Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

17 luglio 2012

A settembre via alla nuova sanatoria un mese per regolarizzare i clandestini
Il datore di lavoro dovrà pagare un contributo di mille euro
la Repubblica, 17-07-2012
Vladimiro Polchi
ROMA — Lavora per voi una colf irregolare? Occupate in nero un muratore clandestino? La data è fissata. Comincia il conto alla rovescia. Il primo settembre scatta il “ravvedimento operoso” per chi dà lavoro a immigrati senza documenti. È la regolarizzazione 2012: per un mese i datori di lavoro “opachi” potranno uscire dall’illegalità e migliaia di invisibili potranno quindi lavorare alla luce del sole. Una rivoluzione per il pianeta immigrazione, popolato in Italia da mezzo milione di irregolari.
La sanatoria è contenuta nella norma transitoria approvata il 6 luglio scorso con la “legge Rosarno”: il decreto legislativo che introduce pene più severe per chi impiega stranieri irregolari e un permesso di soggiorno per l’immigrato che denuncia uno sfruttamento grave. La norma transitoria prevede invece il “ravvedimento operoso”: i datori di lavoro che occupano alle proprie dipendenze extracomunitari irregolari potranno dichiarare la sussistenza del rapporto di lavoro allo Sportello unico per l’immigrazione. Tradotto: potranno regolarizzarli. Per operai, muratori, colf e badanti un’occasione di uscire dal “nero”: è dalla sanatoria del 2009 (per altro limitata a colf e badanti) che non si apriva una tale finestra. Allora le domande arrivarono a quota 295.112. In un incontro della scorsa settimana, i tecnici dei ministeri dell’Interno, del Lavoro e della Cooperazione hanno cominciato a stabilire i dettagli della procedura di emersione. Secondo le prime indiscrezioni, la regolarizzazione si aprirà a fine estate. Per l’esattezza le domande dei datori di lavoro dovranno essere presentate, con modalità informatiche, dall’1 al 30 settembre 2012. Si dovrà auto-certificare la presenza del migrante irregolare sul territorio italiano prima del 31 dicembre 2011. Questo è il punto più delicato e sul quale si sta ancora discutendo: bisogna infatti evitare che la notizia della regolarizzazione scateni ingiustificati arrivi di nuovi irregolari. Il datore di lavoro dovrà pagare un contributo forfettario di 1.000 euro, «previa regolarizzazione delle somme dovute a titolo retributivo, contributivo o fiscale». Ma non tutti rientreranno nella sanatoria. Gli esclusi? I datori di lavoro che risultino condannati negli ultimi 5 anni con sentenza anche non definitiva per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, così come i lavoratori colpiti da provvedimenti di espulsione, condannati o segnalati, anche in base ad accordi o convenzioni internazionali, ai fini della non ammissione nel territorio dello Stato italiano.


 
Civil card, gli elogi del Quirinale
la Repubblica, 17-07-2012
ALESSANDRA PAOLINI
NELLA sala rossa del X município, a Cinecittà, si respira una strana aria. Un misto di solennità e allegria. E quando in fila, diciannove ragazzini dall'accento romano e dai tratti che ricordano i loro paesi d'origine — perlo più Africa e Sud America — ricevono la civil-card, (tessera che attesta nascita e residenza a Roma) il minisindaco Sandro Medici, si commuove. Toccato, a dir la verità, anche dal plauso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che poco prima aveva fatto arrivare il suo apprezzamento «per questo prezioso contributo che favorisce il riconoscimento delle seconde generazioni come parte integrante della nostra società».
Una bella soddisfazione per la giunta che ha nesso su un'iniziativa, finora unica in Italia.
Per loro, i ragazzini, figli di immigrati — ma nati e cresciuti nella citta eterna — quello di ieri è stato un momento importante: il primo passo verso la cittadinanza italiana, che per legge deve essere richiesta al compimento del 18° anno di età. Diritto che ha tempi brevi: la domanda si deve fare entro un anno, altrimenti il diritto decade. Per Sandro Medici, invece, la civil card è stata l'ennesima iniziativa sul tema dei diritti civili. La Carta per i figli degli immigrati arriva dopo il riconoscimento da parte del X municipio delle coppie di fatto e del
testamento biologico.
Per ora solo 19 hanno avuto la card. Ma nell'ufficio anagrafe si spettano un grande lavoro. «Chiunque potrà richiederla —spiega Sandro Medici — anche se si abita in altro municipio. E credo che a volere la carta ci saranno tanti ragazzini, li agevolerà al momento della richiesta definitiva di cittadinanza. Noi, come municipio, ci impegneremo ad accompagnarli fin là». La card, che ha in sé lo storico della persona (data di nascita, luogo e residenza) di per sé non ha riconoscimento legale, piuttosto un valore simbolico — politico. «È un pezzo di carta rilasciato dall'anagrafe e per la prima volta dà a un minore il senso di appartenenza, un'identità definita», continua il minisindaco entusiasta dell'iniziativa. E delle parole del Presidente della Repubblica. «È stato il riconoscimento del grande valore civico e istituzionale di questo nuovo servizio, ma anche un ulteriore segnale politico dell'attenzione che il presidente Napolitano riserva a ogni iniziativa che favorisca il riconoscimento dello "ius soli", ovvero il diritto di cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia». E ancora: «E' bello sapere che in- viando una lettera al Quirinale, c'è chi la legge, la valuta e risponde. Siamo rimasti sorpresi, abbiamo spedito la lettera al Colle, pensando in realtà affidare al mare un messaggio dentro a una bottiglia. C'eravamo sbagliati».



