Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

22 maggio 2013

Immigrazione Usa, primo sì alla legge di Obama
In Commissione Senato passa il progetto di riforma, a giugno il voto in aula poi l'esame dei depatati. Su questa legge il presidente ha basato molto della sua campagna per la rielezione, ottenendo il consenso della comunità ispanica. Undici milioni di immigrati illegali potranno chiedere la cittadinanza
la Repubblica.it, 22-05-20113
WASHINGTON - La riforma dell'immigrazione ha superato negli Stati Uniti il primo grande ostacolo dell'iter legislativo con l'approvazione a grande maggioranza del testo da parte della Commissione Giustizia del Senato di Washington. Un voto che apre la strada all'esame del provvedimento in aula. Il Senato dovrebbe iniziare il dibattito sul testo a partire dai primi di giugno. I 18 membri della Commissione hanno approvato con 13 voti a favore e 5 contrari il testo del progetto di legge.
La legge spiana la strada verso la regolarizzazione di 11,5 milioni di clandestini residenti negli Stati Uniti, in maggioranza messicani, a condizione di pagare una multa, di non pesare sui servizi sociali e di non essere responsabili di reati gravi. Al termine di 13 anni potranno chiedere la naturalizzazione. Obama ha puntato molto su questa riforma durante la campagna per la rielezione alla Casa Bianca, e ha ottenuto il 70% del voto della comunità ispanica, ritenuto decisivo per la sconfitta di Romney.
Tre dei 10 senatori repubblicani presenti in commissione giustizia si sono uniti ai democratici nell'approvare il testo, versione emendata del progetto presentato ad aprile da di otto senatori dei due partiti. Dopo il voto nell'aula del Senato, che potrebbe arrivare a giugno, il testo passerà alla Camera dei rappresentanti, a maggioranza repubblicana, che discuterà la riforma per poi votarla entro l'estate.



Un primo passo per la legge sull’immigrazione
Internazionale, 22-05-2013
La bozza di legge sull’immigrazione ha avuto il primo via libera dal senato statunitense. La commissione giustizia l’ha approvata con 13 voti favorevoli e cinque contrari. Tre repubblicani hanno votato insieme ai democratici.
La riforma dell’immigrazione permetterà a undici milioni di persone, che attualmente vivono nel paese da irregolari, di avviare la procedura per diventare cittadini statunitensi. Il senato discuterà la proposta il prossimo mese. Il progetto, voluto dal presidente Obama, è il più ambizioso degli ultimi decenni, secondo i mezzi d’informazione statunitensi.
La commissione ha anche trovato un accordo per un aumento nel programma di visti per lavoratori dell’high tech. Il limite annuale delle autorizzazioni salirà da 65mila a 180mila, fa notare il Washington Post.
Obama si è congratulato con il senato, aggiungendo che la legge “è in linea con i principi di buon senso che avevo proposto, e va incontro alla sfida di correggere il nostro sistema di immigrazione imperfetto”.
Come funziona la nuova legge. La riforma, come spiega la Bbc, prevede le seguenti modifiche:
    Un immigrato irregolare potrà chiedere lo “status provvisorio di immigrato regolare”.
    Chi lo chiede dev’essere arrivato negli Stati Uniti prima del 31 dicembre 2011 e dev’esserci rimasto fisicamente fino a oggi.
    Chi ha subìto una condanna penale, o anche più di due infrazioni, non potrà fare richiesta.
    La richiesta costerà 500 dollari, e sarà rinnovabile dopo sei anni.
    Dopo dieci anni, le persone potranno chiedere la green card e lo status di cittadino permanente.
    Chi è entrato negli Stati Uniti da giovane, potrà chiedere la green card in cinque anni.



