Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

27 luglio 2011

 

Ecco perché informare sui Cie per il Ministero vuol dire «intralciare»
Osservatorio Italia-razzismo 27 luglio 2011
LasciateCIEntrare è il nome dell’iniziativa organizzata lunedì dalla Federazione nazionale della stampa italiana che ha coinvolto i centri di identificazione ed espulsione (i Cie, appunto) i Cara e i Cai di tutta Italia. Dal centro di Ponte Galeria a Roma, a quello di Gradisca a Udine, dal Serraino Vulpitta a Trapani, a quello di via Corelli a Milano, centinaia di persone si sono date appuntamento davanti ai cancelli chiusi di queste strutture. Molte le organizzazioni della società civile che hanno aderito e numerosi i parlamentari che hanno sostenuto l’iniziativa visitando i centri.
I parlamentari, insieme ai consiglieri regionali, sono le uniche figure che possono varcare la soglia dei centri senza autorizzazione. Neanche i sindaci delle città dove questi luoghi sorgono possono accedervi liberamente. I giornalisti, poi, non ne parliamo. La circolare 1305, firmata dal ministro dell’Interno il primo aprile scorso, vieta loro l’ingresso «al fine di non intralciare le attività» rivolte agli immigrati. Fare informazione da questi luoghi è sempre più difficile e le poche notizie che circolano vengono fornite direttamente dagli “ospiti” (chiamati così in quanto non propriamente detenuti) dei centri. È successo così lunedì, quando Fortress Europe ha pubblicato le foto di una ragazza tunisina all’interno del Cie di Roma. Nelle immagini si vede la schiena nuda della ragazza segnata da lividi grossi e scuri. Lei denuncia che sono stati due agenti della Guardia di Finanza a farle questo, con dei manganelli usati per sedare una rissa. Le foto sono state pubblicate perché la giovane è stata liberata e non rischia più ritorsioni. Forse è più chiaro, adesso, che tipo di “intralcio” possono rappresentare i giornalisti.
 
 
 
