Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

13 aprile 2012

Carceri e Cie: «Così l’Italia non rispetta i diritti umani»
Nelle carceri e nei centri di identificazione dei migranti non si rispettano i diritti umani. L’Italia viola la legge. Lo denuncia il senatore Marcenaro che ha presentato il Rapporto sullo stato dei diritti umani nelle carceri e nei Cie
l'Unità, 13-04-2012
Roberto Monteforte
Un Paese fuorilegge. Che non rispetta la legalità e che «viola i diritti umani». Lo denuncia il presidente della Commissione parlamentare per la tutela e la promozione dei diritti umani senatore Pietro Marcenaro che ieri, con il coordinatore dei Garanti dei diritti dei detenuti, senatore Salvo Fleres (Pdl), ha presentato il «Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei centri di accoglienza e trattenimento per migranti in Italia».
È drammatica la situazione fotografata dallo studio. «Nel 2011 su un totale di 186 persone decedute nei penitenziari italiani 63 sono stati suicidi. Un numero elevato dovuto anche al fatto che l'Italia è agli ulti-
mi posti in Europa nel rapporto fra detenuti e posti in carcere. A fine febbraio, su una capienza complessiva di 45.742 posti, nelle carceri italiane i detenuti erano 66.632, di cui solo 38.195 con condanna definitiva». Questo «sovraffollamento» per Marcenaro è la conseguenza «di una visione della pena, che ha dimenticato la priorità di recuperare le persone, di offrire alle persone una nuova possibilità, una visione nella quale la parola “pena” è ormai identificata con la parola “carcere”». Occorre, invece, pensare a forme alternative alla reclusione. Quello che è certo per il presidente la commissione è che «ogni violazione dei diritti umani non è solo un fatto eticamente riprovevole, ma una vera e propria violazione della legalità». Una «illegalità» denunciata a chiare lettere dal «Rapporto» che è stato approvato all’unanimità dai senatori della commissione.
L’altra emergenza eclatante è quella rappresentata dai migranti rinchiusi per 18 mesi, praticamente senza diritti, nei Cie dove osserva Marcenaro «le persone vengono private delle libertà personali, dove ragazzini spauriti vivono fianco a fianco con delinquenti incalliti, dove i migranti vengono tenuti in gabbie come animali, dove il tempo di totale inattività viene riempito solo dalla totale insicurezza». «Non è con i Cie conclude che si risolve il problema dell’immigrazione».
Nel corso dell’incontro tenutosi alla Fnsi è emersa un’altra emergenza. Mentre il presidente della Fnsi, Roberto Natale sottolineava positivamente la riapertura dei Cie alla stampa, si è riscontrato come nei fatti, questo accesso sia negato. Quasi tutti i «centri» sarebbero «in ristrutturazione» e quindi chiusi ai giornalisti. Marcenaro ha annunciato un’interrogazione al ministro degli Interni.



Immigrati: Perduca, uniformare normativa per accesso a Cie
Libero, 13-04-2012
Roma, 13 apr. (Adnkronos) - "Pare impossibile avere l'autorizzazione all'ingresso al Centro Immigrazione ed Espulsione di Ponte Galeria di Roma, sebbene in prefettura e al ministero degli interni sapessero da oltre tre settimane che una delegazione del Partito Radicale composta dal consigliere regionale della lista Bonino-Pannella Rocco Berardo, Servio Rovasio e dal sottoscritto, alla quale si sarebbero aggiunti i giornalisti Valentina Ascione e Andrea Billau''. E' quanto afferma il senatore Marco Perduca, co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale.
''La visita -spiega Perduca- era prevista per sabato mattina. Giovedi' sera ci e' stato comunicato che in quella giornata al centro si svolgono le attivita' di identificazione colle rappresentanze consolari e che quindi neanche gli eletti potranno avere accesso perche' il direttore del centro sara' impegnato in altro''. ''Con la senatrice Poretti -fa sapere- abbiamo quindi presentato un'interrogazione urgente alla ministro degli interni per capire come mai esista una dispartita' di trattamento delle pratiche nelle varie prefetture italiane relativamente all'ingresso ai Cie''.
