Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

18 settembre 2014

Cie, il Senato approva la riduzione della detenzione a 90 giorni
Passa un emendemento a firma Manconi - Lo Giudice. La riduzione passerà da 18 a 3 mesi di trattenimento massimo solo dopo l’ulteriore passaggio alla Camera. Barbieri (Medu) e Guido (LasciateCIEntrare): “Positivo ma ora chiudiamoli”
Redattore sociale, 18-09-14
Roma – Il Senato ha approvato la riduzione a 90 giorni del tempo massimo di trattenimento all’interno dei Centri di identificazione e di espulsione. È passato all'interno dell’articolo 3 comma E della Legge Europea (ddl 1533), un emendamento a firma Manconi – Lo Giudice,  che riduce il periodo massimo di trattenimento degli stranieri all'interno dei CIE a tre mesi. Attualmente il tempo massimo è di 18 mesi, secondo l’estensione voluta nel 2011 dall’allora governo Berlusconi e dall’ex ministro dell’interno Maroni che avevano triplicato il periodo massimo di detenzione, dopo averlo portato a sei mesi nel 2009. La riduzione dei tempi a 90 giorni non è ancora definitiva perché deve essere nuovamente approvata dalla Camera dei deputati, che in prima lettura del provvedimento, aveva già ridotto a centottanta giorni il termine massimo.
Secondo quanto dichiara il senatore Luigi Manconi “pur non essendoci una scadenza, il provvedimento deve ripassare presto alla Camera, perché in questa legge sono contenuti adempimenti che l’Italia deve assolutamente rispettare sulle relazioni a livello europee, quindi è interesse politico del governo arrivare all’approvazione in tempi rapidi”. Manconi si dice “certo” che la riduzione a 90 giorni sarà approvata anche da Montecitorio.
Questo cambiamento, scrivono Manconi e Lo Giudice in una nota, “ricondurrà i Cie alla loro funzione di luogo di transito in vista dell'identificazione e dell'eventuale rimpatrio, evitando lunghe detenzioni immotivate di chi non ha commesso reati ma si trova solo in uno stato di irregolarità amministrativa. L'estensione del trattenimento a diciotto mesi non ha migliorato il tasso di espulsioni ed ha prodotto una maggiore tensione all'interno dei CIE: tra quanti vengono trattenuti, solo il 42% viene espulso. E, secondo fonti istituzionali, nei casi in cui l'espulsione viene effettuata, il tempo medio richiesto è intorno ai 60 giorni”. Fino a questo momento, le persone irregolari sul territorio vengono recluse fino a un anno e mezzo in attesa dell’identificazione e dell’espulsione.
“Come dico da molti anni, io ritengo che i Cie vadano aboliti perché tutto dimostra la loro irrazionalità, anche rispetto allo scopo dichiarato, e la loro inefficienza e i loro costi abnormi, in più per me è cruciale che siano luoghi di mortificazione della dignità umana – dichiara Manconi alla nostra agenzia - in attesa di avere la forza politica per superarli definitivamente, penso sia importante arrivare per lo meno a ridurne in maniera drastica la loro pericolosità”.
Alberto Barbieri, coordinatore di Medici per i Diritti Umani, Onlus che ha pubblicato numerosi dossier sui Cie denunciandone le violazioni della dignità della persona, considera “positiva” la notizia che arriva da Palazzo Madama. “Rispetto alle politiche degli ultimi anni, questo passo segna un’inversione di tendenza, perché negli anni scorsi si andava verso il potenziamento dei Cie e l’allungamento dei tempi di trattenimento – dice Barbieri - la politica e il governo hanno preso atto dell’esperienza fallimentare dei Cie come strumento contro l’immigrazione irregolare”. Secondo il coordinatore di Medu “con gli ultimi due governi abbiamo assitito a un’inerzia politica, non si pronunciavano sul tema, quindi è positiva questa inversione di tendenza”. Tuttavia, afferma Barbieri, “la misura è insufficiente, chiediamo da tempo che tutti i Cie operativi vengano chiusi, perché sono manifestamente inadeguati dal punto di vista strutturale e di ridurre la detenzione amministrativa a estrema ratio, come dice la direttiva europea”.
“Riportare i tempi di trattenimento a 90 giorni ci riporta indietro al 2009, nel momento in cui passarono da due o sei mesi, però il problema c’era anche con i 60 giorni – continua il coordinatore di Medu - abbiamo avuto, in quegli anni in cui i Cie trattenevano migliaia di cittadini stranieri, il fenomeno nefasto delle persone che entravano e uscivano dai Cie, abbiamo incontrato persone passate dai cie anche 12-15 volte, situazioni insostenibili e grottesche”.
Sulla stessa linea anche Gabriella Guido, coordinatrice della campagna LasciateCIEntrare che si batte per la chiusura definitiva dei Centri di identificazione e di espulsione.   “Prendiamo atto con estrema soddisfazione che la politica e il Parlamento abbiano capito quanto fosse ingiusto e disumano il trattenimento dei migranti irregolari per un tempo così lungo – dichiara Guido a Redattore Sociale - Speriamo che i pochi centri ancora rimasti aperti vengano piano piano svuotati e riconvertiti in strutture d’accoglienza, visto che l’urgenza in questo momento è assicurare una degna accoglienza dei profughi”. (Raffaella Cosentino)  



