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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Ponte Galeria, conto alla rovescia. Il prefetto: "Va chiuso"


«Il Centro di identificazione e di espulsione di Ponte Galeria è al collasso. Deve essere chiuso». Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha inviato una relazione al ministro dell´Interno Roberto Maroni, e per conoscenza al sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti Mario Mantovani e a Mario Morcone, capo dipartimento per le libertà civili e l´immigrazione, dopo aver a lungo analizzato la disastrosa situazione del Cie tra le cui mura gli immigrati vivono ogni tipo di disagio e di privazione. Pecoraro ha scritto a Maroni specificando che il Centro o «viene ristrutturato o chiuso e spostato altrove».

La situazione negli ultimi mesi è infatti molto peggiorata. L´inasprimento delle norme in tema d´immigrazione ha portato più gente a Ponte Galeria: la popolazione del Cie, il più grande d´Italia, è salita in estate di circa 80 unità, da 246 a 319 ospiti (175 uomini e 143 donne) al limite della capienza tollerabile che è di 330 posti. Per la maggior parte si tratta di nordafricani in attesa di essere rimpatriati. L´accoglienza è al limite, tanto che spesso gli immigrati, fermati dalle forze dell´ordine vengono trasferiti, per mancanza di posti, direttamente in carcere. E anche chi vive lì non sta certo bene. Il sovraffollamento e il caldo insopportabile di questi ultimi mesi, senza dimenticare le ferie degli operatori, hanno creato una miscela potenzialmente esplosiva. Poi ci sono i lunghi tempi di attesa per ottenere i colloqui con le ambasciate di origine e il fatto che i nuclei familiari al momento dell´arrivo vengono divisi nei settori maschile e femminile con evidenti problemi di convivenza.

Angiolo Marroni, garante dei diritti dei detenuti, ha molte volte lanciato un grido d´allarme: «Eventi drammatici all´interno del Centro di Roma ce ne sono stati tanti. Il vero equivoco di fondo è che i Cie sembrano sempre di più centri di reclusione che, con la possibilità di protrarre la permanenza degli immigrati fino a 180 giorni, sono peggiori delle carceri. A Ponte Galeria, ad esempio, non c´è un grande appoggio esterno del volontariato che è una delle cose buone che si ritrovano nei penitenziari. In queste condizioni è assai facile che possa prendere il sopravvento la disperazione». Il prolungamento dei tempi di reclusione contribuisce certamente a degradare la dignità umana dei trattenuti ma non sembra aver minimamente risolto il problema della identificazione, precondizione all´espulsione, che dipende dalla collaborazione delle rappresentanze dei paesi di provenienza. «È unanime - dicono gli addetti ai lavori - la volontà di risolvere una situazione, che, nonostante le nuove norme in materia di sicurezza, non sembra migliorare la condizione di vita degli immigrati». E ora il prefetto ha scelto di imboccare una strada definitiva.

repubblica.it
10.10.2009
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