Consiglieri aggiunti, esperienza da mantenere

Italia-razzismo
Il 15 dicembre scorso è scaduto il mandato dei consiglieri aggiunti del Comune di Roma. Si tratta una figura inserita nello Statuto del Comune di Roma nel 2000 in rappresentanza delle comunità straniere non aventi ancora diritto di voto (eletti con voto segreto dagli stranieri residenti a Roma da almeno tre anni). Le prime elezioni si svolsero nel 2004, ripetute poi nel 2006 portarono all’elezione dei 4 Consiglieri attualmente in carica: Madisson Godoy Sanchez per il Continente America, Romulo Salvador Sabio per l’Asia; Tetyana Kuzyk per l’Europa non Comunitaria e Victor Emeka Okeadu per l’Africa.

Secondo lo Statuto comunale, l’amministrazione era tenuta a indire nuove elezioni entro l’anno in corso ma, per problemi di bilancio determinati dal cambio di amministrazione, questo appuntamento è stato posticipato alla primavera prossima, secondo quando recita una mozione approvata dal consiglio comunale.
Il problema è che né la giunta precedente del sindaco Gianni Alemanno (che per evitare le elezioni aveva prorogato i quattro consiglieri in carica), né quella attuale hanno provveduto a inserire nel bilancio gli stanziamenti necessari a una consultazione che di media prevede il coinvolgimento potenziale di decine di migliaia di persone straniere residenti.
Inizialmente la figura del consigliere aggiunto doveva assumere anche una connotazione politico-comunicativa, in grado cioè di precedere e promuovere il pieno diritto elettorale degli stranieri nelle amministrazioni locali, secondo il più classico dei principi elettorali della cultura liberale (no taxation without rapresentation). Finora è stata incomprensibilmente sottovalutata la portata di quella innovazione. Roma è stata la prima grande città a dotarsi di una figura che faceva valere un diritto di rappresentanza, seppure limitato nelle forme e nei modi, alle comunità straniere presenti sul territorio: un ponte straordinario tra l’Amministrazione e i cittadini di origine straniera.
E fino a qualche giorno fa i consiglieri aggiunti, pur senza diritto di voto (sono appunto definiti aggiunti), siedevano accanto agli altri colleghi nella più importante assemblea elettiva locale del nostro paese: quella della Capitale d’Italia.
È per questo che hanno deciso di far sentire la loro voce insieme ai parlamentari Khalid Chaouki e Luigi Manconi, in una conferenza stampa, organizzata oggi (ore 13 Sala Stampa della Camera dei Deputati ), perché una buona e innovativa esperienza amministrativa finisca mestamente in un epilogo di indifferenza e sciatta considerazione burocratica.
E perché la nuova amministrazione indichi al più presto la data del voto, la copertura finanziaria e il regolamento elettorale per l’elezione dei nuovi consiglieri aggiunti.
l'unità, 19-12-2013

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