Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

26 marzo 2015

Come funziona la macchina dell'accoglienza dei migranti
Zeroviolenza, 26-03-2015
Valentina Brinis
La notizia per cui tra i migranti in arrivo via mare in Italia ci sarebbero anche terroristi pronti a colpire è l'ennesimo "al lupo al lupo", che aumenta immotivatamente lo stato di allarme e tensione verso le persone straniere. Si tratta, infatti, di un fenomeno che non è stato confermato e di cui non si è avuto ancora un solo caso. La realtà, per ora, è un'altra: la composizione di quei flussi è data da persone che fuggono da paesi in stato di guerra e che tentano, sapendo di avere scarse possibilità di riuscita, di salvare la propria vita emigrando altrove.
La precarietà è determinata dalle condizioni in cui affrontano quei viaggi di cui la traversata  in mare é solo l'ultimo tratto. La partenza dal paese di origine è ormai lontana, e la strada fatta è stata caratterizzata da violenze, ricatti e minacce. A gestire i viaggi, come è ormai noto, sono veri e propri trafficanti di uomini che, con un'acribiosa organizzazione, coprono l'intero tragitto, suddividendolo in più parti la cui percorrenza è soggetta a un preciso tariffario. E questa è una delle ragioni per cui la durata è molto lunga e difficile da velocizzare.
Una volta approdati sulle coste italiane, però, la situazione di certo non migliora. Il primo servizio che viene offerto si può definire quasi di ristoro perché permette alla persona di recuperare le energie necessarie ad affrontare l'impatto con il paese di accoglienza. È un momento molto importante nella vita di un migrante perché, se in questa fase non si recepiscono le giuste indicazioni su dove andare, cosa fare e come farlo, è molto probabile che il progetto di vita immaginato al momento della partenza venga compromesso. Ecco perché si rivela cruciale fornire alle persone appena giunte tutte le indicazioni giuridiche, psicologiche e sociali utili ad orientarsi. Ed è proprio ciò che dovrebbero fare i centri mettendo in atto così il vero senso del termine accoglienza.
Il sistema finora adottato ha dato risultati parziali rispetto allo scopo prefissato. Ovvero quello di rendere autonomi i rifugiati al termine del percorso svolto. Il motivo dell'insuccesso sta nel fatto che oltre al vitto e all'alloggio in alcune situazioni non è stato fornito altro, cioè tutti quei servizi come l'insegnamento della lingua italiana e l'assistenza psicologica, necessari a far sì che una persona abbia gli strumenti giusti per poter cercare un lavoro e affittare una  casa. Fino a gennaio del 2014 i posti disponibili nel sistema di accoglienza così detto integrato, lo Sprar (sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati), erano appena tremila e solo nell'ultimo anno, in seguito a un aumento dei fondi disponibili, sono stati aumentati, arrivando ad essere poco meno di ventimila.
Ciò nonostante è ancora alto il numero di chi rimane escluso da tale percorso e che pertanto si trova ad essere accolto in altri circuiti in cui vengono offerte meno possibilità. La criticità che si rileva a distanza di un anno da quel provvedimento è legata non solo alla scarsità di posti ma anche alla scelta delle persone da inserire. Infatti, anche se il sistema Sprar prevede l'accoglienza di rifugiati, ovvero di chi ha già ottenuto una protezione e dunque un permesso di soggiorno, la maggior parte degli aventi accesso a quei centri sono richiedenti asilo (cioè chi ha appena presentato la richiesta e non sa che tipo di protezione riceverà).
L'effetto principale è l'esclusione di chi già sa che rimarrà in Italia e che, avendo completato l'iter per l'ottenimento del permesso di soggiorno, si trova in una condizione psicologica tale da poter intraprendere il percorso di formazione. Un passo in questo senso è già stato fatto in seguito al 10 luglio, data della stipula di un patto tra lo Stato e le regioni, in cui si è dato il via alla creazione di centri di prima accoglienza in cui, da un paio di mesi, è possibile impartire lezioni base di italiano ai richiedenti asilo.
