezza” che il Paese sta affrontando, ribadisce di “essere pronta a fornire ulteriore assistenza nelle aree della gestione e della sicurezza dei confini, in stretta collaborazione con le nuove autorità democratiche” di Tripoli. E sottolinea “la necessità di una risposta basata su uno stretto coordinamento con i partner internazionali ad i Paesi nella regione, ricordando in proposito l’importanza della strategia Ue per il Sahel”.



Calabria: continua lo sciopero della fame dei sindaci che accolgono i rifugiati.
Al sesto giorno la protesta dei primi cittadini di Riace e Acquaformosa.
Immigrazioneoggi, 24-07-2012
“Ribadiamo che in assenza di risoluzione piena del problema continueremo il nostro sciopero della fame”. È quanto hanno dichiarato ieri i sindaci calabresi Domenico Lucano (Riace), Giovanni Manoccio (Acquaformosa) e l’operatore sociale Giovanni Maiolo che da cinque giorni sono in sciopero della fame per protestare contro la mancata erogazione dei fondi da parte della Protezione civile per i progetti di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
“Abbiamo dimostrato – aggiungono – come sia possibile accogliere i migranti in modo umano e solidale promuovendo allo stesso tempo sviluppo locale; ma tutto questo oggi è in serio pericolo. Come conseguenza di questa situazione, che non ha eguali nelle altre regioni d’Italia, gli operatori sociali non ricevono stipendio da moltissimi mesi e i migranti devono vivere in case senza elettricità e rischiano la fame”.
Domani si terrà a Riace un’assemblea generale per sostenere la protesta dei sindaci e “mantenere viva l’alternativa ai Cara, ai respingimenti, alle galere etniche e alla clandestinizzazione dei fratelli e delle sorelle migranti, per un’accoglienza tra diversi, che sia umana e solidale”.

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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