Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

14 aprile 2010

"PAGO IO LA MENSA AI BIMBI IMMIGRATI LORO SONO IL NOSTRO FUTURO"
La lettera dell'anonimo (che vota a destra) che appiana i debiti della scuola di Adro
il Fatto Quotidiano, 14-04-2010

Il sindaco sospende il pranzo agli alunni della scuola materna ed elementare che hanno pagato la retta e gli arretrati e un cittadino invia un bonifico di 1Ornila euro per rimettere tutto a posto. Accade ad Adro nel bresciano dove l'amministrazione comunale ha ricevuto il versamento che ha saldato il debito accumulato dalle famiglie che avevano usufruito del servizio e per motivi diversi non avevano pagato la retta. L'anonimo benefattore -imprenditore agricolo - ha accompagnato il suo gesto da una lettera pubblicata dal sito del "Corriere della Sera" e che pubblichiamo qui sotto.
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film "L'albero degli zoccoli". Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene.
È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica. A scanso di equivoci, premetto che: Non sono "comunista". Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona. So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell'educazione.

Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell'Ucraina. Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l'insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male. I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l'asticella dell'intolleranza di un passo all'anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regio-nale, poi con la mensa dei bam-bini, ma potrei portare molti altri casi. Quando facevo le ele¬mentari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni "miserevoli". Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino...).
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti "urlare", scuotere l'animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il "commercio".
Ma dov'è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare "partito dell'amore" . Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l'Italia. So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti "compagni che sbagliano".
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l'amministrazione per non trovare i soldi per la mensa.
Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (O quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? È già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
ILSONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI Io so no per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E CHI SEMINA VENTO, RACCOGLIE TEMPESTA
40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L'età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce li volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. È anche per questo che non ci sto. Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all'uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l'amministrazione. In tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l'anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno a vorranno pagare il costa della mensa residua resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa. Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del "grande fratello". Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie . Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo. Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo. L'idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce. Ci sono case che non si possono comprare. La famosa carta di eredito c'è, ma solo per tutto il resto. Un cittadino di Adro










COMMENTO
A Cernusco muore una bambina. e anche i diritti umani
il Manifesto, 14-04-2010
Raffaele K Salinari

La morte della bambina nigeriana di due anni nell'hinterland milanese non è solo un «ordinario» caso di mala sanità italica, ma il risultato di un processo di crescente fragilizzazione dei diritti fondamentali per i lavoratori immigrati.
I fatti sono noti: una famiglia di immigrati regolari si rivolge all'ospedale di Cernusco sul Naviglio per assistenza alla bambina che sta male da qualche giorno. Una prima frettolosa visita ed una ricetta con medicine che non risolvono il quadro patologico, una seconda richiesta di vista respinta con la motivazione che la tessera sanitaria è scaduta perché il padre, pur regolare, ha perso il lavoro qualche settimana prima. Nella nuova regolamentazione del lavoro immigrato, infatti, ogni diritto, compresi quelli fondamentali come la sanità e l'istruzione, sono direttamente legati non solo al permesso di soggiorno, ma anche a un lavoro regolare. In altre parole significa che se non lavori non puoi mandare i figli all'ospedale, con le conseguenze che questo episodio illustra molto bene.
La cosa è estremamente grave, prima di tutto perché è morta una bambina e, più ancora, perché la sua morte è attribuibile a questa distinzione tra immigrati regolari con lavoro e senza che apre un ulteriore girone tra i «dannati della terra»: che la richiesta fosse legittima o meno lo stabilirà la magistratura, che ha aperto un'inchiesta, resta però il messaggio, che spinge gli emarginati potenziali non solo a vendere la loro forza lavoro a prezzi di vera e propria schiavitù, ma a gesti dettati dalla disperazione, che vengono poi regolarmente puniti in maniera esemplare, tanto per far capire il clima xenofobo che si vive oggi nel nostro Paese.
In secondo luogo, su un piano più generale ma non meno importante, si è avvalorata la logica che i diritti umani fondamentali, una volta base delle democrazie occidentali, tanto fiere di questi principi da esportarli con la forza delle armi, siano invece subalterni alle politiche securitarie, oramai tanto prevalenti sull'universalismo da sottomettere anche la salute, così come lo studio, o la fruizione di un lavoro regolare. Basta immaginare le conseguenze, qualora questa linea di condotta venisse applicata a tutti quegli italiani che non hanno un regolare lavoro. E allora, se l'idea è che esiste un valore chiave e portante di ogni modello di convivenza civile pacifico e democratico, e che questo valore sia la dignità della persona, come recita la Dichiarazione dei diritti, e se questo valore deve guidare ogni considerazione ulteriore e se, a maggior ragione, viviamo ancora in un paese che ha formato e ratificato la Dichiarazione dei diritti del bambino nella quale si afferma che «l'interesse superiore del minore deve prevalere su ogni altra considerazione»; se l'idea è questa, dunque, dobbiamo chiederci se stiamo parlando dello stesso paese e, più in generale, se questa è ancora la base sulla quale la politica, in particolar modo quella di sinistra o di opposizione sociale, vuole fare le riforme e condurre la sua battaglia non solo alla riconquista delle istituzioni ma dei anche diritti umani fondamentali.