Cittadinanza 'simbolica' a 200 bambini. Kyenge: "Il meticciato è una ricchezza"
A Milano il provvedimento simbolico del Comune per i bambini nati in città da genitori stranieri. Il ministro dell'Integrazione: "Il Paese ci chiede di dare voce alle tante culture a cui ci troviamo di fronte"
la Repubblica.it, 22-05-2013
Le polemiche nate all'indomani delle sue dichiarazioni sulla necessità di una legge sulla cittadinanza in base al principio dello ius soli non hanno fatto cambiare idea al ministro per l'Integrazione, Cecile Kyenge. A Milano per la cerimonia di consegna della cittadinanza simbolica ai milanesi figli di stranieri ma nati in Italia, organizzata dal Comune, il ministro ha rimarcato che l'Italia "senza nascondere la testa" è pronta ad affrontare il tema "senza rigidità, pregiudizi e lontano da schemi ideologici". "E' la società che ce lo chiede - ha spiegato - Per questo chiedo serietà e pazienza per parlarne in tutti i luoghi. Nel Paese si aspetta un ampio dibattito. Non si può non dare risposta ai 200 bambini che sono qui, ai 34mila che sono a Milano, al milione che sono in Italia e che ancora aspettano".
Ed è polemica anche sulla mancata stretta di mano fra il ministro Kyenge e il capogruppo della Lega Nord a Palazzo Marino, Alessandro Morelli, L'esponente del Carroccio è stato bloccato a distanza dalla scorta, che nonostante la presentazione non ha lasciato che si avvicinasse per il suo tentativo di stringe la mano al ministro. Anche successivamente, mentre la Kyenge saliva sull'auto, Morelli ha ribadito la sua richiesta, senza però raggiungere l'obiettivo. E se il capogruppo del Carroccio ha letto
l'accaduto come un "rifiuto" del ministro, dallo staff della Kyenge replicano: "E' un problema di sicurezza, Kyenge e la scorta non conoscono Morelli e si sono attenuti alle normali procedure".
Secondo il ministro, iniziative come quella organizzata a Milano sono "una buona pratica che bisogna sostenere con forza nel Paese" per fare capire "che siamo tutti cittadini". Un segnale che non deve dare solo il Comune di Milano, perché un messaggio così "forte" serve a far passare una nuova idea di convivenza e di cittadinanza e a far capire che "le differenze sono una risorsa e non devono fare paura". Kyenge ha quindi spiegato che è necessario porre con urgenza "la fondamentale necessità di riconoscere la relazione con l'altro" per dare spessore alla cittadinanza che "è da declinare tra italiani e migranti, tra gli italiani stessi e deve essere basata sulla famiglia".
"Il meticciato è già realtà  - ha affermato - è la fotografia del Paese. Questo impone un cambiamento di visione generale, è la base per costruire un Paese moderno e un'Italia migliore": se la parola meticciato "fa paura", è necessario capire che "la ricchezza di un'identità viene proprio da questo".
E alle parole pronunciare a Torino in relazione ai "buu" negli stadi di calcio e in particolare nei confronti di Mario Balotelli, "non tutti i cori sono razzisti", il ministro Kyenge da Milano ha lanciato un messaggio più chiaro: "Qualunque tipo di violenza è da condannare, in qualunque veste si manifesti. La violenza è violenza". Pur rinunciando a entrare nel merito dei cori contro l'attaccante del Milan che vorrebbe dar diventare testimonial per la campagna a favore della legge sullo ius soli, il ministro all'Integrazione ha precisato: "La violenza non ha colore, etnia, appartenenza. Siamo tutti uguali davanti alla legge".



Giovanni Del Bene, preside della Cadorna a San Siro
"Ormai sono loro a insegnare le lingue ai nostri bambini''
la Repubblica, 22-05-2013
PRESIDE Giovanni Del Bene, tanti bambini della vostra scuola, l'lstituto comprensivo Cadorna di via Dolci, zona San Siro, erano alla cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria. Che pensa di questa iniziativa?
«È un importante riconoscimento, un tappa nel cammino che questi bambini e le loro famiglie hanno intrapreso sulla strada del- l'integrazione».
Che percentuale di immigrati avete nella vostra scuola?
«Su mille alunni, la media è del 40 per cento, ma le percentuali variano da classe a classe. Comunque, chiamarli stranieri è improprio».
Perche?
«In nove casi su dieci bambini nati e cresciuti a Milano, parlano bene l'italiano, anzi conoscono più lingue e sono loro a insegnare le lingue ai nostri. Questa è una scuola molto variegata, accogliamo i bimbi dei quartieri popolari di via Ricciarelli e via Abbiati».
È vero che gli iscritti italiani fuggono?
«Negli anni passati c'è stato un calo, oggi siamo di nuovo in crescita, abbiamo una lunga lista d'attesa per la materna. Facciamo un buon lavoro e le famiglie l'hanno capito».
Che tipo di lavoro?
«C'è un grosso impegno per l'integrazione, abbiamo avuto un finanziamento Cariplo per un progetto dedicato alle famiglie straniere, lavoriamo col Comune, col Politecnico, con la Fondazione Verga. I risultati si vedono. Se c'è qualche problema è legato al disagio so- cioeconomico del quartiere, non alla nazionalità delle famiglie».
(z.D.)