L'intervista  La responsabile europea agli Affari interni analizza il rischio di un'ondata xenofoba
«Basta silenzi, i politici devono agire C’è troppo odio contro gli immigrati» 
La commissaria Malmström: spiegare i benefici del multiculturalismo 
Corriere della Sera, 27-07-2011
Luigi Offeddu loffeddu@rcs. it 
«Breivik è uno squilibrato, certo. Ma i movimenti populisti e anti integrazione, che creano un clima di odio contro gli immigrati stranieri, stanno guadagnando terreno in diversi Paesi europei. Perciò i capi di governo e di Stato, i leader moderati di centrodestra e centrosinistra, devono alzarsi in piedi e parlare forte. Più forte. È venuta finalmente l’ora di farlo» . Cecilia Malmström, svedese, commissaria europea agli Affari interni, sta trascorrendo qualche giorno di vacanza in un luogo dove si trovava anche venerdì sera, quando l’incubo è calato su Oslo: «Ho sentito la prima notizia alla radio, poi ho cercato subito altre informazioni e non mi sono più staccata dalla televisione. Ero atterrita» . Dalla figura di Breivik? «Ancora una volta: quella è una persona molto malata, non è difficile capirlo. È uno che ha preparato la sua azione per tanto tempo, diceva di voler liberare la Norvegia seguendo le idee di una certa estrema destra. Ma ci sono molti altri come lui: che cioè condividono le sue stesse idee intrise di radicalismo xenofobo. Fortunatamente, pochi le traducono poi nei fatti» . Un eurodeputato italiano, Mario Borghezio della Lega Nord, ha detto che Breivik è uno squilibrato, un folle, ma che certi suoi concetti sulla necessità di una crociata per difendere i cristiani si possono condividere... «Conosco la Lega Nord. Non queste dichiarazioni. Ma posso ribadire quello che ho detto: il clima anti immigrazione sta crescendo ovunque, purtroppo. La polizia fa bene il suo mestiere. E i politici condannano tutti la violenza, com’è giusto e naturale fare. Ma tutto ciò non basta, non basta proprio» . Che cosa ci vuole di più? «Ecco: bisogna condannare le uccisioni, ma anche spiegare di più i benefici del multiculturalismo, dell’integrazione. Nella quale molti Paesi hanno fallito. Bisogna spiegarli soprattutto ai giovani. Bisogna dire un grande "no"alto e chiaro alle campagne xenofobe. Se non lo si fa, quei gruppi si rafforzano sempre più» . Accade in Scandinavia più che altrove? «Può accadere ovunque. Nessun Paese è immune. Neppure la "mia"Svezia. Teoricamente, la Norvegia era esposta su più fronti a sussulti terroristici perché impegnata in Libia e in Afghanistan. Però il pericolo vale per tutti» . Ma quando parla di leader troppo timidi nel condannare le idee alla Breivik, avrà pure in mente qualche Paese particolare… «Guardi, il ventaglio degli esempi in Europa è oggi molto ampio: ci sono Paesi dove l’estrema destra è già nel governo; altri, in cui al governo è molto vicina; altri ancora, in cui è fuori e tuttavia mantiene una posizione di influenza decisiva, nella politica e nella società» . Molti dicono che è semplicemente un problema di paura. In certe nazioni, si percepisce come una minaccia culturale ma anche economica l’immigrazione che cresce. A Oslo, c’è chi parla ormai di un 10%di immigrati su meno di 5 milioni di abitanti. E chi dice: prima o poi bisognerà pur tracciare una linea, un limite… «No, non si può tracciare una linea. O fissare una percentuale di immigrati da non superare: basta guardare agli Stati Uniti e alla loro storia, per capirlo» . Ma anche gli Stati Uniti hanno avuto i loro problemi in merito. «In un mondo ideale tutti dovrebbero avere la libertà di trasferirsi ovunque, senza barriere, ma poi è chiaro che nella realtà l’immigrazione va gestita: questo spetta però ai singoli Paesi deciderlo, non a Bruxelles» . Non pensate a nuove regole, nuove direttive europee? «No. Direi che non ce n’è bisogno. Piuttosto, passare subito ai fatti concreti: ogni Stato deve combattere il radicalismo, diffuso soprattutto su Internet; e identificare i giovani che sono a rischio; e pensare a come affrontare al meglio le sfide dell’integrazione» . Per esempio? «Noi per esempio, a settembre, lanceremo un network fra istituzioni culturali, religiose e politiche contro la radicalizzazione delle idee. Poi dedicheremo alla lotta alla xenofobia il Consiglio dei ministri europei degli interni, qui a Bruxelles. Ma la cosa più importante è quella detta all’inizio, che parlino forte i capi di Stato e di governo. Anzi, c’è qualcosa di più che possono fare» . Che cosa? «Possono dimostrare proprio in questo la loro leadership. Lo dicevo già a giugno, prima del loro vertice: "Abbiamo bisogno di più solidarietà, tolleranza e responsabilità nelle politiche migratorie, poi di tradurre questi principi in azioni; e sono certa che i leader proveranno la loro leadership in tempi così difficili". Oggi, dopo Oslo, è ancor più vero» . 
 
 
 
