Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

05 giugno 2013

Sbarcati in Calabria 121 immigrati
Sono siriani e afghani,tra stranieri 49 bambini di cui 2 neonati
ANSA, 05-06-2013
(ANSA) - BIANCO (REGGIO CALABRIA), 5 GIU - Uno sbarco di immigrati e' avvenuto stamane a Bianco. A bordo di una barca a vela sono arrivati 121 stranieri di nazionalita' afghana e siriana. Tra gli immigrati ci sono 49 uomini, 23 donne e 49 bambini di cui due neonati. Le loro condizioni di salute sono buone. Sul posto e' intervenuta la Capitaneria di porto, la guardia di finanza, polizia e carabinieri. Gli immigrati sono stati portati a Roccella Jonica dove saranno ospitati in una struttura comunale.



Immigrazione: sbarco nell'agrigentino
Rintracciati in 21 sulla spiaggia di Torre Salsa
(ANSA) - AGRIGENTO, 5 GIU - Ventuno immigrati sono stati rintracciati dai carabinieri dopo essere sbarcati, stanotte, sulla spiaggia di Torre Salsa, tra Siculiana e Montallegro (Ag).
Lungo l'arenile non è stata però trovata nessuna imbarcazione: è probabile che un peschereccio abbia lasciato i migranti sotto costa per poi riprendere il largo. Le ricerche di altri immigrati continuano.



Ius soli, verso una maggioranza bipartisan. Sulla cittadinanza proposte da ogni partito
Con la sola eccezione della Lega Nord, parlamentari di tutti i partiti lavoreranno a un testo comune. "E' italiano chi nasce in Italia e ha un forte legame con il paese"
la Repubblica, 05-06-2013
ROMA -  In questa legislatura c'è un'ampia maggioranza bipartisan a favore di uno ius soli temperato. Il dato politico (tutt'altro che scontato) è emerso stamani dalla riunione dell'Intergruppo Immigrazione di Camera e Senato. E ora parlamentari di tutti i partiti, salvo la Lega Nord, proveranno a redigere una proposta di legge comune. "I punti in comune alle varie proposte sono l'uscita dallo 'ius sanguinis' (è italiano chi nasce da genitori italiani, ndr.) e la previsione di un legame della cittadinanza con un radicamento in Italia", ha spiegato il deputato Pd Khalid Chaouki dopo la riunione. Tutte le ipotesi prevedono una forma di 'ius soli', ma temperata in vari modi, per evitare abusi. Sel chiede che uno dei genitori sia residente da almeno un anno, M5S da 3 anni, Pd e Scelta civica da 5. La proposta del senatore Pdl Carlo Giovanardi prevede la cittadinanza all'iscrizione al primo anno di scuola dell'obbligo, quella di Renata Polverini alla Camera la concede al termine dell'obbligo scolastico, a 16 anni.
Ora parlamentari di tutti i partiti (salvo la Lega Nord) proveranno a redigere una proposta di legge comune. Durante l'intergruppo, al quale ha partecipato la ministra dell'Integrazione Cécile Kyenge, è stato fatto il punto sulle proposte di legge presentate da parlamentari di Pd, Pdl, Scelta civica, Sel. Il Movimento 5 Stelle sta per presentare un testo. Solo la Lega Nord evita l'argomento. In più c'è una proposta di iniziativa popolare. L'Italia sono anch'io porta avanti le richieste di cittadinanza di figli di immigrati, nati in Italia e raccolgie 200.000 firme.
"Per la prima volta in parlamento c'è una larga maggioranza attenta a questo problema - ha commentato il deputato di Sc Mario Marazziti -. Ora lavoriamo per arrivare ad un testo comune in commissione Affari costituzionali". Renata Polverini non ha nascosto che è dal Pdl che vengono le maggiori resistenza allo ius soli, anche se le sue posizioni hanno l'appoggio fra gli altri di Bondi, Santanchè, Carfagna e Ravetto. Tuttavia, ha aggiunto Polverini, "siamo convinti che questa legislatura possa compiere qualcosa di importante". Per il 5 Stelle Giorgio Sorial "la riforma della cittadinanza è un tema europeo e porteremo il nostro lavoro in Europa". Consapevoli delle opposizioni nel Pdl (Gasparri in testa), Polverini e Chaouki sono stati ben attenti a non creare problemi a Palazzo Chigi. "Il nostro è un percorso solo parlamentare, non è nel programma di governo", ha precisato l'esponente Pd, mentre l'ex governatrice ha commentato "non si pregiudica la sorte del governo se il parlamento si concentra su una battaglia di civiltà".



