Microfono. La notizia che non c'è

A cura di Andrea Billau
Le nostre assurde leggi proibizioniste e burocratiche sulle migrazioni del governo italiano producono anche questi effetti paradossali:
(AGI) - Bergamo, 6 mar. - E' quasi un record: e' stato espulso dall'Italia per cinque volte in cinque mesi, e arrestato tre volte per non avere mai lasciato il nostro Paese. L'ormai vecchia conoscenza della polizia di Bergamo e' un bosniaco di 35 anni, fermato dagli agenti ieri per accattonaggio nel centro di Bergamo. Portato in questura per accertamenti, si e' scoperto che l'uomo era stato espulso dall'Italia la prima volta nel novembre 2009 e poi arrestato ai primi di gennaio per inottemperanza al decreto, quindi espulso il 5 gennaio e arrestato il 23, espulso il 25 gennaio e arrestato l'8 febbraio, infine espulso il 19 febbraio sempre per violazione della legge Bossi-Fini. Portato in tribunale e processato per
direttissima, l'immigrato e' stato condannato per l'ennesima volta a lasciare il territorio nazionale.


Gandhi diceva che la verità alla fine viene sempre fuori e quindi il "sathyagraha", la lotta per la verità merita sempre di essere combattuta anche quando sembra che tutto remi contro..se anche l'Amministratore delegato della casa editrice di Berlusconi è costretto ad ammetere che il suo datore di lavoro dice falsità, forse qualche speranza c'è ancora! 
(ANSA) - FIRENZE, 27 GEN - I media devono evitare il ''sensazionalismo'' sul tema dell'immigrazione che consente di ''vendere nel breve piu' copie ma fa un danno all'intero paese''. Questo l'auspicio dell'ad di Mondadori Maurizio Costa nel corso del convegno organizzato dall'osservatorio giovani editori e dall'Acri commentando i dati della ricerca promossa dall'osservatorio sul rapporto fra giovani e immigrazione. Per Costa gli editori ''fanno la loro parte'' per l'inclusione culturale ma occorre un''iniziativa piu' generale e un approccio di sistema con i media che devono ''rappresentare la realta' dell''immigrazione e non perseguire utili nel breve e usare toni sensazionalistici per vendere piu' copie''.




La rinascita dell'aborto clandestino

Ecco una di notizia di ordinaria discriminazione che riguarda la rinascita dell'aborto clandestino, tra le immigrate, a causa dell'odiosa legge proibizionista che ha decretato il reato di clandestinità:

(AGI) - Milano, 27 gen. - Avevano paura che i medici degli ospedali dove si sarebbero rivolte per abortire le avrebbero denunciate perche' irregolari, le donne cinesi che si sono rivolte alle ''mammane'' connazionali che praticavano aborti clandestini a Milano. E' uno dei dettagli che emerge dalle indagini condotte dagli uomini del commissariato Sempione di Milano che hanno denunciato 5 cittadini cinesi con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla pratica di aborti clandestini. L'inchiesta e' partita da una puntata della trasmissione "Le Iene" che la settimana scorsa ha denunciato la presenza in via Sarpi, nel quartiere cinese di Milano, la presenza di sedicenti medici che praticavano aborti illegali in appartamento. Il laboratorio, dopo la trasmissione, era stato trasferito a Quarto Oggiaro. I poliziotti che hanno fatto irruzione venerdi' scorso hanno trovato numerosi ferri e medicinali, molti dei quali di provenienza cinese. Il prezzo
per l'aborto era di 250 euro piu' 50 euro per i medicinali. Alcune delle giovani che si sono rivolte al laboratorio clandestino erano minorenni, altre avevano superato i tre mesi di gravidanza.

