Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

30 settembre 2011

Voto ai migranti: Sabato raccolta nazionale di firme
Cuore Normanno, 30-09-2011
ROMA - Sabato primo ottobre i promotori della campagna “L’Italia sono anch’io” organizzano una giornata nazionale di raccolta firme a sostegno delle due proposte di legge di iniziativa popolare che hanno presentato a sostegno della cittadinanza per figli di immigrati nati in Italia e del voto alle amministrative agli stranieri stabilmente residenti.
A Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Bari e in decine di città italiane i comitati locali della campagna allestiranno banchetti e organizzeranno incontri di sensibilizzazione.
Un importante appuntamento nazionale che avvicinerà l’obiettivo delle 50.000 firme necessarie per ciascuna delle due proposte di legge. La mobilitazione per la raccolta di firme continuerà in tutta Italia, anche nei giorni successivi con molti appuntamenti locali.
Sono infatti già in programma iniziative a Parma, a Salerno e in decine di altre città dove si stanno attivando i comitati locali.
La campagna “L’Italia sono anch’io” è promossa da 19 organizzazioni (Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunit… d’accoglienza, Comitato 1ø Marzo, Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 – Seconde Generazioni, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco) e dall’editore Carlo Feltrinelli. Presidente del Comitato promotore è Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia.



Pisapia, si al voto agli immigrati
Corriere della Sera, 30-09-2011
A. COPPOLA e A. SACCHI
La prima firma è del primo Cittadino:  «E ne sono orgoglioso». Giuliano Pisapia mette nome, cognome e timbro dei Comune alia campagna (nazionale) «L'italia sono anch'io» per la riforma delia norma sulla cittadinanza e il voto ai migranti alle amministrative, promossa da un folto gruppo di sigle, dall'Arci, alle Acli, alla Rete G2. Il testo delle due proposte di legge di iniziativa popolare è già stato depositato in Cassazione, restano sei mesi di tempo per la raccolta delle 50 mila firme necessarie per arrivare in Parlamento. Si parte dalle grandi città, Milano in testa.
«Si sta costruendo una nuova cultura che tiene conto dei nuovi milanesi» dice il presidente del Consiglio co- munale Basilio Rizzo. Pensa al voto alle amministrative per gli stranieri residenti in maniera regolare e stabile da almeno cinque anni, innanzitutto. La proposta di legge introduce il diritto di elettorato attivo e passivo nelle consultazioni in città, province e regioni. Milano sostiene la linea, anzi la anticipa. È già allo studio l'ipotesi di cominciare a estendere ai migranti la possibilità di partecipare al referendum consultivi comunali, piccola, ma simbólica riforma che non richiederebbe il passaggio in Parlamento. Quindi la modifica della legge sull'acquisizione della cittadinanza, rivolta soprattutto ai ragazzi figli di stranieri, nati in Italia ma non riconosciuti come italiani in base allo íus sanguinis. La proposta chiede l'introduzione anche dello ius soli: italiano chi nasce in Italia da almeno un geni- tore legalmente presente da un anno. E chiede anche una corsia preferenziale — che finora non esiste — per i minori non nati in Italia ma arrivati qui da bambini e qui cresciuti. Iniziative «che vanno a favore del rispetto dei principio di uguaglianza enunciate dall'articolo 3 della Costituzione», sottolinea Pisapia. Da domani banchetti allestiti negli uffici del Comune in via Larga dalle 8.30 alie 15.30 e nelle sedi dei nove consigli di zona.