In arrivo la cittadinanza a punti
Gli stranieri valutati da uno score basato su debiti e crediti 
ItaliaOggi, 27-07-2011
LUIGI CHIARELLO
La cittadinanza italiana guadagnata per raccolta punti. Questa la nuova frontiera dell'integrazione disegnata dal governo. Il regolamento, che introduce il nuovo accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato italiano, è stato esaminato ieri dal preconsiglio, in vista dei consiglio dei ministri di venerdi prossimo, che dovrebbe dare il via libera definitivo. L'esecutivo, infatti, lo ha in gestazione da piú di un anno (si vedano ItaliaOggi del 12,18 e 21 maggio 2010). Ma le modifíche al testo, rispetto a quanto vagliato in prima lettura, sono residuali. Resta l'impianto del provvedimento, che prevede per il Cittadino straniero, che arriverà in Italia un percorso di integrazione obbligato, sancito da un vero e proprio accordo siglato con lo stato, con tanto di pagellina contenente crediti e debiti legati al senso civico, alla conoscenza della lingua italiana (richiesto il livello A2) è dei principi fondamentali della Costituzione, al rispetto delle leggi. Quindi, sarà valutata la conoscenza del funzionamento delle istituzioni, specie in relazione a settori come sanità, scuola, lavoro, obblighi fiscali. II «contratto» verrà siglato dall'immigrato in questura al momento della richiesta del permesso di soggiorno; firma che sarà vincolante per il rilascio dello stesso. Il patto durerà due anni, piú un terzo di possibile proroga, nel corso dei quali lo straniero dovrà impegnarsi per mettere assieme un gruzzolo di 30 punti. Raggiunto questo risultato, al termine del periodo di prova verrà rilasciato un attestato, che sarà decisivo ai fini della concessione della cittadinanza. Attenzione, però. Il terzo anno di proroga scatterà, solo, se l'immigrato, nell'arco dei primi due anni, dovesse raggiungere un punteggio tra zero e 30 punti. Qualora, invece, lo score dovesse finire sotto zero, scatterà immediata l'espulsione.
Caratteristiche dei patto. L'accordo d'integrazione si applicherà ai soli stranieri tra 16 e 65 anni, giunti in Italia dopo l'entrata in vigore dei regolamento. Costoro, qualora abbiano figli minori, dovranno farsi garanti dell'adempimento dell'obbligo di istruzione e del rispetto dell'accordo d'integrazione in loro vece. Rispetto che verrà misurato anche qui da un punteggio basato su debiti e crediti, totalizzato nel período di validité del permesso di soggiorno. Comunque, tutti i diversi score verranno assegnati in base ai titoli acquisiti e alla documentazione presentata. In assenza di attestati idonei a certificare la conoscenza della lingua italiana, delia cultura civica e della vita civile in Italia, sarà un test gratuito a decidere i punteggi. Esame, che sarà effettuato dallo sportello unico per l'immigrazione presso la prefettura competente. Le penalizzazioni, invece, scatteranno se l'immigrato commette reati o è soggetto a misure di sicurezza personale (tabella a lato). Il livello dei crediti cederá più o meno vertiginosamente, in base agli accertamenti d'ufficio attivati presso il casellario giudiziale e il casellario dei carichi pendenti. Mentre, in relazione agli illeciti amministrativi e tributari, alle sanzioni si accompagneranno penalità, inflitte in proporzione alla documentazione acquisita. 
Cosa dà crediti...
Conoscenza delia lingua italiana
Conoscenza delia cultura civica e delia vita civile in Italia
Percorsi di istruzione per adulti, corsi di istruzione secondaria superiore o di istruzione e formazione professionale        
Percorsi degli istituti tecnici superiori o di istruzione e formazione técnica superiore
Corsi di studi universitari o di alta formazione in Italia
Conseguimento di titoli di_studio aventi valore legale in Italia
Attività di docenza
Corsi di integrazione linguistica e sociale, incluso il superamento dei test di conoscenza di lingua tedesca, I oltre che di lingua italiana, per gli stranieri residenti nella província di Bolzano         
Onorificenze e benemerenze pubbliche, conferimento di onorificenze della Repubblica italiana, conferimento di altre benemerenze pubbliche
Svolgimento di attività economico-imprenditoriali,
Scelta di un medico di base iscritto nei registri Asl
Partecipazione alla vita sociale, svotgimento di attività di volontariato presso associazioni iscritte nei pubblici registri                         
Sottoscrizione, registrazione e ove prescritto trascrizione di un contratto di locazione
Corsi di formazione anche nei Paese di origine, partecipazione côn profitto a tirocini formativi e di orientamento ovvero a programmi di formazione professionale diversi da quelli che costitulscono la motivazione deU'autorizzazione all'ingresso
e cosa li toglie
REATI
Condanna anche non definitiva al pagamento di una ammenda non inferiore a 10 mila euro Condanna anche non definitiva alla pena dell'arresto inferiore a tre mesi anche congiunta al pagamento di una ammenda
Condanna anche non definitiva alla pena dell'arresto superiore a tre mesi Condanna anche non definitiva al pagamento di una multa non inferiore a 10 mila euro Condanna anche non definitiva alla pena della reclusione inferiore a tre mesi anche congiunta al pagamento di una multa
Condanna anche non definitiva alia pena della reclusione non inferiore a tre mesi Condanna anche non definitiva alia pena della reclusione non inferiore a un anno Condanna anche non definitiva alia pena della reclusione non inferiore a due anni Condanna anche non definitiva alla pena della reclusione non inferiore a tre anni
MISURE Dl SICUREZZA PERSONALI
Applicazione provvisoria di una misura di sicurezza ai sensi dell'articolo 206 c.p. Applicazione anche in via non definitiva di una misura di sicurezza personale
ILLECITI AMMINISTRATIVI E TRIBUTARI
Irrogazione di una sanzione pecuniaria definitiva di importo non inferiore a 10 mila euro Irrogazione di una sanzione pecuniaria definitiva di importo non inferiore a 30 mila euro Irrogazione di una sanzione pecuniaria definitiva di importo non inferiore a 60 mila euro Irrogazione di una sanzione pecuniaria definitiva di importo non inferiore a 100 mila euro
 