Idem: "Sì alla cittadinanza ai minori stranieri per meriti sportivi"
Così il ministro delle Pari Opportunità e Sport alla Commissione Cultura della Camera. La norma riguarda i tesserati i cui genitori soggiornano regolarmente in Italia
la Repubblica.it, 04-06-2013
ROMA - Sì alla cittadinanza per i minori che si distinguono nello sport. Così il ministro delle Pari Opportunità e Sport, Josefa Idem, alla Commissione Cultura della Camera. "L'Italia deve favorire l'acquisto della cittadinanza per gli atleti stranieri che si sono distinti per alti meriti sportivi", ha detto la Idem. La norma riguarda i minori stranieri tesserati i cui genitori soggiornano regolarmente in Italia.
Ma l'ex olimpionica della canoa ha anche affrontato altri tempi, tra i quali l'abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi sportivi: "Non possiamo più tollerare - ha detto il ministro Idem - che degli atleti, amatori e agonisti, non possono accedere a palestre per colpa di barriere architettoniche. Nel 2013 questo non è più accettabile. Per un paese civile non devono esistere gli atleti e le atlete diversamente abili: esistono gli atleti e le atlete". E proprio parlando dell'impiantistica la Idem ha spiegato che "non si deve pensare solo alle grandi infrastrutture, ma attenzionare soprattutto i piccoli impianti, le scuole e le università. Sono necessari oggi in Italia ampi programmi rivolti all'impiantistica sportiva, per la promozione dello sport di base e dilettantistico". La Idem ha poi reso noto di aver "già dato impulso alle procedure per l'erogazione delle risorse" del Fondo per lo sviluppo del'impiantisca sportiva (istituito con legge 134/2912), che ha una dotazione di 23 milioni di euro. .
Il ministro ha anche annunciato di voler incentivare, d'accordo con il Coni, la realizzazione dei Giochi sportivi studenteschi nelle scuole secondarie e i campionati universitari. "Penso anche a un opportuno coinvolgimento dell'Università dedicata allo sport, quella del Foro Italico, un'eccellenza che l'Italia è tra i pochi a poter vantare in Europa".



