Buon Natale a tutti anche ai vicesindaci che parlano da razzisti

Osservatorio Italia-razzismo
A Milano, in via Padova, la strada simbolo della città multietnica, (un po’ come Piazza Vittorio a Roma o San Salvario a Torino) avevano augurato "Buone feste!" in sei diverse lingue.
Ma lunedì pomeriggio, su richiesta dell'assessore all'Arredo Urbano Maurizio Cadeo (fratello del più noto Cesare), una squadra di operai ha spento una dopo l'altra tutte le scritte. La scena appare, ai cittadini di via Padova e strade limitrofe, come certi sorrisi incrinati dalla sdentatura. Una scelta così motivata dall’assessore: «Via Padova è una strada italiana. E tale deve restare, la ditta aveva fatto un colpo di mano, finendo per strumentalizzare il Natale». Sempre a Milano, l’estate scorsa, il Vice Sindaco Riccardo De Corato, decideva di applicare il regolamento comunale che vieta le scritte quando sono esclusivamente in lingua straniera. Il proprietario di una gioielleria e il titolare di un negozio di audio-video, sono i primi multati, nella chinatown milanese, per aver esposto insegne scritte soltanto in lingua cinese. «È una situazione che oltre a provocare disagio» - la spiegazione di De Corato - «crea problemi di legalità e sicurezza. Dietro gli ideogrammi possono celarsi messaggi illeciti in codice per i connazionali». Entrambi i provvedimenti presentano motivazioni di carattere burocratico-amministrativo che celano messaggi anti-stranieri, in difesa del principio d’italianità. Ma se il primo suscita ilarità più grave risulta il secondo. Infatti per spiegare una norma, che pure potrebbe avere elementi di buon senso (la tutela dei consumatori), si indicano come un pericolo - né dimostrato, né argomentato - l’insegna di un negozio, una scritta augurale, le voci di un’altra lingua.
27 novembre 2010
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