 
 
La ragazza di Bologna
Quell'islamica avvelenata è anche colpa nostra
In fin di vita per sfuggire al matrimonio islamico. E le autorità zitte per più di un mese. Troppi errori con gli stranieri
Sugli immigrati continuiamo a farci del male
Libero, 27-07-2011
MARIA G. MAGLIE
Noi il pericolo della Norvegia proprio non ce lo sentiamo sul collo, sia pur con i tempi lunghi che certe aberrazioni di ritorno impiegano per prender forma. A noi l'11 Settembre non ha insegnato niente. Noi serenamente smontiamo, lo ha fatto la Consulta, pezzo per pezzo il decreto di sicurezza del governo e decidiamo che i clandestini (...)
(...) si possono sposare con un'italiana, anzi debbono, l'amore è amore, superfluo un regolare permesso di soggiorno, inutile sapere chi siano veramente e che cosa vogliano, poi restino, si accomodino e portino famiglie allargate, magari le altre mogli rimaste in patria in attesa. Noi teniamo nascosto per quasi un mese che una ragazza pachistana a Bologna si è ingollata un bicchierone di acido muriatico per non dover sposare qui in Italia l'uomo deciso dal padre e dal fratello, ma forse proprio loro glielo hanno fatto trangugiare quel veleno che le ha bruciato la gola e lo stomaco, e poi hanno mandato qualcuno in ospedale per tentare di finire il lavoro sporco, il tutto senza fretta, tanto il silenzio generale delle autorità come si dice preposte ha circondato la vicenda, altro che le grida che di solito precedono qualunque notizia criminosa, si vede che il crimine in questo caso non è stato ravvisato. Noi non abbiamo bisogno di una legge urgente sulla cittadinanza per sottrarre questi ragazzi alla furia integralista delle comunità di appartenenza, come continua a chiedere, non so in quanto folta compagnia, Souad Sbai.
PERCORSO SUICIDA
Noi continuiamo a non capire, e fanno un effetto lugubre le frasette puntute di compiacimento di questi giorni sull'errore che il mondo ha commesso credendo con più di qualche ragione, almeno quella della storia e della statistica, che in Norvegia il terrorismo fosse islamico. Ne cito una sola, di uno a cui voglio bene, Pietrangelo Buttafuoco: «Cari occidentali, a furia di evocare ad arte i fondamentalismi poi vi nascono in casa quelli genuini». Ad arte? New York, Londra, Madrid, e mi fermo?
Noi il fantasma pesante dell'assassino bianco e occidentale lo vogliamo liquidare presto, e con poca sofferenza, e andare avanti in allegria sul nostro percorso suicida, nella nostra rappresentazione consolatoria di un multiculturalismo, certi che noi si che lo sappiamo gestire, e mai ci succederà quel che è successo a quei fessi di norvegesi, che neanche le armi ai poliziotti avevano dato.
Non sarà così semplice. Niente delle idee del terrorista norvegese si può condividere, eppure non è un cretino apocalittico, e nemmeno lo si può rubricare solo come un pazzo, lavoro che giustificatamente proverà a fare il suo avvocato difensore, o come una sorta di marionetta esoterica.
Che abbia massacrato i suoi connazionali e non dei musulmani, che pure sono ormai quasi la metà della popolazione del Paese, non dovrebbe costituire materia di rassicurazione, tutto il contrario perché è purtroppo vero che niente è più intollerabile di non riuscire più a riconoscere il volto della società che ti ha partorito.
In Norvegia milioni di musulmani europei vivono in famiglie rigidamente legate alla cultura e alla religione di origine, chiusi in enclave in rapida crescita; le donne non sono emancipate, al contrario sono segregate, in quei ghetti i non musulmani non osano avventurarsi. I sondaggi dimostrano che quei musulmani, al pari della maggioranza di coloro che vivono in Europa, rifiutano i valori occidentali, disprezzano i Paesi che li hanno accolti, sognano di sostituire la democrazia con la legge della sharia. In Norvegia sommamente, ma nel resto d'Europa abbastanza, denunciare questa realtà significa essere accusati di razzismo. Dalla strage norvegese in avanti il rischio è ancora più alto.
L'EURABIA È REALTÀ
Breivik è uno squilibrato, ma l'Eurabia dei suoi incubi è una drammatica realtà, in Norvegia già squadernata, altrove, come
in Italia, in costruzione lenta ma inesorabile a meno di un ripensamento generale, e non illudiamoci che certe mezze ammissioni della Merkel e di Cameron, o qualche alzata di testa di Sarkozy, siano la risposta adeguata alla poligamia, all'oppressione delle donne, alle prediche di odio nelle moschee fai da te, alla manovalanza criminale. L'onda lunga del'11 settembre ha atteso dieci anni per manifestarsi in Europa, e ha scelto il luogo più debole, isolato, illuso, ma l'effetto moltiplicatore è possibile e probabile, oltre che insopportabile per la nostra già provata civiltà.
::: LE STORIE
HINA SALEEM Nell'estate del 2006 Hina Saleem, giovane pachistana di 21 anni, viene uccisa nella casa patema di Sarezzo (Brescia) dai parenti perché "troppo occidentalizzata". Viene attirata con un pretesto nell'appartamento e sgozzata nell'orto dopo essere stata colpita con venti coltellate. Autori della "punizione" il padre, lo zio e i due fratellastri di 26 anni
LA BELLA JAMILA Lo scorso aprile fece scalpore la storia di Jamila, bella ragazza pachistana residente a Brescia costretta dai famigliari ad abbandonare gli studi per tornare nel proprio paese d'origine. Ad aspettarla c'era un marito disposto a pagare a caro prezzo per la sua mano. I fratelli, gelosissimi e attratti dal guadagno, le avevano imposto il divieto di uscire di casa. Dissero che lo facevano per proteggere la sorella dalle attenzioni degli altri uomini
BICCHIERE D'ACIDO L'ultimo caso riguarda una sedicenne pachistana a cui era stato imposto un marito connazionale. Pur di non affrontare il matrimonio combinato la ragazzina ha bevuto un bicchiere di acido muriatico. È stata salvata in extremis
 
