Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

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                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

25 settembre 2013

Migranti, in Sicilia sbarchi a ripetizione in dodici ore arrivano in ottocento
Quasi seicento persone sono approdate a Lampedusa, altre duecento a Siracusa. Interventi in serie della Guardia costiera dopo gli allarmi dati dai profughi con i telefoni satellitari
la Repubblica, 25-09-2013
E' ininterrotto il flusso migratorio verso le coste siciliane. Altri 595 migranti sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia in tre diverse operazioni, coordinate dalla Guardia costiera. Il gruppo più numeroso, di 398 persone, è stato condotto a Lampedusa. Nell'isola sono approdati altri 111 che erano su un gommone, mentre 86 sono stati condotti a Porto Empedocle. Sommando a questi i 181 sbarcati la scorsa notte nel porto di Siracusa, sono in totale 776 i profughi giunti in Sicilia nelle ultime dodici ore. E, ancora, due imbarcazioni in difficoltà con un imprecisato numero di passeggeri sono state avvistate in mattinata.
Il gommone con i 111 a bordo è stato segnalato da uno straniero con ua telefonata alla centrale operativa della Guardia costiera, cui ha fornito il numero del telefono satellitare di uno dei passeggeri. Questo ha permesso di localizzare il natante, verso il quale è stato dirottato il mercantile italiano "Valpadana" per fornire la prima assistenza, in attesa dell'arrivo di due motovedette salpate da Lampedusa, dove sono rientrate dopo aver imbarcato i profughi, tutti in discrete condizioni di salute.
Un grosso peschereccio che trasportava 398 persone è stato individuato a 78 miglia da Lampedusa dopo che uno dei passeggeri aveva chiesto aiuto con un satellitare, e raggiunto da un'altra motovedetta della Guardia costiera e da un pattugliatore della Guardia di finanza, che lo hanno scortato nel porto dell'isola.
La terza imbarcazione, sulla quale viaggiavano 86 profughi, è stato segnalato da una telefonata alla Guardia costiera di Palermo e soccorsa dalla nave "Vega" della Marina militare, che ha preso a bordo gli 86 migranti e si è diretta a Porto Empedocle.
Stamani la Capitaneria di porto di Palermo ha ricevuto la richiesta di soccorso da un telefono satellitare di un profugo su gommone alla deriva. Sul punto è stato dirottato il mercantile "Patria", che ha preso a bordo i migranti per poi navigare verso Trapani. Ma prima che arrivasse, è stato segnalato un altro natante di immigrati in difficoltà e lo stesso "Patria" ha virato per raggiungerlo.



Immigrati. Marina, da inizio anno in salvo oltre 3.200 persone
Gli interventi diventano vere e proprie ''operazioni di salvataggio"
Stranieriinitalia.it, 25-09-2013
Roma, 25 settembre 2013 -  Dall'inizio dell'anno ad oggi gli interventi di soccorso agli immigrati, da parte della Marina Militare sono stati 31 e gli uomini, donne e bambini tratti in salvo sono state 3.293.
Il dato e' stato fornito dalla Marina militare.
La stessa Marina ha ricordato che spesso gli interventi diventano vere e proprie ''operazioni di salvataggio" a causa delle condizioni sanitarie in cui versano i migranti e a causa della precarietà delle imbarcazioni utilizzate per il transito nel Mediterraneo, non ultimo dalle condizioni meteo-marine avverse.