Scoperti a Bari 25 immigrati afghani su rimorchio da Grecia
(AGI) 17-07-2012
Bari- Un gruppo di 25 immigrati di nazionalita' afghana nascosti in un semirimorchio frigorifero con targa bulgara - spedito privo di motrice e autista - e' stato scoperto a Bari su una motonave proveniente dalla Grecia. L'elevata temperatura del vano di carico con l'impianto di refrigerazione spento nonostante la tipologia del carico trasportato, costituito da mitili contenuti in cassette di polistirolo, ha insospettito i militari che hanno inviato il veicolo alla scansione con l'apparecchio "silhouette scan mobile". Il controllo ha permesso di individuare i 25, nascosti, in condizioni disumane, tra il carico di copertura, al quale era possibile accedere tramite una botola esterna occultata tra gli assi delle ruote posteriori. Tutti i cittadini afghani sono stati respinti alla frontiera mentre il rimorchio ed il carico di copertura sono stati sottoposti a sequestro e messi a disposizione dell'autorita' giudiziaria .
 


Europa, forme di schiavitù diffuse Oltre 880 mila persone coinvolte
L'Organizzazione internazionale per il lavoro dell'Onu 1 parla di persone soggette a sfruttamento, quasi 2 su 1000. Una pratica che si consuma per il 30% (circa 270 mila individui) sulle strade dello sfruttamento sessuale e per il 70 (610 mila) nel campo del lavoro manuale vero e proprio. I settori nei quali si trova maggiormente sono l'agricoltura, il lavoro domestico, l'industria manifatturiera e le costruzioni. Molte le donne
la Repubblica, 17-07-2012
LIVIA ERMINI
ROMA - Schiavitù e lavoro forzato hanno sempre di più il volto della civilissima Europa. E la crisi rischia di aggravare il problema. A lanciare l'allarme è l'ILO (l'Organizzazione internazionale per il lavoro dell'Onu 2) che parla di oltre 880 mila persone soggette a sfruttamento nel vecchio continente, quasi 2 persone su 1000. Una pratica che si consuma per il 30% (circa 270 mila individui) sulle strade dello sfruttamento sessuale e per il 70 (610 mila) nel campo del lavoro manuale vero e proprio. "I settori nei quali si trova maggiormente - spiega il Direttore del Programma d'azione speciale ILO Beate Andrees: sono l'agricoltura, il lavoro domestico, l'industria manifatturiera e le costruzioni. Le vittime vengono ingannate con finte offerte di lavoro per poi scoprire che le condizioni di lavoro sono peggiori di quello che si aspettavano. Numerose vittime sono in situazione irregolare e il loro potere contrattuale è molto ridotto".
Moltissime le donne. Che raggiungono il 58% del totale. Sono spesso gli stessi cittadini comunitari ad ingrossare le fila di chi lavora in nero e senza tutele, in condizioni di insicurezza e di rischio. Il resto è costituito da mano d'opera proveniente da Asia, Africa e dall'Europa centrale e del Sud-Est. Le vittime di sfruttamento sessuale provengono maggiormente dalla UE, dall'Europa centrale e del Sud-Est, dall'Africa, e, in percentuale minore, dall'America latina e dall'Asia. E la crisi mondiale rischia di portare fuori controllo una situazione già grave facendo crollare il costo della manodopera, incrementando fenomeni di abusivismo e occupazione irregolare, alimentando il mercato del lavoro nero. Senza contare lo spettro della tratta. In condizioni di precarietà economica e difficoltà istituzionale si rafforza infatti l'azione e il giro d'affari della malavita organizzata.
Non si deve abbassare la guardia. L'ILO, in anni recenti, ha lavorato insieme ai governi di Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Romania per condurre ricerche sui meccanismi di reclutamento, le truffe e gli abusi nei settori più vulnerabili alla tratta di persone. È anche stata rafforzata la capacità degli ispettori del lavoro di contrastare il lavoro forzato in tutta l'UE. Oggi però Andrees invita a intensificare la lotta dotandosi di strumenti sempre più efficaci: " Non vengono tuttora perseguiti in modo adeguato gli individui responsabili di tante sofferenze inflitte ad un numero così alto di persone. Ci vuole un cambiamento. Dobbiamo assicurare che il numero delle vittime non cresca ancora durante la crisi economica attuale che rende le persone maggiormente vulnerabili a tali abusi ".



