Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

05 febbraio 2015

Frontex conferma il boom di immigrati sbarchi raddoppiati in Europa nel 2014
Il Messaggero, 05-02-2015
Valeria Arnaldi
I DATI
ROMA Sono stati 278mi1a i migranti che, nel 2014, hanno attraversato illegalmente le frontiere Ue. Un flusso decisamente consistente che aumenta la sua drammaticità, al confronto con gli anni passati. È circa il doppio del 2011, quando la primavera araba fece "muovere" 141mila persone. Ed è due volte e mezzo il 2013, quando gli arrivi furono 107mila. Di questi ingressi illegali, sono stati oltre 170mila - per la precisione, 170.757 - quelli che hanno interessato l`Italia. A fornire dati e rotte è l`agenzia Ue Frontex, che misura così anche le crisi umanitarie in corso: il sensibile incremento nei flussi verso l`Ue sarebbe, infatti, determinato soprattutto dal maggior numero di persone che fugge da Siria e Iraq, teatro di conflitti responsabili della «peggiore crisi dei rifugiati dalla seconda guerra mondiale». È la stessa Italia a farsi metro, se ce ne fosse bisogno, della tragedia: la prima nazionalità dei migranti, nel nostro Paese, è siriana, con 39.651 persone. Perlopiù gli "illegali" in Europa entrano dagli aeroporti internazionali, sfruttando documenti di viaggio validi e un visto, poi scaduti. Per l`Italia le rotte principali sono quelle del Mediterraneo centrale, Puglia e Calabria.
LE ALTRE ROTTE
Dopo i siriani, i flussi più consistenti provengono da Eritrea 33.559 persone - e Sub-Sahara, con 26.340. Battute anche le rotte del mediterraneo orientale: il passaggio per l`Europa parte dalla  Turchia, attraverso Grecia,  Bulgaria meridionale o Cipro. Al primo posto rimangono i siriani, con 31.670 ingressi. Dai Balcani occidentali complessivamente in Ue sono arrivate 43.357 persone, oltre 22mila dal Kosovo.
I nuovi dati tornano ad accendere il dibattito su Triton e Mare Nostrum. Amnesty International accusa l`Italia per i risultati del semestre di presidenza europea. «La chiusura di Mare Nostrum - dice Iverna McGowan, direttrice ad interim dell`Ufficio di Amnesty International presso l`Ue - sta mettendo a rischio la vita di coloro che scappano da guerre, povertà e persecuzioni». Ancora, più attento alla difesa delle frontiere che ai profughi, «Triton, nella sua attuale formulazione,  non offre nessuna garanzia  per la tutela dei diritti di migranti e rifugiati». Ma Triton sta già cambiando. Il pattugliamento sta ampliando i confini. Dal primo al 22 gennaio, i mezzi Ue sono intervenuti nove volte, superando sempre le 30 miglia del mandato di Bruxelles. Su 3.500 persone messe in salvo negli interventi dei primi venti giorni di gennaio, 2.889 sono state soccorse dalla missione. Nel confine delle trenta miglia, 40. E allo studio ora sono le rotte dal Kosovo: secondo le stime della Polizia, sono circa 20mila gli abitanti che lasciano il Paese ogni mese per raggiungere l`Europa Occidentale. E i flussi sono in costante aumento.



Sbarchi. Gentiloni: "Problema di tutta l'Europa, i migranti si spostano"
Il ministro degli Esteri chiede più solidarietà nell'Ue. "L'operazione Triton è un inizio, ma bisogna rafforzarla molto"
stranieriinitalia.it, 05-02-2015
Roma -  5 febbraio 2015 - Le operazione di soccorso e contrasto dell'immigrazione clandestina nel Mediterraneo "devono essere sempre più un onere non solo italiano, ma europeo".
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni torna a chiedere il coinvolgimento di tutti i 28 paesi Ue. "C'e' un unizio - ha spiegato ai microfoni di Radio 24 - che si chiama operazione Triton, che bisognerebbe però rafforzare molto".
"Se c'e' uno stato fallito a poche ore di navigazione dall'Italia, la Libia, da cui lo scorso anno sono arrivati 145.000 migranti, il problema non e' soltanto un problema italiano, perche' poi i migranti si spostano", ha sottolineato il ministro.
Complessivamente sono 170.000 le persone sbarcate lo scorso anno in Italia, che conta "8.000 chilometri di coste" e "l'idea che si possano mettere degli steccati, dei recinti e' un'idea assurda dal punto di vista tecnico e folle dal punto di vista umanitario".