IMMIGRATI, CALANO A MILANO E PROVINCIA: NEL CAPOLUOGO FORTE AUMENTO DISOCCUPATI
la Repubblica.it, 05-06-2013
E' stato presentato questo pomeriggio a Palazzo Isimbardi il XV rapporto sull'immigrazione straniera in provincia di Milano, curato da assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Milano, Fondazione Ismu e Orim, Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità. La presentazione è stata introdotta dall'assessore provinciale alle Politiche sociali Massimo Pagani: "Ringrazio i ricercatori di Ismu per il prezioso lavoro. Il quadro che viene fornito permette a noi amministratori locali di programmare con maggiore consapevolezza la nostra azione amministrativa, già resa difficile dalla contrazione delle risorse a disposizione". La ricerca, che fotografa la situazione al primo luglio 2012, conferma il milanese come area maggiormente attrattiva a livello regionale: in essa vive il 35,8% del 1,2 milioni di stranieri provenienti da Paesi a forte pressione migratoria presenti in Lombardia. A debita distanza Brescia (16,1%) e Bergamo (11,3%). In valore assoluto, sono 443.300 gli stranieri, regolari e non, stimati sul nostro territorio. Il dato acquisisce particolare importanza se rapportato all'anno precedente, quando gli stranieri erano 460.000: il calo, dettato anche da aggiornamenti anagrafici apportati con l'ultimo censimento, va ad interrompe un trend oramai consolidato, che ha visto la presenza straniera crescere costantemente dal 1998 in poi (la sola eccezione, del 2006, si giustifica con la nascita della Provincia di Monza e della Brianza). All'interno del territorio provinciale il capoluogo si conferma più attrattivo dell'hinterland, sebbene in leggero calo (-1%) rispetto all'anno precedente. A Milano città vivono infatti 248.400 stranieri, il 56% del totale provinciale. La diminuzione complessiva della presenza straniera porta con sé anche il calo degli irregolari, che passano da 49.800 (2011) a 37.500: quasi due terzi di essi, il 63,2%, vive nel capoluogo. A Milano città le possibilità occupazionali risentono fortemente della crisi economica: i disoccupati crescono infatti dall'10,8% del 2011 al 19,4% del 2012, avvicinandosi pericolosamente al picco del 22% registrato nel 1997. Nell'hinterland, invece, la disoccupazione tra gli stranieri decresce di 2 punti percentuali, assestandosi ad un 11,4% non lontano dal 10,5% del 1997. (Omnimilano.it)



Bocciate le politiche italiane sull’immigrazione: costose, inefficaci e disumane
Il sistema italiano di contrasto all'immigrazione clandestina è costoso, inefficace e spesso disumano. Lo certificano uno studio dell'associazione Lunaria e le numerose condanne europee per violazione dei diritti umani.
Diritto di Critica, 05-06-2013
Scritto da Francesco Rossi
Dati alla mano, le politiche italiane di contrasto all’immigrazione clandestina si rivelano inefficaci e costose. Senza contare le numerose condanne europee per violazione dei diritti umani all’interno dei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione). L’intero sistema è da ripensare, con urgenza.
Flop completo. Doveva essere il mix perfetto per garantire la legalità dell’immigrazione: introduzione del reato di clandestinità e istituzione dei Centri per l’identificazione e l’espulsione degli irregolari. A distanza di qualche anno, invece, si sta rivelando un flop sotto tutti i punti di vista. L’associazione Lunaria ha provato a fare qualche conto, pubblicando il rapporto “Costi Disumani”. Il risultato ci dice che, dal 2005 ad oggi, la spesa per le politiche di contrasto all’immigrazione clandestina è stata di oltre 1,5 miliardi, di cui 300 milioni di provenienza comunitaria. Si tratta, però, di numeri approssimativi, perchè la pubblica amministrazione è restia nel fornire cifre scorporate e chiare.
I costi. Oltre 330 milioni di euro, tra il 2007 ed il 2012, sono stati assorbiti dal Fondo europeo per le frontiere esterne, finanziato al 50% dall’UE. Poi ci sono i 110 milioni del Piano per la sicurezza del mezzogiorno (sempre equamente divisi tra Italia ed Europa), i 60 milioni del Fondo europeo per i rimpatri (di cui circa 35 messi dal Governo italiano), e i 150 milioni destinati alla cooperazione con i paesi terzi. Denaro utilizzato, ad esempio, per equipaggiare le forze dell’ordine, implementare la tecnologia per il monitoraggio dei confini, studiare i flussi migratori. Più difficile è capire quanto costano i CIE. Queste strutture, infatti, fanno parte di un sistema complessivo che comprende, tra gli altri, anche i CARA (destinati ai richiedenti asilo); il volume dei finanziamenti reso noto (oltre 1 miliardo di euro) si riferisce all’intera rete. Secondo Lunaria, che ha incrociato vari dati, tenere in piedi i CIE costa all’Italia 55 milioni di euro l’anno.
Misure inefficaci. I soldi in ballo sono parecchi, soprattutto in tempo di crisi. E non sono neanche spesi bene. I risultati concreti, infatti, latitano, e l’immigrazione clandestina non è certo un problema risolto. Secondo le stime, in Italia risiedono circa 500 mila irregolari. Di questi, nel 2012, le forze dell’ordine ne hanno intercettati 28 mila. Se poi si guarda ai fascicoli processuali aperti (la clandestinità è reato) la cifra è irrisoria: 172, di cui 55 già definiti. Per quanto riguarda le sanzioni: la multa non viene quasi mai pagata (si tratta di indigenti), e il rimpatrio avviene solo nel 40% dei casi. I compenso, però, queste persone finiscono per sovraffollare le carceri o gli stessi CIE, dove sono costrette a rimanere anche 18 mesi, sopportando pessime condizioni di vita. Ed è così che ci guadagniamo anche le condanne europee per violazione dei diritti umani.
Le falle di questa strategia politica sono evidenti e le voci che chiedono una radicale inversione di marcia si moltiplicano. Da una parte, finchè questo sistema resta in piedi, bisogna assicurarsi che sia quantomeno rispettoso della dignità dei migranti. E’ necessaria, poi, maggiore trasparenza nei conti pubblici, per sapere quanti soldi vengono spesi ed in che modo. Per il futuro, infine, è il caso di cominciare a ragionare su nuove modalità di gestione delle migrazioni, magari rafforzando gli strumenti di politica estera, soprattutto nella forma della cooperazione allo sviluppo.