Siriani in Centrale Majorino attacca Grandi Stazioni
Sardone, Fi, diffonde foto di bambini che dormono a terra L`assessore al Welfare: "Speculazione vergognosa e infame
la Repubblica Milano, 18-09-14

ZITA DAZZI
UNA foto shock che potrebbe venire dalla Siria. Jeans, scarpe di plastica rosa, maglietta bianca, la bambina sdraiata faccia a terra potrebbe anche essere morta. Sotto un bombardamento. E invece è Milano. Stazione Centrale. La bambina è viva. È una delle migliaia di bambine transitate nell`ultimo anno dal mezzanino dove si riposano i profughi prima del trasferimento nei centri d`accoglienza allestiti dal Comune col volontariato. Strutture dalle quali sono passate 50mila persone ín 11 mesi. La piccola sdraiata, a pancia in giù, non è sola a dormire buttata a terra come uno straccio. A pochi metri da lei, Silvia Sardone, consigliere di zona 2 per Forza Italia, ha fotografato un altro bambino, rannicchiato in posizione fetale su una panchina di marmo. Scene e immagini che chi ha frequentato la stazione in questi ultimi mesi ha visto centinaia di volte. Ma la Sardone si indigna: «La situazione in stazione è una vera emergenza nazionale, ci sono scene indecenti e vergognose per un Paese civile: bambini di pochi anni, che dormivano a terra nella sporcizia.
Da mamma mi sono vergognata dell`assistenza che offriamo a questa gente. È vergognoso che il governo e il Comune, dello stesso colore politico, non si assumano la responsabilità ma continuino a rimbalzarsi le colpe. Se Renzi e Pisapia non sono in grado di gestire i profughi lo dicano chiaramente».
La replica dell`assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino è dura: «È vergognoso e infame speculare sui bambini: perché gli esponenti del centrodestra non sono mai venuti ad aiutarci? Dov`erano quando Regione Lombardia ci impediva di aprire un presidio sanitario in stazione Centrale? Certo, lo diciamo da mesi anche noi, che lo spazio dedicato all`accoglienza dei profughi in Centrale è inadeguato. Ma la ragione è l`incapacità delle istituzioni nazionali di farsi carico dell`emergenza». L`assessore ricorda che lunedì è arrivato l`ennesimo rinvio rispetto alla promessa del Viminale di concedere l`ex Cie di via Corelli: «Chiediamo al Governo di darsi una mossa e di velocizzare i passaggi burocratici». E rinnova la richiesta di attrezzare come centro d`emergenza diurno e notturno lo stabile di via Sammartini 71: «Lo chiediamo da mesi, in tutti i vertici tenuti in prefettura, alla presenza di ministri e di sottosegretari.
Ma siamo senza risposte anche per colpa dell`inettitudine e della mancanza di iniziativa di chi gestisce Grandi Stazioni; su questo il governo non si sta responsabilizzando a sufficienza perché potremmo trovare uno spazio consono, la stazione ne è piena: se non viene trovato ci sono responsabili con nomi e cognomi».
Un`accusa pesante, alla quale Grandi Stazioni preferisce non replicare. Commentano invece esponenti di centrodestra. Riccardo De Corato, vice-presidente del consiglio comunale (Fratelli d`Italia-Alleanza Nazionale): «La soluzione è una: basta immigrati. Basta con le città del sud che ci spediscono i presunti profughi. Basta con Majorino che accoglie tutti ed è alla continua ricerca di nuovi spazi per gli stranieri, basta col buonismo di sinistra». Gli fa eco Igor lezzi, segretario provinciale della Lega Nord e consigliere comunale di Milano: «Il Comune di Milano sempre pronto ad aiutare chiunque non sia milanese. La strada per porre fine allo scempio che uotidianamente si vede in Centrale è una sola: chiudere tutti i centri di accoglienza per i profughi».