''Infatti -fa notare Perduca- non ci sono stati problemi di preavviso ad altre prefetture ne' di controllo da parte del ministero degli Interni delle generalita'' degli accompagnatori a Trapani, Bari, Bologna, Milano e Torino dove il 9 marzo scorso sono potuto entrare anche con una troupe di 'QuartaRete' alla quale, a differenza di Roma, non era stata richiesta l'iscrizione all'albo dei giornalisti per la cronista e non concesso l'ingresso all'operatore, che a Roma avrebbe dovuto essere un mio accompagnatore''. ''Alla vigilia di una nuova mobilitazione della campagna 'fateCIEntrare' -conclude- forse sarebbe il caso di chiarire che l'era della prepotenza e segretezza dell'ex ministro Maroni e' finita e che si e' pronti ad agire nel massimo del rispetto degli obblighi internazionali pel rispetto dei diritti umani nonche'' nella trasparenza verso le istituzioni''.



Tribunale di Brescia: discriminatoria l’ordinanza del Sindaco di Chiari che vieta il matrimonio dello straniero irregolare.
Il giudice accoglie il ricorso di Asgi e Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’uomo.
Immigrazioneoggi. 13-04-2012
Accogliendo il ricorso collettivo proposto da Asgi e Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’uomo Onlus, il giudice del Tribunale di Brescia (III sez. civile), con provvedimento depositato l’11 aprile, ha riconosciuto la natura discriminatoria dell’ordinanza del Sindaco di Chiari, il senatore della Lega Mazzatorta, del 26 settembre 2011, con la quale veniva disposto il requisito del possesso del titolo di soggiorno (permesso di soggiorno o carta di soggiorno) ai fini della pubblicazione di matrimonio del cittadino straniero.
Il Sindaco di Chiari – si legge in una nota dell’Asgi – aveva emanato l’ordinanza in aperta polemica e con atteggiamento di sfida nei confronti della sentenza della Corte costituzionale n. 245/2011 che aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 116 c. 1 c.c., come modificato dall’art. 1 c. XV della legge n. 94/09, nella parte in cui imponeva l’esibizione da parte dello straniero di un documento attestante la regolarità del suo soggiorno ai fini delle pubblicazioni e della celebrazione del matrimonio in Italia.
Secondo la Corte costituzionale, infatti, il diritto a contrarre matrimonio costituisce un diritto umano fondamentale discendente dagli articoli 2 e 29 della Costituzione, ed espressamente enunciato nell’articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 e nell’articolo 12 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Come tale, questo diritto spetta “ai singoli non in quanto partecipi di una determinata comunità politica, ma in quanto esseri umani”, con la conseguenza che la “condizione giuridica dello straniero non deve essere pertanto considerata come causa ammissibile di trattamenti diversificati e peggiorativi”.
Alla luce della citata sentenza della Corte costituzionale, il giudice del Tribunale di Brescia non ha potuto che dichiarare l’eclatante natura discriminatoria del provvedimento del Sindaco di Chiari, il quale non poteva certo introdurre nell’ordinamento in maniera surrettizia una norma già dichiarata incostituzionale. Ulteriormente, il giudice di Brescia ha dichiarato infondata la tesi sostenuta dall’Amministrazione comunale di Chiari secondo cui l’ordinanza poteva ancorarsi al disposto dell’art. 6 d.lgs. n. 286/98, per cui “i documenti inerenti al soggiorno devono essere esibiti agli ufficiali della PA ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni, e altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati”. Il giudice, infatti, ricorda che la stessa norma fa eccezione per i provvedimenti inerenti agli “atti di stato civile” e che comunque le pubblicazioni matrimoniali non implicano il rilascio di alcuna “autorizzazione”, ma semplicemente integrano una forma di “pubblicità - notizia”.