Kyenge, niente stretta di mano al leghista
Corriere della sera, 22-05-2013
A. Sac.
MILANO — «Solo un problema di sicurezza», secondo lo staff del ministro. «Uno sgarbo istituzionale», per la Lega. Doppia interpretazione per la mancata stretta di mano tra Cécile Kyenge e il capogruppo del Carroccio milanese, Alessandro Morelli, ieri al Castello sforzesco. Ma questo «incidente diplomatico» dai contorni poco chiari non aiuta ad abbassare la tensione tra la responsabile per l'Integrazione e i padani. Soprattutto dopo il triplice omicidio commesso in città dal ghanese Mada Kabobo. Ieri il ministro era a Milano per consegnare la «cittadinanza simbolica» a duecento bambini figli di immigrati nati in Italia e residenti in città, iniziativa fortemente voluta dalla maggioranza di centrosinistra del Comune. Diplomi, bandierine e appelli all'integrazione. Cécile Kyenge parla di meticciato e cittadinanza, tema che «l'Italia è pronta ad approfondire senza nascondersi». Applausi e saluti. Ed ecco il «blitz» di Alessandro Morelli: non atteso né annunciato, al termine della cerimonia l'esponente del Carroccio prova ad avvicinarsi al ministro con la mano tesa. La scorta lo blocca (delicatamente). Morelli torna a farsi avanti: «Ministro, posso stringerle la mano, sono il capogruppo della Lega in consiglio comunale». Kyenge entra in auto senza aprire bocca. «Neppure la mano?», protesta Morelli. «Scappa di fronte a un cittadino che vuole presentarsi», accusa. E motiva il suo gesto: «Avrei voluto informare il ministro della nostra campagna "Clandestino è reato" e farle capire, attraverso un gesto distensivo, che la nostra battaglia contro le sue idee non uscirà mai dai confini democratici della politica». Secondo lo staff dell'esponente del governo, però, le cose non sono andate così: «È un problema di sicurezza, Kyenge e la scorta non conoscevano il consigliere e sono state seguite le procedure di routine». Replica Morelli: «Peccato, il ministro ha dimostrato totale sdegno istituzionale». Segue un pomeriggio di polemiche e reazioni. Quella di Nichi Vendola: «Il ministro avrà avuto le sue buone ragioni».



Milano non e’ solo Lega Nord
Khalid Chaouki
l'Unità, 22-05-2013
Pioltello e Bresso sono due comuni dell’hinterland milanese. Sono entrambe un esempio di numerose buone pratiche in tema di costruzione della convivenza grazie ad amministratori capaci e pazienti. Due realtá che ho avuto l’opportunita di conoscere e che rappresentano sicuramente una bella eccezione rispetto alla gestione leghista di tanti comuni della Lombardia.
Il primo treno mi porta proprio a Pioltello, cittadina dove su 40.000 abitanti il 23% della popolazione è straniera. In particolare, in questo territorio, è stato avviato un progetto sociale e urbanistico che può contare su spazi di aggregazione e di convivenza per ragazzi italiani e di origine straniera come il Centro di Cultura Popolare, frequentato da una cinquantina di ragazzi e da circa trenta mamme immigrate. Nel cosiddetto “quartiere satellite”, costruito nel 1962 nel periodo della speculazione edilizia, dove oggi convivono ben 95 etnie diverse, l’amministrazione ha promosso “Punto Comune”, uno sportello per stranieri che si occupa di educazione territoriale e di orientamento al territorio offrendo servizi per tutti i cittadini come l’assistenza nella compilazione dei moduli per il permesso di soggiorno, per il ricongiungimento famigliare, la cittadinanza, l’intermediazione con la Questura, i servizi sociali e la tutela dei minori.
Le scuole di Pioltello sono oggi realtà miste, con punte del 70% di alunni e studenti di origine straniera in alcune classi. Anche a questo proposito, questa nuova realtà viene affrontata con iniziative come la Consulta interculturale, un esperimento che ha l’obiettivo di costruire un dialogo continuo tra le comunità straniere e la cittadinanza italiana. Un modello positivo di dialogo e costruzione della convivenza positiva tra italiani e nuovi italiani, nella consapevolezza che innanzitutto servono importanti passi nella direzione della conoscenza reciproca tra persone e culture differenti.
È chiaro che serve una politica nazionale che sostenga questo tipo di approccio fondato sulla promozione di un modello italiano di società multiculturale.
 Nella stessa giornata sono stato a Milano per la ostentazione di “Parlare civile. Comunicare senza discriminare”. Un volume prezioso, a cura di Redattore Sociale, che si propone di analizzare ed evidenziare il linguaggio discriminatorio dei media. Una lodevole iniziativa nell’ambito del Festival RiGenerazioni dedicato alle seconde generazioni e promosso dal Comune di Milano.
Un ennesimo esperimento di nuova cittadinanza costruito insieme ai nuovi milanesi e grazie ad una forte volontà politica da parte dell’Amministrazione Pisapia. Non possiamo ragionare di nuova societa multiculturale in assenza di una rinnovata sensibilità alla qualità del linguaggio.
Occorre far proprio un linguaggio che ci traghetti su un terreno culturalmente diverso e racconti la realtà con rispetto, attraverso le parole dei protagonisti ed evitando di trattare in modo superficiale culture, appartenenze e religioni come purtroppo spesso accade sui media nostrani. È necessaria una presa di posizione diretta per cambiare la tendenza, che concepisca la comunicazione e il linguaggio come fondamentali per costruire un’immagine diversa e più corretta del migrante e del nuovo italiano.
Su questo fronte, Milano vanta l’esperienza di Yalla Italia, un magazine concepito da una vivace e dinamica redazione di ragazze e ragazzi tutti milanesi di origini diverse. L’aspirazione dei promotori dell’iniziativa è quello di divenire da oggetti a soggetti del dibattito e contribuire, anche tramite questa azione, a comunicare con originalità la realtà delle seconde generazioni.
Milano e I’Italia del 2013 è quella di Rassmea Salah, figlia di una coppia italo-egiziana, è candidata alle elezioni del Consiglio Comunale di Bresso nelle liste del Partito Democratico. La sfida della partecipazione alla vita sociale e politica è una partita che il Partito Democratico ha in qualche modo già vinto grazie alla scelta di candidare Rassmea, ma ancora prima la candidatura di numerosi nuovi italiani alle scorse politiche e soprattutto la nomina di Cécile Kyenge a Ministro della Repubblica. Aldilà di alcune reazioni scomposte, la società italiana si è dimostrata ancora na volta molto più avanti di una parte della propria classe dirigente. La risposta milanese al vergognoso tentativo di strumentalizzazione della tragedia di Milano da parte di Borghezio e Salvini ci sembra un enorme passo in avanti. Una maturità Inimmaginabile solo qualche anno fa, quando anche noi eravamo ostaggio della propaganda leghista. Da Milano possiamo ripartire rilanciando le ottime pratiche di convivenza e divenendo sempre più portavoci della nuova Italia.