Fini: l’integrazione dei giovani è la sfida da affrontare rifiutando ogni paura e ogni miopia.
Ieri il convegno “Giovani musulmani in Italia: un’integrazione possibile?”. D’Alema: quella dell’immigrazione è “una questione da sottrarre al dibattito partigiano”.
Immigrazione Oggi, 30-09-2011
Quella dell’integrazione dei giovani immigrati è una “sfida" che un Paese come l’Italia deve affrontare a viso aperto rifiutando ogni “miopia" o “paura". Questo il messaggio che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha rivolto alla platea del meeting Giovani musulmani in Italia: un’integrazione possibile?, organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, Associazione Genemaghrebina e Centro Studi Americani.
Nell’incontro, che ha visto la presenza anche di Giuliano Amato, Massimo D’Alema e del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, il Presidente della Camera ha ribadito la necessità di “superare gli esempi rivelatisi negativi del multiculturalismo comunitario o dell’assimilazionismo, tipici degli esperimenti britannico e francese, anche per via del loro passato coloniale”.
Per il Presidente della Camera la sfida per l’integrazione dei musulmani passa anche “per la conquista da parte loro della consapevolezza che una società occidentale, laica e plurale non è solo una società ricca ma anche una società fondata su una etica della responsabilità, un’etica pubblica”. Fini ha poi ricordato che “è superfluo dire che alcuni esempi che giungono dalla società italiana sono esempi che difficilmente rafforzano la percezione che essere occidentali significa avere un’etica pubblica, un’etica della responsabilità”.
Il presidente della Fondazione Italianieuropei, Massimo D’Alema, ha posto l’attenzione sulle politiche di accoglienza perché, ha spiegato “ne abbiamo disperatamente bisogno” e perché un Paese che non assicura a tutti i diritti fondamentali ha “un problema di qualità della democrazia”. Per D’Alema, quella dell’immigrazione è “una sfida decisiva per l’avvenire dell’Italia e dell’Europa che, se vogliono contrastare una fase di declino devono avere la capacità di integrare le nuove forze vitali”. D’Alema ha evidenziato il “paradosso italiano” in cui “l’ostilità verso il mondo degli immigrati è diventata merce elettorale con fenomeni di imbarbarimento che contribuiscono alla chiusura di queste comunità”. Il deputato ha sottolineato come quella dell’immigrazione è “una questione da sottrarre al dibattito partigiano. Le politiche dell’immigrazione sono difficili e per questo dovrebbero essere bipartisan. Dove questo non è avvenuto, in Europa, ci sono stati effetti devastanti”. Secondo l’esponente del Pd “si può sperare in una stagione nuova ma sulla base di regole europee. Non possiamo affidarci ad una competizione tra modelli nazionali, ci vuole una assunzione di responsabilità europea e alcune regole comuni”.



Immigrazione: trasferiti su bus migranti Porto Empedocle
Erano su nave proveniente da Palermo
(ANSA) - PORTO EMPEDOCLE (AGRIGENTO), 29 SET - I cento tunisini, arrivati all'alba di ieri a Porto Empedocle, da Palermo, a bordo del traghetto ''Moby Vincent'', sono stati fatti scendere e caricati su due pullman. Gli immigrati, che erano stati portati via da Lampedusa dopo gli scontri e l'incendio del Cpt e dopo essere rimasti 4 giorni sulla nave al porto di Palermo, adesso verranno trasferiti, ma non e' stata resa nota la loro destinazione. Intanto, a Porto Empedocle rimane in banchina, senza migranti a bordo, il traghetto ''Moby Fantasy'', che era nel porto di Palermo. (ANSA)



