Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri
Rassegna stampa
Fiaccolata nel sinai

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Rai 2
TG2 - 1° FEBBRAIO EDIZIONE DELLE 23.30 AL 10 MINUTO LE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE
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Rai 3
TG3 - 2 FEBBRAIO EDIZIONE DELLE 14.20 AL MINUTO 23.10
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Tv 2000
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LA REPUBBLICA.IT – MONDO SOLIDALE
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LA MANIFESTAZIONE
Profughi nel Sinai, la fiaccolata in Campidoglio
Più di 100 migranti arrestati nel deserto egiziano
I controlli al confine fra Egitto e Israele si sono intensificati, grazie ad una deroga agli accordi di Camp David concessa da Gerusalemme alle autorità egiziane. In questo periodo di caos alcune bande di trafficanti scelgono di liberarsi dei migranti detenuti nei campi di prigionia a Rafah, al-Gorah, al-Arish, Sheikh Zuweid. Rimangono ancora prigionieri oltre 100 profughi
IL CAIRO -  Sono oltre cento i profughi eritrei, etiopi, sudanesi e somali sono stati arrestati negli ultimi due giorni dalle autorità egiziane nel nord del Sinai, vicino al confine fra Egitto e Israele. Lo riferisce il Gruppo EveryOne, un'organizzazione umanitaria e l'agenzia eritrea Habeshia. Secondo la televisione egiziana, sarebbero stati arrestati anche quattro trafficanti beduini armati e un numero imprecisato di eritrei ed etiopi complici dei predoni. Si presume che i controlli intensificatisi al confine fra i due stati, grazie ad una deroga agli accordi di Camp David concessa da Israele alle autorità egiziane in questo periodo di conflitti interni e di caos nel Sinai, stiano costringendo alcune bande di trafficanti a liberarsi dei migranti detenuti nei campi di prigionia a Rafah, al-Gorah, al-Arish, Sheikh Zuweid e altre località del Sinai egiziano. Rimangono ancora prigionieri gli oltre 100 profughi, che comunque restano in contatto con padre Moses Zerai, direttore dell'Agenzia Habeshia e con Roberto Malini del Gruppo EveryOne.

La fiaccolata in Campidoglio.  Alcune centinaia di persone hanno partecipto sulla scalinata del Campidoglio, a Roma, ad una fiaccolata per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica italiana e internazionale sugli oltre 200 immigrati, in gran parte eritrei, sequestrati da più di due mesi nel Sinai egiziano. Uno striscione con su scritto "Per la liberazione dei profughi sequestrati nel Sinai" campeggiava  ai piedi della scalinata del Campidoglio.

La manifestazione era stata promossa, tra gli altri, dal Consiglio italiano per i Rifugiati (Cir), dall'Agenzia Habeshia, dall'Associazione "A Buon Diritto" e dal Centro Astalli. Numerosi i cittadini romani che hanno voluto così testimoniare la loro solidarietà alle persone tenute in ostaggio dai predoni nel deserto. Nel corso della manifestazione, il sindaco Gianni Alemanno, che indossava la fascia tricolore, è sceso a dare un saluto ai manifestanti, intrattenendosi con alcuni degli organizzatori della manifestazione, con Luigi Manconi di "A Buon Diritto", con Savino Pezzotta e  Christopher Hein, rispettivamente presidente e direttore del Cir, e con padre Giovanni Lamanna, del Centro Astalli. Il capo della Giunta capitolina ha affrontato con tutti loro l'altra annosa questione dei somali che occupano la loro ex sede diplomatica di via dei Villini.

L'incontro alla Farnesina. Nella mattinata, i promotori erano stati ricevuti al Ministero degli Esteri da tre sottosegretari, Stefania Craxi, Alfredo Mantica ed Enzo Scotti. "Abbiamo chiesto di individuare con precisione i luoghi dove gli immigrati vengono tenuti in ostaggio dalle bande di predoni - ha detto il presidente di 'A Buon Diritto' Luigi Manconi - Vista la situazione caotica che c'è in questo momento in Egitto possiamo solo cercare di evitare che le condizioni dei sequestrati peggiorino ancora". A tenere i contatti telefonici con i profughi è sempre il direttore dell'Agenzia Habeshia, don Mussie Zerai, un sacerdote di nazionalità eritrea. I sequestratori infatti permettono ai prigionieri di effettuare chiamate con il cellulare per convincere i familiari a pagare un riscatto di circa 7 mila euro per ognuno di loro. Don Zerai ha riferito ancora una volta di violenze di ogni tipo che gli immigrati dicono di subire, in particolare le 15 donne e ragazze. La Farnesina si è impegnata a intervenire, attraverso i canali diplomatici possibili, nella vicenda del Sinai egiziano.

Le altre adesioni.  Fra i manifestanti, c'era anche Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. "L'Egitto - ha detto la funzionaria dell'Onu - in questo momento sta affrontando una grave prova, ma questo non deve far passare in secondo piano la sorte di queste persone tenute in ostaggio nel suo territorio". Le Acli e il Cisp-Sviluppo dei popoli erano presenti alla fiaccolata sulla scalinata del Campidoglio. Antonio Russo, responsabile dell'immigrazione per le Acli: "Il silenzio della comunità internazionale e dell'Europa in particolare - ha detto - desta angoscia e preoccupazione. Questa drammatica  situazione è una delle conseguenze della politica europea di chiusura delle frontiere che sempre più, attraverso la costruzione di muri fisici o legali e amministrativi, allontana le persone che cercano protezione dal nostro continente".


AVVENIRE

Pagina 1 – Editoriale di Paolo Lambruschi

FATE QUALCOSA DI UMANO

PAOLO LAMBRUSCHI

D a ormai 70 giorni si è squarciato il velo che copriva, nel Sinai, un traffico di esseri uma¬ni del valore qualche milione di dollari che fini¬sce (e non è un caso) anche per portare risorse all’estremismo e al terrorismo islamico. Merito – come spesso accade quando si tratta di denun¬ce simili – di un prete, il sacerdote eritreo Mosè Zerai, e di alcune associazioni umanitarie. La fiac¬colata silenziosa tenutasi ieri a Roma sulle scale del Campidoglio e organizzata dalla società civi¬le ci ricorda l’odissea infinita di migliaia di pro¬fughi originari del Corno d’Africa, in fuga da per¬secuzioni e guerre, rapiti da clan di beduini Ra-shaida e ancora ostaggi nel deserto.

