C’è crisi economica regolarizziamo gli stranieri presenti

 

Osservatorio Italia-razzismo 29.11.2011
Ci sono alcuni dati, oltre ai più diffusi, utili a descrivere gli effetti prodotti dalla crisi economica in corso. Si tratta sia di quello riferito al tasso di disoccupazione degli stranieri sia di quello che indica il numero di permessi di soggiorno per motivi di lavoro non rinnovati nel 2010. Rispettivamente: 280mila e 684.413. E sono proprio questi i dati per cui, molto probabilmente, non avverrà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto flussi 2012, come ha dichiarato Natale Forlani, direttore generale dell’Immigrazione al ministero del Lavoro. 
Sembra, a questo punto, una scelta saggia e lo sarebbe ancor più se, nel contempo, si trovasse il modo di regolarizzare le persone straniere già presenti. Non bisogna dimenticare che, per loro, la regolarità giuridica è strettamente legata a quella lavorativa e viceversa. È perciò molto frequente che le due irregolarità coincidano, e che un lavoratore senza contratto sia una persona senza documenti. Si pensi così all’entità economica dell’economia sommersa. Una perdita per lo Stato ben dimostrata dai 300mila rapporti di lavoro in nero emersi nella sanatoria del 2009 - nonostante questa fosse rivolta a colf e badanti già presenti in Italia (poi, in quell’occasione anche a un muratore è capitato di diventare domestico). Una sanatoria che, oltre a far emergere quella cifra così rilevante, ha prodotto numerose truffe ed estorsioni. Per non parlare degli altrettanto numerosi ostacoli burocratici e giuridici che hanno bloccato l’iter di molte pratiche (tutt’ora non tutte quelle presentate si possono considerare chiuse). Qual è la soluzione? Certamente un provvedimento di regolarizzazione ma da approvare solo se si avvia, contemporaneamente, la realizzazione di una macchina organizzativa veloce e precisa.
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