"Io, medico della Marina proteggo l`Italia aiutando i più deboli"
La Stampa, 05-02-2015
SERENA PETRICCIUOLO
ROMA
So di rischiare la retorica, ma sono state le Festività più belle della mia vita. La notte di Natale l`ho trascorsa in mare, in infermeria, dove ho fatto partorire una donna nigeriana che avevamo salvato su un barcone. Il 27 mattina, sulla tolda di nave Etna, dove sono il medico di bordo, ho fatto da madrina di battesimo per il piccolo Testimony Salvatore. E la sera del 31, ero sempre in infermeria, ho sentito il Presidente della Repubblica che citava il mio nome come uno dei «magnifici esempi» che l`Italia può offrire al mondo. M`è venuto un groppo in gola.
Mi chiamo Serena Petricciuolo, ho trent`anni, dal 2003 vesto la divisa della Marina militare. Sono tenente di vascello e medico. Mi considero fortunata: la medicina e la Marina erano i miei sogni, e ho centrato i miei obiettivi. Lo dico perché  non mi pesa trascorrere lunghi periodi in mare. Con nave Etna ho fatto il periplo dell`Africa nel 2013 ed è stata un`esperienza straordinaria: abbiamo toccato un`infinità di porti e ogni giorno ospitavamo a  bordo un centinaio di bimbi da curare. Ho poi partecipato alla missione Mare Nostrum, e da medico di bordo ho visitato centinaia di profughi al giorno. Sono stati giorni travolgenti. Ma nulla può essere paragonabile a quello che ho vissuto a dicembre. Con il mio equipaggio siamo stati nel Canale di Sicilia tutto il mese: ho visitato circa 1500 migranti. Ho soccorso donne incinte che erano rimaste ustionate sul barcone, bimbi intirizziti, uomini con fratture scomposte, malati con patologie respiratorie e infettive. Dopo 15 giorni di navigazione mi è capitato il primo parto. La partoriente era una donna giovanissima,  credo siriana, al suo primo figlio, terrorizzata. Non spiccicava una parola di italiano o d`inglese. Implorava aiuto con gli occhi e il parto non è stato facile. Il secondo, quello che mi ha regalato l`onore della citazione del Capo dello Stato, al confronto è stata una passeggiata: era una donna nigeriana di 30 anni, trovata qualche ora prima su un barcone alla deriva. Era partita dalla  Nigeria mesi prima con il marito, che però è scomparso lungo la via. Forse è morto, lei non ne sapeva più nulla. Teneva  stretto il figlio di un anno e mezzo, un diavoletto scatenato. Angosciatissima anche lei. Quando ha capito che era al sicuro su una nave militare italiana e che io ero un medico, mi ha sorriso. Un`ora dopo tenevo in braccio un neonato e la madre tornava a cullare l`altro figlio. È stato un Natale come il simbolo richiede».
(Testo raccolto da Francesco Grignetti)

 

Flussi. Per i lavoratori stagionali un mini decreto da 10 mila ingressi
La programmazione per il 2015 ancora più risicata rispetto al passato. Pesano le false domande e la disponibilità di lavoratori comunitari o comunque già presenti in Italia
stranieriinitalia.it, 004-02-2015
Roma – 4 febbraio 2015 – La primavera non è alle porte, ma per evitare che quando arriverà non ci siano braccianti pronti a raccogliere i frutti delle nostre campagne è già tempo di ragionare sui nuovi ingressi di lavoratori stagionali extracomunitari. Complice la crisi e la nuova composizione della manodopera straniera impiegata nei campi, quest'anno gli ingressi saranno ancora meno rispetto al passato.
Il governo sta preparando un decreto flussi da 10 - 11 mila quote, contro le 15 mila del 2014 e le 30 mila del 2013.
A contingentare gli ingressi sono le valutazioni degli esperti del ministero del lavoro sulla base dell'andamento dei flussi stagionali nel 2014. Le domande presentate sono state poco più di 30 mila, per la maggior parte bocciate per mancanza di requisiti dalle direzioni territoriali del lavoro. Alla fine i nulla osta rilasciati dagli sportelli unici per l'immigrazione sono stati meno di 9 mila e i contratti di soggiorno effettivamente sottoscritti appena 5.500.
Dietro tante di quelle domande, insomma, non c'era il bisogno di un'impresa.”In grande parte si trattava di un mercato dei permessi, invece che di posti di lavoro veri” ha spiegato ieri durante un incontro con i sindacati Natale Forlani, direttore dell'immigrazione al ministero del Lavoro. Gli aspiranti stagionali erano cioè cittadini stranieri (già in Italia irregolarmente o ancora nei loro Paesi) pronti a pagare a intermediari e imprenditori senza scrupoli  la chance di avere un permesso di soggiorno, seppure valido per pochi mesi.
Al ministero del Lavoro stimano inoltre che il 60% dei posti stagionali è ormai coperto da cittadini comunitari (romeni, polacchi ecc.) che non hanno bisogno di decreti flussi per venire in Italia, oppure da immigrati che già sono in Italia. Un altro effetto della crisi, che spinge chi è rimasto senza lavoro a fare il bracciante.
I sindacati concordano con le valutazioni del ministero. Chiedono però anche strumenti più efficaci per combattere il caporalato, che sfrutta anche con la violenza i lavoratori stranieri, così come il mercato dei permessi, che in cambio della falsa promessa di una regolarizzazione sottrae denaro a persone che già versano in una situazione di disagio.
Giuseppe Casucci, responsabile immigrazione della Uil, ha denunciato che “alla base del sostanziale flop della direttiva 52 e della legge contro il caporalato, c’è il non completo rispetto della direttiva in fase di ratifica. Su due principali aspetti: la possibilità che i sindacati o le associazioni possano rappresentare il migrante in nero che denuncia condizioni di sfruttamento e il rischio per lo stesso migrante di essere espulso alla fine dell’iter giudiziario contro il proprio datore di lavoro”.
Inoltre, secondo il sindacalista, soprattutto al Sud le agenzie di impiego legali non hanno alcun ruolo nell'incontro tra domanda e offerta. Così i caporali hanno mano libera e le loro vittime non li denunciano per paura di rappresaglie.