Non è cambiato nulla per loro, anzi. Le manife¬stazioni in corso al Cairo hanno contribuito a spingere ancor più nell’ombra questo dramma. Noi abbiamo seguito da vicino le vicende di un gruppo di 80 eritrei provenienti dalla Libia, Pae¬se dove erano rimasti intrappolati dopo essere stati respinti in mare dall’Italia. Avevano pagato 2.000 dollari ai trafficanti per attraversare l’Egit¬to, raggiungere Israele – l’unico Oriente che nel¬l’area fa rima con Occidente (che significa de¬mocrazia, e dovrebbe sempre significare anche diritti umani e tutela dei più deboli) – e da lì, poi, arrivare in Europa. Sono stati invece ingannati e inghiottiti dalle sabbie del deserto in una nuova e crudele rotta degli schiavi. Per essere liberati sono stati pretesi da ognuno di loro altri 8 mila dollari, sono stati sottoposti a umiliazioni e tor-ture per 'sollecitare' il pagamento del riscatto. E il peggio è toccato a donne e bambini. Chi non aveva i mezzi ha dovuto vendere un rene per com¬perarsi la libertà oppure rischia in queste ore di essere venduto o ammazzato come una bestia perché è diventato ingombrante. Diversi prigio¬nieri hanno perso la vita in questi mesi in un’au¬tentica mattanza, per aver osato ribellarsi alle ca¬tene o perché serviva dare un feroce esempio.

Questa storia fin dall’inizio ha messo in imba¬razzo le cancellerie europee, i governi egiziano e israeliano e la stessa Autorità palestinese per di¬versi motivi. Primo, perché dimostra che la chiu¬sura indiscriminata dei confini europei anche a chi ha diritto di chiedere asilo fa a pugni con il di¬ritto internazionale e con la nostra tradizione giu¬ridica e umanitaria. Poi rivela che Israele è geli¬da e ostile con i rifugiati anche se reduci da tor¬ture e arriva a respingerli in Egitto. Paese, questo, che oltre a non avere piena sovranità su una par¬te del proprio territorio, il Sinai, non rispetta la convenzione sui diritti umani perché imprigio¬na e spara sui profughi o li respinge, a sua volta in Paesi che perseguitano i dissidenti. E, infine, perché mette in luce la debolezza dell’Alto com¬missariato Onu per i rifugiati, che si è fatto sen¬tire – e ci mancherebbe – ma non ha certo alza¬to la voce e chiesto conto a Mubarak di inerzie col¬pevoli e drammi impuniti... Il Parlamento europeo a metà dicembre aveva solennemente chiesto al governo del Cairo di in¬tervenire. La risposta è stata dapprima il rifiuto di ammettere anche solo l’esistenza del gravissi¬mo problema. Quindi, tra dicembre e gennaio l’impegno a cambiare atteggiamento. Ma le for¬ze dell’ordine egiziane, un po’ perché male equi¬paggiate e molto per connivenza, si sono limita¬te a non aprire più il fuoco sulle colonne di pro¬fughi appena liberati e diretti verso il confine.

Resiste così questa rete maligna. E si nutre di complicità internazionali, che consentono a spie¬tati mercanti di uomini di catturare gli ostaggi già in Sudan e in Libia. Eppure si conoscono anche i luoghi di detenzione e i nomi dei capi dei clan di rapitori. Sembra, insomma, che non ci sia nien¬te da fare: i drammi degli ultimi della Terra che rischiano di morire nella ricerca di scampo, non interessano a nessuno, né all’Europa né ai go¬verni dei Paesi di origine. E ora bisogna aspetta¬re la fine della tempesta che sconvolge l’Egitto per capire che cosa accadrà, per vedere se qual¬cun oserà prendere a cuore la sor¬te di questi disperati. Ma la Ue che ha chiuso le porte ai profu¬ghi eritrei può dire e fare già ora qualcosa di giusto e di umano: accetti, Italia in testa, di offrire rifugio almeno a chi è scampa¬to ai lager del Sinai.


AVVENIRE

Pagina 11 - 2 febbraio 2011



L'ODISSEA INFINITA
Eritrei, una fiaccolata per non dimenticare

Ma ha senso sperare ancora per la salvezza dei 200 eritrei in mano ai predoni del Sinai? Don Mosè Zerai non demorde, nonostante il caos che attanaglia l’Egitto: «Il momento è drammatico – dice – ma se il paese si avvierà verso un nuovo assetto democratico, la questione dei profughi e dei diritti umani potrebbe trovare finalmente ascolto». Il sacerdote eritreo, direttore dell’Agenzia Habeshia, è in prima fila, fiaccola in mano, alla manifestazione indetta ieri sera sulla scalinata del Campidoglio. Un momento intenso di solidarietà, per tenere alta l’attenzione sulla tragedia di centinaia di uomini, donne, minori venduti dai trafficanti di  migranti a bande criminali che chiedono riscatti migliaia di dollari alle famiglie.

Più di duecento le fiammelle accese, una per ogni ostaggio. Centinaia di persone, tra cui molti eritrei, affollano il Campidoglio dietro lo striscione «Per la liberazione dei profughi sequestrati nel Sinai». A promuovere la fiaccolata, assieme all’Agenzia Habeshia, ci sono il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), A Buon Diritto, il Centro Astalli. Tra le adesioni Acli, Fondazione Migrantes, Amnesty International, Comunità di Sant’Egidio, Arci, Cgil, Uil, la deputata del Pd Maria Pia Garavaglia.
I promotori ieri mattina sono stati ricevuti dai sottosegretari agli Esteri Stefania Craxi, Alfredo Mantica, Enzo Scotti.

«Abbiamo chiesto che il governo si muova a livello Ue – dice il presidente del Cir Savino Pezzotta – per attivare una evacuazione umanitaria e poi l’accoglienza nei paesi membri. Ma l’Italia e l’Europa devono fare pressioni per avviare un processo democratico, almeno quanto stanno già facendo gli Stati Uniti». «Dal "governo amico" di Mubarak – dice il presidente di A Buon Diritto Luigi Manconi – Italia ed Europa non hanno ottenuto nulla. Serve un’accelerazione: gli ostaggi non possono aspettare i tempi del rinnovamento in Egitto». Moderatamente ottimista sull’evolversi della situazione politica il portavoce della sezione italiana di Amnesty, Riccardo Noury: «Nelle manifestazioni di questi giorni in Egitto non sono riecheggiati gli slogan antiamericani.