BOLOGNA, REVOCATO PROVVEDIMENTO PACCHETTO SICUREZZA CONTRO ISCRIZIONI FIGLI IMMIGRATI STRANIERI PRESSO GLI ASILI NIDO

Bologna TG24, 14-04-2010
Fabienne Bellizzi

BOLOGNA 14 APR – È dell’ultima ora la notizia che il Comune di Bologna ha revocato l’applicazione del provvedimento relativo al Pacchetto Sicurezza in riferimento alle iscrizioni presso gli asili nido dei figli di immigrati stranieri. La scelta del commissario Anna Maria Cancellieri di richiedere ai genitori stranieri, come requisito indispensabile ai fini dell’iscrizione dei loro figli, il regolare possesso del permesso di soggiorno aveva sollevato un tale polverone nella comunità bolognese da indurre lo stesso commissario a rivolgersi al Ministro degli Interni per la soluzione della delicata questione.

Palazzo d’Accursio non ha perso tempo a comunicare alla cittadinanza la rapida decisione del Ministero a consentire l’accesso al nido anche ai figli di quegli immigrati le cui sorti sono precarie per la mancanza del permesso di soggiorno.

La nota del Ministero chiarisce che l’iscrizione è consentita in virtù della Legge regionale n.1/2000, art.2 che definisce il nido d’infanzia “un servizio educativo e sociale di interesse pubblico”. E’ stata, quindi, riconosciuta la natura formativa del servizio sancendo l’inviolabilità del diritto del minore ad accedervi soprattutto quando il libero accesso all’istruzione senza discriminazione è espresso dalla Costituzione (art.34) della nazione in cui tutta questa faccenda si è creata. Cose italiane!! Eppure con una maggiore sensibilità, sempre rispettosa della Legge, tutta questa polemica si sarebbe potuta evitare risparmiando agli immigrati l’ulteriore umiliazione di non poter permettere ai loro figli di condividere con altri bambini un importante momento di crescita. Quanto all’Amministrazione, forse, si sarebbe anche risparmiata la magra figura di non avere fatto un uso saggio della Legge pur avendola “a portata di mano”.











IMMIGRATI: TRIESTE, INDAGINI POLIZIA SU PERMESSI A FALSI BANDANTI

AGI, 14-04-2010   

(AGI) - Trieste, 13 apr. - Si allarga l'inchiesta a Trieste su persone che vivono regolarmente in Italia con il permesso di soggiorno come badante o colf ma che in realta' sono giovani venditori ambulanti, alcuni anche abusivi. Gli agenti dell'Ufficio immigrazione della Questura di Trieste ne hanno individuato un'altra dozzina dopo quelli schedati la scorsa settimana. Su tutti questi stranieri sono in corso ora accurati accertamenti. Il sospetto e' che i permessi di soggiorno siano stati ottenuti utilizzando dichiarazioni non veritiere da parte dei datori di lavoro che hanno chiesto la regolarizzazione di queste persone in qualita' di badanti per poterle farle restare in Italia. Ad insospettirsi sono stati per primi i poliziotti di Trieste impegnati nei controlli anticlandestini in citta'.
In pratica le pattuglie hanno avvicinato per strada gli extracomunitari, spesso senegalesi, che vendevano merce di tutti i tipi chiedendo loro i documenti. A prima vista per molti tutto e' apparso ineccepibile: documenti originali e validi con scadenze anche di un paio d'anni. Approfondendo pero' le indagini e' stato scoperto che un buon numero di venditori in realta' risultavano essere badanti di anziani non autosufficienti. Una trentina in tutto su 400 persone regolarizzate a Trieste. Gli agenti hanno anche controllato i documenti inviati alla Prefettura e hanno trovato in regola sia domande dei datori di lavoro che contratti di assunzione. Le indagini puntano ora a risalire proprio ai datori di lavoro che in molti casi - subito dopo l'assunzione di stranieri extracomunitari e dopo aver versato all'ufficio postale la somma di 500 euro a favore dell'Inps come previsto dalla legge - avrebbero subito dopo licenziato i "dipendenti", forse anche dietro qualche ricompensa o recupero della somma versata. Cosi' anche loro rischiano grosso: potrebbero rispondere dell'accusa di falso con una condanna fino a 4 anni di reclusione.










Immigrati/ Fini: Serve rispetto, ricordare emigrazione italiana
l'Unità, 14-04-2010
Roma, 14 apr. (Apcom) - Inaugurando la mostra 'E' Dio che fa', il presidente della Camera Gianfranco Fini ricorda la figura del beato Don Luigi Guanella e ne approfitta per tornare su un tema a lui caro: "Fu un sacerdote globale - afferma - che operò non solo in Italia ma in Europa e negli Stati Uniti, aiutando gli italiani all'estero. Lo dico fuori dal discorso ufficiale, avere memoria dell'emigrazione dovrebbe significare avere più rispetto per gli immigrati che oggi ci sono in Italia".







