Roma, 15 luglio 2010
Medici per i Diritti Umani (MEDU) e la Rete di tutela dei rifugiati afgani esprimono apprezzamento per la temporanea soluzione della crisi umanitaria e di accoglienza di almeno 150 profughi afgani obbligati a vivere in condizioni abitative ed igienico-sanitarie disastrose presso la stazione Ostiense (si veda video dell’attuale situazione). I profughi verranno ospitati da lunedì prossimo, e fino al 30 settembre, presso tre centri di accoglienza del Comune di Roma. Tale soluzione è stata prospettata dall’Assessore alle politiche sociali, Sveva Belviso, durante un incontro con i rappresentanti dei profughi afgani, della Rete di tutela dei rifugiati afgani, del Centro Astalli e di MEDU avvenuto ieri presso il V Dipartimento. L’incontro e le misure straordinarie di ieri arrivano dopo che, negli ultimi due mesi, la già precaria situazione umanitaria del campo profughi spontaneo dell’Ostiense si era deteriorata a livelli estremi di invivibilità a causa del caldo, del sovraffollamento,della chiusura dell’unica fontanella di acqua potabile e delle minacce di sgombero. Duranti questi mesi sono state pressoché quotidiane le segnalazioni e le denuncie all’amministrazione comunale da parte di associazioni e singoli cittadini sulla gravità della situazione così come sono state numerose le iniziative di solidarietà messe in atto dalla società civile per assicurare un minimo approvvigionamento d’acqua ai profughi. E’ stata infine necessaria un’azione di protesta civile dei profughi e della Rete di tutela , con l’occupazione simbolica degli uffici del V Dipartimento del Comune, per arrivare ad un incontro con l’Assessore alle politiche sociali e alla soluzione di ieri.
Nell’esprimere soddisfazione per il risultato raggiunto, MEDU e la Rete auspicano che all’intervento emergenziale seguano strategie strutturali e sostenibili nel tempo per garantire accoglienza e integrazione ai profughi afgani, senza le quali la problematica si riproporrà nei medesimi termini e con le stesse gravi violazioni dei diritti fondamentali della persona tra alcuni mesi. Questa purtroppo è l’esperienza degli ultimi anni (si vedano le immagini allegate) !
In questo senso MEDU e la Rete hanno avanzato da tempo una serie di proposte concrete alle istituzioni tra cui quella della creazione presso la Stazione Ostiense di un punto di primo orientamento e di assistenza per i profughi afgani e l’avvio di un tavolo interistituzionale che metta in campo risorse e strategie di accoglienza condivise, e in cui a fianco del Comune di Roma e delle altre istituzioni competenti (Ministero dell’Interno, Regione, Provincia, Municipio) vengano coinvolte la comunità afgana, le associazioni e le istanze della società civile. A questo proposito, durante l’incontro di ieri, è stato raggiunto un accordo per la convocazione, agli inizi di settembre, di un tavolo di concertazione tra l’Assessorato alle politiche sociali, la comunità dei rifugiati afgani e le associazioni.
Nell’attesa che vengano compiuti tutti i passi necessari per garantire un’accoglienza dignitosa e non effimera a chi fugge dalla violenza e dalla guerra, MEDU e la Rete proseguiranno le loro attività di assistenza e di solidarietà con i profughi afgani.
Medici per i Diritti Umani (MEDU) e la Rete di tutela dei rifugiati afgani esprimono apprezzamento per la temporanea soluzione della crisi umanitaria e di accoglienza di almeno 150 profughi afgani obbligati a vivere in condizioni abitative ed igienico-sanitarie disastrose presso la stazione Ostiense (si veda video dell’attuale situazione). I profughi verranno ospitati da lunedì prossimo, e fino al 30 settembre, presso tre centri di accoglienza del Comune di Roma. Tale soluzione è stata prospettata dall’Assessore alle politiche sociali, Sveva Belviso, durante un incontro con i rappresentanti dei profughi afgani, della Rete di tutela dei rifugiati afgani, del Centro Astalli e di MEDU avvenuto ieri presso il V Dipartimento. L’incontro e le misure straordinarie di ieri arrivano dopo che, negli ultimi due mesi, la già precaria situazione umanitaria del campo profughi spontaneo dell’Ostiense si era deteriorata a livelli estremi di invivibilità a causa del caldo, del sovraffollamento,della chiusura dell’unica fontanella di acqua potabile e delle minacce di sgombero. Duranti questi mesi sono state pressoché quotidiane le segnalazioni e le denuncie all’amministrazione comunale da parte di associazioni e singoli cittadini sulla gravità della situazione così come sono state numerose le iniziative di solidarietà messe in atto dalla società civile per assicurare un minimo approvvigionamento d’acqua ai profughi. E’ stata infine necessaria un’azione di protesta civile dei profughi e della Rete di tutela , con l’occupazione simbolica degli uffici del V Dipartimento del Comune, per arrivare ad un incontro con l’Assessore alle politiche sociali e alla soluzione di ieri.
Nell’esprimere soddisfazione per il risultato raggiunto, MEDU e la Rete auspicano che all’intervento emergenziale seguano strategie strutturali e sostenibili nel tempo per garantire accoglienza e integrazione ai profughi afgani, senza le quali la problematica si riproporrà nei medesimi termini e con le stesse gravi violazioni dei diritti fondamentali della persona tra alcuni mesi. Questa purtroppo è l’esperienza degli ultimi anni (si vedano le immagini allegate) !
In questo senso MEDU e la Rete hanno avanzato da tempo una serie di proposte concrete alle istituzioni tra cui quella della creazione presso la Stazione Ostiense di un punto di primo orientamento e di assistenza per i profughi afgani e l’avvio di un tavolo interistituzionale che metta in campo risorse e strategie di accoglienza condivise, e in cui a fianco del Comune di Roma e delle altre istituzioni competenti (Ministero dell’Interno, Regione, Provincia, Municipio) vengano coinvolte la comunità afgana, le associazioni e le istanze della società civile. A questo proposito, durante l’incontro di ieri, è stato raggiunto un accordo per la convocazione, agli inizi di settembre, di un tavolo di concertazione tra l’Assessorato alle politiche sociali, la comunità dei rifugiati afgani e le associazioni.
Nell’attesa che vengano compiuti tutti i passi necessari per garantire un’accoglienza dignitosa e non effimera a chi fugge dalla violenza e dalla guerra, MEDU e la Rete proseguiranno le loro attività di assistenza e di solidarietà con i profughi afgani.