Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

05 marzo 2014

L'appalto è da rifare resta ancora chiuso il Cie di via Corelli
Nessuna previsione per il centro immigrati
La Repubblica, 05-03-2014  
ZITA DAZZI
MIlano- APERTURA rinviata a data da destinarsi per il Cie di via Corelli. Gli immigrati clandestini fermati a Milano continueranno ad essere inviati negli altri centri di identificazione ed espulsione del nord Italia dal momento che il Cie milanese rimane chiuso. La riapertura della struttura era prevista per il primo di gennaio. Ma da quel che filtra dalla prefettura, pare di capire che le cose andranno molto più a rilento. «Al momento non siamo in grado di prevedere nessuna data», è il commento laconico dei funzionari di Palazzo Diotti, presi in contropiede dalla notizia di un'inchiesta giudiziaria che coinvolge i vertici di un consorzio a cui stava per essere dato in appalto al centro.
Il motivo della chiusura, formalmente, è la ristrutturazione in corso nei padiglioni danneggiati da un incendio nel mese di novembre. Ma la realtà è che la prefettura non riesce a individuare un ente in grado di gestire la struttura, che potrebbe ospitare oltre 150-200 persone. La direzione da dicembre è vacante, chiusi gli uffici, vuote le camerate. Ed è di ieri la notizia che anche l'ultimo ente candidato a prendere in carico la gestione di un luogo tanto simbolico quanto discusso, è stato escluso. Il consorzio siracusano Oasi, che stava per aggiudicarsi la gara d'appalto (per un valore di 4 milioni e 336mila euro) indetta nel 2013 dal ministero degli Interni per la gestione è stato rifiutato. La ragione? L'indagine in corso su una frode per le forniture fatte al Cie di Modena, che Oasi doveva gestire per i prossimi tre anni. La Guardia di finanza della città emiliana ha denunciato due legali rappresentanti e l'amministratore di fatto del consorzio con l'accusa di frode nelle pubbliche forniture in concorso. E la Procura di Modena ha già chiesto il rinvio a giudizio degli indagati. Cen'era abbastanza per convincere il prefetto di Milano a sospendere le procedure avviate. «Ripartiamo dagli altri concorrenti —dicono in corso Monforte — La procedura per la gara d'ap- palto è in corso e andrà avanti. Ma è impossibile prevedere quanto ci vorrà per concludere».
L'ultimo gestore, Croce Rossa Italiana —che gestiva da dieci anni il centro — aveva terminato il primo incarico e perso il nuovo appalto, avendo presentato un progetto con costi più alti da quelli previsti dal ministero. A questo punto torna a farci vivo il Comune, con la sua proposta di un utilizzo diverso del centro. «Faremo una richiesta ufficiale al governo sollecitandolo ancora una volta a non riaprire il Cie e a dargli una diversa destinazione — chiede Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche socia- li— Abbiamo bisogno di un luogo per l' accoglienza degli italiani vittime della crisi e degli sfratti. In via Corelli ci sono spazi già attrezzati per ospitare centinaia di persone".



