Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

18 marzo 2013

 

Verso una riforma dell'immigrazione
10 anni per la carta verde e altri 3 anni per la cittadinanza. Ecco la prima bozza di riforma dell'immigrazione
Valeria Coffaro
17.03.2013 america24.com 
Prende lentamente corpo il piano di riforma dell'immigrazione allo studio da parte di un gruppo bipartisan di senatori americani. La gang degli otto, come è stata soprannominata, è formata dai repubblicani Marco Rubio, John McCain, Jeff Flake e Lindsey Graham e dai democratici Bob Menendez, Michael Bennet, Chuck Schumer e Richard Durbin. I senatori si preparano a presentare una prima bozza del loro lavoro all'inizio di aprile e secondo quanto riporta il New York Times, che cita fonti vicine all'amministrazione, negli ultimi giorni sono stati fatti significativi passi avanti GLI IMMIGRATI ILLEGALI POTRANNO GUADAGNARE UN GIORNO LA CITTADINANZA. Non c'è ancora un accordo definitivo ma si parla di un percorso che permetterebbe agli illegali di ottenere la carta verde in dieci anni e la cittadinanza dopo altri tre. Il numero sarebbe il risultato di un compromesso tra i democratici che chiedono solo 8 anni per l'ottenimento della carta verde e i repubblicani che ne chiedono cinque per la cittadinanza. I repubblicani hanno messo come pre-condizione che la strada verso la cittadinanza per gli immigrati illegali non sia più breve o più facile di quella per gli immigrati legali, che al momento prevede cinque anni di attesa.
LA RIFORMA RIGUARDA ANCHE L'IMMIGRAZIONE LEGALE. Gli otto senatori sembrano d'accordo nel limitare gli immigrati ammessi negli Stati Uniti ad un certo numero, ma c'è divisione su come assegnare i posti disponibili. Il partito democratico è più incline ad agevolare i ricongiungimenti familiari mentre i repubblicani vorrebbero favorire un'immigrazione dei cervelli. In questo momento circa il 65% degli immigrati legali è ammesso negli Stati Uniti grazie a legami di parentela con cittadini americani e solo il 14% guadagna l'ingresso nel paese per ragioni legate ad un interesse economico americano. Il nuovo piano vorrebbe bilanciare questi due aspetti, irrigidendo le procedure per la cittadinanza per i parenti di chi è già cittadino e facilitando il percorso per chi possiede alti titoli di studio o talenti particolari.
ALTRI ELEMENTI ALLO STUDIO. Le trattative tra i senatori riguardano anche altri aspetti come i permessi temporanei di lavoro per i meno qualificati, un maggiore coinvolgimento dei datori di lavoro nella verifica della legalità o meno dei lavoratori stranieri e il rafforzamento delle frontiere.
 
 
Il dibattito sull’immigrazione – lontano dai riflettori
gruppoeuropa.org  18 Mar 2013   
Una delle conseguenze non volute della crisi dell’Euro è certamente stata quella di allontanare l’attenzione pubblica dai temi dell’immigrazione e della sicurezza che hanno riempito per anni le prime pagine dei nostri giornali. Seppure sia innegabile che la crisi stessa stia determinando in alcuni paesi la rinascita di movimenti di matrice xenofoba (in particolare alba dorata in Grecia), in generale l’agnello sacrificale del dibattito pubblico sembra in questa fase essere piuttosto Bruxelles come istituzione economica e non come driver della presenza degli immigrati in Europa.
Ciononostante, lontano dai riflettori politici, sta prendendo forma un interessante dibattito sul futuro delle politiche di migrazione in Europa, sia in termini di controllo delle frontiere, sia come fattore determinante per aumentare la competitività del nostro continente nel mondo. Vi segnaliamo in questo senso un paper del Migration Policy Institute di Bruxelles che lancia un programma per definire le politiche comunitarie nel quadro della futura Commissione. Solo un mese fa invece era stato il Parlamento Europeo ad adottare una relazione sull’integrazione dei migranti e sul loro impatto sul mercato del lavoro.
Sul lato delle migrazioni non economiche intanto i negoziati sulla Direttiva Accoglienza e sul Regolamento di Dublino sono ormai arrivati a conclusione, mentre ECRE – il coordinamento delle ONG che si occupano di rifugiati e richiedenti asilo – ha pubblicato un rapporto critico sull’implementazione del sistema Dublino da parte degli stati membri
Insomma, seppur lontano dai riflettori il dibattito è vivo e nel nostro piccolo continueremo a seguirlo con attenzione
 
 
 
