Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

17 ottobre 2011

Aiutiamo ad essere italiani i ragazzi che compiono diciotto anni
l'Unità, 15-10-2011
Numerose in questi anni sono state le campagne per ricordare che l’attuale legge italiana sulla cittadinanza (la 91/92), contiene alcuni principi dello ius soli (è cittadino chi nasce in quel territorio) che rimangono sconosciuti a chi ne potrebbe beneficiare. Si tratta della possibilità per i neo diciottenni stranieri nati e cresciuti in Italia, di presentare domanda di cittadinanza entro il compimento del diciannovesimo anno. Da sempre, a occuparsi del tema, sono stati gli aderenti alla Rete G2, che di recente, assieme a Save The Children, hanno lanciato l’iniziativa “18 anni…in Comune” che ha trovato il sostegno dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci). L’idea, già sostenuta in passato ma che era rimasta inapplicata nella maggior parte dei casi, è quella di inviare una lettera a circa quindicimila diciassettenni attualmente stranieri anche se nati in Italia, invitandoli a presentare tempestivamente la domanda di cittadinanza entro il termine previsto. Quindi fino a che non verranno approvate nuove proposte di legge in materia, è meglio applicare al meglio quel che già c’è. Ma non è l’unico passo a proposito di cittadinanza. Il comitato “L’Italia sono Anch’io” da un paio di settimane raccoglie le firme perché la proposta di legge di iniziativa popolare, che prevede alcune modifiche all’attuale 91/92 arrivi in Parlamento. Si tratta di una iniziativa che propone uno ius soli “temperato” che prevede, anche in questo caso, un diritto di suolo che renda automaticamente cittadino chi nasce nel territorio dello stato, indipendentemente dalla cittadinanza dei suoi genitori. Cinquantamila sono le firme da raccogliere. Tutte le informazioni su dove trovare i banchetti nella vostra città sono sul sito www.litaliasonoanchio.it.



 

 

Tutte le vittime della fortezza Europa
Valentina Brinis
15 ottobre 2011 l'Unità
Duemilacentocinquantuno (2151) è il numero delle persone che nel corso dei primi nove mesi del 2011 sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere le coste dell’Italia e della Spagna. Morte oppure disperse.
Dal momento che l’entità di un fenomeno è determinata da molti fattori e in primo luogo dalle cifre che lo descrivono, in questo caso, anche se si tratta di numeri approssimati per difetto, il quadro che emerge fa rabbrividire. La fonte è quella delle brevi notizie battute dalle agenzie di stampa italiane e straniere e il rapporto Onu sulla condizione dei migranti e dei richiedenti asilo provenienti dal Nord Africa (settembre 2011). Informazioni non esaustive? Probabilmente sì, ma quel che è certo è che la precisione in questo caso è impossibile poiché la cornice in cui si manifesta il dato (ripeto: 2151 tra morti e dispersi) è quello della completa irregolarità (causa principale dei naufragi). Si tratta dell’irregolarità delle imbarcazioni, del numero di passeggeri, di chi li trasporta in Italia, delle condizioni di navigazione e, non meno problematica, l’irregolarità delle persone a bordo. Aspetto quest’ultimo che, al momento dell’approdo, preoccupa a tal punto da immaginare – e attuare – l’immediato rimpatrio. Non solo, anche per chi sul territorio italiano riesce a rimanere è complicato far valere il motivo della fuga come ragione fondante della richiesta di protezione internazionale. A questi superstiti, poi, spetta il compito, come dire in qualità di esseri umani, di raccontare la tragedia dei compagni di viaggio che non ce l’hanno fatta. Tocca a loro dare un volto, associare una biografia e a volte offrire un fiore, a chi a quella fuga non è sopravvissuto. Tocca a loro connotare di umanità quel numero: 2151. Una cifra che più viene pronunciata e più rischia di essere svalutata e banalizzata, fino a perdersi negli altri numeri tristi dell’emigrazione. Una cifra che invece andrebbe considerata come la punta di un iceberg di cui pochi vogliono capire ed esaminare la dimensione e le caratteristiche. Si tratterebbe infatti di un’analisi delle responsabilità perché quei morti e quei dispersi sono il primo effetto delle politiche di chiusura che hanno reso impermeabile il concetto di Fortezza Europa. Tra le altre il potenziamento dell’agenzia Frontex, organo la cui principale attività è quella del pattugliamento delle “frontiere esterne” dei paesi dell’Unione Europea. Seppure non fosse una relazione immediata di causa-effetto non è indubbio che sistemi intransigenti di controllo vengano aggirati da strategie, ovviamente illegali, che producono più facilmente vittime. 2151 in nove mesi.  
 