Le fazioni fondamentaliste islamiche ci sono, ma non sembrano in grado – sostiene Noury – di creare un consenso maggioritario, anche perché in parte compromesse col vecchio sistema di potere».

«Se la transizione porterà verso la democrazia – dice padre Gianromano Gnesotto, direttore dell’ufficio profughi di Migrantes – allora anche in Egitto ci sarà spazio per i diritti umani e la giustizia». «La speranza è l’unico bagaglio di chi fugge – commenta il gesuita padre Giovanni La Manna del Centro Astalli: «Sono proprio loro a insegnarci a sperare anche nelle situazioni più drammatiche».


AVVENIRE – PAGINA 11
Don Mosè Zerai
«Caos nel Sinai, ostaggi a rischio L’Italia si faccia sentire con l’Onu»
DA MILANO PAOLO L AMBRUSCHI

I l caos in Egitto rende ancora più difficile le prospettive di libera¬zione dei profughi eritrei rapiti dai predoni nel Sinai da oltre due mesi. Ne è consapevole don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo che tiene i contatti con gli ostaggi e fa il punto.

«Da giorni non ricevono più cibo, te¬miamo per la loro vita. I predoni han¬no assaltato una stazione di polizia a Rafah e hanno catturato una trenti¬na di migranti africani imprigionati mentre tentavano di passare il confine per trasferirli nei lo¬ro centri di deten¬zione ». Del primo gruppo di 250 perso¬ne rapito nel Sinai, circa 70 sono state li¬berate dietro paga¬mento di riscatto. Soldi passati dall’E¬gitto a Dubai o in Su¬dan.

«I morti – prosegue – sono stati almeno 20. Abbiamo con¬tatti con tre gruppi, non so quanti so¬no in tutto i sequestrati. Ma sono al¬meno 20 le bande di trafficanti nel Si¬nai ». Ieri mattina don Mosè Zerai, insieme al direttore del Cir, Cristopher Hein, e al senatore Luigi Manconi ha in¬contrato alla Farnesina i sottosegre¬tari Mantica, Craxi e Scotti.

«Al momento – spiega il prete – in E¬gitto manca un interlocutore istitu¬zionale.

Anche se neppure prima al Cairo nessuno ha mosso un dito. At¬tendiamo che la situazione si sbloc¬chi per chiedere un intervento che salvi i prigionieri, un’evacuazione u¬manitaria. Al ministero abbiamo chiesto di sollecitare un intervento dell’Ue e delle forze Onu, anche per prevenire casi del genere. Di infor¬mare i migranti in Libia e di giocare un ruolo politico nel Corno d’Africa dove vi sono guerre e dittature».

La situazione nel Sinai del nord sta intanto precipitando. La polizia ha ceduto le armi e molti agenti sono passati dalla parte dei rivoltosi. Impen¬sabili quindi opera¬zioni per liberare i profughi africani, i quali rischiano il tra¬sferimento nel mer¬cato del lavoro nero o della prostituzione e della vendita di or-gani. Ma, grazie al la¬voro di informazio¬ne dei gruppi di oppositori eritrei, il flusso migratorio verso Israele dei gruppi perseguitati dal regime è sen¬sibilmente diminuito. «Che nessuno di voi, per nessuna ragione – si legge in un messaggio del Partito Popola¬re Democratico – si affidi ai trafficanti per raggiungere lo stato di Israele. Numerosi fratelli eritrei ed etiopi so¬no tenuti in catene dai trafficanti, molti sono stati assassinati. Non vi è alcuna speranza di ottenere asilo».
IL MANIFESTO
Martedì 2 febbraio – pagina 4



ANSA
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/lazio/2011/02/01/visualizza_new.html_1613374424.html

ANSA) - ROMA, 1 FEB - Centinaia di persone partecipano sulla scalinata del Campidoglio, a Roma, a una fiaccolata per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica italiana e internazionale sugli oltre 200 immigrati, in gran parte eritrei, sequestrati da più di due mesi nel Sinai egiziano. 'Per la liberazione dei profughi sequestrati nel Sinai' è scritto su uno striscione che apre la manifestazione, promossa, tra gli altri, dal Consiglio italiano per i rifugiati, Agenzia Habeshia, Associazione A Buon Diritto e Centro Astalli. (……).

http://www.libero-news.it/articolo.jsp?id=659720

Libero.it

Egitto: Fiaccolata in Campidoglio per i profughi sequestrati nel SInai

Roma, 1 feb. (Adnkronos) - Una fiaccolata per esprimere solidarieta' ai profughi eritrei tenuti prigionieri dai trafficanti di uomini nel deserto del Sinaib si e' svolta oggi pomeriggio a Roma, sulla scalinata del Campidoglio. La manifestazione e' stata promossa dal Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), dal Centro Astalli, da 'a Buon Diritto' e dall'Agenzia Habeshia. Il direttore del Cir, Christopher Hein, ha sottolieato che l'intento della manifestazione era quello di "allarmare e sensibilizzare l'opinione pubblica e politica sul dramma, che ormai da piu' di due mesi, si consuma nel Sinai. Basta con il silenzio della comunita' internazionale".

"Questa mattina - ha dichiarato Hein - abbiamo avuto un incontro alla Farnesina dove abbiamo potuto parlare della situazione dei sequestrati. Abbiamo parlato anche della prevenzione affinche' nuovi profughi non entrino ancora in questa trappola.Dal governo italiano mi aspetto da una parte, che non si dimentichi del destino di queste persone e, dall'altra, che venga fatto il possibile per arrivere alla loro immediata liberazione e, una volta liberati, che vengano fatti venire in Europa".
"Chiediamo che nei paesi di transito come Sudan e Libia sia fatto un'opera di prevenzione, affinche' altri siano informati e scoraggiati nel fare lo stesso viaggio. La causa di tutto questo - ha sottolineato - e' anche la chiusura della frontiera europea, come nel caso dell'Italia. Il respingimento dei profughi in Libia e' stato solo la punta dell'iceberg. Simili politiche sono state fatte anche da Spagna e Grecia, quindi non si entra piu' in Europa cosi' le persone sono costrette a questo tipo di viaggi".(segue)


ASCA

IMMIGRATI: AVVENIRE, ITALIA APRA PORTE A PROFUGHI ERITREI SINAI

ASCA - Roma, 2 feb - ''La Ue, che ha chiuso le porte ai profughi eritrei, puo' dire e fare gia' ora qualcosa di giusto e di umano: accetti, Italia in testa, di offrire rifugio almeno a chi e' scampato ai lager del Sinai''. E' l'appello lanciato oggi dal quotidiano della Cei Avvenire nell'editoriale di prima pagina firmato da Paolo Lambruschi.