Golden Gala 2013 di atletica: i bambini di Lampedusa corrono per i migranti.
12 bambini provenienti dall’isola siciliana parteciperanno domani allo Stadio Olimpico di Roma a una staffetta per promuovere un messaggio di accoglienza e solidarietà.
Immigrazioneoggi, 05-06-2013
“Solidarietà in corsa: Lampedusa testimone d’accoglienza”, questo il messaggio che sarà stampato sulle magliette da gara di 12 bambini della Scuola media di Lampedusa che domani, allo Stadio Olimpico di Roma, correranno una staffetta 12x200mt organizzata nell’ambito del Golden Gala, il grande meeting internazionale di atletica leggera.
I bambini parteciperanno nell’ambito dell’iniziativa “Per…Correndo la Memoria”, kermesse parallela alle gare ufficiali, promossa dall’Associazione Atletica Berradi 091, impegnata nell’organizzazione di attività sportive rivolte a ragazzi e a minori e neo-maggiorenni stranieri in situazioni di marginalità sociale.
La manifestazione è stata resa possibile grazie al sostegno dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e di Save the Children, che operano da anni sull’isola nell’ambito di Praesidium e che svolgono attività di assistenza legale a favore dei migranti che sbarcano sull’isola.
La staffetta avrà inoltre un altra forte caratteristica simbolica: il testimone che i bambini si passeranno nel corso della gara è stato infatti realizzato con il legno di alcuni barconi utilizzati dai migranti per attraversare il Canale di Sicilia.
Il Golden Gala, dedicato quest’anno al ricordo di Pietro Mennea, vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Usain Bolt, il plurimedagliato velocista dei Giochi di Pechino e Londra, campione mondiale e primatista iridato e di Justin Gatlin, bronzo a Londra nei 100. Al meeting saranno presenti 38 medagliati olimpici e 27 medagliati ai Mondiali.