 
 
I DIRITTI DELLE DONNE  ISLAMICHE
la Repubblica,  27-07-2011
CORRADO AUGIAS
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Gentile Augias, ha l'esofago accartocciato, lo stomaco danneggiato, la sedicenne pachistana che ha ingoiato acido muriatico. Vivendo e studiando a Bologna, ha imparato a sentirsi una persona, non vuole sposare l'uomo scelto dal padre. Padre e fratelli però non la considerano una persona, ma una cosa di proprietà. Ovviamente la ragazza sa che al matrimonio forzato seguirà lo stupro da parte del marito, e l'obbligo di dargli dei figli. Allora preferisce  morire e tenta il suicidio .Ecco che cosa significa per una ragazza pachistana imparare a sentirsi persona. Non bisognerebbe istituire corsi per gli uomini provenienti dai paesi dove vigono barbare usanze nei riguardi delle donne? Potrebbero imparare a considerare figlie e sorelle come persone. Padri e fratelli potrebbero cominciare a studiare la Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne (Onu, Risoluzione 48/104, del 1993). A ben riflettere però corsi del genere sarebbero opportuni anche per molti uomini italiani, per i quali non considerare le donne persone pure è cosa normale.
Francesca Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Sono almeno sei le ragazze musulmane uccise in Italia perché volevano decidere nella scelta del fidanzato, nella continuazione degli studi, nella scelta di non portare il velo. In una parola nell'adottare costumi occidentali. L'Islamismo, come del resto ogni religione fortemente centrata sul possesso in esclusiva della 'Verità', può diventare causa di intolleranza. Nel marzo scorso in un villaggio a sud del Cairo una chiesa cristiana è stata data alle fiamme. L'incidente è stato innescato dalla relazione tra un cristiano copto, Ashraf Iskander, e una ragazza musulmana. Il padre della ragazza si è rifiutato di uccidere i due giovani, nonostante le pressioni della comunità islamica. Un cugino della ragazza ha allora ucciso lo zio per aver preferito la vita della figlia all'onore della famiglia. Il fratello della donna ha vendicato la morte del padre uccidendo il cugino. La comunità musulmana, sconvolta, ha additato i cristiani come responsabili, la chiesa è stata incendiata. Sono interpretazioni estremistiche, diffuse nei ceti meno progrediti ma che sopravvivono all'emigrazione in Europa. Per ragioni anche pratiche. Leggo sul sito Islam-Online.it un intervento di Patrizia Khadija dal Monte che chiarisce questo aspetto: «Essere donna rimanda al corpo. A quello degli altri, anzitutto. È la donna che pensa alla necessità del corpo dei membri della famiglia: nutre, pulisce, veste i bambini; accudisce i vecchi; cura i malati. Le necessità fisiche sono legate tacitamente alla donna, all'interno del nucleo familiare». Non basta cambiare continente per far cadere tradizioni di secoli. A poco servirebbero i corsi di aggiornamento.
 