A Milano più di 200 nomadi non trovano casa perchè nessuno vuole dargliela
(AGI) - Milano, 9 gen. - Piu' di 200 nomadi di origine rumena, a Milano, e 3500 in Italia, pur avendo contratti di lavoro a tempo indeterminato non trovano una casa in affitto perche' nessuno vuole dargliela, "come ai ''terroni'' dopo la seconda guerra mondiale". Lo sostiene l'Osservatorio di Milano. Secondo l'associazione, "c''e' un pezzetto di Italia sommersa, oltre 3500 nomadi di origine romena, che fanno i muratori, i carpentieri, i cuochi nei ristoranti, sorvegliano i
parcheggi dai grandi centri commerciali, lavorano per imprese di servizi, tutti con regolare contratto che non trovano una casa per passare la notte, perche' ai nomadi rumeni non si affitta". Cosi' sono costretti a vivere in piccole roulottes o
furgoni nelle aree meno visibili delle citta', nei cambi nomadi o sotto i ponti autostradali in piccole e fredde tende, o all'interno di aree industriali dismesse. "Sono stanchi di vivere questa vita incivile e comunciano ad occupare gli
alloggi sfitti di proprieta' pubblica: solo a Milano – spiega il Presidente dell'Osservatorio Massimo Todisco - sono 1400 quelli demaniali vuoti". Todisco segnala l'esempio di due casi concreti a Milano: quelli di due zingari, Ciprian Hante e Kristia Covaci che dormono il primo all'interno di un furgone ed il secondo in una vecchia roulotte, nonostante siano in possesso di contratti di lavoro a tempo indeterminato, forniti dalla Soc A.C.S Accoglienza Cortesia Sicurezza, societa' costituita dallo stesso Osservatorio per dare lavoro agli
stranieri licenziati che trascorsi i sei mesi se non presentano 2 buste paga sono soggetti all'allontanamento. Ciprian Hante, con figli di 3 anni, 8 mesi ed una moglie; Kristian Covaci, 3 figli tutti sotto i 4 anni con la moglie di nuovo in
attesa, "vengono cacciati via quando si azzardano a chiedere una casa in affitto. Una famiglia milanese che mostrava l'intenzione di alloggiare almeno una di queste famiglie ha ricevuto pressioni dal proprietario dell'appartamento al fine
di desistere". L''Osservatorio di Milano chiede quindi ai milanesi di seguire l'appello dal Cardinale Tettamanzi, "dando in affitto alloggio a questi bravi ragazzi che sono chiamati con disprezzo zingari, e che se volete, possono raccontarvi la loro storia".

 

 

 

 

 

 

 

Sono al IV° Municipio di Roma, nella zona Tufello e camminando mi imbatto in un manifesto firmato congiuntamente da Pd Roma e Pd IV° Municipio e rimango sconvolto, non per i suoi colori sgargianti ma, come capirete guardando la foto che ho scattato con il mio cellulare, per il suo incredibile contenuto.
Un brutto proverbio, anche un pò razzista, dice: "andando con lo zoppo si impara a zoppicare", che parafrasato per il nostro caso potrebbe tradursi così: "Quando si frequenta il tema sicurezza rincorrendo le paure alimentate ad arte dai media e dagli imprenditori politici del razzismo, la china che si prende può portare al baratro, senza peraltro lucrare i consensi elettorali che pure si pensa di poter ottenere in questo modo, perché l'elettore, seppur condizionato, non è stupido e sicuramente preferirà l'originale al novizio pur volenteroso"

 

 

Piove sul bagnato e sui commercianti ambulanti

di Paolo Fasano
Il provvedimento anticrisi – legge n. 102/2009 di conversione del decreto 78/2009 - all’art. 11 bis introduce un nuovo adempimento per i commercianti ambulanti: il documento di regolarità contributiva (DURC), da produrre annualmente per i comuni che hanno rilasciato l’autorizzazione al commercio itinerante.

La mancata presentazione del DURC costituirà motivo di revoca dell’autorizzazione commerciale.



Nel ‘98 il decreto Bersani – dlgs. 114/98 - aveva consentito ai commercianti itineranti senza posteggio, fino a quel momento abusivi, di poter svolgere la propria attività nel rispetto dei vincoli stabiliti dai regolamenti comunali, in un quadro di semplificazione amministrativa e di rottura di misure corporative, quali le antiche licenze commerciali, non più consentite nell’Europa della “libera circolazione delle persone, dei capitali e delle merci”, in quanto ostacolo alla libera concorrenza e ad un corretto funzionamento dei mercati commerciali.



Oggi questa regolarità dei requisiti amministrativi è messa seriamente a rischio dall’art. 11 bis della legge 102/2009.

La revoca della autorizzazione amministrativa determinerà la cancellazione di queste imprese dai registri delle camere di commercio con l’inevitabile conseguenza della proliferazione dell’abusivismo commerciale.