Immigrati/ NY Times denuncia: Centri accoglienza Italia "crudeli"
Differenza Ponte Galeria (fuori Roma) da prigione è "semantica"
Roma, 5 giu. (TMNews) - "I centri di accoglienza in Italia sono crudeli": è la denuncia di alcune ong, citate dal New York Times, che dedica un lungo articolo ai Cie (Centri identificazione espulsione), in particolare quello di Ponte Galeria, alle porte di Roma, la cui differenza con una prigione è solo "semantica".
"Un'alta barriera di metallo divide le file di caserme in unità individuali, chiuse a chiave la notte, quando i cortili in cemento vengono illuminati a giorno", è la descrizione del centro di Ponte Galeria, uno degli 11 Cie che in Italia "ospitano" per alcuni mesi gli immigrati senza lavoro o il cui permesso di soggiorno è scaduto. Ci sono ovviamente le videocamere di sorveglianza e alcune guardie sono in tenuta antisommossa, scrive l'autrice dell'articolo Elisabetta Povoledo. "I detenuti possono muoversi in aree delimitate durante il giorno, ma sono obbligati a indossare le ciabatte o scarpe senza lacci, così da non farsi male o non fare male agli altri", prosegue la giornalista, secondo la quale dopo una rivolta nell'ala maschile gli oggetti contundenti, comprese penne, matite e pettini, sono stati vietati.
Centri simili a questi, in Italia come in Europa, sono sempre più oggetto di critiche feroci da parte delle organizzazioni per i diritti umani: "Sono luoghi, non-luoghi, dove non c'è interazione con la società italiana, che è a malapena a conoscenza della loro esistenza", ha denunciato Gabriella Guido, coordinatrice nazionale di LasciateCIEntrare, una delle molte associazioni che lottano per chiudere i centri. "Sono un deserto politico e culturale che fanno notizia solo quando ci sono delle rivolte", ha aggiunto.