 
 
Immigrazione: protesta migranti a Mineo, bloccata strada
MINEO (CATANIA), 27 LUG - Oltre 300 immigrati ospitati nel Cara di Mineo, dalle 8,45 di stamani hanno bloccato la strada statale 417 Catania-Gela per chiedere lo status di rifugiati politici. Durante la notte, inoltre, nel centro che ospita il 'Villaggio della solidarieta'' gli immigrati, per protesta, hanno provocato piccoli roghi che hanno danneggiato alcuni mezzi. Nel Cara trovano asilo circa duemila immigrati. La situazione e' tenuta sotto controllo dalle forze dell'ordine, intervenute con diverse decine di uomini.
 
 
 
Roma: 23 i neo-imprenditori immigrati che hanno portato a termine il corso “Impresa senza confine” promosso dalla Provincia.
ImmigrazioneOggi 27 luglio 2011
Sono stati 23 i neo imprenditori stranieri che ieri hanno portato a termine il corso Impresa senza confine promosso dalla Provincia di Roma. Su 40 domande presentate e 25 ammesse al corso, in 23 hanno completato il percorso di formazione che li ha accompagnati individualmente nella definizione del proprio business plan, al fine di chiarire, rispetto all’idea iniziale, gli obiettivi d’impresa, il prodotto/servizio offerto e il mercato da raggiungere.
Durante la formazione sono stati organizzati incontri con imprenditori immigrati, che hanno raccontato la loro esperienza, illustrando il percorso intrapreso nella fase di avvio e gestione dell’impresa. Dei 25 corsisti ammessi, 22 hanno portato a termine il percorso formativo e 21 hanno presentato il progetto d’impresa finale. I business plan presentati sono stati valutati da una commissione composta da rappresentanti della Provincia di Roma e di provincia Attiva, al fine di selezionare i migliori progetti imprenditoriali da ammettere a un contributo economico nella fase di start up, oltre che al tutoraggio. Tutti i corsisti che hanno concluso il corso di formazione, anche coloro che non rientreranno tra i dieci che avranno diritto alla misura economica di accompagnamento, potranno avvalersi del tutoraggio nella creazione d’impresa.
“L’immigrazione è un fenomeno strutturale nel nostro Paese – ha dichiarato Claudio Cecchini, assessore alle Politiche sociali e per la Famiglia della Provincia di Roma, che ha consegnato gli attestati ai corsisti – e la formazione e il lavoro sono elementi che considero fondamentali per l’integrazione”.
 