Ma il punto vero della questione è che si manifesta in maniera sempre più urgente la necessità di una riforma dell'intero impianto dell'accoglienza in Italia. L'occasione è offerta da due direttive europee che l'Italia dovrà recepire entro luglio. Una riguarda le procedure per il riconoscimento della protezione internazionale (direttiva procedure) e l'altra il sistema di accoglienza (direttiva accoglienza). Con una corretta trasposizione di quest'ultima nell'ordinamento italiano si potrebbero mettere in atto una serie di soluzioni vantaggiose non solo per chi è accolto ma anche per la società intera.
Ne riporto due: il superamento dei CARA (centri di accoglienza richiedenti asilo e rifugiati) le cui dimensioni e la loro gestione hanno manifestato una serie di problemi, che hanno portato ad una preoccupante riduzione negli standard d’accoglienza. E il rafforzamento dell’accoglienza diffusa che dovrebbe, in linea di principio, garantire, alla luce dell’esperienza dello SPRAR, una presa in carico qualitativamente più adeguata dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Un'ultima raccomandazione riguarda il monitoraggio e il controllo della qualità delle condizioni d’accoglienza. È soprattutto questo, come è stato dimostrato dalle recenti vicende di cronaca, il tassello mancante.



Chi salverà le seconde generazioni? Un buon fumetto
Corriere.it, 26-03-2015
Martina Vanni
È iniziata l’edizione 2015 del festival RiGenerazioni: una finestra sui diritti. Una cornice, dal carattere metropolitano, fatta di eventi, concerti arte e cinema, in cui si puntano i riflettori sui “nuovi italiani”. La prospettiva è quella di creare una cittadinanza condivisa, partecipata e cosmopolita. All’interno di un energico mix fatto di incontri con artisti e collaboratori della scena urbana, spunta il Workshop di fumetto organizzato da Comic 4 Equality e tenuto da Twenty One Avenue, ovvero Riccardo Rossi, illustratore e fumettista.
Prima di tutto, come possiamo chiamarti?
Ovviamente dovete chiamarmi Twenty_one Avenue!
Cosa è Twenty One Avenue e come nasce?
Era il 2011 quando, dopo aver concluso un periodo lavorativo nell’ambito televisivo e aver capito che quel mondo non faceva affatto per me, decisi di riprendere in mano tutti i disegni realizzati sui miei innumerevoli sketchbook e di pubblicarli in un blog. Infatti, il mio pseudonimo nasce da una necessità abbastanza pratica. Quando iniziai a firmarmi così temevo che il mio (vero) nome, Riccardo Rossi fosse davvero troppo comune (provate a cercarmi per credere) e che questo avrebbe impedito la reperibilità dei miei lavori online. Così, appena mi si pose il problema pensai: perché non trovarmi un “nome d’arte”? La prima cosa che mi venne in mente fu il 21, un numero che ricorre anche oggi spesso nella mia quotidianità. Inizialmente questo nome doveva essere semplicemente il titolo del mio blog, quindi quello che volevo era che fosse qualcosa riconducibile a un luogo fisico, da visitare, come una strada, o meglio come una avenue, la Twenty_one Avenue. Pubblicato anche il primo fumetto (su Resina Autoproduzioni) con questo pseudonimo mi convinsi e divenne ufficialmente il mio nome da fumettista.
E Comics 4 Equality, vuoi spiegarci di cosa si tratta esattamente?
COMIX4= Comics For Equality è un progetto finanziato dall’Unione Europea e diretto dall’associazione Africa e Mediterraneo, nato per promuovere una società che rispetti i diritti fondamentali e che sia priva di razzismo, xenofobia o altre forme di discriminazione. L’intento era quello di coinvolgere migranti e seconde generazioni di migranti nella creazione di storie a fumetti che raccontassero le loro esperienze. Il progetto è nato nel 2012 e dopo un lunghissimo tour a spasso per l’Europa, si concluderà quest’anno portando a casa ottimi risultati. A parer mio, per fare ciò nulla era più immediato, attuale e coinvolgente della nona arte. Il fumetto.
