I Rom senza casa e gli sgomberi dietro l'angolo
In questi giorni continuano, senza sosta, gli sgomberi dei campi rom in tutta Italia. A Milano 5 bambini e 7 adulti hanno dovuto abbandonare le loro baracche, senza che venisse fornita loro alcuna valida alternativa.
A Sesto Fiorentino 190 rom hanno dovuto assistere alla demolizione dei loro alloggi. Il gruppo EveryOne ha presentato un esposto alla procura della Repubblica per gravi irregolarità nell’esecuzione del provvedimento: non è stato dato a queste famiglie neanche il tempo di salvare i propri averi, non sono state individuate soluzioni alloggiative diverse, non è stata fornita un minimo di assistenza socio sanitaria. Roma non è da meno. Il piano nomadi annunciato dal sindaco sta funzionando a pieno regime: è stato sgomberato l’insediamento di via degli Angeli (ma non si riesce a sapere dove siano finiti i suoi 72 abitanti, tra cui molti bambini); si sta procedendo alla trattativa con i rom di via Salone, che prima avevano accettato il trasferimento a Castelnuovo di Porto, mentre adesso, dopo un sopralluogo nella struttura, rifiutano di andarci avendo constatato condizioni igieniche al limite del sopportabile; e poi Casilino 900, dove gli sgomberi sono iniziati e dovrebbero terminare entro fine mese. È certo che una politica degli sgomberi, seppure la si dovesse accettare come una sorta di “male minore”, esige che agli sfollati siano offerte opportunità di sistemazione più degna. Cosa che raramente accade. Qualche giorno fa l’Osservatorio di Milano ha reso pubblico che in Italia sono oltre 3500 i nomadi di origine romena che, pur avendo regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato, non trovano casa, perché nessuno è disposto ad affittargliela. E’ un circolo vizioso che non si riesce a spezzare.
L'Unità 22 gennaio 2010
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