 
 
Crisi delle angurie, boom del lavoro nero per gli stranieri
Affaritaliani.it 26.07.2011 
Quest’anno le angurie salentine sono rimaste a marcire nei campi. Le aziende non le hanno raccolte a causa del crollo dell’export verso i Paesi acquirenti come la Francia e la Germania e del conseguente abbassamento del prezzo pagato al chilo. I numeri dati dalla Coldiretti Puglia sono da tracollo: “2 milioni di quintali di angurie nel Salento non sono neppure state raccolte e sono andate perse oltre 50mila giornate di lavoro per le operazioni di raccolta con una perdita di non meno di 4,5 milioni di euro di salari non corrisposti a centinaia di braccianti agricoli per mancanza di prestazioni”. Per questo oltre 700 imprenditori agricoli con 100 trattori hanno portato le angurie per protesta davanti alla Prefettura di Lecce. Chiedono gli aiuti dell’Unione europea.
Secondo la Coldiretti, la crisi delle angurie, è dovuta a un duplice fenomeno. Da un lato alla psicosi da 'batterio killer’, che nei mesi scorsi avrebbe determinato l'embargo da parte dei Paesi acquirenti storici, come la Germania. A ciò va ad aggiungersi “l’invasione” che la Puglia sta subendo di angurie provenienti dalla Grecia e vendute a prezzi fino a 8/10 centesimi di euro al chilogrammo in meno rispetto al prodotto locale. Una situazione che si ripercuote sui braccianti stagionali che come ogni anno costituiscono la manodopera nei campi.
A Nardò, per il secondo anno, ha aperto un centro di accoglienza per i lavoratori stranieri, l’unica esperienza in Italia gestita interamente da volontari che vivono alla “Masseria Boncuri” con gli stranieri. Attiva dal 20 giugno, la masseria chiuderà i battenti a fine stagione, il 31 agosto. Giunti a metà del percorso, Gianluca Nigro, coordinatore dell’associazione Finis Terrae, traccia un primo bilancio della campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero” per il rispetto dei diritti dei lavoratori della terra. 
“Con la crisi delle angurie, lasciate sul terreno e non raccolte, c’è stato un arretramento verso il lavoro nero – spiega – quest’anno lo scontro con le aziende è palese, c’è una separazione netta fra produttori e lavoratori, il clima è più ostile”. Tuttavia, la campagna sta dando dei buoni risultati, con l’utilizzo delle T-shirt con lo slogan da parte dei braccianti quando vanno nei campi e con la distribuzione di un depliant sulle paghe regolari e le informazioni legali tradotto in 4 lingue. “Abbiamo oltre 200 persone ospitate nelle tende, di cui 120 lavorano e di questi 80 hanno un ingaggio regolare” afferma Nigro. 
Il problema in questo momento è che le paghe sono molto più basse della scorsa stagione. Raccogliendo le angurie si veniva pagati ad appezzamento di terreno lavorato e una giornata fruttava al lavoratore 50, 60 euro. Invece ora i braccianti non trovano impiego con le angurie e quindi raccolgono pomodori a 4 euro l’ora per una paga giornaliera che non supera i 30 euro. A cercare lavoro nei campi di Nardò ci sono anche circa 40 tunisini provenienti dal centro di accoglienza di Manduria. Le altre nazionalità presenti alla masseria Boncuri sono Sudan, Ghana e persone provenienti da vari paesi dell’Africa subsahariana. I volontari sono 15 per turno, a rotazione settimanale e provengono anche dalle Brigate di Solidarietà Attiva. Al campo è stata organizzata anche una scuola d’Italiano con insegnanti abilitati che conta 45 studenti per 4 volte alla settimana.
 
 
 
TOUADI (PD), STOP A REATO CLANDESTINITA'
AgenParl 25 luglio 2011
“Le cose che abbiamo visto oggi all’interno delle Guantanamo d’Italia targate Maroni, mi hanno convinto ancora di piu' - se mai ce ne fosse bisogno - che la legislazione sull’immigrazione del centrodestra deve essere rasa al suolo, a partire dal suo architrave, quel mostro giuridico chiamato reato di immigrazione clandestina”. E’ quanto dichiara Jean-Leonard Touadi, deputato del Pd fra i promotori della campagna ‘LasciateCIEntrare’, che oggi si e' recato in visita al CIE di Via Corelli a Milano.
“Per questa ragione, insieme all’on. Melis, mercoledi' alle 14,30 alla Camera presenteremo una proposta di legge per ristabilire l'articolato della direttiva rimpatri e abolire il reato di clandestinita'”.
 