Il giornale dei vescovi prova a riaccendere i riflettori sulla situazione dei rifugiati eritrei tenuti in ostaggio da trafficanti di esseri umani nel Sinai. Una storia che ''dimostra che la chiusura indiscriminata dei confini europei anche a chi ha diritto di chiedere asilo fa a pugni con il diritto internazionale e con la nostra tradizione giuridica e umanitaria''


Agenzia sir


1/2/2011 - 20:03 - PROFUGHI NEL SINAI: FIACCOLATA SILENZIOSA IN CAMPIDOGLIO, “L’EUROPA SI MUOVA” (3)
Intanto, padre Giovanni La Manna, direttore del Centro Astalli (il servizio dei gesuiti per i rifugiati), pensa che "presto arriveranno nuove ondate di richiedenti asilo dalla Tunisia e dall’Egitto – ha detto al SIR -. Il flusso è inarrestabile. Siamo sicuri che arriveranno anche tunisini ed egiziani, come sono arrivati gli ivoriani dopo le elezioni in Costa d’Avorio, o dalla Guinea dopo le violenze governative. Servono i tempi necessari per far organizzare le persone. Attraverso le ambasciate riescono ad avere dei visti di cortesia e ad arrivare in Europa". Lo stesso accadrà con i flussi illegali. "I trafficanti inventeranno delle rotte alternative per far arrivare in Italia le persone. Non più dalla Libia, ma dalla Grecia, dal Senegal, o con passaporti falsi in aereo, rischiando e pagando di più. I Paesi europei non possono continuare a negare il diritto d’asilo. Finché non si arriva con una volontà onesta a pacificare i luoghi dai quali le persone sono costrette a scappare il flusso continuerà". Secondo padre La Manna la rivolta del Nilo "in questo momento non migliora la situazione dei profughi. E’ un vuoto che continuerà a paralizzare il governo egiziano, che finora non ha fatto nulla per mettere fuori gioco i trafficanti". Ma "se il governo cambiasse – ha auspicato - e se migliorerà il contesto generale, sarà molto più facile portare l’attenzione su questa situazione disumana".

Centinaia di candele accese sulla scalinata del Campidoglio, altrettante persone e associazioni che chiedono in silenzio ("contro il silenzio della comunità internazionale") la liberazione dei profughi del Corno d’Africa, da due mesi ostaggio dei trafficanti di uomini nel deserto del Sinai. E’ la fiaccolata che si è svolta stasera a Roma, promossa dal Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), dall’Agenzia Habeshia, dal Centro Astalli e dall’associazione A Buon diritto. Vi hanno aderito almeno una sessantina di associazioni e altrettanti parlamentari e volti noti. "Chiediamo la protezione internazionale, un piano di evacuazione umanitaria e un progetto di accoglienza per circa 300 profughi – ha detto al SIR don Mosé Zerai, responsabile dell’Agenzia Habeshia, ogni giorno in contatto telefonico con gli ostaggi -. Otto persone sono già state uccise, quattro sono state sottoposte ad espianto di organi, una settantina hanno dovuto chiedere ai familiari di pagare un riscatto di 8000 dollari ma non sappiamo che fine abbiano fatto. Gli altri sono costretti ogni giorno a subire, torture, violenze sessuali, vessazioni, e spesso vengono rivenduti ad altre bande". (segue)

L’appello è rivolto soprattutto all’Europa e alla comunità internazionale: "L’Europa non può ritenersi estranea – ha affermato don Zerai -. Questa situazione è dovuta anche alla chiusura delle frontiere per allontanare chi cerca protezione in Europa. Serve una strategia di cooperazione con Egitto e Israele, rispettando gli impegni internazionali assunti nei confronti dei rifugiati. Altrimenti avranno abbandonato queste persone nelle mani spietate dei sequestratori". In un momento politico delicato per le rivolte di piazza che stanno scuotendo l’Egitto, gli organizzatori della fiaccolata si dividono tra chi spera che questo giovi a favore dei profughi o chi teme invece il contrario: "E’ possibile che i trafficanti si trovino in una situazione pericolosa, che abbiano paura di essere scoperti dall’esercito schierato tra Egitto e Israele – ha affermato al SIR Cristopher Hein, direttore del Cir -. In quel caso potrebbero decidere di liberare i profughi. Se si formerà un nuovo governo egiziano forse qualcuno ascolterà finalmente le nostre richieste, finora mai accolte". Certo è che in questi giorni c’è un vuoto di interlocuzione politica con le autorità egiziane. Hein e don Zerai hanno riferito di aver incontrato questa mattina tre sottosegretari del ministero degli esteri: "Abbiamo riscontrato grande interesse da parte loro, ma ci dicono che l’Italia non può agire da sola, deve intervenire l’Europa". (segue)


QUI ALCUNI LINK A FOTO DELLA FIACCOLATA

http://www.flickr.com/photos/alemanno/sets/72157625955780798/show/

http://www.facebook.com/home.php?sk=group_112288598841905¬if_t=group_activity#!/album.php?fbid=1879753592689&id=1206766592&aid=2112799

http://www.youtube.com/watch?v=CrQn3wSe8rQ



NOTIZIE USCITE PER IL LANCIO DELLA FIACCOLATA

Repubblica.it - Mondo Solidale

Lunedì 31/01/2011 - http://www.repubblica.it/solidarieta/?ref=HRHM2-9

Sinai, fiaccole in Campidoglio "Vittime dei respingimenti"
Sarà un modo per svegliare l'Europa affinché predisponga un piano di evacuazione umanitaria dei rifugiati. Si chiederà come si concretizza la lotta al traffico di persone, soprattutto quando l'unico modo per liberare gli ostaggi è che familiari disperati sono costretti a pagare.

Mentre l'Egitto s'infiamma con le proteste della popolazione che chiede un profondo cambiamento delle condizioni di vita dei cittadini, oltre che vere regole democratiche, nel deserto del Sinai, in territorio egiziano, prosegue il dramma dei profughi provenienti dal Corno d'Africa da 2 mesi sequestrati e torturati da bande di beduini che di fatto governano il territorio, vicino al confine con Israele. Domani pomeriggio alle 18, sulla scalinata del Campidoglio a Roma, avrà luogo una manifestazione a sostegno delle persone tenute in ostaggio da oltre due mesi.  