 


Regione Puglia, al via il piano per l’immigrazione
Sarà un percorso che vedrà una programmazione partecipata
BariLive.it, 17-10-2011
La Regione Puglia, con l'assistenza tecnica dell’Ipres, ha avviato i lavori per la definizione del Piano Regionale per l'Immigrazione (ai sensi dell’art. 9 della L.R. n. 32/2009 “Norme per l'accoglienza, la convivenza civile e l'integrazione degli immigrati in Puglia”).
Domani prende il via il percorso di programmazione partecipata, finalizzato alla redazione del Piano triennale Regionale per l'Immigrazione attraverso il coinvolgimento delle associazioni, delle autonomie locali e dei servizi regionali interessati.
La Regione intende, infatti, raccogliere le reali esigenze del territorio pugliese e dare voce a tutti i possibili contributi e suggerimenti delle organizzazioni coinvolte.
Sei gli incontri programmati per approfondire i numerosi temi relativi all'immigrazione: assistenza sanitaria, politiche abitative, istruzione e formazione, integrazione culturale, politiche di inclusione sociale, inserimento lavorativo, formazione professionale, diritto d'asilo e soggetti vulnerabili.
A tutti gli incontri è previsto l'intervento dell'Assessore regionale alle Politiche giovanili e cittadinanza sociale Nicola Fratoianni.
Il calendario degli incontri
1. martedì 18 ottobre 2011, dalle 14.30 alle 17.30 al Cineporto di Bari (presso la Fiera del Levante, lungomare Starita, 1): incontro sul tema delle politiche abitative
2. giovedì 20 ottobre 2011, dalle 10.30 alle 13.30 nell'aula Di Jeso del Provveditorato interregionale alle OO.PP. di Puglia e Basilicata (Bari, via Dalmazia 70/b): incontro sui temi dell'istruzione e formazione, dell'integrazione culturale, delle politiche di inclusione sociale, dell'inserimento lavorativo e della formazione professionale
3. e 4. lunedì 24 ottobre 2011, presso il Cineporto di Bari:
- dalle 9.30 alle 11.30: incontro sul tema dei soggetti vulnerabili
- dalle 12.00 alle 14.00: incontro sul tema del diritto d’asilo
5. martedì 25 ottobre 2011 dalle 10.30 alle 13.30 nella sede della Presidenza della Giunta Regionale (Bari, lungomare Nazario Sauro 33, sala riunioni al 2° piano): incontro sul tema dell'assistenza sanitaria.
I suddetti incontri hanno carattere ristretto e sono riservati ai soggetti interessati, direttamente coinvolti.
6. mercoledì 26 ottobre 2011, dalle 15.00 alle 19.00 al Cineporto di Bari: incontro con le associazioni del terzo settore su tutte le priorità d’intervento individuate dalla legge regionale.



Immigrati: Viminale, on line guida su cittadinanza
Roma, 16 ott. - (Adnkronos) - Dal web un aiuto agli immigrati. E' on line, sul sito del ministero dell'Interno, la guida aggiornata sulla cittadinanza. Attraverso un sistema di comunicazione integrato, gli stranieri che hanno presentato domanda di cittadinanza italiana possono consultare in tempo reale lo stato di avanzamento della propria pratica, accedendo a una banca dati costantemente aggiornata. Il servizio, attivo dal luglio 2010, e' realizzato dal Dipartimento per le liberta' civili e l'immigrazione.