 
 
Clandestini ammassati in una baracca
estense.com, 27-07-2011
Arrestato per favoreggiamento un 32enne del Bangladesh. Trovata merce contraffatta per 2500 euro
Porto Garibaldi. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Comacchio hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, un cittadino bengalese di 32 anni residente Comacchio, regolare, in quanto ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Denunciati inoltre altri  5 connazionali poiché trovati in possesso di merce (occhiali) con marchi prestigiosi contraffatti.
L’operazione è scattata lunedì mattina verso le 8, durante un servizio dei militari finalizzato al contrasto dell’abusivismo commerciale. I militari di Comacchio hanno controllato un fabbricato rurale di Porto Garibaldi dove era stata segnalata la presenza di cittadini extracomunitari. Sono stati così identificati 13 cittadini extracomunitari tutti provenienti dal Bangladesh di cui 5 privi di documenti d’identità e irregolari sul territorio nazionale. Gli stranieri dormivano ammassati in 3 stanze di modiche dimensioni, in precarie condizioni igienico-sanitarie e con i servizi igienici all’aperto. Oltre agli immigrati, irregolari, è stato identificato un loro connazionale, A.M.T. A quest’ultimo, in base a quanto dichiarato dalle persone identificate, veniva versata mensilmente una somma di denaro per poter alloggiare nell’immobile.
Durante il controllo nel fabbricato sono stati rinvenuti 70 paia d’occhiali da sole di varie marche, oltre a 50 custodie per occhiali e 20 oggetti marchiati “Hello Kitty”, tutto palesemente contraffatto. Il materiale dal valore complessivo di 2500 euro circa è stato sequestrato.
A.M.T. è stato quindi dichiarato in stato di arresto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina mentre per i 5 stranieri è scattata la denuncia per avere posto in commercio materiale contraffatto. I 5 bengalesi irregolari, inoltre, sono stati accompagnati presso la Questura di Ferrara per essere sottoposti ad espulsione mentre l’arrestato, terminate le formalità, è stato liberato su disposizione del Pm di turno.
 
 
 
Usa/ California: legge a sostegno istruzione immigrati illegali-rpt
Per rette univesitarie saranno equiparati a studenti californiani
Virgilio, 26-07-2011
New York, 26 lug. (TMNews) - La California ha passato il"Dream Act", una legge che permette agli studenti immigrati clandestinamente negli Stati Uniti di richiedere il pagamento di rette universitarie più economiche di quanto imposto agli stranieri.
La legge ratificata ieri dal governatore Jerry Brown, entrerà in vigore il primo gennaio del 2112. Il provvedimento consente agli studenti senza documenti che hanno frequentato almeno tre anni di scuole superiori in California di pagare rette più vantaggiose se si iscriveranno a un'università pubblica. Si tratta in realtà di un aggiornamento di una legge precedente che non faceva specifico riferimento allo stato di immigrazione dello studente. Si tratta di un importante passo avanti per promuove l'educazione dei figli degli immigrati clandestini, considerato che, grazie a questa legge, le tasse universitarie che dovranno sostenere saranno un quinto rispetto alla retta versata dagli studenti stranieri. in sostanza a livello di tasse scolastiche gli studenti immmigrati illegalmente potranno fare richiesta di pagare lo stesso ammontare versato dagli studenti californiani.
Nonostante porti lo stesso nome, il Dream Act della California non deve essere confuso con la proposta di legge federale che ha cercato, senza successo, di permettere agli immigrati illegali negli Stati Uniti di ottenere la cittadinanza americana attraverso il servizio militare o l'istruzione nelle università americane.
"Mentre molti strati hanno deciso di promulgare l'odio e la divisione attraverso leggi contro gli immigrati, il governatore della California ha mandato un messaggio forte sulla necessità di investire negli studenti a prescindere dal loro stato di immigrazione" ha detto Angelica Salas, capo della Coalition for Humane Immigrant Rights di Los Angeles, in un'intervista alla rete Cnn.
Tra gli altri stati che hanno adottato prevedimenti simili al Dream Act della California ci sono Illinois, Kansas, Maryland, Nebraska, New Mexico, New York, Oklahoma, Texas, Utah, Washington e Wisconsin. Ma altri 10 stati hanno approvato provvedimenti che vietano l'abbassamento delle rette universitarie per gli studenti immigrati illegalmente negli Stati Uniti. 
 
 
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