Non solo, l’immersione di queste imprese, oggi regolari, può determinare la perdita dei titoli di soggiorno per molti di questi commercianti, non più in grado di documentare il reddito prodotto dalle loro attività. Questa norma rappresenta un esempio di scuola di come lo Stato, in modo involontario, possa produrre clandestinità.



La marginalità di queste attività, ai limiti dell’irrilevanza commerciale, non ha impedito in questi anni a molti di questi cittadini stranieri di vivere dignitosamente e legalmente in Italia dei propri mezzi, senza pesare sul sistema di welfare, e di provvedere al mantenimento delle proprie famiglie nei paesi di origine. Non è un caso ad esempio che la propensione al ricongiungimento familiare tra questi operatori sia tra le più basse in assoluto in quanto essi sono consapevoli della impossibilità di mantenimento della propria famiglia – spesso numerosa - in Italia.



Il problema previdenziale – relativo alla misura del contributo fisso previsto per i commercianti - non ha mai trovato nessun tecnico o politico disponibile ad occuparsene. A titolo esemplificativo, si poteva valutare per questa categoria di operatori molto “fragili” economicamente e commercialmente l’iscrizione alla gestione separata, come avviene per i lavoratori atipici, in modo da determinare il versamento contributivo dovuto, non in misura fissa, ma in proporzione al reddito prodotto.



Il motivo di fondo di questo disinteresse della politica potrebbe essere ricercato nella considerazione che la stragrande maggioranza dei commercianti ambulanti senza posteggio sono stranieri e senza diritto di voto.



Fa impressione, però, leggere questa disposizione accanto a quella che prevede, nella stessa legge, una sanatoria generalizzata per il rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute fuori dal territorio dello Stato, il cd. “scudo fiscale”, o a quella per regolarizzare – in questo caso in modo molto meno generalizzato - i rapporti di lavoro domestici o di assistenza domiciliare.



Non può sfuggire anche all’osservatore più distratto, infatti, una eccessiva sproporzione di trattamento, in rapporto alla gravità sociale e penale delle violazioni e alla consistenza delle misure di contrasto adottate.



I commercianti itineranti – più in generale i cittadini stranieri - appaiono sempre di più come il capro espiatorio da sacrificare e da dare in pasto all’opinione pubblica e al profondo malessere degli altri operatori commerciali che si trovano in condizioni di crescenti difficoltà, accentuate dalla grave crisi economica e dalla perdita di competitività del sistema delle imprese italiane.
Dal sito http://www.meltingpot.org/







Che figuraccia, anche in Nigeria
E il trattamento degli immigrati nel nostro paese arriva pure nel parlamento nigeriano:
Un lancio dell'agenzia dei missionari comboniani Misna ci informa che: I principali quotidiani della Nigeria danno oggi notizia di un`interpellanza definita di urgente
importanza nazionale depositata al parlamento di Abuja dalla presidenza della Commissione per la Diaspora nigeriana in cui si chiede di far luce sulle dubbie circostanze in cui il mese scorso è morto in Italia un giovane immigrato nigeriano; la notizia è stata diffusa da Abike Dabiri Erewalla presidente della
commissione sulla Diaspora, precisando che la mozione (forse in aula domani) sarà sostenuta anche dalle commissioni parlamentari per gli Esteri e Diritti Umani. Secondo la denuncia di una rappresentante della famiglia dell''immigrato, la morte di Emmanuel Ngozichukwu Ajoku Benedict, venerdì 23 ottobre scorso a Noventa Padovana (Padova), sarebbe da attribuire a due agenti di pubblica sicurezza che, entrati nel suo appartamento, per ragioni ignote, lo hanno spinto fuori dalla finestra della sua abitazione al quarto piano; in uno stralcio della denuncia pubblicato dal quotidiano `This Day` e da altre testate nigeriane, si afferma che l`informazione è stata data al telefono da un amico di famiglia che si trova a Padova e chiede quindi l`intervento del governo per far luce sulla vicenda e portare i colpevoli a giudizio. Secondo il quotidiano `Vanguard` nell`interrogazione parlamentare si chiede al governo italiano di indagare sulle accuse relative al
coinvolgimento di agenti nella morte del giovane. Contattate dalla MISNA, fonti della Questura di Padova smentiscono la ricostruzione fornita
alla familiare del giovane nigeriano morto; secondo la ricostruzione della polizia italiana, il giovane sarebbe morto nel tentativo di scappare dalla finestra del suo appartamento durante un`operazione antidroga conclusa con il sequestro di
sostanze stupefacenti e l`arresto di altre due persone. Fonti contattate in Questura precisano inoltre che sia la testimonianza delle sei persone presenti nell`abitazione al momento della morte del giovane sia l`esame autoptico disposto dalla Procura confermerebbero la versione della polizia italiana.



