31 luglio 2012
Immigrati in protesta nel reggino, bloccata ss 106
(AGI) - Riace (Reggio Calabria), 31 lug. - Un gruppo di immigrati ha attuato stamani una protesta a Riace, nel reggino, per sollecitare l'erogazione di alcuni finanziamenti loro destinati. I dimostranti hanno bloccato la strada statale 106 utilizzando alcuni cassonetti della spazzatura per impedire il transito automobilistico all'altezza di Riace Marina, causando code chilometriche in entrambe le direzioni. Nei giorni scorsi, per le stesse motivazioni, i sindaci di Riace e Acquaformosa avevano attuato lo sciopero della fame. Gli immigrati sono rimasti senza sostentamento economico per la mancata erogazione delle risorse dei progetti Emergenza Nord Africa e da giorni stavano protestando. Alcuni di loro avevano attuato lo sciopero della fame insieme con il sindaco di Riace, Domenico Lucano.
 Sabato scorso era arrivato anche il capo della Protezione Civile Gabrielli per rassicurarli. I soldi, pero', non sono arrivati e cosi' stamane, intorno alle 9, e' esplosa la rabbia.
 Alcuni volontari e operatori impegnati nelle cooperative di accoglienza hanno provato una mediazione che non ha avuto alcun successo. La tensione e' alta. Sul posto ambulanze, mezzi di carabinieri, polizia, guardia di finanza. I carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, guidati dal capitano Marco Comparato, hanno chiesto rinforzi per tutelare l'ordine pubblico. Alcuni immigrati sono stati fermati e condotti in caserma. I carabinieri hanno provveduto a sedare qualche rissa, ma la situazione resta ancora tesa.
Immigrati, rapporto in chiaroscuro Indagine Istat, spiragli d’integrazione
È la grande sfida del secolo per l’Europa, tuttavia sono pochi i segnali incoraggianti da parte del tessuto sociale, soprattutto nel nostro Paese. È quanto emerge dal report “I migranti visti dai cittadini” presentato dall’Istat
Il Vostro Quotidiano, 31-07-2012
Nuccio Franco
ROMA – Il tema dell’immigrazione rappresenta la grande sfida del secolo per l’Europa, tuttavia sono pochi i segnali incoraggianti da parte del tessuto sociale, soprattutto nel nostro Paese. È quanto emerge dal report “I migranti visti dai cittadini” presentato dall’Istat che delinea, in generale, un quadro a tinte fosche e contraddittorio su quella che è la reale percezione dell’ “altro”.
IMMIGRAZIONE = CRIMINALITÀ – Infatti, su un campione di migliaia di cittadini intervistati, più della metà associa immigrazione e criminalità (52,6%) e molti reputano gli stranieri responsabili del degrado di alcuni quartieri (56,4%). Altre cause che portano all’equazione (opinabile, ndr) straniero uguale disagio, sono quelle legate ai problemi di ordine pubblico (48%), spaccio (27,6%), prostituzione (23,9%), differenze culturali e problemi di integrazione (11,1%), lavoro nero (8,7%), convivenza religiosa (5,2%), terrorismo (5,2%), effetti negativi sul lavoro degli italiani (5,2%).
TRA I PIÙ INVISI I ROM – Questi dati, è bene sottolinearlo, stridono con altri anche recenti secondo i quali il tasso di criminalità degli immigrati regolari, sarebbe solo leggermente superiore rispetto a quello degli italiani. Tra i più invisi, al primo posto i rom che gli italiani intervistati non vorrebbero avere come vicini di casa (68%) e che avrebbero difficoltà ad accettare come generi (84,6%). Seguono i rumeni, gli albanesi, i marocchini ed i tunisini che, sostanzialmente, costituiscono di gran lunga la fetta più importante del fenomeno migratorio in Italia.
MA L’INEGRAZIONE REGGE – Tra gli aspetti discriminatori illustrati nel report ci sono anche quelli relativi alla casa ed al lavoro. Secondo il campione, infatti, sia nell’uno che nell’altro caso, gli italiani dovrebbero comunque avere la precedenza (55,3%). Tra gli aspetti positivi, invece, la quasi totalità del campione si è detta disponibile ad adottare un figlio straniero e si dice favorevole all’integrazione, soprattutto scolastica; il 92%, infatti, è d’accordo alla distribuzione degli allievi in più classi e non al raggruppamento solo in alcune. Analogo discorso vale per i ricongiungimenti familiari degli stranieri, purchè regolari, con un incoraggiante 81% mentre il 72% è favorevole al riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati nel nostro Paese.
SÃŒ AL DIRITTO DI VOTO – Infine, secondo quasi la metà degli intervistati, sarebbe utile concedere il diritto di voto agli stranieri alle elezioni amministrative, a patto che siano residenti da un certo numero di anni in Italia,pur senza avere la cittadinanza. Insomma, un ritratto “in movimento” quello che si evince dal rapporto, così come affermato dal Ministro per la Cooperazione Internazionale, Andrea Riccardi.
Regolarizzazione: l’Assindatcolf preoccupata per i costi. “Peserà molto sul bilancio delle famiglie con anziani”.
Per l’associazione datoriale il decreto rende difficile l’elusione come avvenuto in altre circostanze del passato.
Immigrazioneoggi, 31-07-2012
Con l’entrata in vigore del decreto legislativo sull’emersione dei lavoratori immigrati irregolari “si ripete l’operazione compiuta nel 2009, quando fu previsto per la prima volta il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e si volle dare ai datori di lavoro la possibilità di sanare la loro posizione irregolare”. Lo sottolinea Assindatcolf, associazione dei datori di lavoro domestico.
Il provvedimento, secondo l’associazione, contiene alcune regole che rendono la norma di difficile elusione e faranno emergere situazioni irregolari già in atto, evitando l’emersione di rapporti fittizi, creati ad hoc nell’ultima ora. Già il richiedere una documentazione proveniente da organismi pubblici attestante la presenza dello straniero irregolare in Italia dal 31 dicembre 2011 circoscrive – affermano – l’ambito di applicazione dell’emersione alle persone effettivamente presenti in Italia da quasi un anno. Inoltre, l’esclusione dei datori di lavoro che abbiano già effettuato le procedure di ingresso tramite flussi annuali o l’emersione del 2009 senza, però, poi aver provveduto alla definizione della pratica con la firma del contratto o con la successiva assunzione, renderà – a parere di Assindatcolf – il ravvedimento fruibile solo dai datori di lavoro che, loro malgrado, abbiano fatto ricorso a manodopera irregolare.
L’aspetto economico dell’intera procedura potrebbe, però - avverte l’associazione - creare dei limiti di accesso ai datori di lavoro domestico, i quali sono nella maggior parte dei casi anziani o famiglie con bambini. Il costo, infatti, del contributo forfettario di mille euro nonché il pagamento delle somme dovute a titolo retributivo e contributivo pari ad almeno sei mesi “inciderà non poco sul bilancio familiare”.