Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Conducenti stranieri per bus italiani? Si può. Ricorrendo in tribunale

Italia-razzismo   Osservatorio

A quanto pare in Italia siamo condannati a ripetere continuamente i nostri errori. L’azienda del trasporto pubblico locale di Genova, infatti, si è servita dell’articolo 10 del Regio decreto n. 148 del 1931 per escludere gli extracomunitari dal bando di assunzione per autisti.
 Ma quell’articolo, che impone la cittadinanza per i lavoratori del comparto trasporti, è stato ampiamente superato dal Testo Unico sull’immigrazione e dalla convenzione Oil del 1975. Eppure nel corso dell’udienza di giovedì scorso, che ha visto contrapporsi in aula l’Asgi - associazione studi giuridici sull’immigrazione, proponente del ricorso - e l’Amt di Genova, quest’ultima ha così ribadito le sue ragioni: il compito degli autisti è delicato, il mansionario è collegato a sicurezza e ordine pubblico e per questo non è un lavoro che uno straniero può svolgere.
Stessa storia era successa nel 2009 a Milano e il ricorrente era un diciottenne marocchino: l’azienda dei trasporti, citando sempre il regio decreto, dichiarava che «il servizio di pubblico trasporto presenta delicati aspetti di sicurezza pubblica, ed è particolarmente esposto, ad esempio, a rischi di attentati». Il tribunale del lavoro di Milano ha dato ragione al giovane, ritenendo l’esclusione discriminatoria e ha intimato all’Atm di modificare i bandi di assunzione. Ed è di questi ultimi mesi una polemica riguardo i bandi di assunzione per i rilevatori del censimento. Anche qui la cittadinanza italiana o quella di un paese dell’Unione Europea era requisito fondamentale. Dopo che vari tribunali hanno dichiarato illegittima l’esclusione, molti comuni hanno dovuto riaprire i bandi per permettere a tutti di presentare la domanda. Non è un autentico spreco tutto il lavoro che i tribunali sono stati costretti a fare quando invece avrebbero potuto occuparsi di cose meno scontate di questa?
l'Unità, 18-10-2011
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