Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

LE BARRIERE NON SONO SOLO ARCHITETTONICHE

Marga  Esposito
Domenica 10 aprile, al Teatrodueroma (vicolo due Macelli 37) Reading  dall’interpretazione  diretta e pregnante di Emanuela Panatta ed Alessandro Gatta, magistralmente tratta dal romanzo “IRENE F. DIARIO DI UNA BORDERLINE”, pubblicato in Francia d a Mon Petit Editeur ed  in Italia da I Libri di Emil, dello scrittore Eugenio Cardi al suo sesto lavoro pubblicato, la cui presentazione si è tenuta il 31 marzo presso la Provincia di Roma – Palazzo Valentini.
In realtà l’evento si è svolto al pari di un convegno sulla possibile individuazione e frequente insorgenza dei disturbi della personalità (alcuni specifici detti di classe B: Borderline –Antisociale –Istrionico –Narcisista) e della loro inauspicabile ma eventuale trasformazione in Psicosi, negli infanti ed in genere nei minori, abusati  e/o  violentati. Il messaggio contiene una denuncia ed una rivendicazione ben precise: non c’è sufficiente attenzione o considerazione della gravità e dell’incremento del fenomeno   _con aggravio registrato in ambito femminile_   da parte delle strutture di riferimento e della società.  Mirabile è il modo in cui l’autore riesca ad immedesimarsi nella personalità minata di un individuo molto giovane ed inoltre di diverso sesso:  una ragazza borderline; superando così   -con  la grandezza   della  comprensione  umana-  ogni limite che relegherebbe  in costipate dinamiche emozionali,  vincolate ai sessi, all’età, eventualmente al colore della pelle o ad altro... La costruzione della narrazione, infatti, dimostra che il pregiudizio classificante si supera con un’”attenzione” alla persona come individuo universale, dipanando la storia in una  pseudo-terapia  di  scrittura alla Zeno di Svevo; attraverso un percorso in cui prende ordine il coacervo di emozioni collidenti, dirompenti,striglianti, assiepate e vaganti. Il percorso tenta di annullare la rimozione  _in particolare quelle incomplete e/o devastanti per l’integrità dell’Io_  e ben conduce il lettore nei “crampi”di cui è affetta la psiche, facendoli poi affiorare  -con l’”antispastico” adatto-  fino all’emotività cosciente di ognuno.
In verità i soggetti borderline soffrono dell’emarginazione socio-culturale, discriminante individui  diversi dall’ortodossia  comportamentale o dell’ipocrita compressione inespressiva  detta “normalità”. La comunità associata preferisce omettere, trascurare, soprassedere, o persino, insabbiare, nascondere, negare un  problema così  destabilizzante quanto scomodo.
Il neuropsichiatra prof. Matteo Villanova (docente  Uniroma3) e la dr.ssa  Maria Beatrice Toro, psicoterapeuta, autore della prefazione al libro, spiegano che –se in tempo-  non solo la Relazione Terapeutica  consente di impedire il tracollo verso  la Psicosi, ma anche interventi sananti  costituiti dalle più generiche Relazioni comuni. Se la società  istituzionalizza l’inserimento  dei portatori del  Disagio anche psichico, nella scuola e nel lavoro, emotivamente però, nella vita quotidiana, rimane comunque  indifferente o nell’imbarazzo nei loro confronti; in tal modo sottrae a questi individui un eventuale salvifico confronto e quindi una eventuale opportunità di Relazione come riferimento di realtà. Inoltre la considerazione mancata o sminuente, di cui soffre l’individuo affetto dal disagio psichico, genera  in lui una tale disistima da renderlo out da ogni possibile autenticità di rapporto; semmai l’unica tipologia costituita, passa solo attraverso un filtro alterante la, ed alterato dalla, collettiva visione sociale; non si favorisce abbastanza  -a detta di Villanova-  l’accesso  di questi soggetti  ad attività artistiche di riabilitazione che, nella Rappresentazione, si rivelerebbero altamente terapeutiche, innescando  processi sanatori nella riproduzione di momenti sananti rimossi. Nei  Borderline infatti, i disturbi del comportamento,  presentano spesso l’insorgenza  di  personalità multiple che  _nella pratica delle arti, in un processo di Immedesimazione e Straniamento, nella drammaturgia in particolare_   possono ricompattarsi in un percorso verso un’Organicità dell’Io, premessa indispensabile pel l’integrazione dell’Individuo nei Rapporti di Realtà

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