Papa, immigrati 'nuovi' schiavi. "Rifiutare la cultura dello scarto"
(AGI) - CdV, 24 set. - "Il 'lavoro schiavo' oggi e' moneta corrente". Lo denuncia Papa Francesco nel messaggio per la Giornata delle Migrazioni pubblicato oggi. Secondo Francesco, "a destare preoccupazione sono soprattutto le situazioni in cui la migrazione non e' solo forzata, ma addirittura realizzata attraverso varie modalita' di tratta delle persone e di riduzione in schiavitu'". Mai nella storia dell'umanita' si erano verificati movimenti di popolazioni delle dimensioni di quelli ai quali assistiamo: "flussi di milioni di persone che intraprendono il viaggio migratorio". Una realta' che, "con le dimensioni che assume nella nostra epoca della globalizzazione" secondo Papa Francesco "chiede di essere affrontata e gestita in modo nuovo, equo ed efficace, che esige anzitutto una cooperazione internazionale e uno spirito di profonda solidarieta' e compassione".
"In fuga da situazioni di miseria o di persecuzione verso migliori prospettive o per avere salva la vita", per Papa Francesco "migranti e rifugiati non sono pedine sullo scacchiere dell'umanita'". "Si tratta - scrive nel Messaggio per la Giornata delle Migrazioni pubblicato oggi - di bambini, donne e uomini che abbandonano o sono costretti ad abbandonare le loro case". E che "condividono lo stesso desiderio legittimo di conoscere, di avere, ma soprattutto di essere di piu'". Invece, "mentre sperano di trovare compimento alle attese", i migranti "incontrano spesso diffidenza, chiusura ed esclusione e sono colpiti da altre sventure, spesso anche piu' gravi e che feriscono la loro dignita' umana". No alla "cultura dello scarto" ma occorre portare avanti una "cultura dell'incontro". Cosi' Papa Francesco nel suo Messaggio pubblicato per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. E' necessario per Bergoglio "un cambio di atteggiamento di difesa e paura, di disinteresse o di emarginazione, che alla fine corrisponde proprio alla 'cultura dello scarto', a un atteggiamento che abbia alla base 'la cultura dell'incontro', l'unica capace di costruire un mondo piu' giusto e fraterno, un mondo migliore".
Occorre "creare opportunita' di lavoro nelle economie locali", "nessun Paese puo' affrontare da solo le difficolta' connesse" al fenomeno dell'immigrazione. Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, sottolinea come "lavorare insieme per un mondo migliore richiede il reciproco aiuto tra Paesi, con disponibilita' e fiducia, senza sollevare barriere insormontabili". Per Bergoglio "una buona sinergia puo' essere di incoraggiamento ai governanti per affrontare gli squilibri socio-economici e una globalizzazione senza regole, che sono tra le cause di migrazioni in cui le persone sono piu' vittime che protagonisti". "Nessun Paese - precisa il Pontefice - puo' affrontare da solo le difficolta' connesse a questo fenomeno, che e' cosi' ampio da interessare ormai tutti i Continenti nel duplice movimento di immigrazione e di emigrazione".
Francesco poi sottolinea come questa collaborazione "inizi gia' con lo sforzo che ogni Paese dovrebbe fare per creare migliori condizioni economiche e sociali in patria, di modo che l'emigrazione non sia l'unica opzione per chi cerca pace, giustizia, sicurezza e pieno rispetto della dignita' umana. Creare opportunita' di lavoro nelle economie locali, evitera' inoltre la separazione delle famiglie e garantira' condizioni di stabilita' e di serenita' ai singoli e alle collettivita'".