Due i mesi di sciopero della fame di Elham Elalami, recluso nel Cie di Gradisca. Sciopera da solo, perché vuole un permesso di soggiorno che nessun funzionario sembra volergli concedere. Sciopera perché vuole avere in mano quel maledetto pezzo di carta, con il timbro e con la foto, e lo vuole perché si è fatto sfruttare per anni con contratti regolari, perché ha trovato una donna che ora lo aspetta a casa, perché con lei ha già due bambini e un altro è in arrivo, perché senza di lui tutti i suoi non sanno come pagare l’affitto e non sanno come tirare avanti. Non può stare senza di loro, e loro non possono stare senza di lui, ma senza quella foto e quel timbro non potrebbe stare con loro per davvero, sarebbe ancora una vita da braccati, una vita in fuga, una vita da solo. Questo, almeno, ci è parso di capire di lui e della sua ostinazione. Tante volte avrebbe potuto scappare, Elham Elalami, ma non l’ha mai fatto: dal Centro vuole uscirci
con la foto e col timbro - oppure da morto. Fino ad ora ci ha guadagnato solo tre ricoveri all’ospedale, un tentativo di Tso, alimentazione forzata e ulteriore disperazione.
..dal Cie di corso Brunelleschi a Torino. Mimì, il ragazzo picchiato dai militari un mesetto fa, è in sciopero della fame da due settimane esatte, da solo, e chiede con insistenza di essere liberato, anche se recentemente la sua detenzione è stata prolungata da uno zelante giudice di pace.
macerie @ Ottobre 2009




La notizia che non c'è, tratta da un'agenzia adnkronos del 3 ottobre, oggi è proprio tale, perché presumibilmente inventata dal più importante Tg nazionale, il Tg1, ed è stata riportata alla nostra attenzione da un'interrogazione del parlamentare del Pd Luigi Bobba.

Il sito www.malainformazione.it. ha denunciato che un servizio, andato in onda il 9 settembre 2009, durante il Tg 1 delle ore 20.00, che mostrava il salvataggio da parte della Guardia Costiera di 35 immigrati, di origine turca, afghana, iraniana, tra cui 3 minori, potrebbe essere stata una messinscena: “I punti oscuri che si evincono dal sito riguardano in particolar modo -prosegue Bobba- il fatto che non vi fosse 'nessun gommone o imbarcazione di fortuna', ma 'una buona barca a vela che pare ancorata. La barca ha la velatura ripiegata e espone sul pennone la bandiera italiana; che il mare e' assolutamente piatto. In tutte le riprese non appaiono onde di nessun genere. Le uniche leggere increspature dell'acqua sono date dai vortici creati dalle pale dell'elicottero..il mare agitato dopo pochi minuti non e' piu' un ostacolo. Cioe', prima si lanciano 2 elicotteri di soccorso con la presenza di due troupe televisive e poi invece bastano pochi minuti per scoprire che era sufficiente mandare una barca'. La presenza di 3 bambini nel servizio del 9 settembre, accentua la gravita' della ipotesi posta in essere e, qualora ne fosse accertata la fondatezza, violerebbe anche la Carta di Treviso, in materia di protezione di minori". "Per queste ragioni -conclude Bobba- ho chiesto ai vertici Rai di sapere perche' non siano state ancora chiarite le dinamiche del servizio..chi ha materialmente realizzato il servizio filmato trasmesso in data 9 settembre 2009 e quali mezzi pubblici sono stati utilizzati per effettuare il presunto salvataggio e per filmarlo".
Complimenti, se fosse così il Tg di Minzolini non solo si è dato come missione di oscurare ciò che da più fastidio al premier, la vicenda delle escort, ma si sarebbe anche inventato un salvataggio inestistente. Ma come sottacere il cattivo sospetto che anche in questo caso ci sia in realtà un oscuramento, quello dell'ignominiosa pratica dei respingimenti?!


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