Gli immigrati valgono 100 miliardi di euro, e non solo
Unimondo.org, 13-04-2012
“Le 454mila imprese gestite da stranieri producono quasi 76 miliardi di €, pari al 5,5% dell’intera ricchezza prodotta a livello nazionale. L’edilizia è il settore che tra tutti mostra un maggior peso della componente straniera nella creazione del valore aggiunto (il 13,8%) e la Toscana è la prima regione in cui il valore aggiunto prodotto da aziende gestite da stranieri è più elevato che da altre parti (7,7%)”. Dati inequivocabili. Questi alcune stime realizzate dalla Fondazione Leone Moressa sull’apporto economico delle attività imprenditoriali condotte dagli stranieri in Italia. Alla faccia di chi afferma – invero con una voce sempre più flebile – che gli immigrati vengono a rubare il lavoro agli italiani e ad occupare il nostro posto.
Guardando ancora i dati si coglie che, come è facilmente intuibile, “tra tutte le regioni la Lombardia è quella in cui la componente straniera produce in assoluto la maggiore ricchezza in termini di valore aggiunto superando i 18 miliardi di € (quasi un quarto del totale del valore aggiunto prodotto in Italia dalle imprese condotte da stranieri). Segue a ruota il Lazio (con 9 miliardi di €), il Veneto (10,8%) e l’Emilia Romagna (10,7%)”.
Il primato dell’edilizia. Come settore di attività le imprese gestite da immigrati incidono per il 13,8% del valore aggiunto del settore dell’edilizia. Seguono il comparto del commercio (con il 10,1% della produzione complessiva), la manifattura (6,6%) e i servizi alle persone (6,3%). Quest’ultimo settore, in costante crescita e decisivo per una vera integrazione, genera quasi 20 miliardi di euro di PIL.
“L’iniziativa imprenditoriale degli stranieri” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “ricopre un ruolo fondamentale nella creazione della ricchezza nazionale. Le imprese gestite da stranieri assumono personale, pagano le imposte, contribuiscono alla crescita complessiva del sistema nazionale, anche in periodo di crisi. La loro sempre maggiore vivacità fa riflettere sul grado di integrazione degli stranieri nel tessuto economico e sociale, ma deve nel contempo porre l’attenzione sulla necessità di governare adeguatamente il fenomeno: non solo consentendo agli immigrati i medesimi strumenti offerti agli italiani, ma garantendo una concorrenza realmente reale tra tutti i soggetto che operano nel mercato nazionale”.
Giovani imprenditori stranieri a Roma. La Camera di commercio di Roma in un analogo studio propone dati molto simili: “Il numero di imprese guidate da stranieri sul territorio di Roma è cresciuto in due anni del 22.3% (da 24.754 del 2009 a 30.281 del 2011), percentuale in netta controtendenza rispetto alla sostanziale crescita zero fatta registrare dalle aziende condotte da italiani. Un altro dato che colpisce è che gli imprenditori stranieri sono più giovani rispetto agli italiani: tra gli stranieri, i titolari d’impresa under 30 sono 3.346 (2011), ossia l’11% del totale, mentre gli italiani titolari under 30 rappresentano solo il 5,4%. Dati che ben si accordano a una vera e propria esplosione demografica: gli stranieri residenti nella provincia di Roma sono 442.818 (gennaio 2011) e rappresentano il 9,7% degli stranieri residenti in Italia”.
Commenta il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti: “in Italia, sui fenomeni migratori in Italia si è sbagliato tutto. È ora di superare la stagione della paura e cominciare a considerare gli stranieri un eccezionale fattore di sviluppo”.
Se poi consideriamo il nero… Tutto questo senza contare il sommerso e il nero che rappresenta un’area notevolissima della ricchezza del nostro paese. Ci viene in aiuto uno studio Eurispes secondo cui, scrive il sito Stranieriinitalia.it, “equivale a 540 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 35% del Pil ‘ufficiale’, il valore dell’economia sommersa nel 2011. E circa 22,5 di quei miliardi arrivano dal lavoro degli immigrati. Per quanto riguarda il flusso di denaro generato dal lavoro sommerso, le stime si attestano a 280 miliardi di euro circa. È stato ipotizzato che almeno il 35% dei lavoratori dipendenti sia ormai costretto ad effettuare un doppio lavoro per far quadrare i conti e arrivare alla fine del mese. Lo stesso calcolo è stato applicato agli immigrati con regolare permesso di soggiorno che lavorano in nero, che produrrebbero un sommerso di 12 miliardi di euro. Considerando invece gli immigrati clandestini si stima invece un sommerso di 10 miliardi e mezzo di euro”.