Minori stranieri, "rivedere l'accoglienza: 45 euro al giorno non bastano"
Le comunità del Cnca scrivono al ministero dell’Interno, allo Sprar e all’Anci sull'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (Msna). Tanti i nodi da sciogliere: dalle strutture per soli minorenni stranieri “da disincentivare”, alle disomogeneità tra regioni. "Situazione trattata ancora come evento emergenziale"
Redattore sociale, 17-09-14
ROMA – Le comunità di accoglienza del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza) scrivono al ministero dell’Interno, allo Sprar e all’Anci sul tema dei minori stranieri non accompagnati (Msna): via libera alla disponibilità riguardo l’allargamento del numero di posti “fino a +25 per cento della capienza autorizzata in base agli standard regionali”, ma al governo e ai comuni esprimono il proprio dissenso sull’ammontare delle rette recentemente rivisto, sulle comunità per soli minori stranieri e sull’attuale gestione della prima accoglienza legata ancora a “logiche emergenziali”.
Tanti i nodi da sciogliere. A partire dalle strutture di accoglienza per soli minorenni stranieri. Una modalità di accoglienza che può essere discriminatoria, spiegano le comunità, e sono da “disincentivare attraverso la costruzione solida, permanente e strutturata di una rete di accoglienza capace di coinvolgere l’intero territorio nazionale”. Ad eccezione, spiega la lettera, per le risposte di pronta accoglienza, dove però il Cnca chiede “un numero di posti contenuti e non superiore a 20 minorenni con strutture gestite da soggetti competenti nell’accoglienza al fine di evitare strumentali improvvisazioni e garantire accoglienza dignitosa e capace di assolvere alle funzioni di pronta accoglienza in tempi brevi (30 giorni) e preparare percorsi successivi”. Secondo il Cnca, infatti, “la condizione dei Msna è ancora trattata come evento emergenziale, senza un sistema strutturato di accoglienza e di protezione in grado di garantire condizioni certe, verificate e controllate di accoglienza”.
Tra le questioni sollevate dal Cnca anche quella della retta riconosciuta di 45 euro al giorno. “È evidente che tale retta giornaliera non garantisce affatto il rispetto di alcun criterio e standard di qualità - spiega la lettera del Cnca -. Tale importo retta (senza alcuna previsione di copertura integrativa da parte dell’Ente locale) apre la strada all’organizzazione di forme di accoglienza discutibili, di bassa qualità, rivolte solo a minorenni stranieri e quindi discriminatorie, con alti numeri e bassa qualificazione”. Ma sull’accoglienza non è solo questione di fondi. A mancare è anche un governo della rete di accoglienza. “La situazione attuale è ancora confusa, disomogenea tra regione e regione e tra comune e comune. Non sono chiare sui territori le regole tra soggetti già gestori di programmi Sprar e soggetti diversi. Tale confusione non facilita e rende complessa la definizione delle disponibilità all’accoglienza lasciando ancora troppi margini di discrezionalità e improvvisazione”. Fondamentale, aggiunge il testo, “che ogni regione istituisca il Tavolo di coordinamento regionale per l’accoglienza dei minorenni stranieri in generale e anche non accompagnati”.
Infine, la questione dei 17enni accolti, al contrario degli altri minorenni, in strutture di avvio all’autonomia. “Continuiamo a esprimere dissenso circa questa diversa e discriminatoria modalità di accoglienza riservata esclusivamente ai minorenni stranieri – spiega il testo -. La presunzione che i 17enni stranieri, e solo in quanto stranieri, debbano essere accolti in  strutture di avvio all’autonomia superando anche la norma italiana che prevede il diritto alla tutela per tutti i minorenni nella fascia di età 0/18,  pone a nostro avviso una questione sia politico-culturale che gestionale. Siamo convinti che molti 17enni siano in grado di sostenere processi di avvio all’autonomia senza necessariamente essere accolti in comunità residenziale: questo vale per i 17enni italiani e stranieri e in questa strada occorre andare allora, prevedendo tra le tipologie di Unità d’offerta anche gli alloggi di avvio all’autonomia per minorenni con criteri e standard gestionali compatibili e diversi da quelli attualmente previsti per i minorenni”.(ga)