Immigrati, nasce la Consulta per integrarsi
Il Messaggero, 17-10-2011
DANIELE SPERL0NGA

Un piano di lavoro per le politiche sull'immigrazione è stato presentato dal sindaco di Terracina, Nicola Procaccini, e dal suo consulente in materia di immigrazione, Ali Shadadi. La proposta mira a costruire a Terracina le condizioni per una integrazione partecipe dei cittadini stranieri che hanno deciso di sviluppare il loro percorso migratorio all'ombra del Tempio di Giove. Il primo passo è rappresentato dall'istituzione della «Consulta dell'immigrazione»: un organismo rappresentativo delle comunità dei cittadini immigrati di diversa etnia. «Faranno parte della consulta anche le forze dell'ordine che valorizzeranno la cultura della legalità - spiega Ali Shadadi - la legalità premia l'integrazione, mentre l'illegalità condanna gli immigrati alla marginalità». Le politiche per l'integrazione saranno sviluppate con nuovi strumenti di programmazione: «Attraverso la scuola comunale dell'integrazione organizzeremo corsi di lingua e cultura italiana per stranieri in collaborazione con l'Università di Perugia - continua Ali Shadadi - ci sarà un comitato scientifico per alunni stranieri che svolgerà compiti consultivi e propositivi sulle politiche scolastiche». Gli altri punti sui quali si sono soffermati il primo cittadino e il suo consulente sono: la questione di un domicilio, una condizione abitativa inadeguata è una ragione di disagio sociale; l'introduzione di un centro di prima accoglienza a Terracina per i minori di 18 anni non accompagnati che sarà disponibile con 15-20 posti letto e fondamentale sarà anche io sportello di polimediazione culturale: un servizio che avrà lo scopo di facilitare l'accesso alle strutture sociosanitarie delle persone immigrate attraverso l'intervento di mediatori delle diverse etnie. L'ultimo passo ma non il meno importante riguarda «la festa dell'integrazione, una giornata annuale in cui si celebreranno le entità diverse delle comunità terracinesi, che dopo aver fatto conoscere la loro lingua e i loro costumi si uniranno interpretando poesie, canti e tradizioni terracinesi», ha concluso il sindaco Procaccini.



FORMIA: CONVEGNO CRI SU IMMIGRAZIONE E SANITA’ TRANSFRONTALIERA
H24notizie.com, 16-10-2011
L’immigrazione e le sue implicazioni sulla «sanità» pubblica. Un argomento più che attuale per il nostro Paese e che è stato dibattuto in una conferenza organizzata, nel fine settimana a Formia, dalla Direzione scientifica del Comitato provinviale di Latina della Croce Rossa italiana. All’evento ospitato dalla Clinica “Sorriso sul mare” hanno partecipato numerosi medici, psicologi, magistrati, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, e Operatori di Assistenza Socio-sanitaria.
“I nostri relatori hanno affrontato da più punti di vista il tema dei fenomeni immigratori attuali, quindi le malattie comuni in alcune zone del mondo, per arrivare poi a vedersi spiegato per grandi linee il mondo della sanità transfrontaliera e quindi le attività di Profilassi internazionale di competenza del Ministero della Salute e del Reparto di Sanità Pubblica della Croce Rossa Italiana. Quest’ultima, è un’unità che opera in virtù di un accordo di collaborazione con lo stesso Ministero della Salute”, ha spiegato Virgilio Costanzo, direttore scientifico del Comitato provinciale CRI e dirigente medico del Ministero della Salute.
I partecipanti hanno potuto ascoltare gli esempi concreti di operatività settore spiegati da Ulrico Angeloni, Direttore sanitario nazionale della CRI e Responsabile del Reparto di Sanità Pubblica CRI; di Mario Figoni, medico infettivologo di esperienza internazionale (ufficiale medico del Corpo militare CRI) e dirigente al “Cotugno” di Napoli, che di recente ha prestato servizio in Sicilia in un centro di raccolta dei migranti; e di Francesco Petrucciano, esperto in attività internazionali del Comitato provinciale CRI di Latina.
“Con questo convegno rendiamo disponibili a tutti le preziose conoscenze acquisite sul campo dai nostri volontari anche lavorando al fianco di strutture pubbliche come il Ministero della Salute”, ha concluso Giancarlo Rufo, commissario provinciale CRI di Latina, “un’opera di divulgazione resa possibile grazie al supporto di centri come la Clinica Sorriso sul Mare e alla sensibilità di suoi dirigenti come Irma Centracchio e Paolo Del Nero”.