Tunisini scomparsi: accertato l’arrivo in Italia solo per 14 di loro su oltre 350 segnalazioni.
Il sottosegretario Ruperto risponde, dopo sei mesi, all’interrogazione dei deputati Turco e Bressa sui tunisini scomparsi nel 2011. L’ambasciata tunisina ha dato un nome solo a 14 fotosegnalazioni delle 226 inviate dall’Italia.
Immigrazioneoggi, 17-07-2012
Ritrovate tracce soltanto di 14 degli oltre 350 tunisini scomparsi dopo il loro arrivo in Italia. È quanto emerge dalla risposta del sottosegretario all’Interno Saverio Ruperto all’interrogazione dei deputati del Pd Livia Turco e Gianclaudio Bressa, avvenuta in seguito alla segnalazione di due associazioni di tunisini in Italia (la Giuseppe Verdi e Pontes), con la quale si chiedeva al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri di “attivare gli strumenti necessari a far luce su questa vicenda”.
A sei mesi di distanza, il sottosegretario Ruperto ha fatto sapere che “su 226 cartellini fotosegnaletici trasmessi dall’ambasciata tunisina in Italia, la Polizia ha potuto appurare l’arrivo in Italia solo per 14 tunisini”. Nessuna traccia degli altri. “Le informazioni sono incomplete e contraddittorie – fa sapere a Redattore Sociale Ouejdane Mejri presidente dell’associazione Pontes – di queste 14 persone solo di 1 si sa che è arrivato per la prima volta in Italia nel 2011 ma non ci è stato detto chi è né quando è arrivato o su quale nave”. Il Governo ha fatto sapere che le ricerche continueranno sia per le persone già segnalate che per quelle che potranno esserlo in seguito.



«Più controlli sugli immigrati per evitare epidemie»
Il Consiglio chiede alle autorità sanitarie di fare campane di screening per gli stranieri e gli italiani provenienti da zone dove malattie come la tubercolosi sono endemiche
Corriere della sera, 16-07-2012
BOLOGNA - Più controlli sanitari per gli immigrati. Il Consiglio comunale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno per invitare la giunta ad adottare misure che verifichino lo stato di salute degli immigrati e degli italiani provenienti da zone dove malattie come la tubercolosi e simili sono endemiche, ed evitare quindi le possibilità di contagio. L'odg era presentato dalla consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) e firmato dai consiglieri Bernardini, Borgonzoni, Scarano, Melega (Pd).
CONTROLLI E SCREENING - In particolare, si invita la giunta a «sollecitare le autorità sanitarie locali a istituire servizi ambulatoriali che verifichino lo stato di salute degli immigrati o degli italiani provenienti da zone dove queste malattie sono endemiche, anche attraverso screening adeguati eseguiti anche agli immigrati del C.I.E. di Bologna, estesi ai detenuti, immigrati e non, del carcere minorile e della Dozza, visto che il 25% dei detenuti nelle carceri italiane è positivo alla Mantoux». Si invita a istituire gli stessi test anche «presso luoghi promiscui, affollati e poco arieggiati» tra cui scuole (nel 1988 veniva abolito lo screening tubercolinico scolastico e chiusi i dispensari), ospizi, dormitori pubblici e ospedali.
INFORMAZIONE SULLE EPIDEMIE - Si raccomanda anche «una seria politica di coscienza tramite percorsi informativi nelle scuole e campagne di prevenzione per tutelare i cittadini, evitando il propagarsi di possibili epidemie sul territorio comunale, che costerebbero sia in termini sanitari che economici». Infine, si invita «a sollecitare le autorità nazionali e locali a fare in modo che la popolazione immigrata possa vivere in condizioni di vita ottimali evitando la permanenza prolungata in luoghi sempre affollati come il CIE ed in campi profughi dove per effetto della legge rimangono fino a 18 mesi ed è ovvio che l'allungamento della permanenza aumenta le possibilità di contagio».

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