Figlio di irregolari, ma nato in Italia: può ottenere la cittadinanza
Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso di un giovane filippino, che si era visto negare la cittadinanza dal Comune, perché i suoi genitori per due anni erano stati senza permesso di soggiorno. Secondo i giudici le "colpe" dei genitori non possono ricadere sui figli
Redattore sociale, 04-02-2015
MILANO - Il figlio di immigrati senza permesso di soggiorno, ma nato in Italia, può diventare cittadino italiano. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano che ha accolto il ricorso di un giovane filippino, H.G., nato nel 1994 all'ospedale Buzzi e che ha frequentato sempre e solo le scuole in Italia, dalla materna fino al diploma di liceo scientifico. La sua "colpa" era, secondo il Comune di Milano, di avere due genitori che, quando è nato, erano senza permesso di soggiorno, anche se poi lo hanno ottenuto nel 1996. E solo nel 1996 avevano pertanto iscritto il figlio all'anagrafe. Per questo motivo il Comune negava a H.G. la cittadinanza italiana. La legge n. 91 del 5 febbraio 1992 (art. 4 2° comma) riconosce infatti il diritto ai ragazzi nati in Italia da  genitori stranieri di diventare cittadini italiani appena diventati maggiorenni, presentando una semplice dichiarazione di volontà all'Ufficio di stato civile del proprio comune di residenza. Tra l'altro, H.G. aveva anche ricevuto una lettera dal Comune di Milano in cui veniva invitato a presentare la domanda, salvo poi respingergliela.
Secondo il collegio della prima sezione civile del Tribunale di Milano, presieduto dal giudice Roberto Bichi, le "colpe" dei genitori non possono ricadere sui figli. "Il requisito della regolarità del soggiorno dei genitori del richiedente la cittadinanza, non è previsto quale condizione per il riconoscimento della cittadinanza ai sensi dell’art.4, co.2, legge 91/1992 -scrivono nella sentenza del 29 gennaio 2015-. La condizione necessaria (e sufficiente, insieme alla nascita in Italia ed alla dichiarazione entro il diciannovesimo anno) è solamente la legale ed ininterrotta residenza dalla nascita al diciottesimo anno di età dell’interessato".
"Casi del genere succedono di frequente - spiega l'avvocato Alberto Guariso che, insieme a Livio Neri, ha curato il ricorso -. Capita che ci siano errori nell'iscrizione all'anagrafe o che i genitori non la facciano subito. La legge del 2013 è però molto chiara, in quanto ciò che conta è l'essere nati ed essere effettivamente vissuti in Italia e per dimostrarlo basta per esempio l'aver frequentato le nostre scuole. Il problema è che ci sono ancora comuni che negano la cittadinanza ai neo diciottenni per cavilli o errori burocratici. C'è quindi una disparità di trattamento in base al comune in cui si risiede: in uno si ottiene la cittadinanza e magari in quello confinante no". (dp)

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