Da Bolzaneto a Marassi

Mauro Valeri 
Bolzaneto è uno dei più grandi campi nomadi di Genova, aperto nel 1988 in un quartiere periferico, nel quale vivono oggi circa 140 sinti italiani, quasi tutti di origine piemontese. 
Molti i bambini. E’ qui che è cresciuto Jason Orlando Held, oggi diciassettenne, assurto agli onori della cronaca per un motivo che non è quello solito che viene riservato agli “zingari”, bensì per meriti sportivi. Infatti, il giovane Held è una promessa della Primavera del Genoa, dopo esserlo stato degli Allievi Nazionali. A differenza di chi, pur avendo origine sinti, ha preferito non fare coming out (perché anche nel calcio pesa ancora lo stigma dello zingaro), il ragazzo di Bolzaneto le rivendica, come ha dichiarato in un’intervista al Secolo XIX: ”Siamo per natura molto uniti fra di noi nonché orgogliosi dei nostri usi e costumi. Personalmente sono molto affezionato al campo nomadi di Bolzaneto, nel quale sono cresciuto e dove ancora vivono tutti i miei parenti. Il culto dell’esplorazione e dello spostamento continuo è nel nostro dna ed è tale da spingersi a dar vita a innumerevoli viaggi in camper”. A riprova di questo culto del viaggio, c’è la sua storia personale: il nonno paterno, da cui ha ereditato il cognome, era tedesco, il padre è nato a Milano, la madre a Ronco Scrivia , e lui a Genova nel 1994. Crescere in un “campo nomadi” troppo spesso vuol dire essere costretti a vedere la vita dal lato più buio, ma per il giovane Held ha rappresentato anche altro. Se un suo collega nel raccontare la sua carriera sportiva, citerebbe sicuramente qualche scuola calcio, lui dice semplicemente “Ho cominciato a 7-8 anni al campo di Bolzaneto”, dove campo non sta, chiaramente, per campo sportivo ma campo sosta. Allo stesso tempo, le qualità sportive non le ha acquisite tirando palloni e porte ufficiali, ma “utilizzando i carrelli della spesa come porte da gioco”. La sua storia calcistica sembra ridare dignità a quel calcio di strada che oggi appare scomparso, deglutito dal business delle scuole calcio. Certo, se si vuol tentare la carriera è da lì che si deve passare. E così è stato anche per il giovane Held che, quando aveva undici anni, è entrato a far parte di una squadra vera, prima il Pontedecimo e poi il Genoa, senza però abbandonare il suo estro, che ha non per natura ma perché elaborato nell’esperienza diretta. Una mediazione forse inevitabile tra due mondi, fra similitudini e differenze, che lui, nonostante la giovane età, sembra saper gestire: “Quelle Sinti sono le nostre origini ma ci sentiamo in ogni caso uguali agli altri. Siamo infatti tutti italiani e di religione cristiana”. Quella di Held è una sfida, non solo sui campi di calcio, ma anche nella vita quotidiana che dovremmo saper raccogliere e supportare.
 
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