Parlando di te e del tuo percorso, come hai iniziato questa strada?
Disegnare per me era come una necessità fisica. Era l’unica cosa che mi estraniava completamente dal mondo esterno. Questo mi portò a iscrivermi alla scuola d’arte di Urbino (I.S.A. Urbino “Scuola del Libro”) dove scelsi la specializzazione in cinema d’animazione. In quegli anni la mia passione per il fumetto, per il cinema e per la narrazione per immagini, crebbe tantissimo. Non vedevo l’ora di leggere più fumetti possibili e guardare film. Quando mi accorsi che non volevo rimanere solo un “lettore” iniziai semplicemente a disegnarli. Raccontare attraverso le immagini divenne lo scopo. Dopo la scuola d’arte mi trasferii a Milano entrando nella scuola di Cinema, Televisione e Nuovi Media, dove approfondii lo studio della regia e della scrittura per il cinema, che reputo fondamentali per la scrittura e la realizzazione di un fumetto.
A chi ti ispiri, o meglio, quali artisti fanno parte delle tue radici?
Le mie radici hanno origini più disparate. Una delle scoperte per me più significative fu il maestro Hugo Pratt e il suo Corto Maltese. Ero affascinato dai suoi acquerelli e per molto tempo provai a emularlo. Successivamente ritrovai quella poetica, che solo l’acqua su carta possiede, nei lavori di Gipi. Parallelamente una delle mie più grandi influenze sono stati senz’altro i grandi autori di manga e anime giapponesi: Hayao Miyazaki, Satoshi Kon, Takehiko Inoue. Negli ultimi anni invece mi sono avvicinato ad autori americani del panorama underground come Daniel Clowes (Death Ray) i fratelli Hernandez (Love and Rockets).
Quali sono i progetti a cui sei più affezionato?
Qualche anno fa pubblicai una storia breve con il collettivo Resina Autoproduzioni il titolo era Missione Occhio di Vetro, parlava di un evento della mia infanzia. Anche se il risultato non fu dei migliori (non sono mai davvero soddisfatto di nessuno dei miei lavori), fu senza dubbio la mia prima vera fatica in cui misi tutto me stesso. Un altro progetto a cui dedicai anima e corpo fu un gigantesco “fumetto verticale” (un’illustrazione all’interno della quale si svolge una vera e propria storia) intitolato The Tale of Lonely Pirate. Mentre, durante le giornate dell’Expo 2015 verrà distribuita una mia storia a fumetti che verrà pubblicata sull’Almanacco MILANOSESTO. È una storia che parla del cambiamento, dei pregiudizi e di una strana amicizia fra un senzatetto e una giovane donna. Per ovvie ragioni sono molto affezionato a questo ultimo lavoro, come fosse il mio ultimo figlio.
Tornando al Workshop: Il tema è la sensibilizzazione contro il pregiudizio e lo stereotipo. Nel particolare contro il razzismo. Dai, sono molto curiosa, dimmi un po’ di cosa farai fare ai partecipanti?
Gli argomenti che verranno discussi durante il workshop di Comix For Equality saranno ovviamente il razzismo e le discriminazione in genere. Una maggior attenzione sarà riservata all’analisi degli stereotipi e delle etichette che sempre più spesso “marchiano” individui di diversa provenienza e/o estrazione culturale. L’intento non sarà solo quello di denunciare e combattere certi atteggiamenti negativi ma soprattutto sarà un’occasione per fare autocritica e guardare a noi stessi e ai nostri comportamenti. Anche se gli argomenti saranno molto delicati e di grande importanza, l’obbiettivo del corso è proprio quello di far riflettere e divertire allo stesso tempo. Ciò che verrà richiesto ai partecipanti è proprio quello di realizzare una “riflessione a fumetti”, raccontando un aneddoto della propria vita, un’idea che hanno in mente o qualsiasi cosa che sentano la necessità di dire. Insomma un corso molto libero ma che allo stesso tempo obbliga un’analisi ben più ampia di ciò che è il mondo che ci circonda.