Producono ricchezza, pagano le tasse come tutti, animano il nostro tessuto civile, culturale e sociale, ma troppo spesso sono invisibili: ma è ora di cambiare completamente il nostro atteggiamento verso i nostri nuovi concittadini. Da ogni punto di vista gli stranieri sono una risorsa che occorre utilizzare nella consapevolezza che tra noi e loro non c’è più differenza. [PGC]



Patente di guida: possibile la conversione anche per gli ecuadoriani.
L’Ecuador si aggiunge alla lista dei Paesi che hanno sottoscritto accordi di reciprocità con l’Italia e i cui cittadini, residenti nel nostro Paese da più di un anno, possono chiedere la conversione della patente di guida.
Immigrazioneoggi, 13-04-2012
Dal 12 marzo i cittadini ecuadoriani residenti in Italia da più di un anno possono chiedere la conversione della patente di guida, in corso di validità, rilasciata dal loro Paese. È il frutto dell’accordo tra l’Italia e la Repubblica dell’Ecuador che, come indicato dalla circolare n.5805 del 29 febbraio 2012 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha una durata di 5 anni e pertanto cesserà i suoi effetti il 12 marzo 2017.
L’Ecuador si aggiunge quindi alla lista dei Paesi (Algeria, Macedonia, Argentina, Malta, Austria, Marocco, Belgio, Moldova, Bulgaria, Norvegia, Cipro, Paesi Bassi, Croazia, Polonia, Danimarca, Portogallo, El Salvador, Principato di Monaco, Repubblica Ceca, Estonia, Corea del Sud, Filippine, Repubblica Slovacca, Finlandia, Romania, Francia, San Marino, Germania, Slovenia, Giappone, Spagna, Gran Bretagna, Sri Lanka, Grecia, Svezia, Irlanda, Svizzera, Islanda, Taiwan, Lettonia, Tunisia, Libano, Turchia, Liechtenstein, Ungheria, Lituania, Uruguay) che hanno sottoscritto accordi di reciprocità con l’Italia e i cui cittadini, residenti nel nostro Paese da più di un anno, possono richiedere la conversione della patente di guida.
Si ricorda che il Codice della strada prevede la conversione della patente extraUe dello straniero residente in Italia da più di un anno; nel caso in cui la patente non sia convertibile (in quanto il titolare è cittadino di un Paese non presente nella lista) è necessario sostenere gli esami per l’abilitazione alla guida.
Gli stranieri invece con patente rilasciata da uno Stato Ue e residenti in Italia da oltre un anno non hanno alcun obbligo di far riconoscere o convertire la propria patente nazionale. La conversione o il riconoscimento di validità (che comporta l’applicazione di un bollino adesivo sul documento originale) è comunque consigliata per velocizzare le pratiche relative al rinnovo o alla richiesta di duplicato. Le patenti straniere presentate per la conversione vengono ritirate solo all’atto della consegna del documento italiano equipollente, in quanto, nelle more del rilascio del documento di guida italiano, il conducente può condurre veicoli in Italia o all’estero con la propria patente. Se nel frattempo la patente straniera viene smarrita o sottratta, il documento italiano non può essere rilasciato. Non è possibile accettare richieste di conversione di patenti extracomunitarie conseguite dopo l’acquisizione della residenza in Italia.
L’accordo tra Italia ed Ecuador prevede che il titolare di patente di guida rilasciata in Ecuador converta il suo documento senza sostenere esami solo se è residente in Italia da meno di quattro anni al momento della presentazione dell’istanza. Nel caso di residenza in Italia da più di 4 anni, precisa la circolare del Ministero dei trasporti, contestualmente alla consegna della patente italiana viene disposto e notificato al cittadino ecuadoriano un provvedimento di revisione (art. 128 del Codice della strada) perché possa sostenere gli esami teorici e pratici. In caso di mancato superamento degli esami, il conducente viene privato dell’abilitazione alla guida poiché la patente ecuadoriana dopo la conversione viene ritirata e restituita all’Autorità che l’ha rilasciata (tramite il Consolato dell’Ecuador in Italia) e la patente italiana viene revocata (art. 130, comma 1, lettera b) del Codice della strada che prevede la revoca del documento qualora il titolare, sottoposto alla revisione ai sensi dell’art. 128, risulti non più idoneo).