Parigi, Valls attacca sui rom: tornino a casa
Avvenire, 25-09-2013
Daniele Zappalà
La Francia si orienta sempre più verso una politica a geometria variabile sull’accoglienza dei nomadi dell’Unione Europea. Da una parte, cresceranno le garanzie per chi detiene la cittadinanza francese, ovvero il vastissimo “popolo delle roulotte” che da sempre denuncia la scarsa applicazione delle leggi sulle aree obbligatorie di sosta. Ma al contempo, il governo socialista ha appena confermato la linea della fermezza inaugurata dallo scorso esecutivo neogollista verso i Rom provenienti in particolare da Romania e Bulgaria. Benché questi ultimi siano estremamente minoritari rispetto agli altri, la cosiddetta “emergenza Rom” si sta imponendo come un tema caldo in vista delle prossime elezioni comunali di primavera, soprattutto a Parigi, Marsiglia e Nizza.
Intervenendo ieri sulla principale radio pubblica, France Inter, l’ambizioso ministro socialista dell’Interno, Manuel Valls, ha sostenuto che «la vocazione naturale dei Rom è di tornare in Romania e Bulgaria», e che «non c’è altra soluzione se non quella di smantellare progressivamente i campi e di accompagnare i Rom alla frontiera». Ribaltando le posizioni tradizionali della sinistra, Valls ritiene che «è illusorio pensare che si risolverà il problema delle popolazioni Rom solo attraverso l’inserimento sociale». E riprendendo analisi difese spesso dai conservatori, Valls pensa che «queste popolazioni hanno stili di vita estremamente diversi dai nostri e che sono evidentemente in contrasto» con quelli dei francesi.
Talora bollato sprezzantemente nel suo stesso campo come «lo sceriffo della sinistra», Valls non nasconde più l’ambizione di prendere presto il timone del governo attualmente nelle mani del premier Jean-Marc Ayrault. Ma al di là delle ambizioni personali del giovane ministro e dei paragoni frequenti con l’ascesa dell’ex presidente neogollista Nicolas Sarkozy, il tono aspro delle ultime dichiarazioni di Valls sembra soprattutto una spia della rinnovata tensione in Francia attorno al nodo della sicurezza, con i Rom sempre più nel mirino. Nelle scorse settimane, il sindaco neogollista di Nizza, Christian Estrosi, si era detto pronto a «dare consigli» ai colleghi in difficoltà di fronte ai campi nomadi. E adesso, su questo tema, volano scintille pure nel duello al femminile per la poltrona di sindaco di Parigi, fra la neogollista Nathalie Kosciusko-Morizet e la socialista Anne Hidalgo.



