Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

La signorina K

Giulia Di Giacinto
La signorina K. è neo diciottenne ed è della Guinea Conakry. E’ fuggita da un Paese che, in attesa dell’instaurazione del nuovo Governo, è ancora a forte rischio e dove, a seguito delle elezioni presidenziali, si sono verificati incidenti gravi di cui la signorina K. e suo padre sono stati vittime.

Lei racconta di manifestazioni represse nella violenza e nel sangue, come quella a cui lei e la sua famiglia hanno preso parte prima di scappare. In quell’occasione la ragazza è stata catturata dai militari della giunta al Governo e violentata insieme ad altre donne mentre suo padre veniva arrestato per poi sparire nel nulla. In questo clima di terrore la madre è riuscita a farla fuggire facendola passare per il Senegal e da lì in Italia, destinazione Roma - Fiumicino. Ma la signorina K. non ha il visto richiesto e viene fermata ai controlli di frontiera: per lei c’è il “foglio di via”, l’ordine del Questore di lasciare il Paese in 5 giorni. Mi racconta di aver vagato per la capitale, e che dopo tanto girovagare le è stato consigliato di chiedere asilo, ma quando si presenta in Questura sono ormai scaduti i 5 giorni che le servivano per allontanarsi dal paese. E’ per questo, per tutto questo, che attualmente è “ospite” all’interno di un C.I.E. dove aspetta l’esito della Commissione Territoriale. Per lei o ci sarà il rimpatrio o un permesso di soggiorno. La sua paura più grande è quella di tornare in Guinea. La mia è quella di non sapere cosa potrebbe succederle ancora. Quale può essere il futuro per la neo-diciottenne?!
“ Lei non deve prendersela troppo a cuore. Che cosa non capita nel mondo!” disse la signora Grubach.

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