Afghanistan, l'Odissea della fuga nel racconto dei protagonisti
L'inchiesta di "In Migrazione Onlus" sui viaggi degli afghani verso l'Europa, rotta Kabul-Italia. Dai primi contatti con i trafficanti, i cosiddetti "polli" come li chiamano i migranti. Da Herat si può raggiungere l'Iran in tre giorni di cammino, passando tra i monti. Racconta Abdhullah: "Sono partito tre anni fa per la Svezia. il viaggio è durato un anno e dieci mesi e m'è costato 7.000 dollari"
la Repubblica.it, 04-06-2013
VLADIMIRO POLCHI
ROMA - "Sono partito da casa mia tre anni fa, volevo arrivare in Svezia dove vivono alcuni connazionali che stanno bene. Il viaggio è durato un anno e dieci mesi e mi è costato 7.000 dollari americani". Abdhullah ha lasciato l'Afghanistan a 23 anni. Oggi è in Italia. La sua odissea ricorda quella degli oltre 2,7 milioni di profughi afghani da anni in fuga dalla guerra: più di 5.000 chilometri percorsi a piedi, nascosti dentro camion, su gommoni e barchette sgangherate. Decine di migliaia di euro "rubati" da contrabbandieri senza scrupoli. Viaggi lunghi anni: a volte si parte bambini e si arriva adolescenti.
La partenza da Herat. Un'indagine di "In Migrazione Onlus" fa luce sulle condizioni drammatiche del viaggio degli afghani per raggiungere l'Europa, sulla rotta Kabul-Italia. Tutto comincia in Afghanistan trattando con i primi trafficanti, i cosiddetti "polli" come li chiamano i migranti. Da Herat si può raggiungere l'Iran in tre giorni di cammino, passando tra i monti. Una "gita" che costa mediamente 300 dollari. Qualche centinaio di chilometri più a Sud si può partire da Nimruz, così il viaggio costa meno ed è più veloce perché basta una sola notte di cammino nel deserto, ma è più pericoloso perché la zona è pesantemente minata. Poco lontano da Kandhar, invece, a Spin Boldak ci si può accordare per passare dal Pakistan prima di raggiungere l'Iran attraverso le rotte del traffico di eroina. Ma questa è una via per pochi, né afghani di origine azara né tajiki posso essere al sicuro nel passare una zona di tribù baluche.
Obiettivo: Istanbul. Una volta arrivati in Iran, proseguire verso la Turchia significa affidarsi ad autisti che fanno il prezzo in base al mezzo. Spesso nei tir, dove possono essere caricate anche più di 100 persone, costrette a viaggiare in piedi nel cassone. Ma vengono utilizzate anche vecchie utilitarie dove i passeggeri possono arrivare a una decina, sfruttando la capienza dei portabagagli. Un viaggio ad alta velocità per forzare i blocchi, la maggior parte delle volte in orario notturno per non essere scoperti, senza soste e senza viveri. Poi ci si organizza per l'obiettivo seguente: attraversare il Kurdistan, iraniano o iracheno (a seconda del giro) fino a quello turco, per raggiungere Istanbul. Che vuol dire attraversare i monti a piedi e non sempre in stagioni favorevoli. Durante il cammino, raccontano in molti, le tracce di chi ci ha lasciato la pelle sono in bella vista lungo i sentieri. Ci si affida ai quchakhbar curdi, che si impegnano a fare arrivare i migranti fino a Istanbul (con prezzi che si aggirano intorno ai 3000 dollari), stando attenti ai soldati turchi. Da lì è facile arrivare sulla costa, a Smirne, dove pagando si può contare su gommoni a remi.
Dalla Turchia alla Grecia. La traversata di questo pezzo di Mediterraneo non è meno rischiosa che partire dalle coste del continente africano. "Human Right Watch - si legge nell'indagine - ha denunciato più volte la Guardia costiera greca che di prassi traina i gommoni dei naufraghi in acque internazionali e, occasionalmente, li buca per provocarne l'affondamento".
"I cadaveri in acqua". "La parte più terrificante del viaggio è stata per me il percorso tra Turchia e Grecia - ricorda Mohammed, partito a 51 anni - Eravamo in 47 dentro una barca e con noi c'erano due trafficanti, tutti e due armati. Siamo rimasti in mare quasi tre giorni e siamo arrivati vicino le coste della Grecia alle 2 di notte. I trafficanti ci hanno costretto a saltare in mare. Si vedeva la spiaggia, ma l'acqua era ancora profonda. Appena uscito ho cercato i miei amici. Mancavano alcuni dei ragazzi. Abbiamo trovato un cadavere e poi un altro e poi un altro. Questo non me lo posso dimenticare. Uno di quei ragazzi due mesi fa si era sposato".  
L'arrivo in Italia. Dalla Grecia all'Italia, il modo più utilizzato per attraversare lo Ionio sono i tir, nelle celle frigorifere, sotto i vani motori, nelle intercapedini o chiusi nei bagagliai. Così muoiono molti migranti. Porti di approdo: Bari, Ancona, Brindisi e Venezia. Ma l'Italia si trasforma presto in una trappola a causa della Convenzione di Dublino II, che obbliga il richiedente asilo a restare nel Paese d'ingresso europeo, senza potersi liberamente muovere in Europa.
"Si paga a ogni tappa". Jalil, afghano, partito a 16 anni: "Ho dovuto pagare per tante tappe del viaggio. Da Herat in Afghanistan a Tehran in Iran; da Tehran a Istanbul in Turchia; da Istanbul a Miti Lini in Grecia; da Miti Lini ad Atene; da Comunizia ad Ancona. Ho dovuto pagare molti trafficanti diversi, uno per ogni tappa. Ad alcuni ho pagato direttamente, ad altri ho pagato tramite una terza persona che chiamano "dallal" (cioè agente). Afghanistan, Iran, Turchia, Grecia, Italia: tanti chilometri, tanto tempo, troppi rischi. Solo per arrivare in Grecia ho dovuto fare otto tentativi, sette sono falliti. Giunto in Grecia, ormai alle porte dell'Europa, ho dovuto aspettare due mesi per poi proseguire per l'Italia".

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