Le ultime notizie. Dagli ultimi contatti diretti di alcuni profughi con don Mussie Zerai - direttore dell'agenzia eritrea Habeshia -  di almeno tre località in cui ancor oggi sono incatenati più di 200 profughi eritrei e di altre nazionalità del Corno d'Africa, tra cui un minimo di 12 donne e ragazze, una di soli 15 anni. A causa dei continui maltrattamenti e delle sevizie subite da parte dei sequestratori, una donna incinta il 25 gennaio ha perso il bambino e non avendo alcuna assistenza medica ora si trova in fin di vita. La liberazione di alcune decine di profughi, durante le ultime settimane, è stata ottenuta solo grazie al pagamento degli 8 mila dollari di riscatto per ogni ostaggio sborsati dai familiari residenti all'estero.

La manifestazione. Con l'iniziativa del 1° febbraio vogliamo allarmare l'opinione pubblica e sollecitare l'intervento della Comunità Internazionale, dei Governi e dell'Unione Europea su questa infernale situazione che avviene dall'altra parte del Mediterraneo, alle porte dell'Europa. Vogliamo denunciare il fatto che i rifugiati, a causa delle politiche di chiusura e respingimento, sono costretti a viaggi che li espongono a rischi per la loro vita e libertà, solo per poter accedere a un territorio sicuro e di asilo. Vogliamo chiedere che finalmente l'Europa si svegli e predisponga un piano di evacuazione umanitaria dei rifugiati dal Sinai. Come si concretizza la lotta al traffico di persone, ci chiediamo, quando l'unico modo per liberare gli ostaggi è che familiari disperati sono costretti a pagare?

I promotori. Ci saranno molti lumi e silenzio. Ecco gli organizzatori: Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), A Buon Diritto, l'Agenzia Habeshia e il Centro Astalli. Il Comune di Roma, la Provincia di Roma e la Regione Lazio hanno dato il patrocinio. Decine di enti della società civile italiana hanno aderito in questi giorni all'iniziativa tra cui ACLI, Amnesty International  -  Sezione Italiana, Arci, CGIL, Comunità di S. Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche, Fondazione Internazionale d. Luigi Di Liegro, UIL, UGL. Hanno aderito inoltre un vasto numero di parlamentari  e personaggi della cultura.

Ansa
Lunedì 31/01/2011
ERITREI RAPITI: DOMANI A ROMA FIACCOLATA PER LA LIBERAZIONE           
(ANSA) - ROMA, 31 GEN - Una fiaccolata per allarmare l'opinione pubblica e sollecitare l'intervento della comunità internazionale, dei governi e dell'Ue sul dramma dei profughi provenienti dal Corno d'Africa, da due mesi sequestrati e torturati da bande di beduini nel deserto del Sinai: si terra' domani alle 18 sulla scalinata del Campidoglio, a Roma.  A promuoverla sono il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), l'associazione A Buon Diritto, l'Agenzia Habeshia e il Centro Astalli. Il Comune e la Provincia di Roma e la RegioneLazio hanno dato il patrocinio. Decine di enti della società civile italiana hanno aderito all'iniziativa, tra cui Acli, Amnesty Italia, Arci, Cgil, Uil, Ugl, Comunità di S. Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche, Fondazione Di Liegro, oltre a parlamentari e personaggi della cultura.  "Sappiamo - rende noto il Cir - dagli ultimi contatti diretti di alcuni profughi, di almeno tre località in cui ancor oggi sono incatenati più di 200 profughi eritrei e di altre nazionalità del Corno d'Africa, tra cui almeno 12 donne e ragazze, una di soli 15 anni. A causa dei continui maltrattamenti e delle sevizie subite da parte dei sequestratori, una donna incinta il 25 gennaio ha perso il bambino e non avendo alcuna assistenza medica ora si trova in fin di vita".
Il Manifesto
Domenica 30/01/2011 - Pagina 5

EGITTO Christopher Hein (Cir) «Da mesi in mano ai trafficanti di uomini». Martedì fiaccolata di associazioni, chiese e sindacati sotto il Campidoglio
«Nel Sinai continua il dramma dei profughi africani prigionieri dei beduini»

Da tre mesi sono ostaggio di una banda di beduini che per la liberazione di ciascuno di loro pretende 8.000 dollari E chi prova a ribellarsi, o semplicemente non può pagare, viene bastonato, violentato o ucciso. Il tutto nel silenzio pressoché totale della comunità internazionale. E’ quanto accade a un gruppo di circa 200 profughi africani, la maggior parte dei quali eritrei, che i trafficanti di uomini tengono prigionieri nel Sinai. «La rivolta scoppiata in Egitto in questi ultimi giorni finora non ha modificato la loro situazione, ma non sappiamo cosa potrà accadere in futuro», spiega Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir). «Pochi giorni fa ci sono state delle sparatorie vicino al confine con Israele durante la quali i beduini hanno ucciso un poliziotto egiziano, ma è tutto quello che sappiamo. Gli scenari possibili adesso sono due: per i beduini la situazione potrebbe essere diventata così calda da fargli decidere, per la loro sicurezza, di liberare tutti i prigionieri. Questo naturalmente è quello che auspichiamo. Ma per gli stessi motivi potrebbero invece decidere di ucciderli tutti». Nella speranza di riuscire a sbloccare la situazione prima che sia troppo tardi il Cir, insieme a numerose altre associazioni, sindacati e chiese ha indetto per martedì 1 febbraio una fiaccolata sotto il Campidoglio per riaccendere i riflettori su un dramma passato per troppo tempo sotto silenzio.

Quali sono le ultime notizie che avete? Sembrava che i maltrattamenti fossero cessati.
Si sono attenuati nei casi in cui i familiari hanno inviato una parte del denaro richiesto, ma per il resto la situazione è rimasta invariata tranne per le persone per le quali il riscatto è stato invece pagato completamente e che sono state liberate. Ma sappiamo però anche del caso di un profugo che è stato liberato dopo che la famiglia aveva pagato la metà della cifra richiesta, ma è stato sequestrato di nuovo da un altro gruppo di beduini che adesso chiede 10 mila dollari per liberarlo.

Il sequestro dura ormai da tre mesi, ma finora la comunità internazionale è rimasta silenziosa.
Abbastanza silenziosa, ma non direi che non si è mosso niente. Il 20 dicembre c’è stata una risoluzione del parlamento europeo, fortemente promossa dal Cir e dalle altre associazioni, con un appello alla commissione europea a muoversi attraverso i canali diplomatici. Nella risoluzione si parlava anche di un eventuale trasferimento dei rifugiati in diversi Paesi europei. La commissione europea non mi risulta che abbia mai dato una risposta, però prima o poi dovrà riferire al parlamento.

