Sbarchi a Lampedusa Fallimento del governo dell’irresponsabilità

Osservatorio Italia-razzismo

Undicimiladuecentottantacinque sono i tunisini sbarcati a Lampedusa dall’inizio delle rivolte. Secondo il ministro dell’Interno Roberto Maroni si tratta di un numero destinato a crescere. L’importanza del dato aumenta se confrontato con il numero dei tunisini approdati in Italia nel 2010: 4406.

Forse è a causa di questa differenza numerica che il Governo italiano sembra essere ancora totalmente in panne di fronte a una simile situazione e continua a invocare  l’aiuto dell’Unione Europea. Una richiesta esclusivamente di carattere economico, inevitabile conseguenza dell’inettitudine dimostrata finora. A sentire Maroni infatti a completare un disegno perfetto di accoglienza destinato a chi arriva mancherebbero solo i soldi. Ma se così fosse non si capirebbe come mai - è quanto accade in queste ore - una parte degli abitanti contesti con tanta veemenza la politica del governo. Insomma una catena di irresponsabilità in cui, ovviamente, a pagarne le conseguenze sono gli abitanti dell’isola e i tunisini rinchiusi in un Cie ormai sovraffollato. Intanto sui giornali i titoli su questo argomento fanno impressione per la loro monotona reiterazione risultando nulla più che bollettini del Viminale quotidianamente aggiornati. L’effetto di tutto ciò è la routine: sbarchi che si susseguono, senza sorprese o colpi di scena, accompagnati da commenti ripetitivi e da proposte invariate e inefficaci. È tutto a tal punto prevedibile che la prossima emozione la proveremo quando il numero delle persone sbarcate supererà i 50.000 e cioè quando sentiremo di nuovo parole come «esodo biblico», «invasione» o simili che rimandano a scenari vicini alla catastrofe. Fino a quel momento a fatica terremo il conto.
18 marzo 2011

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