Parità di trattamento, piena eguaglianza e servizio sanitario
l'Unità, 14-04-2010

Da quando è stato eletto, il presidente americano Barak Obama ha dedicato gran parte dei suoi sforzi alla riforma sanitaria. Gli Stati Uniti, per quanto riguarda il diritto alla salute, diventano più europei, più italiani. Eppure sembra che la causa di morte di una bambina di 13 mesi ieri, a Milano, sia l’ avvenuta scadenza della tessera sanitaria e le cure rifiutate per questo. Se fosse vero, sarebbe la sconfitta della sanità pubblica e del sistema di cittadinanza.

La nostra costituzione e persino la Bossi–Fini, non lasciano nessuno, compresi i migranti, senza il diritto alla cura ed all’assistenza. Come è potuto accadere, dato che l’applicazione corretta della legge avrebbe potuto evitare una simile tragedia?

Le norme del Testo Unico sull’immigrazione dispongono che gli immigrati regolari “hanno parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto attiene (…) all'assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale e alla sua validità temporale” (art. 34, comma 1).

Inoltre, il Regolamento d’attuazione dispone chiaramente che “L'iscrizione non decade nella fase di rinnovo del permesso di soggiorno.” (art. 42, comma 4).

L'iscrizione cessa soltanto quando la questura comunica alle A.S.L. il mancato rinnovo, revoca o annullamento del permesso di soggiorno, “salvo che l'interessato esibisca la documentazione comprovante la pendenza del ricorso contro i suddetti provvedimenti.” (art. 42, comma 4).

Basterebbe dunque una circolare del ministero della Salute a tutti gli assessori regionali alla sanità ed a tutte le ASL per una corretta applicazione di una  legge  dello Stato. Troppo tardi, in ogni caso, per la bambina nigeriana morta a Milano.











Immigrati : morire per un tesserino scaduto
Osservatorio sulla legalità e sui diritti onlus, 14-03-2010
di Saleh Zaghloul*

Il presidente della più grande potenza mondiale, Barak Obama, ha dedicato la grande parte dei suoi sforzi durante il primo anno della sua amministrazione alla riforma sanitaria. La sua preoccupazione era garantire il diritto alla cura ed alla salute anche alla parte più povera dei cittadini americani.

Gli Stati Uniti, per quanto riguarda il diritto alla salute, diventano più europei, più italiani. Eppure sembra che la causa della morte di Rachel, una bimba di 13 mesi, avvenuta il mese scorso a Cernusco sul Naviglio (Milano) sia proprio la scadenza della carta sanitaria del padre nigeriano e le cure rifiutate alla piccola. Una grande tragedia ed una grande sconfitta di ogni cittadino e di ogni responsabile nel campo della burocrazia sanitaria.

La nostra costituzione e le nostri leggi, persino la legge Bossi - Fini, non lasciano alcuna persona, compresi i migranti, senza il diritto alla cura ed alla salute. Come è potuta accadere una simile tragedia? La scadenza di una tessera sanitaria di un cittadino italiano non significa la scadenza dell'iscrizione al Sistema Sanitario Nazionale o la perdita del suo diritto alla cura ed alla salute. Lo stesso discorso vale per il cittadino migrante regolare.

La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta - con l'accusa di omicidio colposo - contro ignoti, ma in generale sono convinto che un'applicazione più corretta della legge, in particolare del Testo Unico sull'immigrazione, ci aiuterà ad evitare simili tragedie. Le norme del D.L. 286/98 (Testo Unico sull'immigrazione) dispongono che gli immigrati regolari "Hanno parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto attiene all'obbligo contributivo, all'assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale e alla sua validità temporale".

Il Regolamento d'attuazione del testo Unico dispone chiaramente che "L'iscrizione non decade nella fase di rinnovo del permesso di soggiorno." L'iscrizione cessa soltanto quando la questura comunica alle U.S.L. il mancato rinnovo, revoca o annullamento del permesso di soggiorno, "salvo che l'interessato esibisca la documentazione comprovante la pendenza del ricorso contro i suddetti provvedimenti."

Occorre dunque una circolare del ministero della Salute a tutti gli assessori regionali alla sanità ed a tutte le ASL (che si comportano in maniera disomogenea a livello nazionale e persino a livello regionale) per una corretta applicazione delle leggi dello stato: la durata dell'iscrizione al S.S.N. degli immigrati regolari deve essere parificata a quella dei cittadini italiani, alla scadenza del permesso di soggiorno non deve corrispondere automaticamente la scadenza dell'iscrizione sanitaria, non ci deve più essere una data di scadenza sul tesserino sanitario dei cittadini migranti salvo nei casi e con le stesse validità temporali previsti per i cittadini italiani.
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