Bisogna pagare il riscatto?
La nostra linea non è mai stata quella di pagare. Non è compito nostro, né delle altre associazioni che si occupano della vicenda, prescrivere o ipotizzare le modalità di liberazione nei confronti di uno stato autonomo come l’Egitto. Vogliamo solo dire che c’è una responsabilità egiziana nella vicenda, ma anche internazionale e dell’Unione europea. E quindi è giusto che ci sia una condivisione di queste responsabilità.

In questi mesi il governo italiano non ha fatto molto.
Sappiamo per certo che almeno uno dei profughi eritrei è stato respinto dall’Italia anche se avrebbe potuto richiedere asilo politico. Purtroppo è la politica dei respingimenti e l’accordo fatto con la Libia che hanno creato situazioni come queste. Va detto però che Spagna e Grecia fanno la stessa cosa. E più in generale che è l’Unione europea che sta chiudendo sempre più le sue frontiere.


di Carlo Lania


Avvenire
Domenica 30/01/2011 -  Pagina 13

Profughi eritrei, fiaccolata per la liberazione
Martedì 1 febbraio a Roma la società civile mobilitata
Hein (Cir): «Tragedia frutto dei muri alzati dall’Europa »


MILANO. Soprattutto in queste ore di caos in Egitto, è più che mai importante richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul dramma degli eritrei e degli altri africani, in ostaggio da due mesi dei trafficanti di uomini nel Sinai. Sono a centinaia e sono vittima di gruppi spietati di predoni che torturano le vittime per convincere i parenti a pagare il riscatto di ottomila dollari che vale la liberazione. Sono stati rapiti due mesi fa mentre attraversavano il deserto per raggiungere Israele e diversi di loro provenivano dalla Libia. Una fiaccolata per non dimenticare a fiaccolata e sollecitare l’intervento dell’Ue si terrà a Roma martedì 1 febbraio alle 18 sulle scale del Campidoglio, promossa dal Consiglio italiano per i rifugiati e da A Buon Diritto, Agenzia Habeshia e il Centro Astalli. Il Comune, la Provincia di Roma e la regione Lazio hanno concesso il patrocinio. Hanno aderito all’iniziativa decine di associazioni, tra cui Acli, Arci, i sindacati, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche e la Fondazione internazionale Di Liegro oltre a un folto numero di politici di tutti gli schieramenti. «Sappiamo, dagli ultimi contatti con alcuni profughi – spiega don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo che ha denunciato il sequestro due mesi fa – di almeno tre località in cui ancor oggi sono incatenati più di 200 profughi eritrei e di altre nazionalità del Corno d’Africa, tra cui un minimo di 12 donne e ragazze, una di soli 15 anni. La liberazione di alcune decine di profughi durante le ultime settimane è stata ottenuta solo grazie al pagamento degli 8 mila dollari di riscatto per ogni ostaggio dai familiari residenti all’estero. Gli stati non sono intervenuti» Martedì mattina don Zerai e il Cir incontreranno alla Farnesina i sottosegretari Scotti e Craxi.

«Non dimentichiamo – spiega il direttore del Cir Cristopher Hein – che la situazione nel Sinai è frutto anche della politica europea che innalza muri in Grecia e ha respinto potenziali rifugiati in mare avviandoli sulla rotta dei predoni in un’area solo formalmente sotto il controllo del Cairo. Credo che le autorità egiziane possano liberarli e farsi carico di un’evacuazione umanitaria verso l’Ue». Sperando che il caos in Egitto non induca i predoni a uccidere gli ostaggi per liberarsene.

Il Messaggero
Lunedì 31/01/2011 - Pagina 15

Fiaccolata domani in Campidoglio per i profughi sequestrati nel Sinai

ROMA - Continua nel deserto del Sinai il dramma dei profughi provenienti dal Corno d’Africa da due mesi sequestrati e torturati da bande di beduini che di fatto governano il territorio vicino al confine con Israele. Domani, 1 febbraio, il Consiglio italiano per i Rifugiati (Cir) ha organizzato una manifestazione fatta di
lumi e silenzio: una fiaccolata sulla Scalinato del Campidoglio a Roma.

L’appuntamento, fissato per le 18, si pone l’obiettivo di allarmare l’opinione pubblica e sollecitare l’intervento della comunità internazionale, dei governi e dell’Unione europea. «Sappiamo - si legge nel comunicato del Cir - di almeno tre località in cui ancora oggi sono incatenati più di 200 profughi eritrei, tra cui anche donne e ragazze. A causa dei maltrattamenti e delle sevizie subite da parte dei sequestratori, una donna incinta, lo scorso 25 gennaio ha perso il bambino e ora si trova in fin di vita».

L’Unità.it
Lunedì 31/01/2011 – Pagina 13





Il Fatto Quotidiano

Domenica 30/01/2011

“Nel deserto dei Sinai i cadaveri dei profughi”

La fiaccolata è alle 18 di martedì, a Roma, sulla Scalinata del Campidoglio. Luci e silenzio per chiedere la liberazione dei profughi eritrei...



Liberazione
Domenica 30/01/2011 - Pagina 5

Martedì in Campidoglio: rispettare i diritti umani

Per i profughi del Sinai una fiaccolata a Roma

Almeno in 300, fra uomini, donne e bambini sono ancora prigionieri di predoni nel Sinai, a pochi chilometri dal confine con Israele. Se non trovano i dollari necessari per pagare il riscatto subiscono violenze. Alcuni sono già stati uccisi, molte donne violentate, alcuni hanno barattato la libertà con un rene. Sono soprattutto eritrei, fuggiti dal regime del proprio paese, bloccati prima in Libia e poi ingannati con la speranza di salvarsi in Israele; di un centinaio di loro si sono perse le tracce, una settantina hanno guadagnato la libertà, qualcuno è riuscito ad entrare nello stato ebraico, ma ora, nel caos in cui si trova l'Egitto, è impossibile mettersi in contatto con loro, averne notizie. Il governo italiano aveva promesso un intervento che non c'è mai stato - il ministro degli esteri sembra in altre faccende affacendato - l'Europa intera tace e allora resta solo la voce della società civile. Su un appello promosso dal Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), dell'Agenzia Habeshia, di "A buon diritto" e del Centro Astalli, si terrà martedì, a partire dalle ore 18, sulla scalinata del Campidoglio a Roma, una fiaccolata per la liberazione dei profughi e un progetto di accoglienza nei paesi Ue. Per i promotori, la situazione in Sinai è semplicemente una delle conseguenze della politica europea di chiusura delle frontiere. Muri fisici, legali, amministrativi, che si realizzano per allontanare le persone che cercano protezione in questo continente che sulla carta considera inalienabile il diritto d'asilo. Tantissime le adesioni: sindacati, associazioni umanitarie democratiche e antirazziste, singole personalità. Un appuntamento per rompere sia il silenzio diplomatico che quello mediatico, per chiedere alla politica e all'informazione di svolgere il proprio ruolo, perché sia la Comunità Europea che Egitto e Israele, rispettino gli impegni presi in materia di diritti umani.
S.G.