Immigrati e sanità gratuita: siamo in Europa
Corriere della sera, 22-05-2013
Caro Severgnini,
cortesemente può informare il sig. Paolo Malberti (“Vengono a far bambini in Italia, è tutto gratis!” – http://bit.ly/12JKPMw), che scrive lamentandosi delle gratuità concesse alle donne in tema di salute e maternità anche se (prego notare: anche se) straniere, che l’Italia si conforma a numerosi trattati internazionali che tutelano i minori, la salute della donna e il diritto all’unità familiare, e che quindi non si potrebbe fare nulla di diverso da quanto attualmente disposto dalle nostre leggi? Non è che siamo noi faciloni che riconosciamo diritti pazzeschi a cani e porci (…), è che così dobbiamo fare e oltretutto così fanno in altri numerosi Paesi del mondo, a cominciare da molti stati membri dell’Unione Europea. Se il sig. Malberti vuole, è interessante approfondire in che Paese europeo “conviene” nascere, come infante straniero o come infante tout court. E, guarda un po’, non è per forza l’Italia, anzi spesso non lo è.
Inoltre, per amor di statistica sarebbe magari carino che prima di trarre conclusioni lievemente affrettate, comparasse l’età media della popolazione albanese, rumena e marocchina con quella della popolazione italiana (calcolata senza stranieri, of course). Vedrebbe che si può facilmente giustificare un tasso di natalità molto elevato a fronte di un’età media assai inferiore alla nostra. Il tutto senza tener conto dell’evoluzione (?) culturale, che nel nostro Paese spinge purtroppo a una denatalità preoccupante.
Infine un dubbio mio, che butto lì: non sono proprio proprio sicura che tanta gente ritenga questo gran sollazzo attraversare il mare per venire a fare figli qui al SOLO scopo di beccarsi ecografie e visite ginecologiche gratuite – cose che in taluni Paesi manco sanno cosa siano e quindi non possono essere così interessati – a fronte di evidenti svantaggi, come per es. lo sradicamento familiare, che non è colpa dell’Italia bensì un sottoprodotto inevitabile dell’emigrazione, o lo choc culturale connesso al diversissimo modo di vivere la maternità.
Saluti,
Viviana La Morgia, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.     

 

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