Purtroppo il pregiudizio, è una delle piaghe peggiori da estirpare dalla mente di una persona. Rimane latente, nascosto e difficilmente lo si cancella del tutto. Come credi che si possa lottare con un nemico così infido attraverso il fumetto, arte che purtroppo è per molto tempo stata considerata minore rispetto ad altre?
Sono dell’idea che non ci sia mezzo migliore del fumetto per affrontare questi argomenti, soprattutto in un momento come questo in cui la nona arte sta assistendo alla sua prima vera rinascita. Il mondo è sempre molto attento alle novità e questa notorietà crescente che ha acquistato il fumetto negli ultimi anni lo mette maggiormente sotto i riflettori. Purtroppo non solo ottenendo risultati positivi ma, come abbiamo visto nei fatti accaduti alla redazione di Charlie Hebdo, anche di natura tremendamente negativa. Inoltre lo zoccolo duro dei lettori di fumetti è sempre stato quello della prima adolescenza, dove gli individui iniziano a maturare idee personali e valori, dove l’uguaglianza potrebbe essere proprio uno di questi.
Cosa pensi che il festival e il workshop riusciranno a cambiare?
Per raggiungere un obbiettivo bisogna prima di tutto alzarsi e fare il primo passo. Festival come riGenerazioni e progetti come Comics For Equality sono il primo passo per raggiungere tutte le persone che hanno davvero voglia di riflettere e cambiare le cose. Sono certo che non si fermeranno tanto facilmente.
Cosa vedi nel tuo futuro? E nel futuro del fumetto italiano?
Nel mio futuro vedo il fumetto e il disegno. Non voglio pensare ad una vita diversa da questa. Mi immagino come quei samurai a cui una volta sottratta la katana (la matita) non resta che fare seppuku. Nel futuro del fumetto italiano, invece, vedevo una fievole luce ma ultimamente sta bruciando più forte che mai. Penso subito a Zero Calcare autore che, devo dire la verità non è mai stato nelle mie corde, ma che spesso mi ha stupito con delle chicche come il reportage realizzato a Kobane. Sapere che sempre più giovani (e non) leggono i suoi fumetti mi riempie il cuore e mi stimola a continuare nel mio cammino. C’è ancora speranza per il fumetto italiano, sono sicuro che un giorno tornerà a splendere come un tempo.
Credi che il binomio: sensibilizzazione sociale e comics possa funzionare? Ed essere una chiave di lettura per un futuro prossimo? Occhio alla risposta perché mollo tutto e apriamo una società eh.. (scherzo)
Non solo credo che questo binomio funzioni ma che già in passato abbia dato i suoi frutti. Mi vengono in mente bestseller come Maus di Art Spiegelman e i Tre Adolf di Osamu Tezuka, che sono due splendidi “trattati” che riflettono sull’antisemitismo, a parer mio superiori a tantissimi film o libri sull’argomento. O anche esempi più commerciali come X Men della Marvel dove il messaggio finale è sempre a favore dell’uguaglianza e contro le discriminazioni del “diverso” (nel loro caso i mutanti). La verità è che ancora non ce ne siamo accorti ma i comics stanno già diventando un mezzo importantissimo portatore di grandissimi valori e cambiamenti.
Mi trovo perfettamente d’accordo con te, anche se più che sensibilizzazione – riguardo agli esempi che hai fatto – credo si trattasse più di giornalismo (Maus) o romanzo (Tezuka). Mi piace pensare che il fumetto possa avere anche una funzione più strettamente educativa e attiva nella società, con progetti come il tuo workshop. Per quanto mi riguarda, prescindendo dalla mia passione per i comics, coinvolgere attraverso un canale nuovo, forte e decisamente immediato sembra una delle uniche strade possibili e davvero sostenibili. Se volete Rintracciare Twenty One Avenue e vedere i suoi lavori qua: twentyoneavenue.blogspot.it e twentyoneavenue.tumblr.com


 
Assegni dei Comuni per la maternità e per le famiglie numerose. Così nel 2015
stranieriinitalia.it, 26-03-2015
I nuovi importi e i tetti del reddito per gli aiuti alle neomamme ai nuclei  più bisognosi. Il comunicato della Presidenza del Consiglio
Roma – 25 marzo 2015 - Sono cambiati gli importi degli assegni riconosciuti dai Comuni alle neomamme e alle famiglie numerose più bisognose.