L’Unità.it

Venerdì 28/01/2011

Una fiaccolata a Roma per non dimenticare i prigionieri del Sinai

Martedì 1 febbraio, a Roma, alle ore 18.00, sulla scalinata del Campidoglio, si terrà una fiaccolata per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su una vicenda tanto drammatica quanto ignorata. Mentre scriviamo è in atto il sequestro di molti esseri umani per mano di altri esseri umani: i primi vengono ridotti in schiavitù dai secondi al fine di ottenere denaro in cambio del riscatto della loro vita. È sempre successo, ma la vicenda di cui parliamo ha una sua peculiarità. Da oltre due mesi alcune centinaia di profughi si trovano nelle mani dei trafficanti di uomini nel deserto del Sinai. Tra essi 80 eritrei provenienti dalla Libia (e una parte di loro respinti dalle Coste italiane) poi etiopi, somali, sudanesi. Nel dicembre scorso, 8 di quei profughi sono stati uccisi e 4 sono stati sottoposti all’espianto del rene come forma di pagamento del riscatto loro richiesto. Nel corso di questi due lunghi mesi, la Comunità internazionale è stata silenziosa e inerte. Ma non possiamo dimenticare che questa situazione è una delle conseguenze della politica europea di chiusura delle frontiere, tesa ad allontanare le persone che cercano protezione nel nostro continente. Per questo i promotori della fiaccolata (Consiglio italiano per i rifugiati, A Buon Diritto, Agenzia Habeshia, Centro Astalli e decine di altre associazioni) chiedono che la Comunità internazionale si mobiliti immediatamente sia per combattere il traffico di esseri umani sia per garantire a queste persone la protezione internazionale a cui hanno diritto: in particolare attraverso un piano di «evacuazione umanitaria» e un progetto di accoglienza dei profughi nel territorio dell’Unione Europea secondo la disponibilità dichiarata da ciascuno degli stati membri.


DNews

Martedì 1/1/2011 – Pagina 2

FIACCOLATA PER I PROFUGHI ERITREI
Fiaccolata di solidarietà a favore dei profughi eritrei tenuti prigionieri dai trafficanti di uomini nel deserto del Sinai (Scalinata del Campidoglio, ore 18).
Accade oggi
Radio Vaticana
http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=458521

Fiaccolata domani sera, sulla scalinata del Campidoglio a Roma, per chiedere la liberazione dei profughi nel Sinai, che da due mesi sono sequestrati e torturati da bande di beduini. Ad organizzare la manifestazione alcune delle organizzazioni che da tempo chiedono l’intervento della comunità internazionale, tra le quali il Consiglio Italiano per i rifugiati, l’Agenzia Habeshia e il Centro Astalli. Servizio di Francesca Sabatinelli:  

Non sono più soltanto 250 i poveretti nelle mani dei beduini del Sinai al confine con Israele. Il numero dei profughi, in maggioranza eritrei ed etiopi, ma provenienti anche da altre parti del Corno d’Africa, è cresciuto, così come il numero dei gruppi di predoni. Lo conferma padre Mussie Zerai, dell’agenzia Habescia:

“Stiamo scoprendo sempre nuovi gruppi. In parte già sapevamo che si trattava di 15-20 bande di trafficanti, però fino a qualche settimana fa l’unico contatto che avevamo, era legato ai 250 eritrei. Poi, successivamente, stiamo venendo a conoscenza dell’esistenza di altri gruppi. L’ultimo contatto, ad esempio, è stato con una ragazzina di 15 anni che è nelle mani di questi sequestratori che la vogliono vendere ad una clinica, il che implica il discorso del traffico di organi. Questa è la situazione: mi diceva questa ragazzina che sono in 120 nelle mani di questo nuovo gruppo mentre un altro gruppo, con cui sono entrato in contatto qualche giorno fa, parlava di altre 54 persone; invece, del vecchio gruppo dei 250 ne sono rimasti 27: due donne incinte sono state liberate dietro il pagamento del riscatto. Una donna, invece, esattamente il 25 gennaio, incinta di cinque mesi, ha perso il suo bambino dopo una serie di maltrattamenti e violenze che ha subito”.

Allarmare l’opinione pubblica, e sollecitare l’intervento della Comunità internazionale, è l’obbiettivo di questa manifestazione. “Vogliamo che l’Europa si svegli!”, è il richiamo di Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati:

“Sarà una manifestazione dove diciamo chiaramente che c’è una responsabilità anche degli Stati, cominciando da quelli dell’Europa, che in questi ultimi tempi hanno chiuso le frontiere a chi, spesso per motivi di guerra o di persecuzione, voleva entrare nel territorio. Noi chiediamo all’Europa di offrire un’evacuazione umanitaria di questi profughi, quindi condivisione delle responsabilità, tanto con l’Egitto - dove si trovano - come con Israele. Ci rendiamo conto che l’attuale situazione in Egitto, rende il tutto ancora più difficile. C’è anche un paradosso che vogliamo mettere in luce: si parla tanto della lotta contro il traffico di persone, ma alla luce dei fatti, dobbiamo constatare che le uniche persone che sono state liberate, sono state liberate perché i familiari disperati, alla fine, hanno pagato il riscatto di 8 mila dollari a persona”.