Una ventina di immigrati tunisini fuori dal Commissariato in attesa di rinnovare il permesso
Riviera24, 17-10-2011
Fabrizio Tenerelli
Ventimiglia - Il rinnovo del permesso di soggiorno viene richiesto soprattutto da quegli immigrati che hanno necessità di circolare in Europa. In Italia, comunque, il rinnovo per altri sei mesi è automatico.
Sono una ventina gli immigrati tunisini, che questa mattina, attendono fuori dal Commissariato di Ventimiglia di poter rinnovare il loro permesso di soggiorno a scopo umanitario in Italia. Molti quelli giunti, nella notte o in mattinata, dalla vicina Francia. Altri, invece, provengono direttamente dall'Italia.
Il rinnovo del permesso di soggiorno viene richiesto soprattutto da quegli immigrati che hanno necessità di circolare in Europa. In Italia, comunque, il rinnovo per altri sei mesi è automatico. Si tratta di un flusso costante con alcuni picchi in determinati giorni, quando per motivi dovuti anche ai trasporti ci sono più stranieri che si fermano al confine; ma ieri e sabato scorso, ad esempio, non si è registrato neppure un arrivo. Gli immigrati, ottenuto il permesso, ripartono per la loro destinazione.



Gli immigrati resistono alla crisi I rimpatri volontari? Appena 23
E in 27 hanno chiesto aiuto per aprire un’attività nel Paese d’origine. I dati della Regione: partecipazione molto bassa ai programmi di rientro. Ma Stival: «Numeri in controtendenza»
Corriere della sera, 16-10-2011
Andrea Saule
VENEZIA - Nonostante la crisi, crescono ancora di decine di migliaia all’anno, e, nonostante le politiche di rientro messe in atto dalle istituzioni, in Veneto ritengono di avere ancora una chance e non hanno nessuna intenzione di andarsene. I numeri, resi noti ieri a Mestre durante i lavori del convegno «Immigrazione in Veneto, migranti e attori locali: incontri, idee e risorse», parlano chiaro: nell’ultimo anno i rimpatri volontari di immigrati sulla base del progetto Nirva (finanziato da Comunità Europea e ministero dell’Interno) dalla nostra regione alle terre di origine, sono stati soltanto 23, cui vanno aggiunti i 9 dell’anno precedente. Una cifra risibile, sebbene del tutto in linea con quella nazionale (248 in tutto), che non accontenta neppure gli stessi immigrati: i fondi non bastano e a settembre i posti per le richieste di finanziamento e assistenza al rimpatrio nei successivi 12 mesi erano già tutti esauriti.
Si discostano di pochissimo invece i dati per quello che riguarda lo sportello informativo di rientro (Sir), istituzione regionale che si occupa di incentivare l’imprenditoria in patria per gli immigrati regolari residenti in Veneto: nel 2010 le richieste di informazioni ricevute sono state 187, 109 delle quali si sono tradotte in un incontro. Di queste, soltanto 27 sono state giudicate idonee, ma si tratta per il momento di rientri «virtuali», dal momento che i richiedenti sono ancora sul territorio veneto, in attesa di capire come reperire i fondi per aprire l’attività sognata nel proprio Paese d’origine. Il Sir infatti funge esclusivamente da sportello informativo e di formazione, soprattutto per quello che riguarda la gestione di un’impresa, mentre i finanziamenti toccano al futuro imprenditore. Se tutto andrà bene, nel giro di un anno i 27 candidati (19 dei quali senegalesi, 5 moldavi e 3 rumeni) lasceranno il Veneto per avviare l’attività dei loro sogni. Sogni di business semplici o un po’ bizzarri, ma dal rendimento sicuro: molti hanno chiesto informazioni per aprire aziende integrate di allevamento avicolo e di agricoltura, qualcuno spera di portare salme dall’Italia alla Romania e viceversa. Sette senegalesi hanno invece deciso di sfruttare a proprio vantaggio l’esperienza accumulata in anni da operaio in Veneto: a Dakar e dintorni vogliono aprire officine, carrozzerie e imprese idroelettriche.
Che il numero di chi vuole partire sia drasticamente più basso di chi vuole arrivare, lo sa bene l’assessore ai flussi migratori della Regione, Daniele Stival (Lega Nord): «Capisco che se uno guarda i numeri li trovi bassi, ma non è così - ha spiegato -. Tra una cosa e l’altra il progetto Sir è partito con due anni di ritardo, e 27 persone rappresentano comunque un dato in controtendenza, soprattutto se consideriamo che la Regione ci ha investito soltanto 50mila euro: non potevamo certo aspettarci esodi di massa». Il budget, assicura Stival, non crescerà per il prossimo anno, ma i dati dovrebbero essere migliori, in virtù soprattutto di un meccanismo oliato che prevede una miglior informazione alle associazioni di immigrati presenti sul territorio. «Possiamo lavorare su consulenza e formazione - fanno sapere da Veneto Lavoro -, ma molti vengono qui solo per capire se ci sono finanziamenti». Quello che è certo, è che gli immigrati in regione, nonostante la crisi economica, sono sempre di più: secondo le ultime stime, quelli regolari sono 505mila, oltre il 10% dei residenti, ma a questi vanno aggiunti almeno 60mila irregolari. Questi numeri fanno del Veneto la terza regione in Italia per numero di immigrati (dietro Lombardia ed Emilia Romagna). «Stiamo attuando una politica intelligente - ha concluso Stival - volta da un lato a favorire l’integrazione di chi ha un progetto di vita qui, e dall’altro a sostenere il rientro in patria di coloro che, avendo conseguito una professionalità, intendono mettere a frutto le conoscenze acquisite nel loro Paese d’origine, contribuendo così allo sviluppo locale». Una tesi non condivisa completamente dal vicepresidente della Consulta regionale per l’immigrazione, Abdellah Kehzraji: «I lavoratori con permesso rimangono qui anche se non hanno lavoro, sperando di trovarne presto uno; a tornare in patria sono i familiari, mogli e figli, così si abbattono i costi».