Florida, bande neo naziste contro le pantere nere
Tensione nella città di Trayvon dopo l’arresto dell’assassino
il fatto, 13-04-2012
Angela Vitaliano
New York. Credo che si sia trattato di un incidente e che la situazione sia andata fuori controllo”. Sybrina Fulton, la madre di Trayvon Martin, il diciassettenne ucciso lo scorso 26 febbraio da George Zimmerman, lo dice con la sua solita compostezza, parlando al “The Today show” e aggiunge che, potendo, chiederebbe a Zimmerman se, quel giorno, era consapevole di avere di fronte un minorenne disarmato.
Sono passate meno di ventiquattro ore dall’arresto della guardia volontaria, avvenuto nella serata di mercoledì, dopo che Angela B. Corey, il procuratore di Stato per l’area di Jacksonville, ne ha annunciato l’incriminazione per omicidio di secondo grado, reato che prevede pene dai 25 anni all’ergastolo. “Una decisione difficile e valutata con la massima serietà, sulla quale non hanno pesato le pressioni esterne dell’opinione pubblica”.
CI TIENE a precisarlo il procuratore per cercare di placare la ridda di polemiche che da sei settimane sta dividendo il paese, per le possibili implicazioni razziali del caso. Per questo le dichiarazioni dei genitori di Trayvon risultano ancora più significative; loro, che a quel figlio non potranno più telefonare “mentre i genitori di Zimmerman, nonostante la grande pena che stanno vivendo, possono ancora parlargli”, volevano solo un atto di giustizia, rappresentato dall’arresto del giovane “che ora potrà raccontare la sua versione dei fatti”, precisa la signora Fulton, chiarendo che si aspetta un processo giusto e non necessariamente una condanna. Nella comunità di Sandford, però, non si respira la stessa sofferta serenità. Da giorni, almeno due dozzine di persone, abbigliate in stile militare con stivali di pelle, teste rasate e svastiche ben in vista, si aggirando per la cittadina per “proteggere l’incolumità dei bianchi”. Arrivati da diverse parti del Paese, sono tutti affiliati del Movimento Nazional Socialista, il più grande gruppo neo nazista americano guidato dal comandante Jeff Schoep. “Noi non siamo qui a cercare rogne – precisa Schoep – ma siamo pronti comunque a difenderci”. La maggior parte di loro gira armata, sebbene nessuno abbia chiarito che tipo di armi da fuoco siano in loro possesso, e rifiuta di farsi fotografare per non avere problemi nei luoghi di lavoro. “Il nostro scopo è quello di proteggere la comunità bianca in questo momento minacciata nella sua tranquillità“. Il movimento neo nazista è attivamente impegnato contro la droga, i gay, i matrimoni misti e l’immigrazione di persone non bianche. “Un sacco di gente pensa che il tizio che ha ucciso Trayvon fosse un bianco – ci tiene a precisare Schoep – ma lui è mezzo ispanico o cubano o qualcosa di simile. Non somiglia a me”. Molti nella comunità sono preoccupati che la presenza di queste “ronde” neo naziste, armate, possa inevitabilmente surriscaldare gli animi e scatenare guerriglie a sfondo razziale.
L’ARRIVO dei neo nazisti è, in parte, una reazione alla taglia di 10mila dollari messa sulla testa di Zimmerman dal gruppo delle New Black Panther; decisione criticata dalla maggioranza della comunità afro americana. “Ovunque ci sia un evento con un risvolto razziale – dice il neo nazista Schoep – questi arrivano a difendere la comunità nera. Ecco, noi facciamo lo stesso. Soprattutto, quando i bianchi sono messi in pericolo da due, Trayvon E Zimmerman, che di bianco non hanno un bel nulla”.

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