Gli immigrati riconsegnano le chiavi della Consulta a Pizzarotti: “Non c’è dialogo”
Silvia Bia
ilFattoquotidiano 17.03.2013 
Chiuso per mancanza di dialogo. Dopo tre anni di lavoro e progetti, il Tavolo immigrazione e cittadinanza di Parma cessa di esistere. A scioglierlo sono stati i suoi rappresentanti, membri delle comunità di stranieri in città, che da quasi un anno cercano di contattare il sindaco Federico Pizzarotti e la sua giunta senza mai avere avuto un effettivo riscontro. Così, dopo i tentativi andati a vuoto, la scelta dell’ex coordinatore Cleophas Adrien Dioma insieme a Leonor Grossi, Asta Vinci, Farid Mansour, Gentian Alimadhi e Ambrose Laudani è stata quella di riconsegnare al primo cittadino le chiavi della sede di via Melloni, che era stata concessa al gruppo di lavoro dalla passata amministrazione di Pietro Vignali.
“Abbiamo chiesto di avere un incontro con il sindaco subito dopo la sua elezione, ma dalla segreteria ci avevano risposto di aspettare la nomina dell’assessore al Welfare – racconta Adrien Dioma – Poi abbiamo fatto altri tentativi con l’assessore, ma non abbiamo mai ricevuto risposta”. Da maggio a dicembre 2012 il silenzio, quindi la decisione di porre fine all’esperienza e l’invio alla giunta e al sindaco di una nota ufficiale in cui i rappresentanti del Tavolo comunicavano la volontà di scioglierlo. L’unica a farsi viva a quel punto è stata la vicesindaco Nicoletta Paci, che ha incontrato i rappresentati il 12 febbraio 2013: “Ha detto che sperava che la nostra decisione non fosse definitiva, ma in realtà si capiva che non aveva idea di cosa fosse e come funzionasse il Tavolo di immigrazione. È stato un incontro amichevole, ma abbiamo capito che non c’era interesse per un percorso che somigliasse alla nostra politica”.
L’idea di una Consulta per gli immigrati era nata ai tempi della giunta di Elvio Ubaldi con l’allora assessore Maria Teresa Guarnieri (oggi consigliere comunale di minoranza), ma il progetto era diventato concreto nell’era di Vignali (e del suo assessore al Welfare Lorenzo Lasagna), con la formalizzazione del Tavolo il 22 aprile 2010, fino all’inaugurazione della sede nella primavera del 2011. Il Tavolo era composto da sei rappresentanti scelti dalle comunità di stranieri residenti a Parma provenienti da Asia, Africa, America ed Europa, e con una certa esperienza con le istituzioni. In questi anni i consulenti hanno lavorato gratuitamente con l’amministrazione con l’obiettivo di far partecipare le persone straniere alla vita politica, sociale e culturale della città, di parlare di integrazione e immigrazione anche attraverso l’organizzazione di convegni, eventi e momenti di confronto aperti alla cittadinanza.
Oggi però quell’esperienza, forse nata sotto la cattiva stella delle passate amministrazioni di centrodestra, si spegne nell’era di Pizzarotti e del Movimento Cinque stelle. “Riteniamo sia giusto – si legge nella lettera inviata alla giunta – lasciare alla nuova amministrazione la libertà di scegliere il modo migliore e la struttura che consideri più adeguata per affrontare la problematica dell’immigrazione nella città di Parma”.
Dalla sede di via Melloni è stata perfino asportata la targa del gruppo che erano stati i rappresentanti del Tavolo a pagare di tasca propria, anche se non è chiaro chi sia stato e perché. “Abbiamo visto che l’hanno tolta, nessuno ci aveva avvisato” continua l’ex coordinatore, riconsegnando simbolicamente le chiavi della sede nelle mani di Pizzarotti. Il sindaco si è mostrato dispiaciuto e stupito del gesto, anche se ha accettato di ricevere le chiavi: “Rispetto le scelte, ma penso che ci sia un tempo e un modo per tutto. Non ho seguito direttamente io la vicenda, ma questo mi sembra l’ultimo passo rispetto a un problema che poteva essere affrontato”.
Dal Comune assicurano che l’assessore al Welfare Laura Rossi abbia tentato di mettersi in contatto con i rappresentanti del Tavolo, che però negano. A gettare benzina sul fuoco è stato poi il consigliere comunale Udc Giuseppe Pellacini, che da ex assessore delle precedenti giunte aveva visto il progetto nascere: “La fine del Tavolo rappresenta un’opportunità persa, perché era una realtà a servizio del territorio, dove gli immigrati rappresentano il 12 per cento della popolazione. La cosa più grave è che nessuno della giunta abbia comunicato la decisione della chiusura in consiglio comunale, che è l’organo principe della città per affrontare queste questioni”.
 
 
 
Turco: "Alla presidenza della Camera chi ha dato voce agli immigrati"
stranieriinitalia.it 18 marzo 2013 
''Finalmente chi si occupa degli immigrati e dei rifugiati, di chi muore nel Mediterraneo entra in Parlamento con onore e dignità".
Cosi' Livia Turco, presidente della Fondazione 'Nilde Iotti' commenta l'elezione di Laura Boldrini a presidente della Camera dei Deputati.
 ''In questo Paese parlare di immigrazione non e' mai stato facile e Laura Boldrini - sottolinea Livia Turco - ha dedicato la vita a questo tema e si e' misurata sul campo con queste problematiche''. '
"E' una bellissima giornata - aggiunge Turco - perche' viene riconosciuto l'impegno di una persona che si e' battuta su un terreno cosi' duro e difficile''. ''Con Laura Boldrini arriva in Parlamento l'Italia nuova e l'Italia dei nuovi italiani'', conclude Livia Turco.
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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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