Immigrati: Dall'Ue 147 mln euro per paesi colpiti da guerra Libia
Lampedusa, 15 ott. - (Adnkronos) - Oltre 147 milioni di euro in arrivo dall'Unione europea per l'assistenza umanitaria degli abitanti dei paesi colpiti dalla guerra in Libia. La somma e' stata finanziata per aiutare in particolare il popolo libico, ma anche le migliaia di persone costrette a scappare dai loro paesi in guerra, dal Ciad all'Egitto alla Tunisia, passando dalla Libia. Altri 50 milioni di euro sono stati finanziati dall'Ue per i rifugiati arrivati nei paesi europei e i rimpatri. L'Italia ha presentato progetti per 13 milioni di euro chiedendo i fondi per i rimpatri e le frontiere. Sono alcuni dei dati resi noti da Francesco Luciani, della Direzione generale Affari Interni e Responsabile per i rapporti con i paesi del Mediterraneo della Commissione europea, nel corso del convegno 'Accoglienza, integrazione, tutela dell'ambiente' organizzato dall'associazione Fare Ambiente a Lampedusa. I fondi sono stati mobilitati dall'Unione europea e gli Stati membri per l'assistenza umanitaria dei popoli costretti a lasciare i loro paesi dopo la cosiddetta 'Primavera araba'. Sono stati piu' di 50mila i migranti sbarcati da febbraio a fine settembre a Lampedusa a fronte di oltre un milione di persone scappate dalla Libia. Una tre giorni di dibattiti e sopralluoghi alla presenza di esperti, ambientalisti, docenti universitari, giornalisti, funzionari della Commissione europea in cui si e' fatto il punto dell'emergenza immigrati a Lampedusa.