Una fiaccolata fatta di lumi e silenzio, assicurano gli organizzatori, per denunciare e testimoniare. (ma)

Radio Vaticana
Roma. Fiaccolata dopodomani in Campidoglio per i profughi eritrei nel Sinai

Chiederanno il rilascio dei 250 profughi eritrei sequestrati da mesi nel deserto egiziano del Sinai i partecipanti alla fiaccolata silenziosa che si terrà in Campidoglio, lungo la monumentale scalinata, il prossimo primo febbraio. Rispetto al gruppo degli ostaggi – aggiorna sulla situazione don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia che promuove la manifestazione assieme al Consiglio italiano per i rifugiati CIR, all’Associazione “A Buon diritto” e al Centro Astalli - “non sappiamo che fine abbiano fatto un centinaio di persone” e nell’ipotesi che siano “finite nelle carceri egiziane (…) chiediamo che gli operatori dell’Unhcr possano visitarle ed accogliere le loro richieste di asilo politico”. Don Zerai, riferisce l'agenzia Sir, ricorda inoltre che “il governo egiziano, in quanto firmatario della Convenzione di Ginevra del 1951, deve garantire a queste persone l’accesso al diritto di asilo” e informa che altre 27 persone sono ancora nelle mani dei trafficanti a Rafah e “stanno vivendo ore drammatiche”. In particolare – continua il sacerdote – “la donna incinta al quinto mese, dopo i maltrattamenti dei giorni precedenti, ieri pomeriggio ha perso il bambino che portava in grembo. Ora teme per la sua vita, perché continua a perdere sangue, senza ricevere nessuna cura medica”. Un altro ragazzo, dopo essere stato “picchiato selvaggiamente dai predoni, giace a terra da giorni, in condizioni di salute fortemente compromesse”. Secondo il resoconto del sacerdote eritreo, al gruppo di prigionieri si sarebbero “aggiunti 38 nuovi profughi, ignari di tutto quello che sta succedendo”. Don Zerai torna a chiedere all’Europa di “non voltare le spalle a queste persone”, denunciando “il silenzio dei governi della regione”. “Il parlamento europeo – è l’ appello finale – si attivi usando tutti gli strumenti giuridici e diplomatici a disposizione per ottenere dai governi coinvolti in questa drammatica situazione un intervento risolutivo per liberare e proteggere i profughi che ora sono tenuti in condizione di schiavitù nel Sinai”. (C.D.L.)


Inoltre

Redattore Sociale

http://www.redattoresociale.it/DettaglioNotizie.aspx?idNews=338571

Roma e Milano: iniziative di solidarietà con i profughi eritrei

Martedì 1° febbraio fiaccolata di solidarietà lungo la Scalinata del Campidoglio. Manifestazione promossa da agenzia Habeshia, Cir, A buon diritto e Centro Astalli. Domani invece manifestazione a Milano (…..).

Nigrizia

http://www.nigrizia.it/sito/notizie_pagina.aspx?Id=10510&IdModule=1

Misna
http://www.misna.org/news.asp?a=1&IDLingua=2&id=287784

Il velino

http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=1286798

Comune di Roma – Rassegna Stampa
http://www.rassegnastampa.comune.roma.it/View.aspx?ID=2011013017764242

Virgilio Roma
http://roma.virgilio.it/notizielocali/Gli-eritrei-ostaggio-dei-predoni-nel-Sinai-fiaccolata-a-Roma-per-non-dimenticare-28091551.html

Roma Multietnica
http://www.romamultietnica.it/

Africa News
http://www.africanews.it/africani-in-sinai-fiaccolata-a-roma-il-1-febbraio/

Free Press International Press

http://www.flipnews.org/italia/underground_3/blog/index.php?option=com_content&task=view&id=4066&Itemid=153

Diritto di cronaca
http://www.dirittodicritica.com/2011/01/31/eritrei-sinai-fiaccolata/

ICN News

http://www.icn-news.com/?do=news&id=10156

Immigrazione Oggi

http://immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=002612

Diario del Web
http://www.diariodelweb.it/Articolo/Mondo/?d=20110127&id=183945

Agorà Vox
http://www.agoravox.it/Corrispondenza-estera.html

Blitz Quotidiano
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/profughi-eritrei-monte-sinai-solidarieta-727926/

Agenzia stampa Fidest
http://www.fidest.net/

Agenzia SIR
http://www.agenziasir.it/pls/sir/V2_S2DOC_B.quotidiano?tema=quotidiano&argomento=dettaglio&sezione=&data_ora=25/01/2011&id_oggetto=209204&id_session=79&password=mmuuqrpqijjk45de&quantita

Corriere Romano
http://www.corriereromano.it/comunicatistampa/comunicatistampa/1987/fiaccolata-per-i-rapiti-nel-sinai.html

Shaker Roma
http://www.shaker.roma.it/index.php/articoli/view_art/478.html

Buona Notizia

http://www.buonanotizia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=631:il-dramma-dimenticato-dei-profughi-sequestrati-nel-sinai&catid=1:diritto&Itemid=60

Erinit

http://www.erinit.com/?page_id=24

Amisnet

http://amisnet.org/agenzia/2011/01/31/roma-una-fiaccolata-per-i-prigionieri-del-sinai/


Città Nuova
http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=31019

Gruppo Missionario Shaleku
http://www.shaleku.it/wordpress/index.php/2011/01/fiaccolata-a-roma-per-i-profughi-ostaggi-nel-sinai/

Gli Italiani – Informazione
http://www.gliitaliani.it/2011/01/fiaccolata-per-la-liberazione-dei-profughi-nel-sinai/

Demo city
http://democity.blogspot.com/2011/01/fiaccolata-per-gli-ostaggi-del-sinai-1.html

Programma Integra

http://www.programmaintegra.it/modules/news/article.php?storyid=5528

Liquida
http://www.liquida.it/notizie/2011/01/31/12760917/comunit%C3%A0-internazionale-unione-europea-matteo-pegoraro/

Ucebi

http://www.ucebi.it/component/content/article/48-news/517-prosegue-il-dramma-dei-profughi-nel-sinai-fiaccolata-al-campidoglio.html

Informazione.it
http://www.informazione.it/a/F0BD49A0-B537-4376-B904-2A85EA975B8E/Fiaccolata-per-la-liberazione-dei-profughi-nel-Sinai

Combonifem
http://www.combonifem.it/articolo.aspx?a=3222&t=G


Toscana Oggi
http://www.toscanaoggi.it/news.php?IDNews=21641&IDCategoria=206


Diritto.net
http://www.diritto.net/diritto-di-critica/10192-profughi-rapiti-sul-sinai-domani-la-fiaccolata-in-campidoglio.html


Migrantes online
http://www.migrantesonline.it/siti_migrantes/migrantes_online/00002970_Una_Fiaccolata_al_Campidoglio_per_i_profughi_sequestrati_nel_Sinai.html








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