Cittadinanza. Anche la Serie A vuole lo ius soli
La Lega Professionisti chiede  "norme che rendano più semplice e rapida l'acquisizione della cittadinanza italiana per i figli minorenni nati in Italia da genitori stranieri".
stranieriinitalia.it, 18-09-14
Roma – 18 settembre 2014 - Che l'Italia sprechi i suoi talenti considerando straniere le seconde generazioni lo si dice da tempo, ma a quanto pare se ne sono accorti anche sui campi di calcio.
Basta pensare alla storia di Mario Balotelli, che è nato a Palermoe cresciuto a Brescia, ma ha dovuto aspettare diciotto anni prima di prendere la cittadinanza italiana. Intanto, le squadre che volevano farlo giocare, dovevano fare i conti con le norme sui calciatori extracomunitari.
Ora anche la Lega Nazionale Professionisti Serie A, che riunisce le società che partecipano al massimo campionato, chiede di cambiare le regole.
In un documento approvato all'unanimità il 24 luglio scorso, ma reso noto solo in questi giorni, accanto a temi come la multiproprietà o la riforma del campionato, spunta anche un "riconoscimento dello "ius soli" per l'acquisizione della cittadinanza a fini sportivi".
Secondo il gotha del calcio italiano, servono "norme che rendano più semplice e rapida l'acquisizione della cittadinanza italiana per i figli minorenni nati in Italia da genitori stranieri, sul modello di quanto già accade in  molti Paesi europei". Come esempi, vengono citati Germania, Inghilterra e Spagna.
Rimane, comunque, l'esigenza di tutelare i vivai itaiani. Così, mentre apre alle seconde generazioni con la proposta sullo iu soli, il documento chiede anche di mettere "nuovi e più strigenti paletti per il tesseramento di calciatori extracomunitari nei settori giovanili".
Per i nuovi ingressi dall'estero, la Lega dice no al sistema delle quote, però suggerisce che la concessione del permesso di lavoro per i nuovi calciatori extracomunitari "venga subordinata al rispetto di parametri minimi di “qualità calcistica”, come accade nella Premier League.,

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