LE NAVI LAGER E I DIRITTI NEGATI DEI MINORI
il manifesto, 30-09-2011
Raffaele K. Salinari *
Forse qualcuno ricorda una film di John Woo, Face off, in cui il protagonista viene confinato in una prigione di massima sicurezza in mezzo al mare. Questa pratica aberrante è oggi la nuova frontiera praticata dal ministro Maroni nel perseguire la politica legista del fora dai bali. Infatti, da diversi giorni, dopo le fughe in massa dai Centri di Lampedusa e la frettolosa rimozione degli immigrati dall'isola, ci sono almeno tre navi, la Moby Fantasy, la Moby Vincent e 'Audacia che stazionano al largo di Palermo con a bordo un numero imprecisato di persone, alcuni minori e donne in cinta. Il manifesto sta seguendo la vicenda che è stata denunciata anche da diverse associazioni di giuristi.
II pUnto è che queste navi sono diventate di fatto dei Centri di detenzione galleggianti, al di fuori di ogni regola, anche quelle previste dalla seppur restrittive norme nazionali sui diritti degli immigrati. Partico- larmente grave la presenza di minori, poiché dovrebbero avere un trattamento consono ai loro diritti. Anche a fronte di una richiesta formale in questo senso, volta a conoscere la situazione degli imbarcati minorenni, avanzata dalla legale della nostra organizzazione alie autorità competenti, non abbiamo ottenuto alcüna risposta. Solo la visita di una parlamentare, l'onorevole Alessandra Siragusa dei Pd, ho potuto constatare la loro effettiva presenza, senza peraltro che nulla cambiasse. A rimarcare ulteriormente la gravità di questo silenzio, c'è il fatto che alcuni dei minori erano già stati presi in carico da noi per l'assistehza legale, di fatto ad oggi impedita da questa opacità informativa. E dunque la lista delle violazione dei diritti che questa pratica implica è molto lunga: parte da quelli costituzionali, passa per quelli dei diritto all'informazione e arriva alla totale violazione della Convenzione Onu sui Diritti dei Bambini.
Ovviamente, se nessuno, tranne i parlamentare e non certo le Organizzazioni umanitarie preposte all'assistenza, e non la stampa, una nave sempre alla rada è un luogo off limits, un lager galleggiante. La pratica del lager galleggianti entra dunque in funzione in un momento di estrema degenerazione politica, che ha permesso alia vice sindaco di Lampedusa, la leghista Angela Maraventano, ai microfoni di Radio Padania la settimana scorsa, di sostenete impunemente che le Organizzazioni umanitarie «informano esageratamente» dei loro diritti    spingendoli cosi alla rivolta: «Chiederò al Governo il loro allontanamento dall'isola, poiché sono le associazioni umanitarie che, venendo a vedere come li trattiamo e come non li trattiamo, fomentano questi delinquenti e ne sostengono le battaglie». Opinione condivisà da Bernardino De Rubeis, sindaco di Lampedusa, il quale, anch'egli su Radio Padania ha dichiarato: «Ho piena fiducia in Roberto Maroni perché è un ministro che ha avuto la forza di sterminare tutte le mafie presenti in Italia». Il Sindaco se la prende in particolare con le organizzazioni non governative che vigilano sulla condizione dei minori stranieri non accompagnati: «Minori che in realtà non sono minori, poiché hanno 16 o 17 anni e sono ben dotati, pertanto dobbiamo stare attenti altrimenti ce li ritroviamo nelle camere da letto».
A parte il tono delle dichiarazioni, si evince da esse l'ignoranza crassa delle Convenzioni internazionali, e un razzismo palese che rappresenta la cifra essenziale di tutte queste politiche. E dunque, di conseguenza, viene negata l'agibilità alle associazioni umanitarie dentro i Centri: la nostra Organizzazione ha chiesto ormai da tre settimane di tornare a lavorare a Lampedusa ma ancora non'abbiamo risposta, pur avendo finanziamenti privati e minori in carico. D'altra parte i migranti vengono ghettizzati sulle navi, introducendo pratiche di detenzione amministrativa nel più puro stile israeliano. Per questo chiediamo, e vorremmo che la politica di opposizione ci sostenesse in questo, di poter vedere accolta la nostra richiesta di agibilità presso i Centri di Lampedusa, nei quali oggi ci sono diverse decine di minori che hanno diritto all'assistenza legale, informazioni chiare e trasparenti circa l'identità delle persone imbarcate sulle tre navi, cosi come chiediamo di conoscere la destinazione delle navi e dei migranti trattenuti e di sapere se è stato notificato loro qualche tipo di provvedimento di trattenimento o respingimento e se vi è stata tempestiva convalida giudiziaria. Sono richieste basilari, che pertengono ad uno stato di diritto; se non dovessero esser evase il vulnus che aprirebbero potrebbe far passare violazioni ancora peggiori.
* Presidente di Terre des Hommes



Immigrati: Tricarico, mi spiace per rimpatrio tunisini
Lampedusa, 29 set. - (Adnkronos) - "Mi dispiace che gli immigrati tunisini sbarcati a Lampedusa siano stati rimpatriati. nessuno e' contento di abbandonare la propria terra". Lo ha detto il cantante Francesco Tricarico, a Lampedusa per partecipare questa sera alla manifestazione musicale 'O Scia'', organizzata da Claudio Baglioni. Sull'emergenza immigrati Tricarico ha sottolineato c'e' una guerra alle nostre porte. "E' un momento difficile per loro che vivono questi eventi disperati. Sarebbe bello poter accogliere tutti in modo dignitoso per dare una chance a tanta gente disperata che scappa dal proprio paese per la liberta'".
Alla domanda se la poesia e la musica possono servire, il cantautore ha replicato: "Certo, possono aiutare a capire. La poesia e' una grande riflessione. Spero che possa servire". Questa sera Tricarico si esibira' con 'Vita tranquilla' e 'Francesco'.