Immigrazione: ditta 'fantasma' sfornava false buste paga
Servivano per ottenere permessi soggiorno per lavoro dipendente
(ANSA) - NOVARA, 15 OTT - Una ditta 'fantasma' la cui unica ed esclusiva attivita' era quella di fornire buste paghe false e contratto di lavoro fittizio a extracomunitari disoccupati che intendevano presentare domanda di permesso di soggiorno per lavoro subordinato, e' stata scoperta dalla Polizia a Novara.
Sette cittadini extracomunitari sono stati denunciati in stato di liberta'; indagini sono tuttora in corso per identificare le persone alle quali faceva capo la ditta 'fantasma' e che avevano messo in piedi il meccanismo.



"Realizziamo il sogno di King"
Obama inaugura il monumento a Washington: molto ancora da fare
La Stampa, 17-10- 2011
MAURIZIO MOLINARI

«L'opera di Martin Luther King non è ancora finita»: il presidente americano Barack Obama inaugura il monumento a Washington al leader delle battaglie per i diritti civili con un discorso denso di riferimenti alle difficoltà che si trova ad affrontare. L'imponente statua di King è la prima eretta a un afroamericano lungo il Mail e Obama gli rende omaggio inserendolo fra i «padri della nazione». Parla di fronte a molti testimoni della lotta alla segregazione razziale, da John Lewis e Jesse Jackson, preceduto dal canto di Aretha Franklin. L'evocazione del passato serve a Obama per prendere King a modello delle attuali battaglie politiche, rilanciando l'impostazione del discorso alla Convention di Denver del 28 agosto 2008, quando ottenne la nomination democratica in coincidenza con l'anniversario del discorso «I have a dream» pronunciato da King a Washington nel 1963.
«La sua opera non è completa perché ci troviamo ad affrontare grandi sfide», dice Obama, parlando di «un primo decennio del nuovo secolo» segnato da guerre, crisi e povertà che «hanno fatto aumentare le ineguaglianze e bloccare gli stipendi». L'attenzione è per «le condizioni dei cittadini più poveri che non sono tanto cambiate da 50 anni», portando «molti giovani a crescere con poca speranza». Evocare le piaghe dell'America serve per sottolineare che «molto resta da fare» e «il cambiamento è difficile oggi» come lo fu al tempo di King, al cui esempio si richiama per affrontare i nodi di una politica «molto polarizzata e segnata dalla sfiducia nelle istituzioni».
«L'insegnamento di King è che ci dobbiamo mettere al posto degli altri per comprendere il loro dolore» e ciò significa «battersi contro la povertà anche se viviamo agiatamente e dimostrare compassione per immigrati visto che anche noi lo eravamo qualche generazione fa».
I riferimenti all'attualità sono espliciti: «Se King fosse vivo ci direbbe che i disoccupati hanno diritto a contestare gli eccessi di Wall Street senza demonizzare chi ci lavora, che gli imprenditori possono negoziare con i sindacati senza delegittimarli e che si può discutere sul ruolo del governo senza mettere in dubbio il patriottismo di altri cittadini, perché la democrazia si fonda sull'impegno per il prossimo».
È questo lo spirito con cui Obama affronta le presidenziali del 2012,-tracciando un parallelo fra le difficoltà che si trova ad affrontare e quelle che ebbe King: «Non fu sempre considerato una figura unificante, anche dopo aver vinto il Nobel per la Pace fu accusato di esse-re un estremista, un comunista. Venne attaccato dalla sua gente, vi fu chi gli rimproverava di fare troppo e chi di fare troppo poco».
Obama si riconosce in ciò che avvenne a King, ma assicura anche di essere convinto che «i giorni migliori sono davanti a noi perché la sua statua è alle mie spalle». Come dire: è l'esempio del reverendo che lo spinge a continuare nella sfida di «unificare la nazione». Nel finale Obama prende per mano Michelle e Joe Biden intonando «We shall overcome», il canto dei diritti civili, ma a sfidare la sua sovrapposizione con King trova Herman Cain, il candidato nero in corsa per la nomination repubblicana. «Non mi riconosco nell'identità afroamericana di Obama - dice nei talk show tv -perché sono un nero-americano, non ho alle mie spalle il vittimismo ma l'orgoglio di essermi fatto con le mie mani, come molti altri americani».

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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