L'assessore leghista del Pirellone: "Agli extracomunitari troppi fondi per la maternità"
Bufera sulla titolare del Welfare, Maria Cristina Cantù, che propone di introdurre l'obbligo dei cinque anni di residenza per accedere ai fondi per la tutela della maternità. Pizzul (Pd): "La vita che nasce non ha colore"
la Repubblica, 05-03-2014
L'assessore leghista del Pirellone: "Agli extracomunitari troppi fondi per la maternità"L'assessore Maria Cristina Cantù
Per il 2014 la giunta regionale della Lombardia pensa di rivedere i criteri di accesso ai fondi Nasko e Cresco per la tutela della maternità, visto che in questi anni il 75 per cento delle risorse sarebbe andato a extracomunitari, introducendo il criterio di cinque anni di residenza. Lo ha spiegato in consiglio regionale l'assessore al Welfare, Maria Cristina Cantù (Lega), rispondendo a un'interrogazione presentata dagli alleati del Nuovo centrodestra.
La posizione dell'assessore della giunta Maroni ha suscitato già critiche proprio da parte di Ncd. "Il diritto alla vita non può e non deve dipendere dal colore della pelle", ha dichiarato il consigliere Stefano Carugo. Stesso giudizio da parte del pd Fabio Pizzul, per il quale "la vita che nasce non ha colore". Soddisfatto invece il segretario federale leghista Matteo Salvini: "Ottimo, è una nostra richiesta. Anzi, cinque anni sono pochi: vorremmo portare a 15 anni di residenza il criterio per accedere a tutti i contributi".
L'assessore al Welfare del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, commenta: "Invece di usare slogan che tentano di lisciare il pelo del leghismo più triste, l'assessore Cantù dovrebbe spiegare come mai Regione Lombardia metta a disposizione risorse tanto esigue da apparire come inesistenti per le famiglie lombarde di ogni colore possibile". E ancora "Il tentativo dell'assessore è evidente: per non dire quanto poco si faccia per tutte le
famiglie, si cerca di alzare un polverone su alcune di esse, peraltro promuovendo un messaggio ostile nei confronti della natalità e del sostegno alla genitorialità. Alle coppie lombarde bisogna dire di fare più figli, non spiegare quanto siano cattivi quelli degli altri".



Idoneità alloggiativa a 500 euro. "È razzismo, intervenga il governo"
Interrogazione del Pd sulla supertassa imposta agli immigrati dall’amministrazione comunale di Bolgare. “Spoporzionata, illogica e discriminatoria: Alfano e Madia che intendono fare?”
stranieriinitalia.it, 05-03-2014
ROMA – 5 MARZO 2014 – Il caso della supertassa imposta agli immigrati di Bolgare diventa nazionale e chiama in causa il ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Nel paese in provincia di Bergamo, come raccontiamo qui, gli immigrati che hanno bisogno di un certificato di idoneità alloggiativa per iscriversi all’anagrafe, per chiedere la carta di soggiorno o per far arrivare in Italia un familiare devono sborsare cinquecento euro. Merito di una delibera approvata a gennaio dal sindaco Luca Serughetti e dalla sua giunta, un monocolore Lega Nord.
Clamoroso il modo in cui nella delibera si giustifica l’aumento. In paese, scrivono Serughetti e i suoi, sono aumentati i casi di teppismo e microcriminalità e questo comporta maggiori spese per il Comune. Al posto di farle coprire da tutti i contribuenti, la giunta ritiene “equo parzialmente addebitarle alle individualità extracomunitarie che chiedono di essere iscritte nell’Anagrafe Popolazione Residente”.
Contro la supertassa intervengono ora i deputati bergamaschi del Partito Democratico, Giuseppe Guerini, Elena Carnevali, Antonio Misiani e Giovanni Sanga, con un’interrogazione ai ministri  dell’Interno Angelino Alfano e della Pubblica Amministrazione Marianna Madia.
Secondo i parlamentari, la misura decisa dall’amministrazione di Bolgare “appare da un lato del tutto sproporzionata se commisurata all’attività effettivamente svolta dagli uffici, e dall’altro palesemente illogica e discriminatoria”. “Altrettanto illogica e del tutto pretestuosa – si legge ancora nell’interrogazione - appare la motivazione posta alla base del provvedimento”.
Di qui la richiesta ai due ministri per sapere “quali iniziative intendano assumere per garantire ai cittadini stranieri residenti o che intendano ottenere l’iscrizione anagrafica nel territorio del Comune di Bolgare la possibilità di esercitare i propri diritti costituzionalmente garantiti senza essere onerati in maniera incongrua da parte dei competenti uffici dell’amministrazione comunale”.
EP


