Cittadinanze umane

Italia-razzismo 22.02.2012

Da giovedì 23 a sabato 25 febbraio si terrà a Roma la prima edizione di  Cittadinanze umane, l’evento organizzato da due associazioni Incontri di Civiltà e Blue Desk, che intende promuovere una diversa modalità di discussione sul tema dell’immigrazione con particolare attenzione alla cittadinanza. Il punto di partenza è la produzione di stereotipi sull’immigrazione attraverso i mass media. 
L’accostamento di concetti quali migrazione e criminalità ha da tempo occupato le cronache di quotidiani e telegiornali, soddisfacendo il bisogno di rassicurazione di lettori e ascoltatori, confermati nell’idea che è lo straniero a costituire la prima minaccia sociale. In questo contesto, fatalmente, risulta sottaciuto il lavoro di chi utilizza una chiave di lettura diversa. Ricorre, cioè, a un metodo fondato sull’analisi dei dati ricavati da ricerche sul campo in grado di evidenziare tutta la complessità del fenomeno e non la riproposizione di luoghi comuni, che agiscono in senso contrario. Una complessità da ricondurre al fatto che si sta parlando di persone e non di cose. Persone con biografie differenti tra loro e che si ritrovano raggruppate nella categoria di migranti. Ma anche questo approccio, in realtà, potrebbe essere riduttivo se si riduce a filantropia. Ecco perché la persona migrante deve essere accolta come soggetto titolare di diritti che deve poter far valere, se si vuole che diventi un soggetto titolare anche di doveri. Ecco perché a condurre uno dei numerosi dibattiti di Cittadinanze umane sarà Queenia Pereira de Oliveira, una ragazza della Rete G2 che, nonostante sia nel nostro Paese da sempre, non ha ancora la cittadinanza italiana. 
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