La Francia si libera degli zingari. Arriveranno in Italia?
Il Giornale, 25-09-2013
Nino Spirlì
Mercoledì 25 settembre 2013 – Santa Aurelia – Taurianova
Quand’ero bambino, a Taurianova, le zingare entravano nel giardino di casa nostra almeno due volte all’anno. A Natale e a Pasqua “Signora bella, dammi qualcosa per i bambini…” Mia madre preparava un piatto  (magari sbeccato e vecchiotto) con della pasta al forno e della carne e, a parte, dei dolci, e glieli consegnava. “Dammi l’olio, per l’anima dei morti!” E, pronta, riceveva una bottiglia da un litro. “Però, ora vai…” e, ricordo perfettamente, mamma la accompagnava con gli occhi fino al cancello, poi aspettava qualche minuto, per non offenderla, e andava a chiudere il cancello. “Per favore, il cancello chiudetelo. Non vedete che le zingare entrano senza suonare?” Ma non c’era razzismo. Forse, una atavica paura.
Le zingare hanno sempre fatto paura alle mamme. Da secoli. Forse, millenni. “Portano via i bambini”, dicevano e dicono. Nessuno ha mai provato il contrario. Né alcun rapimento è stato denunciato.
Fatto sta che sono le uniche straniere a far paura. Le altre, al limite, fanno antipatia, ma nessuno le teme. (Oddio, quelle dell’est, in questi ultimi anni, si sono attirate l’ira di migliaia di mogli tradite…) Le zingare, invece, sono odiate quanto e più dei loro mariti, figli, padri e fratelli, considerati dei fottutissimi scansafatiche, violenti con donne e bambini, ubriaconi e ladri.  Una cosa è certa: santi non lo sono! Con loro è difficile qualunque approccio. Io stesso, una decina d’anni fa, ci provai. Un amico monsignore in Vaticano mi chiese di occuparmi di una dozzina di zingarelli, intrattenendoli con un corso di teatro. Scettico, accettai. Due collaboratori del monsignore me li portavano in pulmino, tutte le domeniche pomeriggio, nei locali di una scuola al quartiere Portuense, a Roma. Un gruppo di giovanissime canaglie. Occhi furbi, corpi esili, agilissimi. Bocche cucite. Per i primi tre incontri, mi ascoltavano, ma non parlavano. Poi, una domenica, il miracolo. Parlò il primo, una sorta di capetto, e, dopo di lui, tutti. Da quella domenica in poi, cominciò il vero lavoro. Improvvisazioni teatrali, scenette ideate da loro, monologhi, confessioni. Ma non passarono molti incontri che arrivò la prima delusione: Dylan, il più bravo e sensibile, una domenica non arrivò. “Si sta sposando”, mi dissero. Aveva meno di 15 anni. “La sua fidanzata è arrivata da Montenegro”. Goran, 10 anni, non venne più perché sua madre, rimasta vedova giovane, aveva sposato un altro uomo che non amava il piccolo, che venne affidato (venduto, secondo me) a parenti a Latina. Seppi che lavava macchine. Al terzo abbandono, Daniel, 11 anni (padre arrestato per accoltellamento), mi arresi. Loro e noi siamo troppo diversi. A cercare di cambiare il loro destino, si perde la salute. Mentale. Le bambine, poi, a quel corso non vennero mai. Incatenate al loro destino sottomesso, non avevano diritto al divertimento. men che meno a quello organizzato da gente sconosciuta e fuori dal campo. Per loro, al limite, era obbligatorio partecipare agli stages tenuti dalle adulte su come assaltare i turisti a via del Tritone. In bande da cinque sei, tutte minorenni, armate solo di pezzi di cartone e velocità d’esecuzione. Veri portenti dello scippo! Il binomio zingaro – ladro viene automaticamente. E non solo in Italia, dove gli zingari, seppur temuti, hanno ottenuto, negli anni, più privilegi degli altri stranieri. Tanti privilegi. Troppi, forse. Assistenza, sussidi, scuole, corsi speciali, campi attrezzati (distrutti), case! Ridotte a latrine. Hanno occupato, invaso, usucapito. Nel silenzio complice di molti amministratori. Kashetu Kyenge, figlia di Kikoko, attuale Ministra, vuole proprio chiudere il capitolo campi rom: ”Nei prossimi giorni avvieremo un percorso che faremo insieme alle istituzioni e alle comunità. L’obiettivo è l’integrazione e l’accompagnamento verso l’uscita dai campi“, ha dichiarato a Torino. Se li prende in carico lei, a casa sua? O dobbiamo aspettarci che lo stato espropri le nostre case, per assegnarle a loro? In Francia, sì, che li hanno chiusi i campi rom. Ma gli occupanti sono stati accompagnati fino a casetta, in Romania e Bulgaria. “Queste popolazioni hanno uno stile di vita estremamente diverso dal nostro”, ha dichiarato Il Ministro dell’Interno francese, Manuel Valls, alto esponente del governo del socialista Hollande. Ripetendo che l’unica soluzione possibile sia l’espulsione, in quanto, ha dichiarato alla radio France Inter, intorno ai campi nomadi proliferano “accattonaggio e delinquenza”. Tiè!
E l’Italia, allora? Cosa farà? Seguirà le direttive italocongolesi della ministra chiacchierona che a tutti promette un’Italia senza porte né finestre, un pò come le capanne a bordo savana? Oppure cercherà di salvaguardare decoro, buonsenso, legalità e POPOLO ITALIANO? Accogliere è giusto. Aiutare è doveroso. Ospitare è cortese. Il resto è rischioso. Molto rischioso. La Francia lo ha capito. E tiene dentro le mura solo i regolari e chi non delinque. Noi. forse, non siamo ancora sazi. Aveva ragione, per certi versi, Santa Oriana Fallaci. Con questo buonismo del piffero, che ha scancellato dal nostro DNA la vera bontà, stiamo compromettendo il nostro equilibrio. La forza delle nostre radici. La salute del nostro futuro. Apriamo le porte, sì, ma controlliamo chi entra. E quanti sono. E perché vengono. E quando se ne vanno. Perché ne abbiamo piene le balle di scippi, furti in casa, rapine, omicidi, interi condomini trasformati in campi rom senza legge né controllo. E Al diavolo! il politicamente corretto. Qui si tratta di difendere, ancora una volta, il nostro Paese. Anche da alcuni fra noi.
… fra me e me. Brindando alla Francia!
 

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