Vestitevi per il “Jambellico”, il primo “Carnevale delle Culture” a Milano
Corriere.it, 05-03-2014
Maria Egizia Fiaschetti
La cultura come espressione del territorio. Valore intrinseco, non mediato da «agenti esterni». È l’approccio dell’associazione Dynamoscopio che organizza (insieme con Art Kitchen, ASP di «Jambellico», A77, Connecting Cultures, Està, Comunità del Giambellino) «Jambellico», primo «Carnevale delle culture» sotto la Madonnina (numerosi gli eventi che l’8 marzo, dalle 10 alle 24, si alterneranno tra via Odazio, gli spazi del Mercato Comunale, del Laboratorio di Quartiere e della Biblioteca Pubblica).
    Scopo dell’iniziativa, aggregare le realtà che si occupano di intercultura e seconde generazioni.
Tra gli strumenti di socializzazione, il cibo. Il servizio di catering sarà affidato, infatti, alle donne, tutte di nazionalità diverse, che seguono i corsi di cucina interculturale in via Fleming. «La condizione delle immigrate è più difficile — sottolinea Erika Lazzarino, 35 anni, dell’associazione Dynamoscopio — così, per fare breccia nel loro mondo, abbiamo pensato di coinvolgerle in un’esperienza culinaria condivisa». Centinaia le adesioni al bando per 15 posti. Obiettivo: comporre un menù «corale» e aprirsi al mercato del lavoro. Come? «Professionisti di start up e microimprese le aiuteranno a costruire nuove opportunità». L’esperimento ai fornelli rientra nel progetto «Dencity», avviato un anno fa in Zona 6 (a Giambellino/Lorenteggio, Solari/Savona/Tortona e Parco Teramo/Barona) con il sostegno della Fondazione Cariplo. Al Giambellino, in particolare, per amalgamare le diverse comunità (arabi egiziani, tra loro molti copti, rom e italiani) è stata avviata una ricognizione sul tema dell’abitare, «mapping city», nella sua doppia accezione: domestica e di vicinato. Le interviste sono confluite in un cortometraggio e in un’audioguida con le voci degli abitanti che accompagnano il visitatore alla scoperta del quartiere.
    Tra i cittadini più partecipi Sahara, «carismatica» donna egiziana madre di tre figli, che ha assorbito la consuetudine italiana di considerare gli spazi-soglia un bene comune.
Spazi come ballatoi e pianerottoli: negletti nel mondo arabo, meritevoli di cura nel nostro Paese. Altro tema «caldo», la scuola: «Al Giambellino, l’80% degli iscritti è di origine non italiana», ricorda Erika. Il rischio?
    «La desertificazione. Non siamo contro scuole frequentate solo da stranieri, il punto è un altro: servono strumenti e risorse per valorizzarle».
Tradotto: «La situazione è drammatica — denuncia Erika — : se i genitori contribuiscono di tasca propria si riescono a realizzare iniziative, altrimenti si sopravvive appena». Motivo per cui i ragazzi avranno un ruolo attivo in «Jambellico»: «Ogni classe parteciperà a un concorso con una maschera interculturale. Le migliori saranno premiate con materiale didattico». Non solo. Dynamoscopio sta per lanciare, assieme agli operatori del mercato del Lorenteggio, la campagna «Fai la spesa per la tua scuola»: «Il 5% del ricavato delle vendite — spiega Erika — sarà devoluto agli istituti del territorio».



Immigrazione. 80mila clandestini pronti ad entrare in Europa
Dal Marocco e dalla Mauritania tentano l'ingresso in Ue da Ceuta e Melilla
stranieriinitalia.it, 05-03-2014
MADRID, 5 marzo 2014 - Sono 80 mila gli immigrati clandestini che da Marocco e Mauritania vogliono entrare in Europa attraverso le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla.
Lo ha detto il ministro dell'Interno spagnolo, Jorge Fernández Díaz, che ha chiesto all'Unione europea un aiuto di 45 milioni per fronteggiare "la situazione di grave crisi" nelle due città.
Gli immigrati - ha sostenuto Diaz nel discorso a 127 nuovi ufficiali della polizia superiore catalana - sono concentrati in eguale misura nei due Paesi, spesso sotto la regia di organizzazioni criminali. Il ministro ha definito di "assoluta emergenza" la situazione delle due enclavi. Il numero degli immigrati pronti a entrare clandestinamente sarebbe stato fornito a Diaz dalle Intelligence di Spagna, Marocco e Mauritania.
 

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