Beppe Fiorello: 'Consenso Lampedusa e' vittoria

ANSA, 29-09-2011

dell'inviata Giorgiana Cristalli
LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - L'Oscar con 'Terraferma' Beppe Fiorello lo ha già vinto: "é l'approvazione dei lampedusani, il loro benestare, il fatto che si siano identificati nei protagonisti del film", spiega all'ANSA l'attore raggiunto dalla notizia della designazione come candidato italiano per le nomination all'Oscar straniero proprio qui, su quest'isola delle Pelagie in mezzo al Mediterraneo, circondata dallo stesso mare del film di Emanuele Crialese.
"Mi sembra un segno del destino molto forte ed evidente la mia presenza qui proprio oggi, ospite di Claudio Baglioni alla manifestazione O'Scià (stasera leggerà un testo di Nelson Mandela e canterà con Baglioni la canzone di Domenico Modugno 'Lu grillo e la luna'). Lampedusa - spiega - è molto vicina a Linosa, dove abbiamo girato.
L'isola rappresenta, come dice Crialese, il tema della paura. Il film racconta che non bisogna temere gli altri. I lampedusani in questi 20 anni non si sono mai tirati indietro e hanno accolto gli immigrati. Pochi giorni fa ci sono stati scontri in piazza dettati, a mio giudizio, solo dall'esasperazione e da due forme di paura precise, una più istintiva, fisica, l'altra di rimanere soli". Lungi da Fiorello l'idea di esprimere giudizi morali su quanto accaduto visto che - spiega, "nessuno di noi può veramente capire cosa si prova qui da almeno 20 anni". Visto che "fa più rumore un albero che cade che 100 che crescono" sarebbe ingeneroso "ricordare un isolato episodio di violenza cancellando la storia e il grande insegnamento di Lampedusa al mondo su come ci si comporta". "Il governo italiano avrebbe dovuto prevenire questa situazione con una presenza più continuativa sull'isola", continua Fiorello. "Del resto in tre giorni si è smosso tutto ciò che non si era stato capace di muovere in più di 40 giorni: una cosa che genera qualche sospetto...".
L'attore è convinto che 'Terraferma' "dimostrerà al mondo chi sono i lampedusani", convincendo anche gli americani: "credo che anche loro accoglieranno molto bene questo film. Il tema è universale. Si parla di accoglienza, viaggio, movimento, emigrazione. Non è un film stereotipato. Oltre al tema, agli americani piacerà la fotografia, la poesia delle immagini, l'assenza di retorica di un'opera d'autore ma per il popolo". Fiorello racconta di essersi sentito spesso ghettizzato dal cinema per aver prestato il suo volto a molte fiction ma la prospettiva dell'Oscar a 'Terraferma' non gli fa pensare al cinema più che alla televisione.
"Amo la tv, le storie che racconta e la Rai. Amo la fiction perché è una forma di comunicazione immediata, diretta, familiare, anche per chi non va al cinema". E, a tal proposito, si toglie un sassolino dalla scarpa e, replica a distanza, ad alcune dichiarazioni di Michele Placido. "Peccato che sia scivolato su una dichiarazione frettolosa e generica sulle fiction, dicendo che sono prive di impegno. Avrebbe dovuto fare nomi e cognomi, forse non ha mai visto le mie fiction, tutte incentrate su temi sociali importanti, fino all'ultima in due puntate sui padri separati ridotti ad una vita di stenti, un tema estremamente attuale che riguarda circa 4 milioni di italiani". Anche la commedia può raccontare "temi importanti", conclude, come cercano di fare registi come Carlo Verdone, Paolo Virzì e Giovanni Veronesi".



E' "Terraferma" di Crialese l'italiano in corsa per l'Oscar
l'Unità, 28-09-2011
Dopo il Leone speciale a Venezia, “Terraferma” di Emanuele Crialese è il titolo italiano candidato all'Oscar 2011 per il miglior film straniero. Lo ha deciso la commissione istituita dall'Anica su invito della 'Academy of motion picture arts and sciences'. Crialese ha sconfitto, tra gli altri, “Habemus Papam” di Nanni Moretti. Una pellicola più riuscita, cinematograficamente parlando, ma “Terraferma” non manca certo di qualità, nella sua storia di migranti e isolani alle porte dell'Africa. Se poi entrerà nella rosa dei cinque film stranieri, lo si vedrà il 24 gennaio.
Va ricordato che chi sceglie di norma punta non solo sulla qualità del film ma anche su quanto possa piacere all'estero, soprattutto ai nordamericani, visto che poi loro decretano chi vince. Negli ultimi anni agli italiani non è andata benissimo. Gli ultimi titoli ad aver vinto la statuetta sono stati “Mediterraneo” di Salvatores e “La vita è bella” di Benigni.
Hanno fatto parte della commissione i registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, il giornalista Nick Vivarelli, dalle produttrici Francesca Cima, Tilde Corsi e Martha Capello, dal distributore Valerio De Paolis, dalla presidente degli esportatori Paola Corvino e dal direttore generale per il cinema, Nicola Borrelli. (Segue) ecs
“Felicissimo e onoratissimo anche se non posso dire che me l'aspettavo, ma solo che lo speravo”, commenta Emanuele Crialese parla della sua candidatura per l'Italia alla cinquina degli Oscar. “Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro”. E agli americani, suppone, potrebbe piacere: “questi sono sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani, c'è in questo senso molta sensibilità da parte loro verso queste storie in evoluzione”.
Il film è prodotto da Cattleya e Rai Cinema in collaborazione con Sensi Cinema - Regione Sicilia.

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