 I nuovi valori di riferimento sono stati pubblicati ieri in Gazzetta Ufficiale e rimarranno validi per tutto il 2015. L’entità effettiva degli assegni varia in base all'indicatore della situazione economica equivalente (Isee), che può essere calcolato gratuitamente rivolgendosi ai patronati.
L’ assegno di maternità per il 2015 ha un importo massimo di € 338,89 euro al mese, per cinque mensilità e riguarda le neomamme per nascite, adozioni e affidamenti preadottivi verificatisi quest’anno. L'  Isee è pari a 16.954,95 euro.  
L’assegno spetta alle cittadine italiane,  dell'Unione Europea, e di Paesi extracomunitari (vedi sotto).  La domanda va presentata negli uffici del Comune di residenza  entro sei mesi dal parto o dall’effettivo ingresso in famiglia del minore adottato o avuto in affidamento.
È stato invece fissato a € 141,30 l’importo massimo dell’assegno mensile per il nucleo familiare, che viene riconosciuto per 13 mesi. Nel nucleo devono esserci almeno 3 figli minori. In questo caso l’Isee di riferimento è  € 8.555,99.
L’assegno spetta a nuclei composti da cittadini italiani, dell'Unione Europea o di Paesi extracomunitari (vedi sotto). La domanda si presenta in Comune, entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello per il quale è richiesto l’assegno.
Secondo l’Inps, che paga materialmente gli assegni, per accedervi gli immigrati extrue dovrebbero essere titolari di un permesso ce soggiornanti di lungo periodo (carta di soggiorno). Un “paletto” che è però in contrasto con una direttiva europea (2011/98) che estende questo tipo di prestazioni a tutti i titolari di un permesso valido per lavorare. È quindi consigliabile che questi ultimi, se hanno gli altri requisiti, presentino comunque domanda.
Stranieriinitalia.it
+++
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA
COMUNICATO   
Rivalutazione, per l'anno 2015, della misura e dei requisiti economici dell'assegno per il nucleo familiare numeroso e dell'assegno di maternita'. (15A02238) (GU Serie Generale n.70 del 25-3-2015)
    La variazione nella media 2014 dell'indice ISTAT  dei  prezzi  al
consumo per le famiglie di  operai  e  impiegati,  calcolato  con  le
esclusioni di cui alla legge 5 febbraio 1992, n.  81,  da  applicarsi
per l'anno 2015 ai sensi dell'art.  13,  comma  4,  del  decreto  del
Presidente del  Consiglio  dei  ministri  5  dicembre  2013,  n.  159
(assegno al nucleo familiare numeroso e  assegno  di  maternita')  e'
pari allo 0,2 per  cento  (comunicato  ufficiale  dell'ISTAT  del  14
gennaio 2015).
    Pertanto:
    a) l'assegno mensile per il nucleo familiare ai  sensi  dell'art.
65 della legge 23 dicembre 1999, n.  449  e  successive  modifiche  e
integrazioni, da corrispondere agli aventi diritto per  l'anno  2015,
se spettante nella misura intera, e' pari a € 141,30; per le  domande
relative al medesimo anno, il valore dell'indicatore della situazione
economica equivalente e' pari a € 8.555,99;
    b) l'assegno mensile di maternita' ai sensi  dell'art.  74  della
legge 26 marzo 2001, n. 151, da corrispondere agli aventi diritto per
l'anno 2015,  per  le  nascite,  gli  affidamenti  preadottivi  e  le
adozioni senza affidamento, se spettante nella misura intera, e' pari
a € 338,89; per le domande  relative  al  medesimo  anno,  il  valore
dell'indicatore della situazione economica equivalente e'  pari  a  €
16.954,95.

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SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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