Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Sbarchi a Lampedusa Fallimento del governo dell’irresponsabilità

Osservatorio Italia-razzismo

Undicimiladuecentottantacinque sono i tunisini sbarcati a Lampedusa dall’inizio delle rivolte. Secondo il ministro dell’Interno Roberto Maroni si tratta di un numero destinato a crescere. L’importanza del dato aumenta se confrontato con il numero dei tunisini approdati in Italia nel 2010: 4406.

Forse è a causa di questa differenza numerica che il Governo italiano sembra essere ancora totalmente in panne di fronte a una simile situazione e continua a invocare  l’aiuto dell’Unione Europea. Una richiesta esclusivamente di carattere economico, inevitabile conseguenza dell’inettitudine dimostrata finora. A sentire Maroni infatti a completare un disegno perfetto di accoglienza destinato a chi arriva mancherebbero solo i soldi. Ma se così fosse non si capirebbe come mai - è quanto accade in queste ore - una parte degli abitanti contesti con tanta veemenza la politica del governo. Insomma una catena di irresponsabilità in cui, ovviamente, a pagarne le conseguenze sono gli abitanti dell’isola e i tunisini rinchiusi in un Cie ormai sovraffollato. Intanto sui giornali i titoli su questo argomento fanno impressione per la loro monotona reiterazione risultando nulla più che bollettini del Viminale quotidianamente aggiornati. L’effetto di tutto ciò è la routine: sbarchi che si susseguono, senza sorprese o colpi di scena, accompagnati da commenti ripetitivi e da proposte invariate e inefficaci. È tutto a tal punto prevedibile che la prossima emozione la proveremo quando il numero delle persone sbarcate supererà i 50.000 e cioè quando sentiremo di nuovo parole come «esodo biblico», «invasione» o simili che rimandano a scenari vicini alla catastrofe. Fino a quel momento a fatica terremo il conto.
18 marzo 2011

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