Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

L'odissea burocratica di due veri marocchini scambiati per algerini

L'Unità, 22-02-2011  
Italia-razzismo
Giulia Di Giacinto

Algerini o marocchini? L.M. e J.Y. 31 e 33 anni, dall’agosto del 2010, vengono spostati in vari Centri d’identificazione ed espulsione d’Italia: Milano, Gorizia, Roma. Entrambi dichiarano, immediatamente, di essere marocchini. Ma nessuno, chissà perché, crede ai due e così i primi giorni di settembre vengono rimpatriati in un’altra nazione, l’Algeria.

Le autorità consolari algerine inizialmente rivendicano la cittadinanza di quegli uomini, salvo, poi, ripensarci. Ma quanto è costato l’errore sulla loro nazionalità ai due cittadini marocchini? Molto. Raccontano di essere stati trattenuti per ben 100 giorni, da settembre a dicembre, in una stazione di polizia di Algeri. Sono stati rinchiusi in una piccola cella senza finestra, non avevano né un letto, né tantomeno un materasso, hanno avuto da mangiare esclusivamente pane e burro e, per lavarsi, avevano diritto solo a una doccia al mese. Nel frattempo, nessuno ha mai spiegato loro perché si trovassero lì e se c’erano delle imputazioni a loro carico per giustificare il trattenimento in cella. Ma la risposta, a ben vedere, era molto semplice: la polizia algerina aveva bisogno di ulteriore tempo per accertarsi dell’identità dei due uomini. Al termine di questa lunga e disumana verifica il responso è stato il seguente: i due avevano dichiarato il vero, non sono algerini. A questo punto, la macchinosa procedura riprende il suo corso. L’Algeria ormai non sa più che farsene dei due e tantomeno può mandarli in Marocco: il loro destino è quello di fare ritorno in Italia. E così il 13 dicembre vengono riportati al CIE di Ponte Galeria a Roma. Da quel momento, è ripresa la conta dei giorni, in attesa, ancora una volta, di essere “identificati ed espulsi”.

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